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CAPODANNO INSOLITO


di benves
07.11.2023    |    534    |    0 8.0
"Tina, sempre più traballante si alzo dal water, mi prese per la mano e mi strattonò verso la camera da letto dicendomi: “ sono stanca, e queste cose vanno..."
Non ero sicuro di voler andare a questo veglione di Capodanno organizzato dal mio amico Andrea, non so perché ma mi sentivo un po’ a disagio, dopotutto erano tutte coppie sposate, io ero l’unico sfigato che era rimasto solo a Capodanno visto che mi ero da poco separato con mia moglie, mi sentivo quasi compatito e forse era l’unico motivo per cui mi aveva invitato.
Dovevo scegliere se passare la notte di capodanno a casa di mia sorella e mio cognato, coi bambini che rumoreggiavano e giocare a tombola fino a tarda notte oppure sorbirmi i miei amici che parlavano del loro brillante lavoro e le loro mogli che pavoneggiavano e sfoggiavano i loro abiti da sera … Alla fine, optai per la seconda possibilità … Dopotutto la casa di Andrea era spaziosa e visto il loro “tenore di vita” avremmo mangiato sicuramente bene e bevuto altrettanto bene.

Comprai quindi tre bottiglie di Ferrari (non sapevo precisamente in quanti eravamo, ma immaginavo almeno una quindicina di persone) e, con un po’ di ritardo, alle 21:00 ero a casa di Andrea.

Mi aprii la moglie Elisa, da tutti chiamata Tina diminutivo di Elisabettina, anche perché era praticamente la più piccola del gruppo sia fisicamente (sotto i 50kg e poco più di uno metro e cinquanta) che anagraficamente, 25 anni e sposata da due con Andrea che ha la mia stessa età, 33 anni.

Tina era piccolina ma molto aggraziata, e nonostante la sua statura minuta aveva due tette spettacolari, credo una terza, ma su un corpo tanto piccolo sembravano quasi due meloni, tanto che già da ragazzi, quando uscivamo in comitiva, tutti la canzonavano per quella sproporzione tanto eclatante quanto eccitante.

Entrai e vidi attorno a un tavolino predisposto per l’aperitivo, Alfonso e sua moglie Gianna, Gerardo e la sua fidanzata Teresa e una terza ragazza che non conoscevo; mi aspettavo più gente, ma in definitiva eravamo solo in 8

La cosa non mi dispiacque, la confusione non mi è mai piaciuta, tanto meno quando si sta tra amici e ci si può intrattenere con una chiacchiera.

Tina fece le presentazioni di rito, la New entry del gruppo si chiamava Adalgisa, un’amica di Liceo di Tina che lavorava fuori e che si era unita a noi per capodanno

Era una bella donna, molto diversa da Tina, capelli lisci e corti neri come la notte, molto alta, rotondetta ma con tutte le curve al posto giusto; indossava un abito lungo con una bello spacco laterale che le arrivava quasi fino all’anca sinistra, lasciando scoperto la curva di una gran bella natica, soda e polposa; il vestito era a bretelline molto scollato

Immaginai che fosse senza reggiseno e ne abbi la conferma appena si abbassò un po’ per prendere un bicchiere di prosecco posato sul tavolino basso degli aperitivi, in quell’attimo infatti, intravidi, tra quella bellissima scollatura, un capezzolo dritto, grosso e turgido.

Insomma era proprio una bella gnocca.

Andrea si avvicinò, mi liberò sia dalle bottiglie che dal cappotto, e mi bisbiglio all’orecchio:

“Menomale che sei venuto, Adalgisa è sola e puoi starne certo … Ha la vulva in calore”, con una risatina ironica andò a mettere le bottiglie nel frigo, visto che i secchielli del ghiaccio erano già pieni di prosecco.

Già dal mio arrivo notai che gli ospiti si erano dati da fare con le bollicine, infatti due buone bottiglie di prosecco erano vuote e una terza oltre la metà

Mi diedi subito da fare anch’io, presi il mio primo prosecchino accompagnandolo con tartine al caviale buonissime, e insieme a me tutti i commensali brindarono nuovamente e già intravedevo gli occhi lucidi di Andrea e Alfonso, che dai tempi dell’infanzia si distinguevano per il fatto che non reggevano bene l’alcol, e anche le loro rispettive compagne bevevano un flûte dopo l’altro.

In men che non si dica anche la terza e la quarta bottiglia di prosecco erano belle che andate.

