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Finito lo zucchero? Chiedete alla vicina. La Troia del quartiere, i mariti ed i figli calciatori


di Membro VIP di Annunci69.it GiadaLabbraBollenti
04.12.2014    |    8.745    |    8 9.4
"Non ci penso su due volte e lo ingoio subito facendolo andare in estasi..."
Adoro fare la troia, chi mi conosce lo sa bene quanto sia insaziabile. Così la mia casa e' velocemente diventata un punto di riferimento per i maschi della borgata. Mentre mi stavo preparando per uscire suona il campanello. Apro la porta e vedo un bellissimo ventenne in tuta da ginnastica che rimane imbambolato a guardarmi le gambe vestite dalle calze a rete che svettano sui miei tacchi a spillo. "Ciao, cosa posso fare per te?" Chiedo con voce maliziosa e flautata. "Ah, ehm mamma, cioè io volevo chiederti dello zucchero, abitiamo al sesto piano. Ma tu sei nuova qui?"; "Si, entra" e sculettando lo porto in cucina notando un rigonfiamento molto interessante del suo pacco. Metto dello zucchero in un barattolino di plastica ma cade per terra ai suoi piedi. Lo faccio apposta per inginocchiarmi e con la testa davanti al suo paccone oramai impazzito lo guardo mentre passo la lingua sulle labbra cariche di desiderio. Lui è imbambolato e dopo qualche secondo balbetta "Che m'ho fai un bocchino?". Inizio a mugolare strusciando la mia testa in mezzo alle sue gambe muscolose, gli abbasso la tuta ed inizio a succhiare avidamente il suo calibro 25 grosso e duro. "Mamma mia che Troia bocchinara, si succhia, succhia..." Fino a quando mi immobilizza la testa con le mani e mi scarica in gola un litro di buonissima sborra che ingoio fino all'ultima goccia. Felicissimo dell'incontro mi chiede se può portare i suoi tre fratelli di 18, 23 e 32 anni. Dopo mezz'ora suona il campanello e sono loro 4: belli, giovani e maschi vogliosissimi dalla mia bocca e del mio culetto che scopano a ripetizione. Farcita ben bene di sborra mi danno appuntamento per la sera, dopo la partita di calcio. "Portatemi tutta la squadra" gli dico. Vanno via ma dimenticano lo zucchero, così dopo qualche minuto risuona il campanello ed apro convinta sia uno di loro. Invece era il papà, un bellissimo uomo sulla quarantina, brizzolato, muscoloso, anche lui in tuta che mi mangia subito con gli occhi ammutolito dalla mia presenza. "Ciao, mi figlio e' venuto a chiederte lo zucchero ma se l'e' scordato..."; "Entra te lo do subito" ed inizio a sculettare chinandomi a 90 per far finta di non trovare il barattolo. "Mamma mia che culo che c'hai, scusa se t'ho dico: me venuto un cazzone duro. Guarda qua' ce poi fa quarcosa?" E mi mostra un'asta dura e larga in maniera spropositata. Non ci penso su due volte e lo ingoio subito facendolo andare in estasi. "Vie' qua che te vojo 'ngravida' troia" E mi scopa brutalmente la fighetta/culetto già slargata e piena dei suoi quattro figli. "Nun c'hai un culo, questa e' na figa, senti qua come sei bagnata" e continua a sfondarmi fino a riempirmi di dieci getti di potentissima sborra. "Da oggi, sarai la troia de noi maschi de borgata. Te venimo a scopa' tutti i giorni. Tanto te piace er cazzo, ve?". La sera verso mezzanotte i quattro ragazzi portarono la loro squadra di calcio. Li faci impazzire e mi riempirono di sborra ovunque. Da quel giorno rientrata la sera mi trasformavo nella Troia del palazzo e della borgata. Ogni giorno i ragazzi portarono i loro amici e poi gli amici degli amici, così fecero i padri che sparsero la voce. E' bellissimo incrociare in ascensore gli sguardi carichi di desiderio dei mariti che fingevano indifferenza davanti a mogli e fidanzate e dopo pochi minuti suonavano il campanello. "Ao', semo
in tre. Ce fai un bocchino?". Una vera goduria per me ;-)
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