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Parliamo di tassi...


di jasmine-morgan
25.07.2021    |    501    |    5 9.3
"Sono le 18, 10 quando si apre la porta del mio ufficio, iniziamo il gioco, per un attimo penso che è una follia quanto sto per fare, ma si comincia..."

Parliamo di tassi..

Direttore, c'è la Signora …
L: Falla passare.
Prego signora può salire, il direttore l'aspetta nel suo ufficio.
L: Ciao Jasmine che piacere, a cosa devo la sorpresa?
J: E' permesso? Buongiorno Luigi.
L: Buongiorno a te, prego accomodati, sei sola ? Il capo non c'è?
J: No, non è riuscito a venire, un imprevisto lo sta tenendo occupato e credo che sia meglio così.
L: L'ho sentito parecchio distaccato nell'ultima telefonata.
J: Diciamo che è parecchio infastidito, per usare un eufemismo, e mi ha mandato a dirti che chiudiamo i rapporti con la tua agenzia.
L: Non che la notizia mi colga impreparato, un po' me l'aspettavo, ma non credevo andasse così al sodo, subito, speravo di avere un margine di trattativa e del tempo davanti per cercare di accontentarlo.
J: Lo sai che lui è per il tutto e subito, tu lo stai rimpallando da più di un mese troppo anche per chi ha pazienza, e la pazienza non è una sua virtù, questo ormai l' avrai capito.
L: Si questo l'ho capito, ma non posso fare di testa mia, ho dei capi a cui dare risposte.
J: Adesso non fare il burocrate, ti abbiamo proposto un'operazione sicura su un cliente che è ampiamente affidato, se volessimo la potremmo fare senza alcun intervento esterno, ma io ho valutato che è meglio di no e quindi devo mediare su come fare l'operazione, o lui parte in quarta e fa di testa sua come sempre.
L: In questo caso farò ancora un tentativo con i miei capi.
J: Non disturbarti, in ogni caso Morgan con te vuole chiudere, mi sono già mossa con un altro istituto per istruire la pratica, in una settimana ho ottenuto la fattibilità e il benestare senza alcuna difficoltà, e adesso sono qui a comunicartelo.
L: Quindi mi dai la peggior notizia della giornata con il miglior sorriso che si possa incontrare, almeno ho la soddisfazione di prendere il benservito da una bella donna.
J: Sarà come dici tu, ma cambia poco la sostanza, vero?
L: E si, il cliente è perso. Mi sa che mi dovrò rassegnare a non avere più le tue, volevo dire le vostre, visite in ufficio.
J: Che fai, ti metti a fare il lumacone ora che ci hai persi da cliente, mentre prima facevi il sostenuto? Vengo in questi uffici da anni, a malapena mi consideravi e ora tiri fuori la carta del conquistatore.
L: Adesso sei esagerata, la scuola di Morgan ti è entrata fin troppo dentro, sei di una schiettezza che spiazza. Non faccio il lumacone ora e non facevo il sostenuto prima, ma visto la piega che ha preso la giornata lavorativa, mi stavo permettendo alcune divagazioni personali.
J: Ci stanno anche le divagazioni, sono inutili ma potrebbero essere divertenti, e visto che sono qui e ho un po' di tempo sentiamo, cosa ti passa nella testa, ora che
non hai più l'alibi della formalità, cosa ti sarebbe piaciuto poter avere a disposizione e non sei riuscito a concretizzare?

Lo sfido apertamente, accavallo le gambe e reggo il suo sguardo, la tattica del colpisci duro e vai, se non ha la risposta pronta ho vinto e me ne vado, ma non ho finito di pensarlo che già mi sta rispondendo.

L: Dire che mi sarebbe piaciuto è sbagliato, che mi piace è più appropriato.

