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Il preservativo


di ScrittoreDilettante
18.12.2023    |    385    |    11 9.6
"Provo una certa eccitazione ad immaginarla con le altre mentre qualche ragazzo le sta facendo ballare..."
Questo racconto nasce da una domanda. Da un episodio che ha lasciato un dubbio che come un tarlo, ha iniziato a scavare, scavare, fino a diventare curiosità, al limite dell'eccitazione.
Tutto nasce una sera di qualche settimana fa quando Chiara ha partecipato a un'uscita con le colleghe, o almeno è quello che ha raccontato a me. Una cena in mezzo alla settimana, come tante già fatte. Una tavolata di sole donne, per passare una serata in tranquillità in un locale dove si potesse mangiare e ballare. Ma prima di raccontare quello che è accaduto la sera è necessario fare un passo indietro, almeno al pomeriggio, proprio per capire meglio quello che poi ha portato al dubbio.

Sono le tre del pomeriggio e mi arriva il messaggio di Chiara: "Ciao, volevo ricordarti che questa sera ho la cena con le mie colleghe, esco prima dal lavoro, passo a casa e poi vado via diretta, ci vediamo quando torno".
Un messaggio normale, come tanti altri, ma che tra le sue parole nascondeva qualche cosa che con il senno di poi non ha fatto altro che aumentare la mia perplessità.
Sto terminando la giornata di lavoro, quando ricevo un altro messaggio da Chiara, sono le 18 passate. C'è una foto. Con il cellulare nelle mani, ma preso da una questione con un collega, non mi accorgo bene di che cosa si tratti e solo di sfuggita capisco che è una foto.
Prima il colpo d'occhio cade sul viso, capisco che infatti si tratta di Chiara, poi per un attimo scende sul corpo. Un abito nero, molto corto. Tempo di mettere a fuoco e Chiara cancella il messaggio. A quel punto sono incuriosito e sono pronto a scriverle, quando mi arriva un altro messaggio: "Scusami, avevo sbagliato, stavo mandando un messaggio alla mia collega e non so per quale motivo è partita una vecchia foto. Anzi approfitto per dirti che sto uscendo di casa proprio adesso". Non ci do tanto peso, visto che riprendo a parlare con il collega e la cosa sempre finire lì.

Sto salendo in macchina, sono ormai le 20. Siamo a fine novembre e nonostante tutto non è ancora così freddo come gli anni passati. Una sera buia resa ancora più scura per l'assenza di altre auto per strada. Viaggio verso casa quando mi torna in mente il messaggio di Chiara. In quel momento rivedo nella mia testa la foto. Quel vestito lo avevo già visto da qualche parte. Poi il lampo. Era quello che avevamo comprato l'estate precedente. Lo avevo acquistato in un sexy shop. Un vestito corto, tutto nero, veramente molto bello e sensuale. Mi era piaciuto un sacco per come le stava indosso e per le trasparenze sui seni. Quel vedo/non vedo che mi fa impazzire.
Ma che veramente sia uscita con quel vestito? Ho il dubbio che mi assale. Poi penso, perché mandarmi una foto? Che si sia effettivamente sbagliata o la doveva mandare a qualcuno?
Non sono mai stato troppo geloso. Il nostro rapporto è sempre stato molto sincero, ma quella situazione un pizzico di sospetto me la stava facendo venire.

Ormai preso dai pensieri non mi accorgo nemmeno di essere arrivato a casa. Finalmente posso rilassarmi facendomi una bella doccia. Passando davanti all'armadio di Chiara vedo gli sportelli aperti, deve essere uscita di corsa. Nel chiuderli non posso non guardare dentro. Inizio a sposare i vestiti preso dalla curiosità di capire se effettivamente avesse messo quel vestito. Nel girarmi trovo sul comodino la confezione di un paio di calze nere. Sono autoreggenti! Quel vestito lì, con quelle calze, per me sarebbe stato una bomba. Mi sento battere il cuore. Un misto di gelosia ed eccitazione che salgono. Ma adesso come posso capire se Chiara ha effettivamente messo quel vestito acquistato al sexy shop?

