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Al mare il primo pompino di mia cugina


di Sheed
03.07.2018    |    67.363    |    13 9.9
"Ho sentito una scarica lungo tutto il corpo: con la lingua è partita dalla base risalendo fino alla cappella, con cui ha giocato un po’..."
Con mia cugina avevamo già vissuto un’esperienza piuttosto calda, che vi ho precedentemente raccontato. Questa storia è successa un po’ di tempo dopo e come l’altra mischia qualche accenno di reale con molto della mia fantasia, e si tratta di un racconto prettamente soft.

La mia passione per mia cugina è sempre stata importante, mi ha sempre fatto eccitare perché il nostro rapporto ci vedeva spesso in situazioni molto intime, che da parte sua probabilmente non avevano nessun tipo di malizia, ma che a me facevano indurire il cazzo non poco. Spesso mi sono segato usando i suoi perizomi usati, li adoro, e tante altre volte pensando a lei.
Dopo l’esperienza che avevamo condiviso durante quella benedetta (è proprio il caso di dirlo) depilazione, per un po’ di tempo non è successo nulla, ci siamo visti altre volte ma sempre in situazioni normali.
Un sabato però abbiamo deciso di andare al mare insieme, la giornata è trascorsa normalmente con le mie semi erezioni che tentavo di nascondere causate dal suo topless e da quel pezzo inferiore del costume piuttosto piccolo, con i bagni in mare, con le classiche chiacchierate. Alla sera abbiamo optato per un aperitivo e poi per una festa in spiaggia. Qui ci abbiamo dato piuttosto dentro con l’alcol, abbiamo ballato parecchio, e verso la fine della festa eravamo entrambi piuttosto alticci ed allegri. Ci siamo incamminati verso la macchina, a braccetto, e qualche volta la mia mano è “caduta” casualmente sul suo culo ad accarezzarlo, e ridendo lei me l’ha spostata. Mi piaceva troppo… aveva un vestitino leggero colorato che le arrivava a metà coscia, con una scollatura abbastanza importante, non indossava il reggiseno ed il perizoma era verde (fortunatamente l’avevo visto quando ci eravamo cambiati prima dell’aperitivo). Mi stavo eccitando.

Arrivati alla macchina mi sono seduto sul sedile del passeggero, lei doveva fare pipì ed essendo quel lato adiacente ad un muro, le ho consigliato di aprire del tutto le due portiere così avrebbe potuto farla li senza essere vista. Ovviamente da tutti tranne che da me che ero proprio lì, con il cuore che aveva iniziato a battere sempre più forte. Quando si è abbassata il perizoma e si è accucciata mi ha chiesto di non guardare che la imbarazzava, ma io non capivo più niente e oltre a guardarla ho iniziato anche a toccarmi il cazzo da sopra i pantaloni.
“Dai che fai, smettila!” Le sue parole dette ridendo neanche praticamente le ho sentite. Ero imbambolato a guardarla mentre faceva pipì. Per merito (o colpa) dell’alcol me lo sono tirato fuori dai pantaloni, ce l’avevo duro come poche altre volte, avevo troppa voglia, e poco prima che finisse di far pipì e pulirsi i suoi occhi sono andati al mio cazzo, ed io ripensando a quel giorno della depilazione ho avuto un sussulto.
“Hai intenzione di stare così adesso?” La sua voce mi ha ridestato, si era risistemata e ora mi guardava mentre mi segavo.
“Aiutami tu… ti prego...” Dalla mia bocca è uscito questo sussurro, mentre lei ha sbuffato ma non si è spostata.
Ha avvicinato la mano toccandomi le palle per poi risalire sull’asta impugnadola saldamente. Ho emesso un sospiro e lei una risatina. E poi ha iniziato quel su e giù con la mano, tirando la pelle indietro e scoprendo bene il glande che si faceva sempre più grosso. Così piegata in avanti con il vestitino largo mi permetteva di vedere bene le sue tettine, non grosse ma che mi piacciono da impazzire; ho allungato una mano e sono entrato nel vestito a toccarle una tetta, ed il capezzolo che ho trovato già piuttosto turgido. Mi ha lasciato fare ma dopo poco scomoda per la posizione si è accucciata continuando a segarmi. Avevo la sua faccia così vicina che il mio cazzo ha avuto un altro sussulto, sperava in qualche cosa di più, sia lui sia io. Spinto dall’alcol ci ho provato, prendendole la testa e spingendola verso il mio cazzo ma ha fatto resistenza, ho desistito, ma dopo un paio di minuti ci ho riprovato e questa volta la resistenza non sembrava così netta, se l’è appoggiato alla guancia ma io volevo di più: “prendilo in bocca dai”, ma si è spostata facendo no con la testa ridacchiando. “Dai solo questa volta” il mio desiderio è stato esaudito, l’alcol stava sicuramente facendo effetto anche a lei perché vedevo che una mano era scesa sulla sua fighetta e si stava toccando leggermente, e se l’è messo in bocca.

Ho sentito una scarica lungo tutto il corpo: con la lingua è partita dalla base risalendo fino alla cappella, con cui ha giocato un po’. Scesa di nuovo lungo l’asta fino alle palle che mi ha leccato, sembrava piacerle e allora mi son lasciato andare: “ti piace succhiare cazzi vero?” a queste parole ha aumentato sia il ritmo del pompino che del suo ditalino. Alla maialina piaceva la situazione e a me di più. Non avrei resistito ancora molto. Allora l’ho provocata un po’ sperando stesse al gioco: “Dai dimmi che ti piace succhiarmi il cazzo”… ha fatto una risatina guardandomi negli occhi, io ero ormai prossimo all’orgasmo, ma volevo sentirglielo dire: “dai da brava dimmi che ti piace farmi un pompino”. Aveva capito il mio gioco, sapeva che stavo per sborrare e ci è stata, ha fermato il pompino continuando a segarmelo e mi ha detto: “sì, mi piace succhiartelo” e se l’è rimesso in bocca.
Sentirla dire questa frase mi ha fatto capitolare, la mia eccitazione era massima e sentire la mia cuginetta dirmi che le piaceva succhiarmi il cazzo mi ha fatto sborrare. L’ho avvisata che stavo venendo e si è tolta prima che venissi, facendomi schizzare 5-6 colpi densi e potenti per terra. Le gambe mi tremavano per l’orgasmo che avevo avuto. Oltre che fisicamente, infatti, quello che era successo mi aveva masturbato anche mentalmente, per questo ero così svuotato. Una cosa che non mi era mai successa.

Si è alzata e guardandoci ci siamo messi a sogghignare un po’ imbarazzati. Ho preso una salvietta per pulirmi e intanto continuavo a guardarla perché la porcellina era calda, e la sua mano era ancora sotto la gonna a torturarsi la figa.

Nel mio cervello è scattato qualcosa e ho capito che quella era l’occasione giusta per ricambiare il favore, era il momento in cui ci sarebbe stata… o forse no?
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