Mi sto lentamente infilando in una situazione scomoda, sono passata dal gestire una fredda situazione di lavoro, al dover fronteggiare gli attacchi di un uomo che non fa niente per nascondermi il suo desiderio e mi spaventa un po' l'idea che potrebbe anche passare all'azione. Mi trovo a guardarlo nervosamente e lui si mette a fissarmi placido, mi scruta quasi volesse frugarmi dentro o perlomeno sotto i vestiti, mi mette a disagio lo ha capito, la sua espressione è sempre la stessa da alcuni minuti, sa gestire meglio la tensione e lo fa anche bene.
Abbasso leggermente lo sguardo, e mi sistemo il vestito, in quell'attimo, sposta la sedia e si alza, devo riprendere il controllo della situazione, devo alzarmi e andare, ma non riesco, qualcosa mi tiene seduta, e mentre mi parla passa alle mie spalle, ho paura che chiuda la porta, ma non lo fa, lascia aperta una via di fuga, non lo facevo così intraprendente e sicuro di se, ma la porta è aperta e posso alzarmi e andarmene.
L: Vedi Jasmine, passi di qua, mi comunichi una pessima notizia, lo fai con il sorriso sulle labbra, quasi a sfottermi, e non credi che il mio ego professionale ne possa rimanere ferito o che l'uomo non se ne abbia a male più del professionista?
E' alle mie spalle, la sua voce nelle mie orecchie è lenta e acida, sembra un bambinone che frigna perché gli hanno portato via il giocattolo nuovo.
J: Guarda che io non volevo sfottere nessuno, e poi se te la sei presa io non so cosa farci, bastava che chiudessi la pratica e non saremmo qui a parlare di un cliente perso, ma magari discuteremmo di tassi.
L: E' così che credi, e allora parliamo di tassi.
E' ancora dietro di me, ha alzato il tono di voce nel pronunciare queste parole, posa le mani sulle mie spalle, il contatto mi fa rabbrividire, ha le mani piccole, con dita sottili, leggermente fredde, così diverse dalle mani a cui sono abituata, dure e calde che mi conoscono così bene e nelle quali mi sento sicura, mi sposta i capelli e sfiora appena il collo, aumenta la pressione dei pollici sulle scapole, quasi un massaggio .
L: Dimmi a quali tassi pensavi, da cosa preferisci cominciare, euribor, tan, taeg.
Dimmi come vuoi impostare la pratica, tu che sai tutto e vieni qui a dirmi che tuo marito mi manda a quel paese perché non ha pazienza, sentiamo come te la cavi ora mia cara ex cliente.
Sono impietrita, con poche parole mi ha rivoltata come un calzino, la sua presenza alle mie spalle mi inquieta ,ma nonostante rimango affascinata da come ha saputo prendere in mano la situazione ,le sue mani rimangono salde sulle mie spalle, tengo la schiena contro la poltroncina mi metto sulla difensiva, sono preda di sensazioni contrastanti e forti, vampate di calore si alternano ai freddi brividi che mi corrono lungo la schiena, ho il fiato corto, spingo nervosa le gambe in avanti a fare non so bene quale movimento, si sente il fruscio delle calze che si toccano, il movimento fa salire su il vestito, con le mani ne tiro i bordi e fermo le ginocchia, mi tremano un po',riprendo il controllo di me.
J: Credo sia il caso di darci una calmata, ora mi alzo e vado .
L: Ma come prima avevi tempo e ora devi andare? Ora non sei più così spavalda, così sicura di te, così manager ?
J: Attento a non esagerare Luigi, la situazione potrebbe sfuggirti di mano.
Di scatto solleva le mani dalle mie spalle, è la fine dei giochi, sento solo il suo respiro regolare appena sopra il mio orecchio, ancora un attimo e mi alzo, un attimo nella mia testa ma è un attimo di troppo e lui affonda le mani nella mia scollatura, mi afferra entrambi i seni con forza, la stoffa del vestito leggermente si lacera, lo sento agguantare con forza la mia carne.
Questo gesto sovrasta la mia volontà, reclino indietro la testa e lo guardo negli occhi, mi sta sopra, dietro le lenti degli occhiali vedo la lussuria, la luce viva della voglia , il suo sguardo più delle mani su di me mi annienta e mi abbandono a questo forzato trattamento animale.
Mi tortura i capezzoli, da dentro il reggiseno, le sue mani si sono scaldate con il mio corpo e si muovono padrone, sento l'orgasmo salire dentro di me.
Stringo con forza i braccioli della sedia, le gambe sfregano fra loro e si aprono, come se non le controllassi e mi sento fradicia per questa sua oppressione, mentre le mie mani sono ferme sulla sedia e le sue a stringono i miei capezzoli, ma come ha cominciato smette, di colpo, toglie le mani dal mio seno e subito mi manca qualcosa, quelle mani estranee che si sono impossessate forzatamente del mio seno ora che si sono sollevate mi fan sentire vuota, ha fermato l'attimo, ha deciso lui di finire, mi aggiusta il vestito sulle spalle e torna a sedersi.

