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Al fiume la troia continua a far contento il cornuto


di Sheed
30.03.2020    |    21.502    |    8 9.5
"Nel frattempo continuavo a torturare i capezzoli di Roberta che erano ormai durissimi sussurrandole all’orecchio: Io: “Ma ti rendi conto di quanto troia..."
Quì trovate la prima parte: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/tradimenti/La-troia-e-il-cuckold-nel-sentiero_102900.html

Dopo esserci divertiti un bel po’ il resto della camminata è stato tranquillo, io Roberta e Antonio abbiamo parlato un po’ di noi e dei nostri interessi e delle nostre vite. Durante il tragitto le avevo dato ancora qualche bella palpata al culo, tanto per tenerla calda (ma non che ce ne fosse molto bisogno) e per far stare sull’attenti il cuckold. La strada era stata relativamente breve e Roberta aveva però fatto la brava fino a quando siamo arrivati in prossimità del fiume nella zona dove avevano deciso di appostarci per la giornata.
Trovato uno spiazzo un po’ coperto dalle fronde degli alberi abbiamo steso gli asciugamani e finalmente ci siamo potuti togliere tutti i vestiti restano nudi a goderci la natura. La camminata ci aveva accaldato e quindi la prima cosa che abbiamo fatto è stato andare a fare un bagno, anche per vedere se c’era altra gente li attorno.

- “Dai Roberta dai un bacietto al cornuto e poi vieni qua che andiamo a fare un bagno. Tu Antonio stai li a guardarci intanto.”

La richiesta (o ordine meglio) era stata presa bene da entrambi e così con Roberta ci siamo immersi nell’acqua, ma non prima di darle una bella passata con la mano sulla figa per sentire se era ancora bagnata e per far un po’ incuriosire le poche persone che c’erano attorno e che avevano notato l’arrivo di un trio e soprattutto si una donna (immaginando probabilmente subito fosse una troia).
Dopo aver nuotato un po’ ed esserci rinfrescati mi sono avvicinato abbracciando da dietro Roberta, con entrambe le mani sulle tette che erano fuori dall’acqua e facendole sentire che il suo corpo mi faceva parecchio effetto, a me e al mio amichetto. Con un gesto invitati anche il cornuto ad avvicinarsi e vidi intanto che alla nostra sinistra anche un altro signore aveva capito che stava succedendo qualcosa di interessante e si era avvicinato parecchio. Nel frattempo continuavo a torturare i capezzoli di Roberta che erano ormai durissimi sussurrandole all’orecchio:

Io: “Ma ti rendi conto di quanto troia sei? Davanti a tutti qui al fiume ti fai toccare le tette e ti ecciti come una maiala. Davanti a tuo marito poi, che guardalo, ha già il cazzetto duro solo a veder sta scena. Scommetto che avresti la figa fradicia anche se fossimo fuori dall’acqua.”

Roby: “Sì sono tutta bagnata. Ho la figa che mi va in fiamme. Ho troppa voglia, sono troppo troia.”

A quel punto l’ho spinta verso la riva fino a farla avere la figa a metà tra dentro l’acqua e fuori. Il cornuto era li con noi, e anche il voyeur si era avvicinato ancora e ormai ci era a due metri e si era spostato un po’ in avanti per poter vedere bene il corpo della troia.
Con una mano continuavo a tastarle una tetta mentre con l’altra sono sceso sulla fica, iniziando un lento movimento sul clitoride e su tutto lo spacco. Ogni tanto facevo entrare un dito che scivolava come niente fosse, e contestualmente Roberta faceva partire un misto tra un gemito e un suono più roco. I nostri due guardoni di fronte si stavano godendo la scena, entrambi si erano chinati per andare sott’acqua a segarsi. Allora ordinai al cornuto di alzarsi:

- “Alzati e segati qua davanti a tutti. Non avvicinarti però, fai vedere come ti seghi quel cazzetto mentre tua moglie fa la troia nella mani di un altro.”

