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come ho tradito mio marito


di benves
22.05.2023    |    7.898    |    0 9.6
"Finalmente il piacere Mi inculava in modo animalesco, non era più il ragazzo gentile di prima, era uno stallone alla monta ed io la sua giumenta Ma mia..."
Come ho tradito mio marito

E’ successo, ancora non me ne capacito ma è successo, ho tradito mio marito, mi è piaciuto e non me ne pento ma non so ancora se e come dirglielo

Mi chiamo Chiara, sono sposata con Luigi da 25 anni, ho due figli di 20 e 21 anni.
Con Luigi ci siamo conosciuti giovanissimi, avevo 14 anni io e 15 lui, è stato amore a prima vista, praticamente siamo cresciuti assieme
Abbiamo fatto lo stesso percorso scolastico, università compresa e poi, quando siamo riusciti a trovare la stabilità lavorativa, finalmente ci siamo sposati, coronando così il nostro sogno d’amore, che si è consolidato ancor più con la nascita dei nostri figli.
Luigi è stato il mio primo ed unico uomo, non ho mail avuto altre esperienze se non con lui.
Seppur abbia perso la verginità molto presto, non si è mai stancato di me, non mi ha mai fatto mancare nulla, ha sempre provveduto ai miei appetiti sessuali ed io ai suoi, senza tabù, senza negarci nulla reciprocamente fino a quando...il covid ci ha messo lo zampino…
Eravamo temporaneamente separati causa covid, io ero dovuta andare a stare temporaneamente con i miei anziani genitori dall’altra parte della città e lui era rimasto a casa con i ragazzi
I miei genitori vivevano in un quartiere popolare, vivevano soli e quindi, in quel periodo avevano maggior bisogno di assistenza, anche perché, di rivolgersi ad una badante loro non volevano neppure sentirne parlare quindi, essendo figlia unica, toccava a me occuparmi di loro.
Mi stabilii da loro, essendo in cassa integrazione, potevo assolvere a tutte le loro esigenze (fare la spesa, andare in farmacia, portar fuori il loro cagnolino etc…)
Davanti a noi, nello stesso pianerottolo del condominio, vivevano tre studenti di medicina
Talvolta ricorrevo ai loro consigli di futuri medici su compatibilità di farmaci con alti farmaci che usavano i miei genitori, e mi informavo su questa terribile pandemia. Erano sempre gentili e disponibili.
Erano ragazzi molto impegnati, in quel periodo tutti gli studenti di medicina erano stati reclutati anche se ancora studenti ma, erano anche sempre molto simpatici e pronti a dare una mano al prossimo.
Con loro nacque una amicizia, Alessandro si stava specializzando in Dermatologia, Simone in Pediatria e Marco in ginecologia.
Non so, forse perché era il più abituato a parlare con le donne o forse perché le persone del sud sono sempre aperte, con Marco mi trovavo particolarmente a mio agio; era studente fuori sede che veniva da Palermo e per lui la medicina era una vera e propria passione.
Marco era un bel ragazzo, 26 anni, moro, palestrato ma non troppo, sorriso stupendo con denti bianchissimi, era sempre ben vestito e ben curato.
Notai che anche io a lui non restavo indifferente infatti, malgrado i miei 45 anni
Mi tengo molto, faccio palestra anche io in modo da essere tonica, unico neo, ho una seconda di seno, ma per il resto, diciamo che non passo inosservata.
Mi piace spesso indossare la gonna anziché i pantaloni e mettere in mostra le mie gambe, in una sorta di casta vanità femminile, tanto che talvolta mio marito mi riprende per la sua innata gelosia che, mi fa anche piacere, perché è pacata e mai invadente.
Spesso mi sono fermata a parlare con questi ragazzi, talvolta quando io o loro andavamo al supermercato ce lo comunicavamo, così da prendere il necessario anche per l’altro, senza stare a dover intasare il negozio con la presenza di più persone, visto il periodo era sempre meglio usare la cautela
Un giorno mi fermai come al solito a parlare con Marco, sfruttando le sue conoscenze mediche, perché la mia ginecologa di fiducia in quel periodo non riceveva in studio, riceveva solo casi urgenti.
Così, anche se con estremo imbarazzo, lo interpellai su una cosa “delicata”.
Nell’esporgli il mio problema, lì sul pianerottolo, diventai rossa, non era facile per me parlare di cose intime con un semplice conoscente ma, essendo medico specializzando, e contando sulla sua discrezione volli fidarmi.
Mi pareva di essere tornata adolescente, non era facile per me parlare di certe cose con una persona che non fosse mio marito.
Gli esposi il mio problema e lui molto professionalmente, mi suggerì un unguento da dare sulla mia parte intima.