Lentamente, mi ricompongo ,il cuore mi rimbomba nel petto impazzito , mi alzo, prendo la mia borsa ed esco, sento che mi guarda ,raddrizzo bene la schiena e affronto gli scalini ancheggiando leggermente al ritmo dei tacchi sul marmo.
J: Morgan ti devo parlare vieni in ufficio.
M: Oggi non è giornata, se proprio non puoi evitare fai in fretta, la fuori è il delirio.
J: Fuori dovranno aspettare, ora ascolta.
M: Dimmi.
J: Sono stata in ufficio da Luigi.. è successo....è successa ..una cosa..
M: Che cosa è successo?
J: Abbiamo discusso....per quella pratica, se l'è presa per quello che gli ho detto....ha cominciato a fare discorsi strampalati.....alla fine ci …..ci …..ha provato.
M: Coraggioso
J: Sei stupido? Uno ci prova con me e tu mi prendi in giro, guarda che razza di cafone ho sposato.
M: Non è il primo e non sarà l'ultimo e comunque te l'avevo detto che gli piacevi.
J: Stronzo insensibile.....ma ti sta bene.....poteva andare più avanti..
M: Come sarebbe poteva andare più avanti . Non ci ha solo provato?
J: No.....non proprio, ha cominciato a farmi pressione, mi ha riempito la testa di parole e...e poi …. mi ha toccato....insomma....mi ha fatto..
M: Ti ha toccato o ci ha provato o ti ha fatto e fatto cosa? Tu stai bene?
J: Si sto bene, insomma...ha cominciato a dire che ero andata li a rovinargli la giornata, che lo stavo sfottendo, io non riuscivo ad alzarmi dalla sedia tante erano le parole che mi rovesciava addosso, e alla fine mi ha infilato le mani nel vestito.. guarda ha persino strappato la scollatura.
M: Ma ti ha fatto male? Se è così vado la e lo strapazzo.
J: No male no, ma non me lo aspettavo, sembrava uno di quei giochi di ruolo che facciamo noi, ma reale e senza le nostre regole, ha giocato con gli atteggiamenti, le parole, gli sguardi, si è approfittato di tutta questa confusione ,non me lo aspettavo, lo ha fatto con maestria, quando poi mi è entrato nel vestito con le mani e mi ha stretto i seni è stato assurdo...e...e sono quasi venuta.
M: Ora cosa pensi di fare? Se vuoi vado da lui e gli chiedo spiegazioni.
J: No, perderei credito, gli rendo lo scherzo con la stessa moneta. Un gioco di ruolo dei nostri e lo mettiamo in mezzo.
M: Mi piace l'idea, fai tu per me va bene, organizza e tienimi aggiornato.

