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tradimenti

tradimento


di camelmorbide
04.04.2019    |    1.284    |    0 6.0
":” sai ho incontrato la nuova coppia che e’ venuta ad abitare di fronte a noi, sono dei ragazzi simpatici, soprattutto lei, e’ dolcissima, ha una bella..."
Dopo circa due anni che stavamo nella nostra nuova abitazione,venne ad abitare,nello stesso pianerottolo,una coppia di sposini;lei era alta ma un po’ cicciottella,non tanto di struttura ossea,ma sicuramente,perche’ le piaceva mangiare,lui era un bel ragazzone anch’egli alto e longilineo con un bel paio di spalle e si intuiva un bel culo tondo e sodo.
In comune, i due appartamenti avevano le mura della camera da letto e un terrazzino non calpestabile che era il soprattetto di negozi sottostante,le rispettive finestre delle abitazioni erano fornite di inferriate con chiusura interna, a chiave.
Normale che ai primi incontri ci si salutasse e presentarsi,fu G. a incontrarli per prima,loro si presentano,lei e Carla,lui Luigi(Gino),G. dice di se e di me, assente.
Giorno libero dal lavoro,solita uscita fuori porta alla ricerca di un ristorante dove pranzare.
G.:” sai ho incontrato la nuova coppia che e’ venuta ad abitare di fronte a noi,sono dei ragazzi simpatici,soprattutto lei, e’ dolcissima,ha una bella risata, mi sembra molto alla mano e poi e graziosamente cicciottella,no grassa ma abbondante”(sento dalla sua voce,la soddisfazione che non possa apparire un bel pezzo di figa,ai miei occhi).
“E lui”dico io,(voglio subito capire se ha individuato una preda).
“Ma niente di speciale,si e’ un bel ragazzo,poderoso nel fisico,ma si capisce che e’ un po’ acerbo,certo si vede che ha delle belle braccia robuste, e che spalle,l’hai notato anche tu il giorno del trasloco,l’unica cosa fine che ha e’ quel bel culo rotondo”.
Al ristorante si mangia e si beve e si parla d’altro.
Passato circa un mesetto di buongiorno e buonasera, G. mi avverte che ha preso l’iniziativa di invitare da noi,Carla,incontrata mentre si ritirava di fare la spesa,a prendere un caffe’;” sai e’stata una mezzoretta divertente,mi ha raccontato di loro,che lei ha avuto una bella fortuna ad incontrare un bell’uomo come Gino,visto che lei non si ritiene una bella ragazza e che insieme erano felici,l’unica cosa che lei non gradiva molto era la fame di sesso che lui si ritrovava ad ogni occasione che era in casa”.
“Ti riferisco le testuali parole che mi ha detto riferendosi all’appetito sessuale di Gino”.
“Troppo,troppo troppo ,troppo,troppo”,”capisci,me lo ha ripetuto cinque volte,la poveretta.
Dal momento di quella confidenza,cambia tutto,la notte cominciamo a sentire i rumori e percepiamo qualche parola,insieme a gridolini,rantolii, e quant’altro;si vede che per discrezione sia lui che lei,si erano contenuti o addirittura avevano scelto un’altra camera per fare sesso.
Una notte,successe il finimondo,tanto da non farci chiudere occhio fino alle quattro del mattino,si intuiva che se la stava sbattendo di brutto,riferisco alcune cose percepite:colpo di tosse, come senso di vomito,”Gino cosi’mi affoghi,calmati,si sono la tua puttana,fottimi,poi,mi stai facendo un male terribile metti ancora un po’crema nel culo”, e cosi’ via tutta la notte.
Noi quella sera,non avevamo fatto sesso,ero tornato stanco dal lavoro,vedevo G. irritata sia dal fracasso sia per cio’ che si intuiva al di la’della parete;G. ad un certo punto,comincia a masturbarsi,ritenendo che io dormissi,piu’ arrivavano i rumori dell’amplesso piu’ lei si eccitava,fino a farla esplodere in un orgasmo talmente violento da far tremare il letto;poi ad un certo punto, dopo una serie di “godo,vengo,sborro”,tutto si placa e riusciamo a prendere sonno.
Adesso, il mio racconto continua con eventi di cui io verro’ a conoscenza molto tempo dopo.
L’indomani,verso le undici,G. vede Gino con pennello e latta di vernice che sta tinteggiando la grata della sua finestra,”buongiorno”si salutano,”che fai”chiede a Gino,”sto dando una rinfrescata alle parte esterna della grata,oggi sono libero,non ho lezioni a scuola e ne approfitto per fare qualche lavoretto intanto che Carla e’ fare la spesa,se vuoi posso tinteggiare anche la tua”,”ma no non ti disturbare”risponde G.,”ma quale disturbo,e’un piacere,anzi,la tua la faccio adesso”;quindi si avvicina alla nostra grata e va’ per iniziare l’opera.
Gino, avvicinandosi vede la faccia di G.,”che viso stanco che hai,sembra che tu non abbia dormito stanotte”;”in effetti e’ cosi’,ho preso sonno dopo le quattro,i vostri rumori non ci hanno fatto dormire”;Gino diventa rosso,balbetta qualcosa di indecifrabile,poi;”scusami non immaginavo che si sentisse tutto”.
“Tutto e’ dire poco e’ come se tu e tua moglie foste stati in camera nostra”dice G. con una punta di sarcasmo,e come se lo volesse stuzzicare,aggiunge:”certo che quella poveretta ha ragione di lamentarsi della tua fame di sesso”.
