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Il figlio del mio amico 3a parte

17.11.2020 |
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"Avevo già fatto esperienze di questo e provarla con Alessando è stato per me un test che mi permetteva di fare un confronto con le sborrate di uomini più maturi con cui avevo di solito a che fare..."
Mi dirigo verso la borsetta, la apro, prendo il paraspruzzi e mi dirigo verso Alessandro che è ancora li estasiato sul divano, nudo completamente nudo. Faccio un passo alla volta tenendo il paraspruzzi con una mano e facendolo roteare, i miei passi sono ben cadenzati facendo amplificare volutamente il rumore dei miei aggressivissimi tacchi sul pavimento. Povera la mia preda, impazzirà.- Alessandro, la vedi questa?
- Oh Debora, cos'hai intenzione di fare?
- Non ti preoccupare, ma sai vorrei prendere delle precauzioni. Dico avanzando a rilento verso di lui con una smorfia maliziosa e colma di voluttà.
Il suo uccello in quel momento è a riposo, temporaneamente a riposo.
Gli arrivo vicino e mi siedo sulle sue ginocchia, adoro questa cosa. Seduta davanti lui lo osservo, le sorrido mostrandole la mia dentatura perfetta. Mi metto il rossetto davanti a lui. sempre seduta sulle sue ginocchia, poi lo lancio verso la borsetta. Con la mano libera le accarezzo il viso, le orecchie, scorro con le unghie lungo il collo, le spalle, gli avambracci. Sento l'uccello sotto le gambe crescere. Oh cavolo, le mie astute ed esperte cure stanno avendo effetto.
- Questa è una visiera paraspruzzi, le dissi alzando l'altra mano per mostrargliela. La userò per proteggermi dalla prossima venuta, ti chiedo di avvisarmi quando lo starai per fare.
- Sei davvero una zoccola Debora, mi fai impazzire. Ora comprendo perché mio padre ti adora così tanto.
Mi libero della visiera ponendola nella vicina poltrona. Adesso dovevo concentrarmi a far proseguire la lievitazione del giovane impasto. Sempre seduta sulle sue ginocchia gli appoggio tutte due le mani sul viso, mi avvicino e lo bacio a stampo più volte. Poi lascio correre le mani sulle imponenti e muscolose spalle, guardo giù verso la mazza che già si è ripresa, eccome se si è ripresa. Lo guardo mentre mi alzo dalle ginocchia per riabassarmi subito di fronte a lui. Lo fisso portando di nuovo i capelli da una parta all'altra con un movimento della testa, lo rifaccio dalla parte opposta. Agli uomini piace tantissimo questa mossa ed io la ripeto spesso. Mi raccolgo ancora i capelli, che avevo sciolto in precedenza, con l'elastico per raccoglierli a coda di cavallo. È l'acconciatura migliore per fare i pompini. Mi fiondo di nuovo sul suo fallo eretto, questa volta lo infilo subito in bocca e decido per una mungitura frenetica e molto rumorosa. Mi piace guardare meglio occhi il maschio mentre mungo così voracemente. Alessandro apprezza e si attacca ai miei con i suoi. Non molliamo lo sguardo mentre continuo in maniera forsennata a pomparlo. Come una zitella isterica aumento la frequenza della mia scatenata ed indiavolata azione, Alessandro inizia a gemere.
- Debora sei abilissima a fare i pompini, mmm, Deboraaa.
- Avvertimi Alessandro prima di esondare!
- Debora adesso, sto per tracimare.
Rapidissima prendo il paraspruzzi, lo indosso, afferro il turgido uccello, mi posiziono a venti centimetri da questo e con due, tre movimenti della mano... eccolo.
- Mmmmmmm. sei una vacca. Aggiunge Alessandro.
Da dietro il paraspruzzi mi godo la fantastica scena. Alessandro sta per venire, il suo cazzo pulsa sempre più velocemente. Guardo ad occhi aperti e fisso l'apertura uretrale dal mio privilegiato punto di osservazione, il primo schizzo arriva furente, copioso accompagnato da un gemito assordante di Alessandro. Che ficata mi dico, il seme dopo avere sbattuto con violenza contro la visiera si spiaccica su di essa per poi colare lungo la superficie sottostante. Avevo già fatto esperienze di questo e provarla con Alessando è stato per me un test che mi permetteva di fare un confronto con le sborrate di uomini più maturi con cui avevo di solito a che fare. Non c'è paragone, la venuta di Alessandro le batte tutte per gittata, forza e quantità.
Ancora qualche schizzo e l'arma del giovane eroe si scarica. La visiera è colma del suo seme che io per non buttare via niente, come si dice, me la lecco con golosità. Lo faccio guardando Alessandro, con slinguate cadenzate e premeditate. Una volta disposto tutto il raccolto in bocca la apro, gliela mostro tirando fuori la lingua e richiudo la bocca. Lo fisso negli occhi e deglutisco, accompagnando il gesto con un rumore accentuato e facendogli l'occhiolino.
Fine 3a parte
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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