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Prime Esperienze

La dominazione della collega: divertimento al privè – Parte 1


di Sheed
08.02.2021    |    13.231    |    4 9.6
"Ora il libro non gli interessava più, gli interessava giustamente altro e notai che iniziò anche a toccarsi distrattamente il cazzo..."
La mia collega dopo avermi sfidato ed essere stata punita a dovere (trovate qui il precedente racconto: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/prime/La-dominazione-della-collega-punita-in-ufficio_108205.html) aveva capito che doveva comportarsi bene se non voleva ricevere altre punizioni. Il nostro rapporto si stava consolidando sempre di più e così io mi divertivo, ma facevo divertire anche lei, sia in ufficio sia in altre situazioni con giochini e altro. Qualche volta continuavo a portarla al limite per poi negarle l’orgasmo, doveva capire che non eravamo una coppia e non aveva potere su di me come aveva sul cornuto che la aspettava a casa, glielo avevo detto spesso che il nostro era solamente un gioco, un gioco in cui ero io a decidere per entrambi. Così un giorno di quell’estate con il weekend che si prospettava splendido decisi di provare a fare qualcosa di extra, le scrissi che si preparasse perché il sabato saremmo andati in una spa-privè fuori zona per evitare inutili rischi. Mi rispose titubante facendomi un sacco di domande e dicendomi che non sapeva come giustificarsi con il fidanzato e così le scrissi che quando le dicevo una cosa non intendevo ricevere un “no” come risposta e che poteva dire al cornuto che saremmo andati a un evento a Milano così avevamo la scusa per tornare tardi.
Passai a prenderla verso le 11 e per l’ora di pranzo eravamo arrivati. Per lei sarebbe stata la prima volta quindi in macchina le spiegai un po’ come funzionava. Le avevo ordinato di indossare un vestito leggero e durante il tragitto le dissi di mettersi nella figa uno dei piccoli vibratori che avevo comprato, non obiettò e alzando la gonna vidi che aveva indossato un perizoma bianco, quasi trasparente. Sposto il perizoma e infilò piano il vibratore e lo accese al minimo come avevo ordinato, sospirando ma guardando sempre davanti a lei. Stava diventando veramente una brava troietta e ovviamente me l’aveva fatto tirare tanto che sbottonai i jeans e lo liberai dalla costrizione così che potesse svettare e che lei lo potesse vedere.

Poco prima di arrivare le dissi di togliersi il vibratore, volevo restasse bella calda ma la giornata era lunga, quindi entrammo alla spa-privè pagai l’ingresso e la sua tessera d’iscrizione e chiesi alla ragazza alla reception se poteva spiegare alla mia amica come funzionava essendo la sua prima volta. La mia collega aveva le guance arrossate, un po’ per l’eccitazione montata durante il viaggio un po’ perché sapevo che questa era una cosa che la metteva in imbarazzo, ma la ragazza fu molto gentile e le spiego dov’erano gli spogliatoi, l’area ristoro, la terrazza estiva, la spa con piscine idromassaggio, saune e bagno turco dov’era vietato indossare qualsiasi indumento e infine la zona privé con le varie stanze dov’era possibile “divertirsi in diversi modi” furono le sue parole. Andammo in spogliatoio a spogliarci e poco dopo entrò un’altra coppia abbastanza giovane che ci salutò. Ricambiai il saluto e dissi all’orecchio della mia collega di andare in bagno nuda, senza indossare l’accappatoio, e per farlo doveva per forza passare davanti alla coppia appena entrata. “Per favore no” le uscì dalla bocca ma sempre all’orecchio le dissi che sapeva bene che non ammettevo repliche, e così si incamminò e vidi che quando passò davanti ai due ragazzi entrambi la guardarono, e in effetti era impossibile non guardare quel meraviglioso culetto. Al ritorno i due la squadrarono anche da davanti e non potei non notare la sua faccia rossa di vergogna ma anche i capezzoli già induriti dalla voglia. D’altronde glielo dicevo sempre che era una troietta vogliosa.

