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La cugina ed il massaggio Hot


di Sheed
14.02.2019    |    19.711    |    13 9.8
"Coperta con un piccolo asciugamano ho fatto scendere un po’ di olio e iniziato a massaggiare e sfiorare le spalle, il collo, la zona cervicale e la parte..."
Il rapporto con mia cugina dopo le avventure vissute insieme è diventato ancora più forte, pur mantenendosi su basi soft e senza mai oltrepassare quel punto di non ritorno.
Un altro di quei momenti che difficilmente scorderò è successo a casa sua: erano giorni che mi diceva di essere stanca e stressata, un po’ dal lavoro un po’ per altre questioni, ed allora mi sono proposto di andare da lei a trovarla e parlando del più e del meno, le ho proposto di farle un massaggio rilassante sfruttando il suo lettino da massaggi. Io non ho nessuna competenza a riguardo ma mi è sempre piaciuto massaggiare e così dopo aver preparato tutta la stanza con qualche candela profumata, musica d’ambiente in sottofondo e aver spento la luce, l’ho invitata a spogliarsi, si è tolta tutto tranne il perizoma, e a distendersi sul lettino a pancia sotto. Coperta con un piccolo asciugamano ho fatto scendere un po’ di olio e iniziato a massaggiare e sfiorare le spalle, il collo, la zona cervicale e la parte alta della schiena cercando di farle sciogliere un po’ la tensione. Sono sceso lungo la colonna vertebrale arrivando alla zona lombare, ho abbassato un po’ l’asciugamano e iniziato anche lì un piccolo movimento. Le ho chiesto se le piaceva e mi ha risposto con un mugolio.

Allora sono sceso ai piedi, lavorando sull’arco plantare per poi risalire sui polpacci prima e sulle cosce poi. In quelle zone ho calcato un po’ più la mano abbandonando gli sfioramenti che avevo fatto fino a quel momento sulla schiena. Quando sono arrivato all’interno coscia le ho fatto aprire un po’ di più le gambe e ho tolto l’asciugamano. Il suo culo mi ha sempre fatto impazzire e vederla li stesa, con le gambe aperte e il filetto del perizoma bianco tra i glutei mi ha fatto avere un’erezione istantanea. Ho cominciato a risalire sull’interno coscia, piano ma in modo sempre più deciso, sfiorandole il suo frutto proibito più volte, quindi le ho proposto di togliere il perizoma per non macchiarlo con l’olio. Ha ovviamente accettato e così le ho fatto alzare un po' il bacino e con un movimento lento gliel'ho sfilato.
A piene mani ho iniziato a “massaggiare” quel culone finalmente libero, ma più che un massaggio era come se stessi impastando la pasta per fare il pane. Ho fatto scendere altro olio e ho cominciato a entrare con le dita anche dentro quei due meravigliosi globi, li aprivo e li chiudevo e mi gustavo quella visione paradisiaca della sua rosellina. Un culo che fin da ragazzini bramavo, spiavo, toccavo in ogni occasione possibile. L'ho sempre adorato e averlo così alla portata, di fronte a me, mi stava portando davvero in Paradiso.
Quindi ho continuato quel movimento lento ma molto deciso scendendo anche a toccarle la fighetta, che pian piano si stava aprendo, prima con il mignolo e poi andando anche con le altre dita. Alla porcellina evidentemente il massaggio piaceva.
Allora ho smesso di preoccuparmi e mi sono soffermato soprattutto sullo spacco e sul buchetto del culo: non sapevo se alla troietta piaceva farsi fare il culo o se ci giocava quando era da sola a casa, era un argomento che non avevamo mai trattato e così ho osato un pochino per vedere che reazione aveva: ho iniziato a fare un po’ di pressione mentre giravo il pollice attorno al buchetto: l’ho sentita mugulare e poi sospirare.
Ed allora con il mio indice, piano piano sono entrato in quel meraviglioso luogo, lei ha spinto indietro un po’ il culo per aprirlo meglio facendomi capire che quel tipo di attenzioni le piacevano, e non poco. Mentre facevo andare avanti e indietro piano l'indice nel suo culo, con le altre dita ormai le stavo toccando sfacciatamente la figa che ora era bella umida.

Al diavolo il massaggio, le ho fatto piegare una gamba allargando così lo spazio di manovra, ho abbondato ancora con l’olio e le ho infilato tutto il dito nel culetto ormai un po’ più aperto e un dito nella figa ormai lubrificata (e non solo per l’olio) e ho iniziato a fare avanti e indietro, alternando le velocità. Con l'altra mano intanto le schiacciavo quelle chiappe burrose dandole anche qualche leggero schiaffo.

Ha cominciato a sospirare più forte e con una frequenza maggiore, emetteva dei mugolii e degli urletti, era completamente andata e allora ho aggiunto un altro dito nella figa che l’ha fatta sussultare. Mi ha detto un lungo “Sìììì” e ho aumentato il ritmo, ha iniziato ad agitarsi, le ho chiesto se stava per venire, mi ha risposto di sì, allora ho iniziato a dirle che era una troietta, una cagnetta in calore che si bagna a farsi masturbare durante un massaggio, una puttanella a cui piace farsi scopare il culo dalle dita del suo cuginetto... sapevo che le piacevano questi leggeri insulti, me l'ha confermato aumentando i gridolini e ansimando sempre più profondamente ad ogni mia frase.

Arrivati a quel punto dovevo farla venire, ma volevo farglielo godere ancora di più: allora ho cambiato velocità, alternando il ritmo, quasi fermandomi per poi dare dei colpi veloci, quasi mi fermavo e poi ripartivo e ad ogni colpo la cagnetta ansimava più forte, fino all’orgasmo, che è arrivato prepotente e che l’ha fatta sussultare e contorcersi tutta oltre che bagnarmi ancora di più le dita che avevo dentro di lei.

Ho tolto il dito dal culo e mi sono gustato la rosellina che si apriva e chiudeva e ho proseguito a toccarle piano la figa ed il clitoride bello ritto in modo che potesse gustarsi tutti gli ultimi attimi del suo orgasmo.

Quando si è lasciata andare sul lettino rilassando i muscoli e tornando a respirare un po’ più normalmente mi ha ringraziato, quindi si è girata a pancia in su, beandomi la vista delle sue tette, non grandissime ma belle sode e con due capezzolini rosa eretti e vogliosi, della sua figa quasi totalmente depilata e del suo viso tutto arrossato e sudato per l’orgasmo appena avuto. Mi ha guardato, poi ha abbassato lo sguardo e ha visto la mia potente erezione che tendeva la stoffa dei miei pantaloni.
Ha fatto un sorriso e… ma questa è un’altra storia.
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