trans
Il figlio del mio amico 1a parte

09.11.2020 |
820 |
4
"Un gradino alla volta, il mio culetto si muove sinuosamente ed il rumore dei miei tacchi sul pavimento compongono un suono che è un preludio alla notte d'amore..."
Da tempo nutrivo un desiderio lascivo e peccaminoso, quello di farmi possedere dal figlio di un amico con cui condivido una relazione di puro sesso. Lui è separato, etero ma ha una passione smodata per le tgirl. Roberto, questo è il suo nome, ha un figlio di diciannove anni. Un ragazzo graziosissimo, il cui fisico scoppia di muscoli grazie ad una rigorosa attività in palestra. Il suo rigoglioso vigore mi ha conturbata fin dalla prima volta che l'ho visto, una sera d'estate in cui mi trovavo nella loro casa. Questo giovane adone si chiama Alessandro, studia e dopo la separazione ha scelto di vivere con il padre. Ma torniamo alla sera in cui l'ho conosciuto. Roberto mi aveva chiesto di andare a casa sua, lo faceva quando mi desiderava ed intendeva passare una notte in mia compagnia. Mi travesto solo in privato, non mi sono mai fatta vedere in giro in abiti femminili e nessuno conosce questa mia pulsione. Quella sera indossavo un abito nero corto, scarpe nere décolleté con tacco alto, trucco raffinato un po' dark e sotto un intimo di classe, ovviamente nero. In versione femmina mi sento una vera mucca ed il desiderio di maschio mi prende in maniera spaventosa, ero quindi molta eccitata. Roberto è un uomo attraente di 45 anni, anche lui ha la passione per la palestra che gli ha scolpito un fisico statuario e ben definito. Occhi verdi, capelli neri corti, carnagione scura ed uno sguardo carismatico ed ammaliante. Mi viene incontro per aprirmi il cancello, ci salutiamo con un bacio sulle labbra. Si complimenta con me, mi trova sensuale e l'abito le piace molto. Mi fa strada tenendomi la mano nel fianco ed io già scoppio di desiderio camminandogli vicina sopra quei tacchi altissimi. Alessandro è seduto sotto il porticato dell'incantevole casa situata in una zona collinare e molto riservata. Sottovoce dico a Roberto che sarebbe meglio non farci vedere dal figlio ma lui mi rassicura riferendomi che Alessandro conosce questa sua preferenza, sa che il padre ha un debole per le travestite. Mi presenta, si avvicina e mi stringe la mano. Inconsapevolmente il mio viso s'illumina d'un sorriso ampio e solare, incrocio i suoi occhi che mi sorridono e già comunicano qualcosa. L'eccitazione mi assale, di fianco a suo padre e davanti a lui mi sentivo più femmina che mai. I miei occhi scappano sul suo corpo, porta una canottiera attillata che scopre le nerborute braccia e lasciano intravedere un torace ed un addome poderosi che agli occhi di una femmina sono ottimo cibo da predare e gustare. Da quel momento Alessandro è diventato la mia preda, preda di una milf feroce che doveva solo pianificare il momento dell'agguato. Roberto interrompe quell'attimo tra l'adorazione e l'imbarazzo dicendo ad Alessandro che saremo saliti di sopra ed augurandogli la buona notte. Gliela auguro anch'io girandomi verso di lui. Mi lascio accompagnare di sopra, Roberto mi tiene sempre la mano sul fianco e mi guida lungo le scale che portano al piano superiore dove si trova la camera. Un gradino alla volta, il mio culetto si muove sinuosamente ed il rumore dei miei tacchi sul pavimento compongono un suono che è un preludio alla notte d'amore. Entriamo in camera, ci sediamo sul letto. Roberto m'infila la lingua in bocca ed io eccitatissima contraccambio, le nostre lingue si avviluppano come fiamme di un fuoco prorompente. Mentre mi bacia le sue mani si fanno strada sulle mie gambe, lui sa che adoro questa cosa. Non mi dilungo molto su quella notte ma mi ha posseduta per ore facendo vibrare il suo fallo tra le mie chiappe come l'archetto fa vibrare le corde del violoncello. Ed ho vibrato molto, emesso grida di piacere senza alcun contegno per far si che quella musica lussuriosa arrivasse fino alle orecchie del giovane Alessandro. Questo accadde, ne fui certa quando sentii una porta chiudersi, probabilmente quella della sua camera.In prima mattinata salutai Roberto e me ne andai.
Fine 1a parte
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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