Non se lo fece ripetere ed eseguì.
Allora mi rivolsi anche all’altro signore che ci disse di chiamarsi Francesco:

- “Alzati anche tu, fai vedere a sta troia come hai il cazzo duro per lei. E avvicinati, faglielo vedere bene.”

Detto fatto, intimati a quel punto anche a Roberta di fare la sua parte e nel frattempo aggiunsi un secondo dito a fare dentro e fuori dalla sua figa:

- “Dì a Francesco che sei troia e cosa ti piace avanti. E poi prendiglielo in mano e segalo.”

Roberta: “Sono una troia a cui piacciono i cazzi e mi piace fare la cagna davanti agli altri. Mi eccito tantissimo. Posso segarti io?”

Il nostro nuovo amico non se lo fece ripetere due volte e facendo un altro passo in avanti glielo mise in mano. Era un cazzo di ottime dimensioni, era durissimo e Francesco sembrava essere già abbastanza al limite, aveva le vene già ben visibili e ingrossate.
Quando Roberta prese in mano quel cazzo duro la sua figa fece una contrazione. Non avevo mai incontrato una troia del genere e allora iniziai a velocizzare il movimento.

Roberta stava impazzendo dal piacere, iniziò ad ansimare sempre più forte, il suo corpo si contorceva, anch’io avevo il cazzo duro che spingeva sul suo culo ma cercavo di resistere. Quando capii che erano tutti al limite infilai un terzo dito nella figa ormai apertissima di Roberta e dissi al cornuto:

- “Fermati, non venire. Se vieni per te oggi il gioco è finito.”

Mi guardò implorante ma non si fermò, allora intervenne sua moglie, che tra un sospiro e l’altro riuscì a dirgli:

- “Fermati, smettila di toccarti quel cazzetto inutile. Se ti ha detto di fermarti stai fermo. E torna a riva.”

Probabilmente gli sarebbero bastati altri due colpi per sborrare ma eseguì l’ordine di Roberta e mestamente tornò all’asciugamano, con il cazzo ancora duro.
Vista quella scena anche Francesco prese coraggio, allungo una mano sulla tetta di Roberta e le disse:

- “Dai troia continua a segarmi che sto per venire… fammi sborrare… dai che sei una troia, dai che ti sborro sulla mano daiii… vengooooo...”

E fece partire 5-6 schizzi potentissimi che arrivarono non solo sulla mano della cagna ma anche sulla pancia e uno sulla tetta.
Veder quel cazzo sborrare nella sua mano le diede il colpo di grazia perché continuando a segarlo piano iniziò a tremare e venne anche lei:

- “Sì sì sì sì continuaaaa vengoooo vengo anch’io… aaahhhhhhhhh.”

Quel suo urletto probabilmente avrà attirato anche altri occhi nei dintorni ma in quel momento non ce ne curammo particolarmente. Smise di segare Francesco e con la mano raccolse la sborra che aveva sulla tetta e si mise il dito in bocca. Una scena che probabilmente avrebbe fatto schizzare il cornuto anche senza toccarsi. E che portò Francesco a dirle:

- “Ammazza oh se sei veramente troia! Spero veniate spesso qua adesso che vi ho conosciuto.”

Sia io che Roberta gli sorridemmo. Le tolsi le dita dalla figa e lei si immerse per ripulirsi. Salutammo Francesco e tornammo a riva. Nel frattempo le dissi che finora avevo fatto godere lei, ma che era arrivato il momento di far godere anche me visto che ero ancora col cazzo duro e voglioso.
Arrivammo all’asciugamano e Antonio ci stava guardando.
Io - “Ti è piaciuto lo spettacolo?”
Lui: “Sì… sì”
Io: “Tranquillo dopo potrai sborrare di nuovo anche tu… se farai il bravo cornuto.”
Lei: “Bah cosa vuoi che sborri sto cazzetto.”
Io: “Vabbé, vediamo se poi arriva qualcun altro a far festa anche.”
Lei: “L’importante è che la festa me la faccia tu davanti a sto cornuto.”

Una frase che mi fece sobbalzare il cazzo e che preparò il terreno al resto della giornata
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