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Mia sorella ed io - 1a parte


di giov60
20.12.2017    |    79.205    |    8 9.6
"Quel venerdì nel pomeriggiol'auto di papà non aveva ancora svoltato in fondo alla strada che mia sorella già mi palpava il cazzo sull'uscio di casa..."

Questa è una storia vera non fatta di episodi fantasiosi creati proprio per eccitare ma una vera semplice storia di vita.
Sono passati tanti anni dall'inizio ma ogni sensazione e ricordo è vivo e presente in me come anche in mia sorella.
Tutto è iniziato quando, come tanti fanno, si giocava al dottore e l'ammalato. Poco più che bambini, iniziava dentro il nostro coorpo una certa trasformazione che si traduceva anche in curiosità. A volte la curiosità si cercava di soddisfarla chiedendo a mamma e papà, oppure ad un amichetto o ad un'altra persona di cui ci si poteva fidare, altre volte si cercava di soddisfarla invece con chi avevi più vicino a te e, come te, cominciava ad farsi le stesse domande. Siamo animali evoluti, ma pur sempre animali e l'istinto ce l'abbiamo anche noi.
Così il caso volle che io e mia sorella, più giovane di me di tre anni, iniziassimo ad esplorare i nostri corpi reciprocamente, senza malizia e senza desideri perversi, visto che in quegli anni vivevamo all'ingresso del paese in una casa isolata e che i nostri genitori gestivano un negozio in centro.
L'esplorazione dei nostri corpi ci portò ad avere delle risposte e da queste risposte nacque il germoglio di quella che in seguito divenne una vera e propria passione. Scoprire il proprio corpo e quello dell'altro ci fece anche prendere coscienza della nostra fisicità e delle nostre voglie, all'inizio sopite ma, nel giro di qualche mese, sempre più potenti ed accattivanti. La nostra fantasia iniziò a crescere e fummo bravi a tenere segreto questi nostri giochi per almeno tre anni durante i quali le nostre reciproche carezze e i nostri baci divennero sempre più presa di coscienza delle nostre voglie sessuali e della reciproca attrazzione. Certo non disdegnavamo le attenzioni che, nel frattempo, ricevevamo anche dai nostri amici e amiche che frequentavamo, anzi spesso poi ne parlavamo tra di noi, durante i nostri incontri pomeridiani o notturni. In quegli anni nacquero amicizie molto forti e anche intime e non ci siamo certo tirati indietro nelle nostre reciproche conoscenze con l'altro e, anche, con il nostro stesso sesso. Infatti sia io che mia sorella abbiamo vissuto diverse esperienze di “innammoramento” con nostri coetanei del sesso opposto, ma anche, e sono state quelle migliori, con amici del nostro stesso sesso. Questo ci ha portati ad essere aperti a esperienze a tutto tondo, cosa che ci ha fatto vivere una bellissima ed intensa vita sessuale.
Dai primi giochi quasi innocenti siamo passati alle carezze intime, poi alla bocca per i primi baci e all'uso della lingua per entrare sempre più in intimità. Fino ai miei 18anni, le incursioni notturne in camera mia di mia sorella e le mie nella sua camera erano quasi all'ordine del giorno. Ci bastava un'occhiata per capire se era il caso e chi avrebbe dovuto andare dall'altro. Se ero io ad andare da lei sapevo che l'avrei trovata che faceva finta di dormire e avrei dovuto infilare la mia mano sotto le coperte perchè si destasse e, facendo finta di non volere, avrebbe però allargato le gambe perchè la leccassi fino a quando lei mi avrebbe preso la testa per tenerla ferma quando era il momento di godere. Se era lei a venire in camera mia io dovevo farmi trovare con il cazzo ben duro in mano e invitarla, chiamandola “zoccoletta”, a prenderlo in bocca fino a quando le avrei dato da bere come era giusto fare. E devo dire che fin dalle prime volte sia io che lei non avevamo avuto nessuna remora a ricevere in bocca il nostro rispettivo piacere. Durante il giorno invece, quasi sempre il gioco preferito era quelo della provocazione reciproca. Quando lei, ad esempio, aiutava mamma nelle faccende domestiche faceva sempre in modo da dover, prima o poi, dare una pulita alle scale; quando era li mi chiamava con una scusa e io, che arrivavo dal piano inferiore, potevo sempre ammirarla senza lo slip o chinata a fa bella mostra del suo sedere. Oppure con lei che si faceva trovare con l'asta della scopa tra le gambe come a masturbarsi. Spesso ci si eccitava quando ci raccontavamo le nostre esperienze con i nostri amorazzi giovanili e questo era causa di una reciproca masturbazione lei sul letto a gambe larghe e in bella mostra io seduto alla scrivania con i pantaloni scesi e il mio uccello in mano.