Dopo un'ora passata a organizzare e a fare chiarezza nella mia testa su cosa volevo veramente prendo il telefono e lo chiamo, mi sudano le mani nell'attesa che risponda, ho il formicolio nello stomaco, Morgan è passato a chiedermi come stavo e se volevo andare avanti, da un lato è protettivo e innamorato, poi esce il suo lato porco e smania dalla voglia di me e dei nostri giochi, ma l'ho rassicurato, si va avanti.
J: Luigi buongiorno, ho bisogno che passi da me in ditta stasera quando esci dall'ufficio.
L: Non riesco, ho già degli impegni. Se hai bisogno di qualcosa ci sentiamo al telefono o mandami una mail.
J: Luigi, non farmi insistere e non farmi fare telefonate che potrebbero essere fastidiose per tutti. Ti aspetto dopo le 18 da me, sarò sola.
Il pomeriggio è stato eterno, non sono riuscita a concentrarmi su niente, anche la ragazza che sta all'amministrazione nell'ufficio accanto al mio, se n'è accorta e mi ha chiesto se era tutto a posto. Mi sono messa a ripassare quello che avevo in testa per stasera, ho dato una sistemata al vestito aumentando di un po' il segno della presa di stamane nella scollatura , che sia più evidente lo strappo, ho tolto il reggiseno, cambiato la disposizione delle sedie, sistemato la scrivania e regolato le veneziane interne per poter far assistere Morgan senza che possa essere visto, voglio essere sicura di avere tutto come me lo sono immaginato e adesso aspetto le 18, so che verrà, spero di aver considerato tutte le variabili, Morgan sarà lì a vigilare e a proteggermi ,la cosa mi eccita profondamente.

Sono le 18,10 quando si apre la porta del mio ufficio, iniziamo il gioco, per un attimo penso che è una follia quanto sto per fare, ma si comincia.
J: Ciao Luigi , prego siediti.
L: Preferisco stare in piedi, sono di fretta.

Ora che sono in piedi davanti a lui nel mio ufficio, nel mio ambiente, ho ripristinato le giuste distanze, sono più alta di lui di almeno 10 centimetri e con i tacchi l'effetto aumenta, ora sembra a me di poterlo dominare, ora è lui che non regge lo sguardo e aspetta.