Dopo una settimana ritrovai Marco all’entrata dell’ascensore, il problema non era risolto.
Marco mi prese in contropiede, propose di visitarmi. Una vampata di calore mi pervase, inaspettatamente mi sentii eccitata come non accadeva da molto tempo.
Mille dubbi, mille paure, mille voglie si scatenarono in un solo istante.
Mai prima d’ora avevo provato sensazioni simili
Agii d’impulso ed accettai, lo feci senza riflettere.
Sorrise
Mi disse che il giorno seguente era di turno di mattina, i suoi coinquilini sarebbero stati fuori tutto il giorno quindi, nel pomeriggio avrei potuto attraversare il pianerottolo ed andare da loro.
Tutta la sera mi trovai ad immaginare il pomeriggio successivo.
Avrei dovuto dirlo a mio marito? Sarebbe sicuramente stato geloso ma, in fin dei conti era un medico che mi avrebbe visitato. Si un medico bello e per il quale sentii inaspettatamente di provare qualcosa.
Seguendo questo pensiero mi accorsi di essermi bagnata sotto, di essermi eccitata inaspettatamente ed inconsciamente.
Decisi di non dire nulla a Luigi.
Marco avrebbe potuto benissimo essere mio figlio, cosa caspita stavo facendo.
La parte più coscienziosa di me mi suggeriva di non andare a quell’appuntamento mentre l’altra parte, quella più libidinosa, mi suggeriva cose pazzesche.
Mi lasciai guidare dall’idea che fosse un semplice medico e, per essere più tranquilla con me stessa, mi sarei presentata in tuta da ginnastica più comoda e meno soggetta ad illudere eventualmente il ragazzo...scoprii a mie spese che mi sbagliavo.
La notte quasi non dormii, sognavo quel ragazzo, e mi vergognavo di ciò
Il mattino mi preparai con cura, doccia, ceretta (inguine compreso) ...insomma in fin dei conti...avrei dovuto spogliarmi e volevo essere presentabile.
La mia mente era in tormento, e non solo la mente, anche il mio corpo mandava segnali...dei più inaspettati.
Guardavo l’orologio, il tempo pareva non passare mai.
Finalmente le 16, ero pronta.
Avvisai i miei che sarei uscita per delle commissioni, non si insospettirono, il mio abbigliamento “trasandato” non lasciava pensare nulla di strano ma, ignoravano che “sotto” invece avevo indossato un completino intimo semi trasparente...ero eccitatissima
Attraversai il pianerottolo e bussai delicatamente alla porta, temevo di essere sentita dai miei
Marco mi aprii quasi subito, era bellissimo, aveva indossato il camice, era molto professionale
Mi fece entrare
Gli confessai subito di essere imbarazzata da quella situazione alquanto anomala ma lui, col suo modo di fare gentile, mi mise subito a mio agio
Mi fece accomodare nella sua camera da letto “sai non ho un lettino medicale qui”, ed invitandomi a togliermi la tuta uscii per mettermi a mio agio
Avevo il fuoco a dosso
Pian piano mi levai la tuta, restando solo con l’intimo
A quel punto lo richiamai
Si pose davanti a me, e notai che il mio completino aveva già dato i suoi effetti sperati, tant’è che all’altezza dei pantaloni notai immediatamente un rigonfiamento
Anche io ero eccitata, le mie mutandine si stavano già inzuppando di umori
I miei capezzolini da sotto il pizzo trasparente si mettevano in bella mostra, impossibile per me nasconderli e per lui non notarli
Marco iniziò lentamente a palpare i miei piccoli seni, a testare se vi erano nodulini poi, con voce professionale mi intimò: “puoi togliere il reggiseno per favore”?
Arrossendo eseguii, la mia eccitazione saliva sempre più
I miei capezzoli svettavano irti come chiodi, contornati dalle mie aureole anch’esse leggermente gonfie.
Avendo un seno piccolo almeno le mie tettine stavano ancora su pensai
Lui li guardò, si riscaldò la mano con il fiato e poi, pian piano, iniziò a toccarmi i seni
Ogni carezza mi mandava brividi al basso ventre, sentivo la mia fica inumidirsi sempre più
Quando mi strizzò i capezzoli emisi un gemito tra il piacere e di dolore, e lui sorrise
“Qui va tutto bene” sentenziò
“so che ora la cosa si farà ancor più imbarazzante ma devo chiederti di togliere le mutandine” bisbigliò con voce saudente.