Quando eavamo in compagnia dei nostri amici del cuore invece nessuno dei due interferiva con l'altro in modo tale da poter tranquillamente passare dei bei momenti di omosessualità: certo dopo ci si raccontava tutto con relativa eccitazione.
Durante l'estate quando si era al mare, spesso lei mi chiedeva di andare dal bagnino ad affittare il “moscone” ma quello senza il sedile in modo tale da poter prendere il sole liberamente in alto mare. Ed erano ore splendide con lei che appena salita si stendeva davanti a me che dovevo remare. Appena ci si allontanava un po' dalla riva iniziava ad accarezzarsi e a scostare lo slip del costume per farmi vedere alla luce del sola la sua fighetta con i primi peli poi allungava le gambe sul mio cazzo in tiro costretto nel costume. Poi si toglieva il costume e godeva del calore del sole sulle tette piccole ma ben disegnate e sulla figa spalancata.

Eravamo prossimi al suo 15esimo compleanno che cade a fine maggio e quando le chiesi cosa volesse per regalo lei guardandomi con unosguardo carico di dolce complicità mi rispose che avrei dovuto sapere cosa preferiva come regalo. Voleva essere fatta donna ed ero io che dovevo rendercela. Fui molto turbato in quella occasione perchè, per quanto desiderassi la cosa anche io, non mi sarei mai aspettato che me lo chiedesse cosi sfacciatamente e al compimento solo dei quindici anni. E siccome ero bravo anche a metterlo dietro, voleva pure il servizio completo! Ma siccome i nostri genitori non ci lasciavano mai abbastanza soli pensai che tutto fosse solo un altro modo per eccitarmi.
Ed invece dieci giorni dopo il suo compleanno che festeggiammo in famiglia prima e con gli amici poi in una festicciola dove diverse sue amiche mi si strusciarono addosso con fare voglioso a riprova che, nonostante fossi un timido, forse attiravo più di una attenzione da parte del sesso opposto e dove lei non si negò a nessuno dei suoi spasimanti presenti con fugaci toccatine e baci non proprio casti in bocca a diversi ragazzi, fummo messi a parte della notizia che ci aprì le porte alla speranza: mamma e papà andavano fuori regione per un matrimonio e ci avrebbero lasciati soli per un intero fine settimana, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera.
Due interi giorni e due intere notti solo per noi!!
Quello che non capivo era come mai i nostri genitori non si fossero accorti di quanto accadeva praticamente sotto i loro occhi, ma mi sbagliavo.....
Contammo i giorni. Già il giovedì pomeriggio rifiutai di vedermi con il mio amico del cuore che mi avrebbe spompato con la sua bocca e il suo culetto che mi facevano impazzire; volevo essere pronto alla due giorni con lei e non desideravo altro. Il venerdì mattina la sorellina baciandomi in bocca dopo avermi fatto vedere che si era completamente depilata la figa vergine per “sembrare più innocente possibile”, mi aveva anche detto che aveva invitato per il sabato sera anche la sua amica del cuore per una pizza.
Il mondo mi era crollato addosso: mai avrei pensato che mi sarei dovuta sorbire quella ragazzina, che aveva si la stessa età di mia sorella ma era anche magrissima e non dimostrava affatto 15 ma semmai 12 anni per di più petulante. L'unica cosa bella che aveva quella ragazzina era il viso, dolcissimo e con due labbra splendide fatte apposta per i pompini....., per il resto era una scopa vestita. Era figlia di una donna molto benestante ma lasciata dal marito anni addietro dopo appena tre anni di matrimonio per recarsi all'estero per lavoro. I soldi arrivavano puntualmente ma lui non si fece più vedere. Donna bella ma troppo riservata, almeno cosi si diceva in paese dove la si vedeva raramente uscire, solo per la spesa e per andare a Messa e con questa figlia che pure lei faceva una vita da reclusa se si escludeva il tempo per la scuola, la Messa e mia sorella appunto.
