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Io e mia sorella


di giov60
17.05.2016    |    86.509    |    10 9.3
"Io sono bisex convinto e quindi non faccio particolare distinzione l’importante per me è godere..."
Primi di luglio del 1981. Ho venticinque anni, mi chiamo Giovanni, da due anni frequento Francesca, amica e coetanea di mia sorella di quasi 23 anni. Lei è cotta di me, ha accettato per amor mio quanto vado chiedendole di fare e piano piano sta diventando una troietta non da poco anche se, come tutte le ragazze sue coetanee, vuole arrivare vergine al matrimonio, per cui tutto è concesso ma la figa no. Fin da adolescente ho un amico del cuore, con il quale sono cresciuto e ho goduto le gioie del sesso tra uomini. Io sono bisex convinto e quindi non faccio particolare distinzione l’importante per me è godere.
Dicevo che la mia ragazza è amica e coetanea di mia sorella. Con lei ho da anni un rapporto conflittuale ma anche complice e torbido. Come fratello maggiore mi adora e da sempre siamo uno il confidente dell’altro. Sappiamo tutto di noi e quindi lei sa del mio amico, ci ha visti insieme spesso, spesso si è anche masturbata spiandoci; è stata lei a far in modo che Francesca si mettesse con me. Ma soprattutto è lei la mia vera passione ed io sono la sua.
Da qualche anno abbiamo intrapreso una storia incestuosa dove però è lei che comanda. Ed io mi son dovuto accontentare pur di non smettere.
Il nostro giorno è la domenica mattina: i nostri genitori alle 7.30 escono per andare a messa e mamma svegliandola le chiede di cambiare le lenzuola ai letti. Sappiamo che prima delle 9.30 non rientrano mai per cui, sempre che lei abbia voglia, passiamo più di un ora sul lettone matrimoniale a godere l’uno dell’altra.
Spesso dice di soffrire di mal di schiena e sono io a doverle mettere la crema datale da dottore. Faccio la parte sostenuta dicendo che non voglio ma so che spesso è una scusa. Se la trovo con le mutandine al proprio posto devo solo spalmare la crema; se le mutandine sono mezzo abbassate posso toccarla e masturbarla; se sono giù oltre la rima delle chiappe vuole essere inculata.
Ma questo avviene saltuariamente non abitualmente mentre io vorrei fosse la norma.
Questa sera di inizio luglio 1981 è la prima in cui, come avviene da qualche anno a questa parte siamo soli in casa perché i nostri genitori sono partiti al mattino per andare a Montecatini a “passare le acque”.
Contrariamente agli altri anni però, non è venuta a stare con noi la zia zitella sorella di mamma. Ormai siamo grandi! Mamma però di è premurata di dire ad Agnese, mia sorella cosi si chiama, di tenere lontano da casa Francesca, perché altrimenti la gente avrebbe potuto parlare.
Sono da poco rientrato da un uscita con gli amici e ingoiato qualcosa mi sono messo in pantaloncini davanti alla tele per guardare Giochi senza Frontiere se non ricordo male. Poco dopo rientra Agnese che mi chiede se ho cenato dato che lei ha mangiato a casa di Francesca. Le dico di si e sento che entra in bagno.
Dopo poco eccola entrare in salotto. Ha fatto la doccia e ha i capelli ancora umidi ed indossa il suo accappatoio giallo che le arriva appena sopra il ginocchio. Si stende sul divano accanto alla poltrona in cui sono sprofondato non prima di averlo ricoperto con un telo da bagno per evitare di sudare troppo.
Mi avvedo che nello stendersi l’accappatoio si è leggermente aperto scoprendo una sua gamba fin quasi all’inguine. Lei non si ricopre, ma sembra rilassarsi, come se fosse già in un dormiveglia. Il mio cazzo alla vista della coscia si inalbera e inizio a scrutare per vedere se indossa le mutandine o è nuda sotto. Dopo pochi istanti di scrutamento che non fa altro che aumentare la mia già visibile eccitazione, tanto per provare mi tiro fuori l’uccello abbassando l’elastico del pantaloncino.
So che mi può vedere. Ma da parte sua nessuna reazione.
Allungo allora la mia mano e le sfioro la coscia. Ancora nulla da parte sua. Scosto allora lentamente il lembo dell’accappatoio e mi appare il pelo biondo della sua figa. Al culmine delle sue piccole labbra ben visibile il suo clitoride. E’ eccitata ma, come se dormisse, non fa una mossa.
Inizio una lenta masturbazione e piano piano le allargo le gambe quel tanto che basta affinché la luce dello schermo tv le illumini la figa in tutto il suo splendore.
Lentamente la mai mano l’accarezza le labbra e il serico vello. Adesso deve reagire, penso. Ancora nulla. Mi accingo allora a sciogliere il nodo della cinghia che lega l’accappatoio e lo faccio lentamente. Al termine questo si apre mettendo in mostra il seno, una seconda scarsa, ma con due capezzoli che la dicono lunga sul suo stato.
La mia mano vaga dalla figa alle tette per tre volte. Poi di scatto si alza. Ha lo sguardo umido e lascivo, mi fissa dall’alto in basso.
Allunga la sua mano sul mio cazzo e prima lo carezza poi lo afferra.
“Dai stronzo d’un fratellino, vieni!”
Mi tira su ed io come un automa la seguo al guinzaglio. Entriamo in camera dei nostri genitori. Il letto è scoperto e con un telo sopra: ha preparato tutto la ragazza!
Si fa scivolare l’accappatoio dalle spalle e si stende sul letto a gambe aperte.
“Dai fratellino fammi tua e fai cornuta Francesca!”
Mi posiziono fra le sue gambe e le dico che per me è la prima volta.
“Anche per me stronzo, ma è cosi che deve essere.”
Quando mi chino a baciarle la figa mi accorgo che non è necessario per quanto è bagnata, ma passo qualche minuto ad assaporare il suo dolce nettare. Infine con molta cautela ma altrettanta decisione affondo nel mio desiderio più inconfessabile ma anche il più dolce.
Nessun dolore, solo una piccola striscia rossa nei suoi umori, tanto calore e passione.
Non ho scopato mia sorella, ho fatto l’amore con lei e lei con me.
Saranno state le 23.00 quando squilla il telefono. Rispondo dall’apparecchio del comodino sapendo che è Francesca che mi chiama. Agnese mi sta succhiando il cazzo, mentre dall’altra parte del filo la mia ragazza, come spesso accade a quell’ora di note, si sta masturbando e vuole sentire la mia voce. Le dico cosa sto facendo e lei, credendo che parlo cosi per eccitarla, mi risponde a tono, si eccita ancora di più a sentire il racconto incestuoso che le illustro mentre Agnese fa veramente quello che dico. Godo per la seconda volta contemporaneamente alla cornuta mia ragazza mentre affondo nel culo di mia sorella che mi sta cavalcando da par suo.
Per tutta l’assenza di mamma e papà abbiamo vissuto una storia di sesso sfrenato.
Sembrerà strano ma in seguito ho scopato con mia sorella solo altre due volte: La prima qualche anno più tardi, a casa sua mentre Francesca mi aspettava in macchina e lei sempre in accappatoio e con sua figlia che dormiva nella culla, appoggiandosi al tavolo della cucina sul quale avevo messo un cesto di frutta, aprendosi l’indumento mi ha detto: “Me la dai una botta veloce veloce?” ; la seconda, sempre una sveltina, al matrimonio di un parente tra una portata e l’altra del pranzo di nozze mentre mia moglie e suo marito erano con gli sposi a far loro le foto al mare.
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