Andammo a prendere posto sulla terrazza solarium su un comodo lettino sotto l’ombrellone, mi tolsi l’accappatoio e mi stesi a rilassarmi e invitai anche la mia collega a farlo. Era titubante ma le ricordai che eravamo andati li per stare in liberà quindi doveva subito togliere l’accappatoio e stendersi vicino a me. Un po’ riluttante si stese stando con le gambe attaccate tra loro e le braccia a copertura delle tette per non farsi vedere dalle altre persone stese sui loro lettini che passavano davanti a noi. Mi appisolai e quando mi svegliai vidi che la mia collega si era addormentata ma ora aveva le braccia lungo il corpo e una gamba stesa con una piegata che lasciava la figa esposta. Mi accorsi anche che in uno sdraio rivolto verso di noi aveva preso posto un ragazzo giovane che era intento a sorseggiare un drink e a leggere un libro, ma che distrattamente e spesso buttava l’occhio a guarda la mia collega. Capelli rasati, un po’ di barba, un fisico non palestrato ma abbastanza tonico, un tatuaggio abbastanza grande sul petto e su una gamba e un cazzo che da quel che potevo vedere sembrava essere di dimensioni importanti.
Mi girai di lato avvicinandomi alla mia collega e con la mano andai a toccarle piano la figa, al secondo tocco lei si svegliò e cercò subito di chiudere le gambe e respingere la mia mano. Le dissi semplicemente “togli quella mano e apri bene le gambe” con un tono che sapeva che non avrebbe ammesso repliche, così continuai a passare il dito indice su e giù sullo spacco della mia collega e subito notai che al ragazzo la scena non era scappata. Ora il libro non gli interessava più, gli interessava giustamente altro e notai che iniziò anche a toccarsi distrattamente il cazzo. Lei intanto sospirava e si bagnava sempre di più tanto che adesso il mio dito non faceva nessuna fatica a scorrere e anzi, ogni tanto accidentalmente andava anche dentro facendola sussultare, e nel frattempo avevo preso a baciarla e a succhiarle il capezzolo.

Decisi allora di fare un regalo al nostro voyeur e dissi alla mia amica di andare in spogliatoio e prendere dal mio zainetto il plug anale che le avevo portato, e ovviamente di indossarlo e poi tornare su. Spalancò gli occhi e mi disse che si vergognava, che tutti l’avrebbero vista, che non voleva farlo.
“Ripetilo di nuovo e la tua punizione sarà ancora peggiore”. Parole che la scossero non poco perché senza più aprire bocca andò a fare quello che le avevo detto. Mentre attendevo il suo ritorno il nostro nuovo amico mi si avvicinò attaccando bottone con le classiche domande di rito e quando lei tornò la vidi subito diventare rossa in faccia, le presentai il ragazzo che si chiamava Nicolas e la invitai a tornare a mettersi in libertà e a sdraiarsi. Mi guardò malissimo, sapeva che in qualunque modo si fosse messa avrebbe sbattuto davanti alla faccia del ragazzo o la sua figa o il suo culo che ora avrebbe dovuto avere il plug al suo interno. Cercò di fare la furba mettendosi su un fianco ma poco dopo mi tirai su e le dissi di venire ad abbracciarmi costringendola di fatto a quasi sedersi, sapendo bene che qualsiasi movimento la metteva in difficoltà col plug, e che la esponeva allo sguardo di Nicolas che parlando intanto si era seduto ai piedi del lettino.
“Piega entrambe le gambe. E ti avviso che sono stufo delle tue lamentele e dei tuoi sguardi” all’orecchio le avevo detto cosa fare e finalmente eseguì senza obiettare. Così facendo però aveva ovviamente esposto tutta la sua intimità al simpatico amico che era come ipnotizzato davanti quella figa ormai umida e a quel piccolo plug che si intravedeva nel culo. Così quando con la mia mano iniziai di nuovo ad accarezzarle la figa iniziando a metterle dentro anche un dito lei chiuse gli occhi e iniziò a sospirare mentre a Nicolas salì un’erezione davvero prepotente.
Così sempre all’orecchio sottovoce le dissi: “Apri gli occhi e guarda cos’hai combinato al nostro amico, guarda che cazzo duro gli hai fatto venire. Ti rendi conto che sei proprio una puttanella che si sta facendo fare un ditalino davanti a un sacco di gente, vai in giro con un plug nel culetto e in più ti lasci guardare e fai venire il cazzo duro ai ragazzi giovani”.
Quelle parole, la situazione che si era venuta a creare e l’eccitazione montata dalla mattina la fece esplodere letteralmente! Venne scossa da un orgasmo e per non urlare cerco di mitigare i gemiti appoggiando la bocca al mio braccio. Continuai ancora un po’ ad accarezzarla mentre riprendeva fiato, poi scivolò del tutto fino a sdraiarsi e vidi che Nicolas era assolutamente estasiato e con il cazzo pronto ad esplodere.
Diedi un bacio alla mia amica e congedai il voyeur dicendogli che magari ci saremmo rivisti dopo facendogli l’occhiolino. Lui capì il mio invito, ci ringraziò e tornò al suo posto cercando di mascherare il cazzo duro che aveva. Diedi un altro bacio a E e le dissi che la giornata era ancora lunga e avrei dovuto capire come punirla per le sue continue lamentele
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