“Come,Carla parla di cose intime con te e perche’ mai”;”tutte le donne lo facciamo cosa c’e’ di strano,a raccontarci le nostre esperienze”;”in ogni modo,anche se non me ne avesse parlato,ci vuole poco a immaginare a cosa la sottoponi,stanotte sei stato piu’ di tre ore a martellarla e a quanto sentito sei tu a provare maggior piacere,ho avuto la netta sensazione che lei,piuttosto subisce,non solo il tuo sesso, ma anche le tue perversioni costringendola a dichiararsi:troia, puttana, cagna in calore,rotta in culo,succhia cazzi ,e altro che tu sai”.
Gino era rimasto sbigottito, G. se ne accorge e “ti chiedo scusa,sono andata oltre le mie intenzioni,non volevo offenderti”.
“Ma no, ti chiedo io scusa per non averti fatto dormire e soprattutto per il mio linguaggio scurrile,il fatto e’ che la incito a dire quelle cose per aumentare la mia eccitazione,come dici tu,io sono ammalato di sesso,anche adesso sento un desiderio fortissimo e non mi sembra l’ora che rientri Carla per scoparla”.
A G. scappa un “beata lei”.
Adesso vado, Carla sta’per rientrare,voglio che mi sorprenda a parlare con te,nonostante tutto e’ gelosissima,chissa’ cosa sarebbe capace di fare;ciao”.
G .mi confidera’ dopo tempo, che le era rimasto un solo pensiero:METTERE UN BEL PAIO DI CORNA SULLA MIA TESTA E SU QUELLA DI CHIARA.
La sua intenzione era quella si scoparsi Gino,farlo saltare dentro dalla finestra e farsi fare un trattamento speciale,magari con un tempo piu’ ridotto.
Cosi’,inizia a calcolare il tempo che Carla rimane fuori a fare la spesa,i giorni che Gino non ha lezioni a scuola e rimane solo in casa;e memorizza:Carla esce di casa alle 9 e 30 e rientra precisa alle 12,Gino e’ solo in casa il mercoledi’e il sabato,prepara il piano,prevede di mettersi sul pianerottolo con la scusa di lavare la grata esterna della finestra un sabato mattina.
Mentre e’ affaccendata a far finta di pulire sente:”ciao G che fai?”
“Pulisco,almeno tento ma penso che smettero’ subito perche’ mi gira la testa,anzi rientro subito,solo che ho paura di non farcela da sola a scavalcare la finestra”
“Ti aiuto io”,con un balzo atletico scavalca la sua finestra e con un altro la nostra e protendendo le braccia le dice:”vieni,afferrati a me che ti faccio scendere”;lei afferra le sue braccia e il suo collo e si fa’ acchiappare,lui come niente la solleva e la fa’rientrare.
“Grazie caro meriti un bacio”e senza dargli il tempo di replicare,gli ficca in bocca la sua lingua;”che fai G. non possiamo,non dobbiamo.
“E invece si che possiamo,ti voglio,ti desidero,ho voglia del tuo cazzo in bocca”;in un attimo gli tira giu’i pantaloni della tuta e si caccia in bocca quello che verosimilmente era una grossa mazza.
“Cazzo quanto e grosso”e comincia a spampinarlo,lui in piedi,appoggiato alla finestra lei in ginocchio.
“G. Carla puo’ rientrare da un momento all’altro,tu mi vuoi rovinare”;”Carla non rientrera’che fra due ore abbondanti,quindi stai zitto e fammi godere di questo ben di Dio”.
A questo punto,lui l’afferra per le ascelle la gira con le spalle sulla finestra e le stampa un bacio in bocca,e nel stesso momento mette una meno in mezzo alle sue cosce,G. stringe le cosce e comincia a mugolare.
“Dai,fammi succhiare ancora il cazzo” e lo spinge sul divano, alterna il lavoro di bocca con quello delle mani,fino a spingerlo a farlo sborrare,lei raccoglie tutto la lingua,si lecca le mani,raccoglie anche la sborra che ha sulla coscia,e poi continua a succhiare di nuovo, spera che il membro rimanga duro e ci riesce.
Quando vede che il cazzo e’duro gli dice:”FOTTIMI”.
Si sdraia sul divano e si fa penetrare,una smorfia di dolore le ricorda di non avere mai preso un cazzo cosi’ largo,lui la scopa con violenza,come se volesse spaccarla in due,i colpi si succedono veloci,poi prendendola in braccio, la solleva da terra e le infilza il palo in figa,facendola saltellare sulle sue braccia,dieci venti colpi ,G. gode piu’ volte e quasi sviene tra le sue braccia tenendosi abbrancata al suo collo;lui con dolcezza la rimette sul divano,con le sue ginocchia sul cuscino e la testa appoggiata allo schienale,quindi da dietro lu le infila il cazzo in figa e ricomincia a martellarla,venti, trenta colpi furiosi la fanno venire di nuovo.
Basta, Gino,mi hai sconquassata, sento la figa in fiamme, siediti”;lui si siede il cazzo e’ ancora tesissimo,le si mette a cavalluccio sopra di lui e comincia a cavalcarlo con movimenti lunghi e profondi si vuole ancora dare piacere,avvicina la sua bocca a quella di lui e lo bacia, lo bacia a lungo senza fermare il movimento del bacino,sente che il cazzo diventa ancora piu’ duro,capisce che lui e’ pronto per sborrare e con un ultimo colpo lo fa venire,soffocando il suo grido, tappandogli la bocca con la sua,in un bacio finale.
Nei giorni successivi,G. era diventata inavvicinabile,di fare sesso non se ne parlava,diceva di avere mal di testa,dieci lunghi giorni,un periodo cosi’lungo non si era mai verificato che G. si negasse,temetti per la nostra unione,giunsi alla decisione, di parlarle a muso duro.
“O ti giustifichi,o la nostra storia e’ finita”.
Fu cosi’che mi confesso’il tradimento.
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