Io, sua zia ed i desideri di un gruppo di ragazzi...

Un incontro casuale, alla fermata dell'autobus. Una sera a Roma mentre stavo riprendendo la mia auto parcheggiata accanto sento gli sguardi desiderosi di un gruppetto di ragazzotti poco più che ventenni. Sarà per la microgonna rosa, le calze a rete ed i tacchi a spillo, fatto sta che mi guardano e parlottano tra di loro. Sono quattro: belli, atletici e tanto vogliosi. Così decido di aprire il cofano posteriore della macchina per regalare ai loro occhi desiderosi il mio culo dal quale si intravede un bel perizoma di pizzo nero. Lancio uno sguardo ed il più coraggioso tra i quattro si tocca il pacco in evidente erezione. È il segnale. Chiudo la macchina e vado nei giardini dietro la fermata dell'Eur, a Roma, in un posticino appartato. I quattro mi raggiungono ed uno si fa avanti chiedendomi "Quanto sei bbona, ce fai un bokkino a tutti?". Musica per le mie labbra già trepidanti, tanto che non finisce neanche di parlare e già sono in ginocchio a guardare i loro pacchi duri sotto i jeans. Uno ad uno spompino i loro cazzi grossi e carichi di sborra calda buonissima. "Aó questa è proprio troia" dice uno mentre l'amico scarica 5 potenti schizzi direttamente nella mia gola avida. Adoro sentire i maschi che godono, che urlano di piacere grazie alla mia lingua che fa il giro della cappella mentre le mie labbra succhiano scendendo fino alle palle. Marco, uno dei quattro, mi lascia il suo numero di cellulare dopo aver finito il servizietto. Così inizia un'amicizia piccante con lui ed i suoi amici che spesso vengono a scoparmi a casa o mi raggiungono in giro quando hanno voglia. Spesso si confida con me, raccontandomi i suoi desideri più nascosti. Così un giorno mi confessa che sin da ragazzino si eccitava tantissimo ad immaginarmi mentre scopava sua zia, una signora oramai cinquantenne molto bella e sveglia. Aveva come me un negozio di lingerie, ed una volta la sorprese mentre stava sbokkinando sul retro un ragazzotto nonostante fosse sposata. A casa della zia spesso trovava mutandine e perizomi ed era l'occasione per chiudersi in bagno a toccarsi fino ad imbrattare di schizzi l'intimo della zia. Ogni scusa era buona per abbracciarla anche da dietro e puntualmente il suo cazzone si faceva di marmo spingendo dai jeans. Era arrivato addirittura a farci battute, a chiederle le sue mutandine ma non era mai riuscito a realizzare questo sogno. Così decisi di aiutarlo. L'occasione fu la richiesta di sua zia di farle un lavoretto a casa. "Se utilizzi la scala e ti metti i pantaloni di una tuta cerca di fargli vedere il pacco duro ad altezza della sua testa. E fai finta che ti sia caduto un cacciavite, vedrai che funziona": gli dissi. Dopo una settimana mi chiama ringraziandomi. Aveva un cazzone duro talmente evidente che la zia guardandolo negli occhi gli fece una battuta. "Hai un martello nei pantaloni?" Chiese maliziosamente mentre già aveva l'acquolina in bocca. "Si zia, perché non lo prendi?" Ed in pochi secondi la troia iniziò a succhiarglielo. Sceso dalla scala finalmente il suo cazzone entrò nella tanto desiderata figa già bagnata ed iniziò a scoparla selvaggiamente fino a riempirla di schizzi. Il sogno si era avverato dopo anni. Ma non era finto qui: da me venne per ringraziarmi ma anche per farmi una proposta:"Vorrei tanto che la tua bocca e quella di zia, insieme, sbokkinaste il mio cazzone ed anche quello dei miei amici. Lei ci sta, tu?". Beh, non me lo lasciai ripetere due volte...