La cena andò benissimo, chiacchierammo del più e del meno mentre le pietanze si alternavano a calici di vino bianco uno dopo l’altro

Adalgisa mi guardava con aria assatanata, si capiva che era molto più che brilla e che aveva un tremito in mezzo alle gambe, mi sfiorava il braccio e la spalla col suo seno grande ogni volta che si allungava per prendere qualcosa dal tavolo, e non perdeva occasione per poggiarmi la mano ora sulle gambe, ora sul petto e qualche volta si spinse anche a lambirmi la patta

Si vedeva a occhio nudo che voleva assolutamente scoparmi e naturalmente se ne accorse anche Andrea, il quale compiaciuto, sussurrava parole alla moglie Tina, che sorrideva maliziosamente.

Giunse mezza notte, eravamo ancora a tavola, erano tutti molto su di giri, io invece ero tranquillo, non avevo bevuto poi tantissimo e comunque reggo bene l’alcol

Aprii una delle bottiglie di Ferrari con la mia ormai famosa sciabolata, tutti applaudirono e quando ci scambiammo gli auguri ….ecco che mi ritrovai la lingua di Tina dritta in bocca, concedendomi un bacio alla francese come non lo avevo mai avuto prima

Ero confuso, ma “educatamente”, ricambiai poggiando la mia mano sul quel piccolo e aggraziato culo di pietra e la palpeggiai vistosamente, davanti a tutti, ma soprattutto davanti a suo Marito … Ma, forse annebbiati dall’alcol, nessuno si accorse di nulla e continuavano a brindare e applaudire.

Il mio cazzo era diventato di pietra e a malapena riuscivo a tenerlo dentro i pantaloni, ero imbarazzato e confuso, da un lato c’era Adalgisa che mi stava scopando con gli occhi e dall’altro Beatrice, la moglie del mio amico che in preda all’alcol mi lanciava sguardi languidi e vogliosi.

Passò ancora qualche ora, ormai io e Adalgisa limonavamo spudoratamente come due adolescenti davanti a tutti, ma i fumi dell’alcol avevano assopito un po’ tutti, tranne Tina che era ancora euforica ed era quasi gelosa dell’atteggiamento dell’amica nei miei confronti.

Io ormai allo stremo dell’eccitazione, seppur voglioso del culo della mia piccola amica Tina segretamente desiderata fin da giovani, feci segno ad Adalgisa di seguirmi in bagno anche per divincolarmi da una situazione che poteva diventare inconveniente con Tina ormai vistosamente ubriaca e con suo marito, amico fraterno, quasi assopito sul divano.

Non feci in tempo di chiudere la porta che Adalgisa mi strappò letteralmente la camicia, e cominciò a leccarmi i capezzoli vorticosamente, le sue mani mi esploravano impetuosamente e in men che non si dica mi abbassò i pantaloni e prese il mio grosso e duro uccello in mano.

Calma, calma … Le dissi … Ma lei nulla, era assatanata, non riuscivo a toccarla ne tanto meno a baciarla, era lei che stava gestendo il gioco e lo faceva con tanta veemenza che non potevo oppormi, mi prese il cazzo in bocca e cominciò a succhiarlo ingordamente e velocemente

Mi stringeva le palle, poi mi pizzicava i capezzoli, poi ancora mi prese le natiche con due mani e mi spingeva verso la sua bocca e ingoiava letteralmente il mio cazzo fino alle palle.

Cercai di fermarla, dicendogli: “Ferma o non resisto e ti sborro in bocca”

Lei, togliendosi per un attimo il mio cazzo dalla bocca, mi rispose: “ E’ quello che voglio! Voglio sentire il tuo seme fino alla gola” e riprese a succhiarmelo.

Fu in quel momento che sentii aprire la porta del bagno che era rimasta socchiusa.

Comparve dal corridoio la sagoma di Tina, quasi barcollante dagli effetti dei diversi calici di Prosecco, vino e champagne.

Riuscii a ritrarre il mio cazzo dalla bocca ingorda di Adalgisa che si girò verso Tina e disse: “ Ciao amica mia, ti vuoi unire alla festa?”

Lei sorridendo disse: “ molto volentieri, è dai tempi del liceo che non facciamo qualcosina a tre … Ma prima devo pisciare, ho la vescica che sta esplodendo”

Così come se noi non fossimo presenti, si alzò la gonna corta, si abbassò le calze e le mutande e si sedette sul Water a gambe aperte

Io che ero proprio davanti a lei, vedevo uscire da quella figa stretta la sua urina dorata e questa visione mi accese ancora di più i sensi, tanto da non poter aspettare nemmeno un secondo e, mentre stava ancora pisciando, dimenticandomi completamente che il marito fosse uno dei miei migliori amici, mi avvicinai a lei e le ficcai il mio cazzo in bocca.

