tradimenti

il dubbio


di benves
20.09.2019    |    3.256    |    0 9.6
"Arrivai in officina verso l'ora di chiusura, le 18, quando gli altri dipendenti finiscono il lavoro Lui pareva non aspettarmi, ed in effetti avrei dovuto..."
Mi chiamo Roberto, ho 40 anni e sono sposato da 10 anni con Vera che ha 34 anni
Siamo una coppia aperta, ci piace fare sesso con altri uomini che soddisfino le fantasie della mia lei, molto calda e sempre pronta a sperimentare
Non abbiamo bambini e ciò ci agevola sia nell'ospitare che nell'essere ospitati
Unica condizione che ci siamo dati è che, quando Vera è con altri uomini, io debba essere sempre presente
Vera è una donna molto piacente, alta 1,60, fisico asciutto e 3° di seno, inutile dire che attira l'attenzione di molti uomini.
Qualche anno fa, pubblicai alcune foto di Vera su un noto sito di incontri ma, feci l'imperdonabile errore di non controllare bene le foto così, lasciai visibili alcuni elementi identificativi di lei.
Non diedi peso alla cosa fino a quando, ricevemmo alcuni messaggi di contatto da un certo “giullare” il quale, evidentemente aveva riconosciuto Vera e a dimostrazione di ciò ci disse nome,cognome, indirizzo ed altri suoi dati
Il messaggio non era né ricattatorio né altro però suscitò curiosità ed al tempo stesso timore per le possibili conseguenze
Non demmo troppo peso all'accaduto anche se, iniziammo a pensare a chi potesse essere il fantomatico Giullare
Nei giorni seguenti i messaggi si susseguirono, faceva complimenti a Vera e descriveva cose di lei che evidentemente non lasciavano dubbi al fatto che la conoscesse veramente, inoltre si lanciava in fantasie erotiche che avrebbe voluto appagare con lei
Vera era affascinata da questo uomo misterioso, le fantasie che proponeva erano intriganti quindi valutammo l'offerta ma, alla nostra precisazione che imponeva anche la mia presenza lui si tirò indietro e non ne sapemmo più nulla ma, quella curiosità mi è sempre rimasta poiché Vera, dopo un primo smarrimento nel non ricevere più messaggi da quello sconosciuto, dopo un po non me ne parlò più, ed io rimasi nel dubbio se veramente se ne fosse scordata o se fosse andata oltre senza di me.
Quel tarlo mi rodeva dentro, quando ci incontravamo con altri uomini e mettevamo Vera al centro delle nostre attenzioni, spesso pensavo/speravo che potesse essere il Giullare invece...
Avevo paura a chiedere a Vera se fosse riuscita in qualche modo a capire chi fosse e l'avesse contattato, temevo di offenderla, che credesse che io dubitassi di lei, non avessi più fiducia; in realtà temevo ciò ma non potevo certo espormi.
Lo venni a sapere per caso, nel corso di una serata tra amici, una serata tranquilla dove si beve e si fanno giochi adolescenziali. L'alcol stava disinibendo le signore presenti e qualche burlone decise di fare il gioco obbligo o verità.
Per chi non conosce il gioco, il gruppo sceglie chi comincia e pone la domanda “obbligo o verità”, a tale domanda si può scegliere facendo una attività che il gruppo decide oppure rispondendo ad una domanda. Naturalmente il/la prescelto/a non conosce l'uno e l'altra quindi dipende dalla sorte.