Io arrossii ancor di più, era la prima volta che mi spogliavo davanti ad un uomo che non fosse mio marito (avevo una ginecologa)
Mentre seguivo quel pensiero, in modo del tutto autonomo afferrai i lembi degli slip e pian piano le abbassai fino alle caviglie, per poi toglierli
Ecco, ero lì, completamente nuda, davanti ad un ragazzotto, e la cosa mi piaceva !
Sentii le sue mani posarsi sul mio monte di venere, premere alla ricerca di qualcosa e di volta in volta mi domandava se provassi dolore.
Alla mia risposta negativa proseguiva lentamente scendendo verso la mia fica ormai zuppa di umori.
“vedo che come lubrificazione ci siamo” mi disse sorridendo e mettendomi in estremo imbarazzo
“ora devo chiederti di metterti seduta sul letto, di stenderti ed allargare le gambe affinché possa ispezionarti”
Io sempre più tra l’imbarazzata e l’eccitata eseguii, mentre lui dal comodino prese uno speculum
Lo vidi cospargere quello strumento con della vasellina
Ero distesa sul letto, a gambe oscenamente spalancate con un bellissimo giovane che mi sta ispezionando la mia intimità
L’eccitazione era a mille, il mio respiro sempre più affannoso, non pensavo più né a mio marito né ad altro, pensai subito che mi sarei dovuta godere quella situazione, e lo feci
Chiusi gli occhi e mi lasciai a quel che sarebbe accaduto
Marco da prima mi toccò il clitoride, suscitando immediatamente un mio gridolino di piacere, poi pian piano si impossessò delle mie grandi labbra
Sentii lo speculum appoggiarsi alle mia piccole labbra, poi entrare delicatamente ed allargare la mia fica
Ero imbarazzata ed eccitata al tempo stesso, avrei voluto che al posto di quell’arnese ci fosse stato il suo cazzo. A quel pensiero non provai vergogna ma pura eccitazione
Una breve occhiata e sentii quello strumento pian piano uscire da me
“nulla di grave è tutto ok” sentenziò il dottorino Marco appoggiando quello strumento nuovamente sul comodino
Poi lo sentii tornare tra le mie gambe, non capivo cosa volesse fare
Lo sentii impossessarsi del mio clitoride, strofinarlo ripetutamente e con le mani stuzzicarmi anche il buchetto posteriore
Non capivo ma lo lasciavo fare
Non ci volle molto che, scoppiai in un liberatorio orgasmo
A quel punto lo sentii allontanarsi da me e riaprii gli occhi
Era in piedi davanti a me che mi osservava mentre io ero rimasta a cosce spalancate
“sei bellissima” esclamò
Mi rimisi seduta sul letto e gli sorrisi
Avevo il suo ventre davanti al mio viso
“ti puoi rivestire” se vuoi disse sorridendo, scusa se ti ho messo a disagio
Io avevo capito, anche lui mi desiderava, vedevo il suo cazzo quasi esplodere dentro i pantaloni
Senza proferir parola afferrai i suoi pantaloni, slacciando il primo bottone e poi facendo scendere la zip
Li feci calare fino alle ginocchia
“ora tocca a me visitarti” bisbigliai sorridendo
“non mi puoi lasciare così”
Marco mi osservava ma non si opponeva anche lui era eccitato
Avevo i suoi slip con quel bozzo davanti al mio viso, estrassi un pene di ottime dimensioni ma non sapevo valutarlo avendo avuto solo un uomo
Lo afferrai, pulsava nelle mie mani
Lo segai leggermente prima di estrarre la mia lingua e leccarlo per tutta la sua lunghezza
Lui tirò indietro la testa in segno evidente del piacere che gli procuravo
Aprii la bocca e, forzando, lo feci entrare tutto
Iniziai così un pompino, ne avevo fatti pochi ma improvvisai
Sentii le mani del giovane posarsi sulla mia testa ed assecondare i miei movimenti
Era durissimo, molto più duro di quello di mio marito
Non potevo lasciarmi sfuggire quella situazione
Non volevo farlo venire in quel modo
Mi staccai da quel meraviglioso arnese, presi la mano di Marco e lo feci stendere accanto a me
A quel punto mi avventai su di lui e lo baciai
Sentii le sue mani sul mio corpo ma, questa volta mi toccavano in modo diverso
Lo baciai con ingordigia, le nostre lingue danzavano, si intersecavano, si scambiavano voluttuosi segni di eccitazione
Mi staccai da lui, montando a cavalcioni
Afferrai la sua asta, facendola scorrere più volte lungo il solco della mia fica, quel cazzo pulsava di desiderio ed io non vedevo l’ora di sentirlo dentro di me così, lo puntai alla mia fica e pian piano mi impalai su quel totem
Emisi un gemito di liberazione, finalmente avevo un cazzo nella fica