J: Ho detto siediti e ascolta, se sei di fretta è un problema tuo.
L: Senti se è per stamattina, ti chiedo scusa, non so cosa mi è preso, dimentichiamo la questione per favore, è stato un incidente.
J: Ti rendi conto di cosa stai dicendo?
Ho alzato la voce di proposito, mi sono piantata davanti a lui che seduto ora guarda
a terra e si stropiccia le mani nervosamente.
J: Tu lo chiami incidente, mi hai irretita con le tue farneticanti parole, mi hai obbligata ad ascoltarti e poi mi hai messo le mani addosso.
Io lo definisco più un atto di violenza che un incidente, mi hai persino strappato il vestito, guarda, guarda cosa ha fatto il tuo incidente.
Guarda il mio cazzo di vestito ti ho detto. Alza la testa e guarda il mio vestito.
L: Non urlare, ci possono sentire.
J: Urlo quanto voglio ,sono a casa mia e se anche qualcuno dovesse sentire non me ne frega un cazzo, comunque siamo da soli, tranquillo, nessuno può vedere che il direttore che stamattina mi chiamava cara ex cliente, ora sembra un ex uomo duro.
Luigi suda, tiene giù lo sguardo ,osservo la sua testa completamente rasata coperta di sudore, la barba da hipster sfiora la cravatta, le sue mani sono sempre più nervose, so che potrebbe esplodere da un momento all'altro, ancora non reagisce, attendo che lo faccia , mi preparo e lo provoco nuovamente.
J: Cosa cazzo aspetti, alza la testa e guarda come mi hai ridotto il vestito.
La testa la alza di scatto, il suo sguardo mi arriva secco come uno schiaffo, rapace come le mani sulla mia scollatura, di nuovo la lussuria dietro agli occhiali e mentre mi penetra gli occhi con il suo sguardo abbranca il vestito e lacera la stoffa fino all'ombelico, la spinta mi fa appoggiare con il culo alla scrivania, appoggio le mani per stare in equilibrio, lo strappo della stoffa mi ha fatto bagnare, si impossessa del mio seno, di nuovo quella sensazione di essere preda mi inebria.
La scena vista da dietro le veneziane non ha nulla da invidiare ad un porno dove la dominazione sovrasta l'atto di puro sesso, dove la mente gode più del corpo, e Jasmine è terribilmente eccitante in questa sua recita, è entrata fin troppo nella parte, mi accarezzo l'uccello che sembra scoppiarmi, non so se sia meglio entrare in scena o godermi lo spettacolo, il solo guardarla è persino più eccitante.
J: Luigi che fai ,fermati.... ti prego....fermati.
L: E no cara la mia ex cliente ora no, ora non si torna più indietro, ora siamo andati troppo oltre per tornare indietro, mi costerà caro ma ne merita la pena.
Così dicendo mi pizzica i capezzoli con la punta delle dita, il dolore è misto al godimento intenso che provo, se non fossi appoggiata sarei già a terra.
Lascia per un attimo la presa indietreggia di un passo, di nuovo quel senso di vuoto mi assale, i seni sono arrossati per quanto mi ha strizzato i capezzoli, mi guarda compiaciuto e riparte all'attacco , con la bocca succhia la mia carne ,la barba mi sfrega sulla pelle, la mano entra sotto il vestito dove mi trova fradicia di umori.
Le dita sottili si fanno spazio in me, prima una poi due, poi tre dita frugano veloci la mia intimità, non riesco a non guardarlo mentre mi masturba, guardo la sua testa rasata che si muove al ritmo della mano che mi penetra il mio corpo sembra esplodere tanto è teso finché squirto tutto il mio orgasmo, e quando toglie la mano vado a terra come una bambola di pezza.
MI solleva, mi appoggia alla scrivania, si toglie la cravatta e mi guarda.
L: Togliti le scarpe e abbassati!
Il tono è perentorio, non so cosa aspettarmi e anche se so che Morgan mi sta guardando e non lo lascerebbe esagerare, l'ansia mi assale.
L: Allora queste scarpe?
Sfilo le scarpe e le scalcio via, non voglio inginocchiarmi, e mi fletto sui talloni.
J: Così ora ,sono più alla tua portata?
L: Lo sai vero che sei una stronza, una grandissima stronza. Ora vediamo come te la cavi con la bocca ma senza parlare.
Si slaccia i pantaloni e li abbassa con i boxer alle caviglie, il suo pene è all'altezza della mia bocca, con un movimento brusco mi chiude il naso, la mancanza d'aria mi fa aprire la bocca e lui prontamente ci infila dentro il cazzo e inizia a scoparmi in bocca, lo fa spingendo il pene fino in gola, me lo fa sentire tutto e poi lo estrae, filamenti bianchi escono dalla mia bocca e subito sono ricacciati dentro con il suo cazzo, va avanti interminabili minuti senza dire una parola, solo a spingermi il cazzo in gola e a tirarlo fuori lucido di saliva, con me che annaspo come un pesce fuori dall'acqua.
E' un amplesso che vive di strappi, come ha cominciamo smette, si toglie completamente pantaloni e mutande, mi abbasso le spalline di quello che era un vestito, ora sono nuda davanti a lui ,con le sole mutandine addosso e i piedi bagnati del mio primo orgasmo sul freddo pavimento.