Il fato volle che fosse Vera la prescelta del gruppo, lei scelse “verità” quindi fui io a porre il quesito.
Siccome nel gruppo tutti sapevano di noi e talvolta avevano partecipato con noi alle nostre fantasie, mi sentii libero di chiedere “hai mai approfondito la conoscenza con Giullare”?
La risposta mi colpì come un pugno allo stomaco, secca come un uppercut...”si ci siamo incontrati”.
Rimasi basito, zitto tutto il resto della serata mentre lei, parve non dare peso alla cosa e continuò a divertirsi con gli altri.
Sulla via del ritorno, in macchina, non resistevo più e rinnovai la domanda
Nicchiò fino a casa poi, seduti sul divano, si spogliò quasi completamente (forse per farmi pensare ad altro e attenuare la tensione), si sedette accanto a me prendendomi le mani e poi mi disse:
“ti devo confessare una cosa”...
A quel punto il mio sangue caliente gelò improvvisamente, la guardai negli occhi e fissandola mi posi in religioso ascolto.
“La curiosità da quel messaggio prese il sopravvento su di me, ho cercato e trovato colui che si definisce il Giullare.
Inizialmente ho cercato tra le persone con cui lavoro, poi tra i nostri amici e quando ormai mi ero rassegnata l'ho trovato per caso”
Ho guardato Vera tra l'arrabbiato e l'incuriosito, ero combattuto, in conflitto con me stesso, una parte di me voleva sapere mentre l'altra avrebbe preferito il silenzio.
Ma lei invece a quel punto si voleva liberare di quel fardello, e continuò:
“Ricordi quando si ruppe la macchina? Tu mi dicesti di portarla in officina dal tuo meccanico di fiducia, fu lì che lo trovai. E' stato un caso.
Se ci pensi bene il meccanico è sempre molto scherzoso, molto ironico, quasi troppo.
Fa così con tutti, ti mette allegria
Inoltre ha come insegna un Jolly, quello delle carte.”
Io feci per un attimo mente locale, mi concentrai su quella figura marginale della nostra vita, grande professionista, buoni prezzi ma mai avevo fatto caso a questi particolari.
Invece pensandoci bene, quel tipo così stravagante potrebbe essere definito un giullare dei giorni nostri.
Vera invece sarebbe stata una ottima investigatrice, e mi approfondì il tutto:
Come da tu richiesto portai la macchina da lui ma, era il solito pagliaccio di sempre.
Ispezionò la macchina con la sua solita accuratezza, sentenziò il da farsi ed infine mi lanciò l'esca dicendomi - qualcosa ti turba Vera? Ti piace fare la misteriosa su internet vedo - e concluse con una risatina
Rimasi perplessa per un attimo poi misi assieme tutti i dettagli ed infine esclamai - Giullare -
Finalmente ci sei arrivata, ribatté soddisfatto, da quando vieni con tuo marito qui in officina ho sempre fantasticato su di te e poi, scopro che vi piacciono certe cose...
Il meccanico in effetti anche a me è sempre piaciuto, fisico asciutto, muscoloso quanto basta, rude ma non troppo e poi, ho sempre avuto un debole per le persone abili con le mani.
Se solo avesse risposto all'annuncio facendo capire che era lui, avrei subito accettato
Potevi dircelo Giullare, avrai letto ciò che mi piace quindi e siamo aperti a rapporti a tre, incalzo io
“io non sono fatto per quelle cose, amo l'esclusiva e poi il fatto che tuo marito debba partecipare od anche solo vedere, non mi piace”