Adalgisa si precipitò anch’essa nuovamente sul mio cazzo, e sfilandolo dalla bocca di Tina lo ingoio avidamente.

Tina, sempre più traballante si alzo dal water, mi prese per la mano e mi strattonò verso la camera da letto dicendomi: “ sono stanca, e queste cose vanno fatte comodamente”

Adalgisa annuì, e col mio cazzo fermamente nella sua mano mi spintonò anch’essa in direzione della camera da letto.

Tina si sdraiò sul letto, si tolse i collant e allagò oscenamente le gambe, nell’attesa che uno di noi due si dedicasse alla sua figa ancora gocciolante di urina e gonfia di piacere

A questa vista, Adalgisa ancora posseduta da chissà quale demone del sesso, si precipitò con la faccia tra le sue gambe, lasciandomi col cazzo tremolante di eccitazione.

La cosa non mi dispiacque, ebbi infatti il tempo di riprendere fiato e cominciai a spogliare Adalgisa, sfilandogli dal basso la sua lunga veste nera, gli tolsi anche le mutandine e scoprii al sua grande figa perfettamente rasata e gonfia di piacere.

Le mie mani la esplorarono ovunque, e senza bisogno di lubrificarla le misi un dito nel culo e uno nella vagina … Il mio cazzo era sempre più dritto e duro.

Tina si alzo dalla sua posizione, si girò a pecorina e mi invitò con lo sguardo a penetrarla

Io colsi l’invito volentieri, ma non avevo intenzione di ficcargli la figa … Volevo sfondargli il culo!

Così la presi per i fianchi, era leggera e molto elastica, con una mano le abbassai la schiena e con un colpo secco e deciso gli infilai tutto il mio cazzo lungo e nodoso su per il culo

Lei fece un urlo misto tra dolore e piacere, un urlo acuto che sicuramente fu sentito anche dagli altri ospiti e dal marito al piano di sotto.

Prontamente le misi una mano sulla bocca per evitare che la cosa si ripetesse e ricominciai a standuffarla con veemenza e decisione

La sentivo mugolare sotto i miei colpi sempre più possenti, fino a quando si abbandonò a un orgasmo intenso e soffocato

Il mio cazzo era pronto per sborrare e inondarla col mio piacere, ma non potevo dimenticarmi di Adalgisa, sarebbe stato scortese lasciarla a figa aperta senza concedergli nemmeno una botta, d'altronde tutto era successo grazie a lei

Quindi lasciai il culo ormai aperto e sfondato di Tina e mi lanciai sulla figa tremula di Adalgisa

La misi a pancia in su sul letto, mi portai le sue gambe sulle spalle e comincia a standuffarla, facendola sobbalzare ad ogni colpo.

Ero come un bambino al luna park, non facevo in tempo a provare una giostra che già immaginavo quella successiva

Così dopo aver fatto godere anche Adalgisa, mi ricordai di quelle belle tette di Tina che tanto avevo desiderato, dovevo assolutamente sborrare sulle tette.

Ripresi Tina, la girai facilmente visto la sua statura, e la misi a pancia in su

Ormai era quasi addormentata ed esausta, non poteva negarmi il finale tanto agognato

Quindi le feci stringere le tette con le braccia e le infilai il cazzo ormai gocciolante nelle tette strette

Bastarono pochi colpi per esplodere in una sborrata che le lavò tutte tette e anche gran parte della faccia.

Che grande chiavata che avevo fatto, e che bel capodanno che avevo passato …

Mi ricomposi, ripassai dal bagno per sciacquarmi e lasciando le due cagne sul letto esauste e ancora nude, con l’odore del mio sperma che aveva invaso tutta la camera

Scesi giù a controllare lo stato dei miei amici, erano tutti addormentati sul divano, così mi accasciai anch’io in mezzo a loro e come nulla fosse successo mi appisolai.

La mattina successiva, il giorno di capodanno, ci svegliammo tardissimo, quello messo meglio aveva mal di testa per la sbronza

Io stavo invece come una Pasqua, vidi scendere da sopra prima Adalgisa, poi Tina che chiamandomi in disparte mi chiese sottovoce: “ma ieri notte cos’è successo? Ho il culo che mi fa un male della Madonna!”

Le risposi sorridendo: “perché lo chiedi a ma? Chiedilo alla tua amica, vi siete appartate sopra e non vi ho più sentito, io sono stato qua con tuo marito, mi sono addormentato”, capii che aveva mangiato la foglia, mi sorrise maliziosamente e mi disse: “peccato che non ricordi nulla, mi sarebbe piaciuto”.
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