Comunque una scocciatura per casa, proprio quando ce la potevamo spassare liberamente!
Ma come per i miei genitori anche in questo caso non avevo capito nulla, ma si sa noi maschi a volte lasciamo che a pensare sia solo la testa più in basso che abbiamo.
Quel venerdì nel pomeriggiol'auto di papà non aveva ancora svoltato in fondo alla strada che mia sorella già mi palpava il cazzo sull'uscio di casa. Mamma ci aveva già preparato da mangiare per tutto il tempo della sua assenza per cui il nostro unico pensiero era: sesso!!
Chiusa la porta di casa lei andò a chiudersi nel bagno pricipale di casa lasciando a me quello di servizio.
Dopo mezz'ora ero pronto lavato e profumato alla bisogna e attendevo in camera mia che la mia bella sorellina uscisse dal bagno. Passata un'altra mezz'ora mi sento chiamare e mi avvio al seguito di quel richiamo. Proveniva dalla stanza da letto dei nostri vecchi. Socchiusa la porta vidi mia sorella distesa sul letto di mamma e papà con addosso un completo bianco di mutandine e reggiseno in pizzo e, per la prima volta indossava reggicalze e calze anch'esse bianche. In tutto questo candore quasi stonava il fatto che fosse a gambe dischiuse e che la sua mano sinistra accarezzasse il suo pube mentre la destra mi faceva cenno con il suo dito indice di avvicinarmi. Aveva avuto l'accortezza di stendere sul letto un grande asciugamano anch'esso bianco per evitare poi di dover cambiare, eventualmente, le lenzuola.
A quel tempo non c'era il cellulare per cui eravamo isolati dal mondo e solo il telefono avrebbe potuto disturbarci ma dato che per arrivare in Toscana, dove mamma e papà erano diretti, ci sarebbero volute non meno di quattro ore, fino all'ora di cena non avevamo altro modo di essere disturbati.
Non fu una scopata incestuosa, furono invece ore di amore fraterno all'ennesima potenza.
Salito sul letto ci siamo abbracciati e baciati dolcemente per diversi minuti, poi le nostre mani hanno iniziato a scorrere sui nostri corpi eccitati togliendo lentamente quello che era di troppo: slip e reggiseno mentre al loro posto sono rimasti il reggicalze e le calze.
La figa era, come già sapevo, completamente depilata e forse per questo sembrava ancora più gonfia mentre la rosellina del sedere era chiaramente di un rosa intenso, come se qualcosa o qualcuno l'avesse manomessa. Infatti, quando con la lingua dopo un lungo peregrinare, partendo dalle assetate labbra, poi scendendo sul collo, passando per i capezzoli duri ed irti che chiedevano solo di essere succhiati, leccati e mordicchiati a lungo, soffermandomi prima sul bellissimo olbelico finalmente giunto alle labbra umide del suo fiore virginale, ancora per poco, prima mi sono dissetato per qualche minuto dalla sua fonte della vita per poi passare al fiorellino posteriore che la punta della mia lingua ha forzato con estrema facilità segno che lei ci aveva lavorato mentre era dentro la vasca in bagno. Nel mentre la sua bocca aveva preso possesso del mio uccello per un primo sorso di nettare. Io non volevo, ma lei dolcemente mi disse di lasciarla fare, sarei durato di più dopo! Ma chi l'aveva informata cosi dettagliatamente su come comportarsi?!?!
Infatti ci mise poco a farmi gordere nella sua bocca che subito dopo posò sulla mia in modo tale da farmi gustare il sapore del mio piacere e per gustare lei il sapore dolcissimo del suo sesso ancora inviolato.
Dopo due coccole ero di nuovo pronto all'azione e che azione!!