A quel punto mi fa una proposta “la macchina sarà pronta tra tre giorni, se vuoi, a me piacerebbe farti la riparazione gratis ma tu...dovrai essere carina con me, DA SOLA”

Capisci Roberto, mi stava facendo una proposta che mi intrigava, perché a me lui piaceva ma, al tempo stesso ero in difficoltà, avrei voluto dirtelo ma temevo una tua reazione.

Io avevo le tempie che mi pulsavano, ero in preda a mille pensieri, mi aveva tradito?
Questo è certo ma come? Perché? Abbiamo sempre condiviso le nostre fantasie, senza alcun limite ma, sempre assieme.

Vera era un fiume in piena, voleva liberarsi quella sera di quell'angoscia (forse), raccontarmi quello che era accaduto ed incalzò nuovamente:
Pensai molto alla proposta del meccanico, ero combattuta, se ben ricordi ero ancora più su di giri del solito, facemmo l'amore per 3 giorni di fila io e te, ricordi?
Ma mentre lo facevano io pensavo a lui.
Passarono i giorni ed ero indecisa, e lo fui fino a poco prima di andare a ritirare la nostra auto.
Decisi di lasciare al mio istinto la decisione quindi, andai da lui vestita come al solito, blusa, gonna e ballerine ai piedi.
Unica differenza misi dell'intimo di pizzo, non si sa mai avessi preso la decisione di assecondarlo.
Arrivai in officina verso l'ora di chiusura, le 18, quando gli altri dipendenti finiscono il lavoro
Lui pareva non aspettarmi, ed in effetti avrei dovuto andarci nel primo pomeriggio ma, avevo esitato, pensavo a te, stavo quasi per telefonarti al lavoro poi...non so cosa mi sia preso e non l'ho fatto.
Appena arrivata lui era intento a riparare un motore, mi vide e subito andò a chiudere l'officina.
Capii subito le sue intenzioni ma feci finta di nulla
Mi portò alla nostra macchina, mi illustrò le riparazioni effettuate e poi si diresse nella stanza dove aveva la scrivania, sedendosi ed iniziando a fare dei conti.
Io lo seguii e mi sedetti di fronte a lui.
Mi presentò il conto della riparazione, 1600 €.
Rimasi un attimo perplessa quando mi disse: “il conticino possiamo azzerarlo ma dipende tutto da te, ora, qui, e senza tuo marito”
Ero basita, non sapevo cosa fare, mi sentivo lusingata, impaurita, incazzata e, sotto sotto anche eccitata, una cifra del genere era tanta roba per ciò che mi chiedeva
Mentre ragionavo non mi accorsi che era venuto dietro di me
Sentii appoggiare le sue mani tozze ed ancora sporche di grasso sulle mie spalle, poi sentii il suo respiro sul collo
Mi baciò, lentamente, leccandomi il collo
Ero impietrita, indecisa sul da farsi
La mia immobilità evidentemente fu interpretata come un assenso
Sentii le sue mani sulla blusa, palpare il seno da sopra, giocarci, mentre la sua lingua si insinuava nel mio orecchio
Mi invitò ad alzarmi ed a mettermi in piedi davanti a lui
Guardandomi dritto negli occhi iniziò lentamente a sfilarmi la blusa
Di lì a poco questa fu appoggiata sulla sedia
Il mio reggiseno di pizzo si mostrò così al suo sguardo compiaciuto
Iniziando a giocare col reggiseno mi baciò
I miei respiri aumentavano, lo lasciavo fare, non riuscivo ad oppormi o forse non volevo
Era la prima volta che un uomo mi toccava senza che tu fossi stato presente
La sua mano audace andò sotto al reggiseno, andando a toccarlo, saggiando la consistenza del capezzolo ormai turgido ed eccitato
La sua mano fredda al contatto con la mia pelle mi mandò delle scosse, dei brividi di piacere lungo tutta la schiena, ero in suo potere
La presenza di quell'indumento era ormai superflua così, per agevolarlo, sganciai il reggiseno ponendolo accanto alla blusa
Il mio seno svettava davanti a quell'uomo colmo di desiderio
Ero già stata a seno nudo davanti ad altri uomini ma, quella volta era diverso, non sentivo i tuoi sguardi a proteggermi
Si tuffo a leccarmi le mammelle tintinnando i capezzoli che si ergevano sempre più
Sentivo il mio sesso inumidirsi ed il desiderio prenderne possesso
Non si accontentò
Sentii una mano intrufolarsi sotto la gonna, tastare la mia intimità da sopra le mutandine di pizzo ormai pregne della mia libidine
Una falange della sua mano spostò quel lieve pezzettino di stoffa trovando la mia patatina già aperta
Seguii il solco di essa fino ad arrivare all'ingresso del paradiso e, senza troppi preamboli, sentii il suo dito sprofondarvi, facendomi emettere un gemito di piacere
Decisi che era inutile fingere di resistere, mi tolsi la gonna e la mutandina rimanendo completamente nuda a farmi contemplare
Le sue mani esplorarono ogni centimetro di me
Mi tocco ovunque, esplorando anche il mio buchetto posteriore
Non volevo prendere iniziative, volevo che fosse lui a condurmi in quel gioco di perversione che io, io sola, mi ero cercata, pur sapendo che ti avrei fatto del male ma, in quel momento ero alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito e quell'uomo ero certa che mi avrebbe accontentato
