un mio dipendente

Alcuni anni fa’,ebbi una sfacciata fortuna,si era liberato un appartamento proprio vicino il locale;si e no un minuto appena di distanza a piedi.
Pochi giorni dopo il trasloco, G .mi chiede se ho nulla in contrario se gli mando qualcosa di pronto da mangiare,visto che lei non ha voglia di cucinarsi,”figurati”rispondo “con tutto quello che preparo cosa vuoi che sia mandarti qualcosa”:ci mettiamo d’accordo su che cosa gradisse e vado.
Verso le tredici,incarico M. di portare il pranzo a mia moglie.
E’l’inizio,senza averne piu’ fine ,di una serie di viaggi e di consegne, a pranzo e a cena;M. procura egli stesso di impacchettare,imbustare e consegnare;questo sei giorni su sette; tutti i giorni alle tredici e alle venti,egli stesso senza che io gli dica nulla preciso come un orologio svizzero,prende e va.
Un lunedi, siamo in viaggio, nel mio giorno di riposo,si va a pranzo fuori,abbiamo scelto una localita’di mare,un’oretta di auto; durante il tragitto,il discorso cade(non volontariamente o forse no) su M. come si comporta,cosa fa’.
G. mi assicura che M.e’ particolarmente educato,che si comporta bene, che non le fa’ mancare nulla,compreso da bere e sigarette e giornali e riviste,insomma un ragazzino a modo.
Si, perche’ devo puntualizzare che M. e’ ancora minorenne.
Da li’ ad un anno,egli parte militare,Vi lascio immaginare il disagio della sua mancanza,sia al lavoro,sia per l’incombenza di inviare pranzi e cene a casa;giuro e’ stata una vera tribolazione.
Passato il periodo di leva,M. ritorna al suo lavoro,come piu’ volte gli avevo garantito e come piu’ volte egli stesso mi aveva chiesto.
Ripresa la processione di invii di pranzi e cene e quant’altro,era tornata la pace,con somma gioia di tutti.
Quello che non era tornato era il M. che conoscevamo,ovviamente era tornato un ragazzo piu’ maturo,non solo nel corpo ma anche nella mente.
Io cominciavo a fantasticare,solo qualche minuto di ritardo,mi faceva frullare il cervello,mi facevo i filmini in testa,pertanto non riuscii a fare a meno di chiedere G. di come si comportasse M.
“sai, e’ come prima,con qualche piccola differenza,per esempio:prima mi dava il sacchetto in mano e scappava,ora mi dice, che vuole appoggiarlo sul tavolo e vuole mettere le cose in frigo e poi che, se prima aveva sempre la testa abbassata, ora la guarda,mi guarda gli occhi,e poi il corpo infatti adesso quando e’ l’ora non mi faccio piu’ trovare vestita di casa tipo vestaglia o addirittura in accappatoio,ma nient’altro”
Rispondo “M. e ‘cresciuto ha fatto il militare e’ tornato un uomo”.
Una sera, mentre scopiamo,G. mi dice:”sai,stasera quando M. mi ha portato la cena,andando via, mi ha salutato dandomi due baci sulle guance”;a quelle parole,il mio cazzo scoppia e le sborro dentro.
“così hai”dice; “ho pensato a te e a lui che facevate le porcate;”sei un porco”,la sua risposta.
Da quel momento, i mie pensieri erano:che M. la bacia in bocca, le mette il cazzo in bocca, se la scopa in tutte le maniere,non pensavo ad altro era diventata la mia ossessione.
Mi dovevo risolvere.
Un giorno, chiamo M. e gli dico:”siediti,l’incarico che ti sto dando e’ molto delicato,tu oggi quando porti il pranzo a mia moglie, gli devi consegnare una cosa”; “che cosa”chiede lui.
“UN BACIO IN BOCCA”rispondo;egli sta per negare la sua disponibilita’,lo blocco subito dicendogli:”zitto e ubbidisci”
Cosi’ M. all’ora prefissata sale a casa mia, con il solito sacchetto e non solo.
“Buongiorno signora,le lascio il sacchetto in cucina,oggi le ho portato risotto ai frutti di mare e un branzino alla griglia,una bottiglia del bianco che lei preferisce e le sigarette,e poi una cosa che le manda suo marito”e avvicinando la sua bocca a quella di G. le molla un bacio con la lingua; prima ancora che G. si rendesse conto,saluta e va via.