Mi fece mettere tra le sue gambe e preso in mano il mio uccello duro ed eretto da farmi male se lo passò, come eravamo già soliti fare, più volte tra le labbra umide, direi bagnate, della sua bellissima figa gonfia dal piacere da cui si ergeve prepotente un clitoride pronunciato a mo' di cazzetto che ben conoscevo per averlo più e più volte succhiato a lungo. Poi il mio cazzo si diresse autonomamente verso il luogo del piacere più profondo e, guardandoci negli occhi, mi disse di essere deciso ma dolce. Non fu difficile perchè non fu un atto violento ma di dolce mascolinità guidata solo da un grande amore. Lentamente ma inesorabilmente affondai nella carne che fino a quel momento più avevo desiderato da tre anni a questa parte. Avvertii solo un piccolo ostacolo che si fece da parte in un attimo. Ero ed era anche lei in Paradiso. Sentivo il calore del suo corpo attorno al mio uccello e lei era piena della mia possenza. Sono momenti che non si dimenticano mai!
Dopo poco, anche per controllare se c'era il tanto decantato sangue lo estrassi: solo un leggero rossore molto diluito era presente. Nemmeno la tovaglia si macchiò, segno forse che la cosa era voluta ed attesa. Certo la sua figa era molto stretta e direi addirittura prensile perchè esercitava sul mio uccello come un massaggio. Devo essere sincero, non durai molto nonostante avessi già goduto poco prima. Come da copione fui costretto ad uscire per non combinare guai: questo fatto era già a conoscenza di entrambi. Le venni sulla pancia e poi leccai il mio piacere per portarlo alla sua bocca assetata. Pensavo fosse trascorsa qualche ora, invece non era passata che un'ora da quando ci eravamo coricati, ma a diciotto anni con a fianco una quindicenne focosa si fa presto a tornare pronti all'uso perchè entrambi non eravamo ne sazi ne stanchi. Qui mia sorella mi sorprese di nuovo. Aprì un cassetto del comodino e ne tirò fuori un preservativo, che io, pur avendone sentito parlare, non avevo mai visto. Ruppe la confezione e con una certa bravura me lo infilò. Mi disse che adesso voleva sentirsi una puttana e le puttane vanno scopate, disse proprio scopate, così!
Bhe quella fu proprio una scopata...durai da potermene vantare con i posteri e la appellai proprio come aveva voluto che la chiamassi “PUTTANA”. Mi disse che da allora in poi da me voleva essere desiderata e chiamata solo così. A dire il vero ci rimasi male abbastanza: le volevo bene, eravamo complici e felici, zoccoletta mi piaceva chiamarla ma era un vezzeggiativo mentre puttana mi sembrava offensivo. Lei mi rassicurò che erano mesi che voleva la chiamassi così e che nulla cambiava tra noi. Non aveva intenzione di smettere con me, anzi! Ma voleva, diciamo cosi, la libertà di farsi chiamare amore da un'altro uomo, anche se io sarei rimasto per sempre il “suo” uomo. Si era fatta ora di cena e, puntualmente, arrivò la telefonata da parte di mamma. Ci disse che erano felicemente arrivati a destinzione e ci chiesero se tutto filava per il meglio io risposi la verità, che tutto era al meglio. Mai la pia donna avrebbe potuto immaginare! Poi mi chiese di passarle la sorellina non più vergine e, come da prassi iniziò una conversazione fitta fitta a cui non diedi importanza. Finita la chiacchierata telefonica tra madre e figlia, o meglio finiti i gettoni alla genitrice, allora i telefoni pubblici andavano a gettoni, la sorellina mi annunciò che voleva uscire per mangiare un boccone in un osteria nel paese vicino per vedere che effetto le facesse andare in giro con la figa aperta!
Avevo la patente da pochi giorni ma la macchina no, se l'era portata papà per cui dovemmo andare i giro con il mio vespino e lei si era agghindata proprio per non passare inosservata. Nulla di trascedentale, ma per il posto e il tempo era già abbastanza per essere “chiacchierata”: Non aveva tolto le calze anche se eravamo ai primi di giugno, e la gonna era troppo corta per nascondere le belle gambe e la camicetta era troppo scollata per nascondere il fatto che non indossasse il reggiseno.