L: Voltati!
Obbedisco senza più riflettere, quasi un automa, con le mani dal collo scende alla schiena fino all'elastico delle mutandine e risale, più volte come in un massaggio antico percorre la mia schiena e ogni passaggio scende più giù, mi palpa il culo a piene mani, impasta le mie cosce , passa a toccarmi la pancia , sale sui seni e ricomincia, senza una parola senza un espressione come se studiasse cosa fare di me, con una mano mi spinge a 90 gradi sulla scrivania e con l'altra continua a palparmi, quando mi rilasso a tutto questo improvvisamente SCIAFF...uno schiaffo mi arriva sul culo, freddo metallico, secco, che brucia la carne, istintivamente porto le mani sul culo, se ne impossessa, le lega e mi spinge di nuovo bruscamente giù il busto.
L: Divarica le gambe!
J: Ma...
SCIAFF.... un nuovo colpo sulla mia carne, mi brucia maledettamente la pelle.
L: Aprile ho detto..
Obbedisco , ho il viso appoggiato al piano della scrivania in attesa della prossima scudisciata, ma non arriva nulla ,mi ha nuovamente lasciata in attesa, di nuovo sono preda del vuoto che arriva dopo il possesso.
Gioca con l'elastico del mio slip, qualcosa di freddo si infila fra la mia pelle e la stoffa, deve aver preso il righello che tengo sulla scrivania e lo usa su di me, mi ha colpito con quello, ma di nuovo cambia atteggiamento e con la stessa lama fredda mi accarezza la striscia di pelle che ha appena colpito, il freddo del metallo lenisce il bruciore del colpo ricevuto, delicatamente ora mi abbassa le mutandine, sollevo un piede dopo l'altro per fargliele sfilare, sale dalle caviglie e ricomincia ad impossessarsi di me arriva al mio sesso lo accarezza e riscende, gioca con il mio ano e ritorna a salire sulla schiena, si appoggia e schiaccia il mio corpo con il suo sulla scrivania, così mi ritrovo il cazzo sul culo , lo sfrega fra le cosce ma nulla più, aspetto che mi penetri ma non lo fa, rimane addosso a me e mi bacia le spalle, gli spasmi dell'orgasmo aumentano, scende a baciarmi sulla schiena fino all'osso sacro e poi in mezzo alle cosce, istintivamente le allargo per godere di questo nuovo trattamento, la lingua si infila nella figa, la lecca con avidità e beve di me che mi bagno, mi lecca il fiorellino posteriore, lo apre con le dita e ci infila dentro la lingua, lappa tutta la mia pelle, la sua saliva si mischia ai miei umori.
Gemo di piacere con l'orgasmo che torna salirmi dentro, lo sento che arriva, intanto lui non smette di leccare e prendermi con le sue dita sottili, le ha infilate sia dentro il culo che nella figa, con il pollice mi allarga l'ano mentre altre dita sono nella figa a penetrarmi, questo trattamento mi porta al limite, il piacere sgorga dalla mia figa, ancora un attimo e godo, sto per venire e lui...smette, mi svuota delle sue dita e blocca ancora il mio piacere.
J: No ti prego.....non così...scopami, fottimi, spaccami ma fammi godere.....non lasciarmi così..
Urlo tutto di un fiato con rabbia, voglio sentirmi piena, piena e posseduta da un uomo che non è il mio e che mi sta facendo impazzire. Ma lui non mi ascolta penso persino che sia uscito e non l'abbia sentito andar via, un' altro strappo, un' altro momento di vuoto dopo tanta possessione, pochi secondi che sembrano eterni e ricominciano le carezze, diverse , calde, altre mani mi aprono, mani che mi appartengono come io appartengo a loro, mi frugano ed entrano in me, torno a bagnarmi, mi bagno per amore, sento il glande di un pene che ben conosco appoggiarsi alla mia vagina , aprirmi , penetrarmi , inizia a spingere entra fino alle palle, mi ha sempre avuta e me lo ricorda con forza, aumenta il ritmo, spinge forte, i colpi aumentano sempre di più, mi sbatte forte lo sento pulsare, gode, mi riempie il ventre del suo seme caldo e godo, ho le convulsioni da quanto godo e rimango stremata sulla scrivania.
M: Sei stata fantastica, amore mio. Ti amo immensamente.
J: Grazie Morgan, ti amo infinitamente anche io.

Tornato a casa Luigi si concede un attimo di pausa dopo questa pazzesca giornata , spera di non aver esagerato con Jasmine, ripercorre i momenti di oggi nella sua testa e si chiede se non gli sia scappata la mano, ma doveva essere libero di agire, come a modellare argilla poteva costruire il momento, è sicuro che non ci saranno problemi, era la sua prima esperienza così forte, ma non ci saranno strascichi e nemmeno un dopo o un' altra occasione, era l'unica ed era da giocarsi al meglio, tutto e subito senza aspettare, sul divano accanto a lui il telefono vibra, una notifica, apre il messaggio :
“ Bel lavoro oggi. Morgan”



ti amo amore mio.....tua Jasmine










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