In stato di agitazione,rientra M.”hai fatto tutto”gli chiedo,”sissignore”risponde;un’erezione improvvisa pervade il mio corpo.
Alla sera, dopo il lavoro, previo preavviso,porto G. al nostro pub preferito,non voglio affrontare la sua ira tra le mura domestiche.
In auto“ti ha dato di volta il cervello,un tuo dipendente,ora lo sapranno tutti al locale,e poi un ragazzino,cosa vuoi che me ne faccia di uno sbarbatello,vuoi rovinare la mia reputazione e alla tua non ci pensi”.
Arriviamo,entriamo,salutiamo,ci sediamo,si calma,aspetto il secondo giro prima di aprire bocca:”ti e’ piaciuto”; “ma se non sa neanche baciare,ma smettila,sei un porco impenitente,tu mi vorresti fare scopare pure con uno sgorbio pur di soddisfare le tue voglie”.
“M. non e’ uno sgorbio, e se non sa baciare puo’ sempre imparare”mi salvano degli amici che si vengono a sedere al nostro tavolo.
Quella sera non si scopa e’ troppo adirata.
Qualunque uomo saggio,avrebbe messo una pietra tombale,sull’intenzione di proseguire quella folle idea,ma Voi credete che io sia saggio?
“M. vieni, ti devo parlare,siediti;raccontami con parole tue,il bacio che hai dato a mia moglie,voglio sapere se ti e’ piaciuto se e’ piaciuto a lei,voglio sapere cosa ne pensi”.
Con voce flebile:”certo che mie e’ piaciuto, a lei non so,penso che sei lei non me l’avesse ordinato non l’avrei mai fatto,temevo un ceffone da parte di sua moglie”
“se il ceffone non e’ arrivato,forse e ‘perche e’ piaciuto anche a lei,non credi”:lui annuisce.
“Se te lo chiedessi,ti andrebbe di spingerti ancora piu’ in la’,ti sto chiedendo un altro favore,appena ti senti pronto, dovresti ripetere il baci e nel frattempo infilarle una mano in mezzo alle cosce e vedere come reagisce”.
“lei mi vuole fare fottere a legnate da sua moglie”;”non ti preoccupare, e poi il gioco vale la candela,pensa al piacere di infilare un dito nella figa a G. (avevo usato il suo nome,per farla vedere ai suoi occhi come una donna,anziche’ come mia moglie).
“dimmi,come ti riceve quando le porti il pranzo o la cena”;”da qualche settimana di mattina e’in vestaglia”risponde.
“Bene, non voglio sapere quando lo farai,ma devi farlo prima possibile”;lo mando indietro al suo lavoro.
Da quel giorno,ogni giorno,aspettavo l’evento,interrogavo M. con gli occhi,quando rientrava,passano i giorni, non scruto nulla, al decimo giorno,M. rientra paonazzo in viso con la stampa di cinque dita sul volto.
“L’HO FATTO”
Squilla il telefono:”pronto”;”tu sei un farabutto,sei un porco e un farabutto,sei un porco un farabutto e un depravato”,e mi chiude.
“cazzo, l’ha presa brutta questa volta,sicuramente me la fara’ pagare.
La sera sono costretto a rincasare tardi,meglio penso, magari gia’ dorme;faccio piano nell’eventualita’ che gia’ dorma,entro in camera da letto,mi spoglio e mi metto sotto le lenzuola, mi rassicuro,dorme.
“SCOPAMI,” come una fucilata arriva quella parola,muto cerco di accarezzarla;”SCOPAMI HO DETTO”.
Le infilo il cazzo in figa,la trovo bagnatissima.
“E’ da stamane che sono cosi, ti meravigli,hai mandato un ragazzo a infilarmi le dita dentro la mia figa,mi e’ rimasta la voglia tutto il giorno,non ho fatto altro che pensare a lui, alla sua bocca,alla sua lingua, alla mano tra le mie cosce,alle sue dita nella mia figa,e poi al resto che non ho visto purtroppo, l’ho potuto solo palpeggiare attraverso i pantaloni,ho pensato tutto il giorno al suo cazzo nella bocca e nella figa”
Sborro copiosamente dentro di lei; “porco mi hai lasciato con il desiderio”
“scusa cara non c’e l’ho fatta piu’,ma scusa e allora lo schiaffo che gli hai dato”?
“PERCHE’ NON MI HA VOLUTO SCOPARE.