Il fatto che mi fossi completamente depilata parve piacergli tant'è che, inginocchiatosi davanti a me, me la leccò avidamente
Ero lì in quell'ufficio completamente nuda con lui che me la leccava e giocava con i miei seni
Avevo gli occhi chiusi per lasciare agli altri sensi la possibilità di amplificarmi il piacere
Quando si ritenne appagato si levò la salopette blu e si sfilò le mutande, lasciando al mio sguardo un cazzo nodoso di notevoli dimensioni
Si sedette sulla sedia ove erano appoggiati i miei vestiti e col cazzo ritto mi invitò ad inginocchiarmi per fargli un pompino
Io eseguii
Partendo dalle palle, iniziai a lavorargli l'asta fino a concentrarmi sulla cappella
Da esperta che sono non ci volle molto a farlo diventare durissimo
Era eccitatissimo
Mi fece segno di accomodarmi sulla sedia, quella con le rotelle e mi lasciò da sola
Non capivo più niente, volevo godere e basta, non pensavo neanche più a te
Tornò che aveva in mano una di quelle vecchie leve del cambio, quelle col pomello tondo e grosso in cima cui vidi, aveva messo un preservativo
Dapprima non capii ma poi...
Inginocchiandosi davanti a me fece cenno di allargare bene le gambe ed io, come un automa obbedii
Con la mano sinistra allargò bene le labbra della fica poi, leccò il pomello puntandolo alla mia patatina
Voleva usare quel coso per penetrarmi
Avrei voluto oppormi ma la cosa mi parve troppo eccitante
Pian piano quel pomello si fece strada tra le labbra della mia fica, lentamente infilava quel coso
Il pomellone allargò bene le labbra entrando
Era eccinantissimo
Sentivo quel coso come una cappellona dentro di me
Lo muoveva prima piano poi aumentando il ritmo, senza affondare, faceva sì che il pomello fosse sempre dentro per qualche centimetro, dandomi scariche di piacere mentre, con la mano sinistra mi torturava il clitoride
Venni in quella posizione non so quante volte, stringendo le gambe attorno alle sue anche che si erano posizionate in modo tale che non potessi chiudere le gambe
Godeva anche lui nel vedermi in estasi
Quando si ritenne soddisfatto ci alzammo
Mi fece appoggiare alla scrivania e, in quella posizione, mettendomi a 90° mi puntò il cazzo alla mia fighetta, entrando prepotentemente in me senza grossi preamboli
Anche le ero già ben dilatata da quel coso, urlai dal piacere
Quel cazzone nodoso lo sentivo fino alla pancia
Non mi dette il tempo di godermi quel momento che mi sconquassò con colpi potenti, facendo muovere la scrivania arrivando a spostarla
Mi sentivo piena, appagata di piacere e troia, molto troia
Grondavo umori dalla passerina come se stessi facendo la pipì, sembravo una fontana
Non era contento
Sentii che si inumidiva le dita dai miei umori per lubrificarmi il culetto
L'avevo già altre volte preso in culo ma, per un cazzo di quelle dimensioni avrei preferito che prima almeno mi avesse fatto abituare mettendomi un paio di dita in culo invece, zac, me lo sentii affondare
Questa volta il mio urlo fu di dolore ma, durò poco
Sapeva bene come usare il suo arnese ed infatti, ecco arrivare il piacere, intenso e decisamente diverso dalle altre volte che mi avevano inculata
Non pensavo più a niente, godevo e basta
Quell'omaccione grugniva ad ogni affondo e la cosa mi piaceva, quel modo brutale di possedermi mi eccitava ancor di più, come se ciò fosse stato possibile
Non so quanto durò, so solo che ad un certo punto smise
Mi fece alzare e, prendendomi per mano mi condusse verso una vecchia macchina cabriolet che aveva in officina
Mi parve fosse una spider, rossa fuoco, col tettuccio abbassato
Si sedette al posto passeggero e, col cazzone bello ritto mi invitò a salirgli sopra
Da giovane l'avevo già fatto in auto ma, in quella bellissima macchina, con la comodità di non battere la testa sul tetto dell'auto, la cosa mi parve insolita ed eccitante
Allargando bene le gambe mi posi sopra di lui, impalandomi
Lo cavalcavo roteando il bacino per aumentare il piacere mentre lui, si godeva le mie tette, palpandole, baciandole e torturandomi i capezzoli che mi facevamo male da quanto erano ritti
Venni più volte, bagnando anche il sedile in pelle, non volevo smettere, godevo a raffica ed anche lui era in estasi
Poi ad un senza neppure avvertirmi si irrigidii, capii che stava venendo ma, lo spazio stretto e la voglia di sentirlo venire dentro di me, fece sì che invece accolsi il suo piacere dentro di me
Restai in quella posizione accasciandomi su di lui, entrambi ansimanti
Quando mi fui ripresa, senza dir nulla, scesi dall'auto ed andai a rivestirmi
Lui andò a prendere le chiavi della nostra auto e porgendomele mi disse solo “alla prossima riparazione”
Se ben ricordi io ti dissi che il lavoro di quel meccanico non mi pareva ben fatto e tu, anche se perplesso, decidesti di cambiare meccanico. Ecco il reale motivo, non volevo tradirti ancora

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