Mi butto sotto la doccia. Mi rilasso e fantastico. Immagino Chiara con le colleghe che si sta divertendo, tra un bicchierino in più e la serata che si accende. Provo una certa eccitazione ad immaginarla con le altre mentre qualche ragazzo le sta facendo ballare. Un'eccitazione che diventa erezione. Vedo il mio pene diventare ancora più duro, quando nella mia testa vedo che l'autoreggente appare, maliziosa, sotto il vestito corto che sta salendo.
Finito di fare la doccia e una volta asciutto, vado verso la parte del mio armadio con il cassetto dove tengo l'intimo. Mentre mi avvicino mi accorgo che è leggermente aperto. Penso alla stranezza della cosa.
Aprendolo mi accorgo che slip e canottiere non sono proprio ordinate. L'impressione è che qualcuno ci abbiamo messo le mani in mezzo. In quel momento vedo che la scatola dei miei preservativi è stata aperta. Non posso essere stato io, ho molta cura di queste cose. La scatola era nuova. Rovescio tutto per puro caso mi accorgo che ne manca uno. Mi blocco completamente.

Sono ormai cinque minuti che penso a cosa possa essere successo e non riesco a trovare una soluzione. Il primo pensiero è scrivere a Chiara. Ci provo. Mi fermo. Temo di fare una figuraccia. Iniziano i dubbi: se poi l'ha veramente preso lei? Ma alla fine perché avrebbe dovuto prendere un mio preservativo?
La mente vola, il cuore batte. Una miscela incredibili di pensieri: il vestito, le autoreggenti, il preservativo. Siamo sicuri che Chiara sia veramente andata a cena con le colleghe?

Questo è quello che accaduto nel pomeriggio. Adesso sono qui, seduto sul bordo del letto. Sto ancora pensando. In una mano la scatola di preservativi, nell'altra il telefono. Scrivere o meno a Chiara è un dubbio che mi assale.
Ci penso e ripenso. Poi decido di non farlo, me ne vado a letto. Nel buio della camera non faccio altro che pensare a Chiara. Sta ballando e si diverte. Poi la immagino andare in bagno. Ecco comparire un ragazzo. Lo vedo che ha voglia di lei. Si avvicina. La prende da dietro. Le sue mani scorrono lungo i suoi fianchi. Chiara lo asseconda, le sta piacendo. Il vestito si alza, i suoi jeans si abbassano. Nella mia mente l'immagine è ben definita, con lei appoggiata al lavandino e lui che la sta prendendo da dietro. La sta penetrando. Una smorfia di dolore che diventa piacere. Inizia un movimento avanti e indietro. Prima lento, poi sempre più forte e profondo. Le sue tette scivolano fuori dal vestito. Le mani che le toccano, le dita che poi strizzano i suoi capezzoli. Chiara sta godendo.

La situazione è così trasgressiva che non riesco neppure ad essere incazzato da quanto sono eccitato. Ho il cazzo così duro che con la mano ho voglia di toccarmi. Chiara gode, scopata così, in quel modo. Lui che adesso toglie il suo uccello, vuole venirle addosso, ma Chiara lo ferma. Gli chiede di resistere, cerca qualche cosa nella borsetta. Quando ecco tirar fuori il preservativo. Dopo averlo scartato glielo infila. Adesso inizia a fargli un pompino. Prende il suo cazzo tutto in bocca, ma il ragazzo non riesce più a resistere ed ecco che tutto il suo piacere finisce nel preservativo.

Ho ancora l'uccello duro, pensando alla scena. La fantasia, l'eccitazione mi hanno fatto pensare di tutto. Poi il rumore della porta che si apre e Chiara che rientra in casa. "Sei già tornata?". "Già tornata?", dice ridendo. "Sono ormai le due di notte, ti devi essere addormentato, facendo pure un bel sogno visto quanto ce l'hai in tiro". Chiara si spoglia completamente e si infila sotto le coperte: "Visto che sei sveglio, meglio approfittarne".
A quel punto la prendo e le salgo sopra. La guardo negli occhi, lei mi fa un sorriso malizioso: "Sarei proprio curiosa di sapere cosa stavi sognando". Mentre le bacio i seni, scendo piano piano sul suo ventre per arrivare tra le sue cosce e iniziare a leccarla. È già eccitata, calda e bagnata. La mia lingua si infila dentro di lei, la sento godere, il suo sapore mi riempie la bocca. Mi fermo solo per un attimo con un dubbio: Perché questo odore? Cavolo, ma è così simile a quello del lattice.
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