Sentivo le pareti uterine aderire a quel meraviglioso arnese
Lo sentii raggiungere il fondo del mio utero, sensazioni mai provate priva mi pervasero, brividi lungo la schiena mi percorrevano dandomi scosse di piacere
Iniziai a cavalcarlo come una amazzone mentre le sue mani si impossessavano dei miei seni, stuzzicavano i miei capezzoli
Era una danza meravigliosa
Non pensavo più a nulla se non a godere, a dare e provare piacere
Mi scordai del preservativo, in quel momento non mi importava nulla di nulla, il mondo fuori non esisteva
Non so quanto andai avanti, so solo che ad un certo punto mi scostai dal mio giovane stallone
Mi misi a quattro zampe sul letto invitandolo a scoparmi da dietro
Lui non si fece pregare
Si posizionò dietro di me e, finalmente lo sentii nuovamente nel mio ventre
Mi teneva per i fianchi, ed ogni volta mi scaricava colpi di piacere
Godevo e non pensavo a nulla, non mi accorsi neppure quando, in quella posizione, Marco afferrò la vasellina che era ancora sul comodino ed era servita per lo speculum
Sentii qualcosa inumidirmi l’ano
A quel punto, in un barlume di lucidità presi coscienza
Mi voltai di colpo
“no lì non l’ho mai fatto”? Belai in modo poco convincente, quasi a pregarlo invece di farlo
Marco mi sorrise, fece scorrere un dito lungo il solco della mia schiena
I brividi mi dettero una scossa su tutto il mio corpo, e mi abbandonai al mio destino
Sentii quell’unguento sul buco del mio culetto, poi un dito farsi strada nel mio ano
“ahi” esclamai quando la falange entrò, ma Marco era ormai deciso
Sentii la cappella appoggiarsi al mio sfintere, pian piano, molto lentamente farsi strada
Un gran dolore mi pervase quando il suo cazzo superò l’anello iniziale e poi...finalmente il piacere
Mi inculava in modo animalesco, non era più il ragazzo gentile di prima, era uno stallone alla monta ed io la sua giumenta
Ma mia fica sbrodolava umori come una fontana fino a quando...mi contrassi...ecco l’orgasmo
un orgasmo mai provato prima, devastante, dirompente come lo scoppio di una bomba
urlai “vengo, vengo”
Marco prontamente mi fece girare, tuffò la sua lingua sulla mia fica, assaporando e leccando tutto il mio nettare, ed io non smettevo di venire, avevo orgasmi a ripetizione, il mio ventre si contorceva in modo incontrollato
Non mi bastava, volevo di più
Marco aveva ancora il cazzo bello dritto
Mi stesi sul letto, spalancai le cosce e lo invitai a scoparmi in quella posizione
“vieni, ti voglio dentro alla vecchia maniera, voglio vederti negli occhi mentre mi scopi”
Quel linguaggio volgare lo rinvigorì ancor di più (come se fosse possibile)
Il giovane puntò la cappella sulla mia fica e mi penetrò in modo impetuoso
Lo sentivo dentro sconquassando tutta me stessa
Guardavo i suoi occhi eccitati, lo baciamo, mi baciava i seni, mi sembrava di essere tornata giovane quando mio marito mi prendeva con la foga ormai persa
A questo giovane che avevo tra le mie cosce avevo donato anche qualcosa cui mio marito agognava ma mai aveva auto l’ardore di prendere, mi ero abbandonata a lui e mi piaceva
Godevo e facevo godere
Non so quanto sia passato, ad un certo punto lo sentii irrigidirsi, non volevo che si staccasse da me quindi, cinsi le mie gambe dietro la sua schiena trattenendolo a me
Marco cercò inutilmente di divincolarsi e...sentii la mia fica inondata del suo piacere unirsi al mio in un orgasmo all’unisono come la più affiatata delle orchestre
Marco scaricò il suo piacere nella mia fica accasciandosi sul mio corpo
Lo baciai mentre il suo sesso perdeva vigore ancora dentro al mio
E’ stato bellissimo
Riprendemmo fiato, facemmo la doccia assieme ed assieme ci scambiammo ancora piacere masturbandoci e baciandoci sotto la doccia, esplorando ancora i nostri corpi
Erano le 19, mi congedai da lui
Non avevo sensi di colpa anzi, ero felice e serena come non mai
Non raccontai mai a nessuno di noi, siamo diventati amanti e quando ne abbiamo voglia ci divertiamo assieme
La mia vita quotidiana, il rapporto con mio marito e con gli altri è notevolmente migliorato
Tante volte abbiamo fatto sesso, nei posti più svariati, per il solo gusto di provare piacere ma...questa è un’altra storia
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