In osteria dove prendemmo solo un primo e il dolce tutti la guardavano con desiderio perchè seduta al tavolo si intravvedevano le balze delle calze e lei sovene accavallava e scavallava le gambe. Mentre ero al primo cucchiaio del dolce e lei aveva il cucchiaio sulle labbra dopo aver assaporato il primo boccone mi disse che era tutta fresca sotto perchè si era dimenticata di indossare le mutandine. Dovetti portare le mani sul mio inguine per nascondere la supersonica velocità con cui mi si era rizzato il cazzo e dovemmo aspettare più di qualche minuto per alzarci dal tavolo perchè, per quanto facessi, la mia erezione era troppo visibile. Lei rise molto del fatto e continuava a leccare quel maledetto cucchiaio manco fosse il mio cazzo che men che meno a quel vedere voleva tornare a star buono fra le mie gambe.
Comunque alla 22,30 eravamo di nuovo sotto casa con lei che per tutto il tragitto di ritorno non aveva trovato miglior appiglio del mio uccello, e meno male che era notte inoltrata e nessuno ci poteva sgamare.
Il suo culetto era nelle mie mire e lei salendo le scale di casa me lo ricordò sculettando come una navigata puttana. Anzi a metà scala si fermò un attimo e, preso tra le mani il lembo della gonna la alzò quel tanto da farmi constatare che era veramente senza mutandine e che un rivolo umido le bagnava l'interno coscia segno evidente della sua eccitazione. L'afferai per il bacino e me la sarei fatta li sul posto se lei con fare malizioso mi disse che non era a modo che due sposini consumassero li: c'era il letto per queste cose e divincolandosi corse su per la rampa fino alla porta dela camera a letto e di corsa entrò. La trovai a quattro zampe sul letto con il culo in bella vista e con lei che mi avvisava che adesso il preservativo non serviva e che voleva essere allagata come con un clistere.
Con calma mi tolsi i pantaloni e mutandine, buttai la maglietta sulla sedia e mimando il toro infuriato mi avvicinai a lei. La mia lingua andò subito verso la rosellina del culo che lei intanto teneva aperto allargandosi le chiappe sode. Aveva cosi voglia che venne solo con la mia lingua dopo nemmeno tre minuti che la leccavo...e a leccare il culo ero bravo, con la stessa tecnica facevo sborrare il mio amico del cuore molto spesso.
Mentre lei si afflosciava sul letto dopo aver goduto ma con lo sfintere pronto e recettivo le infilai sotto il ventre un bel cuscino in modo tale da lasciare sollevato il bacino quel tanto da rendere agevole l'inculata. Mi misi sopra di lei e subitamente le feci sentire il cazzo sul buco del culo. Mugolò, di nuovo mugolò ma non disse nulla di intellegibile cosi senza por tempo in mezzo iniziai a penetrarla lentamente : affondavo un po' e mi ritraevo, poi riaffondavo un po' di più e subito marcia indietro, poi ancora, sempre più a fondo. Dopo quattro o cinque su e giù la mi cappella aveva oltrepassato l'orbicolare dell'ano. Eravamo solo all'inizio. Lei mugolava più assente che partecipe. Dopo aver lasciato qualche secondo le cose cosi, tornai ad estrarre la cappella per poi affondare ancora un po'. Stavo appunto spingendo di nuovo quando lei, improvvisamente, tira su il bacino come a favorire il mio fare e con un grugnito misto di dolore e soddisfazione si impala fino ai coglioni con un colpo solo. Anche il mio bacino è in fase di spinta a cosi rimane per qualche secondo poi faccio per tornare indietro ma lei mi supplica di non muovermi fino a che non le fosse passato il fastidio. Disse proprio fastidio non dolore... aveva il culo da inculata!! Passati dieci secondi mi disse di non rimanere impalato e di iniziare a farla urlare come facevo urlare mio mio amico quando lo inculavo... voleva sentirsi frocia!!! Le dissi che le donne che lo prendono in culo non sono frocie sono donne al 110 per cento!! Quella fu la più bella inculata che avevo mai fatto fino ad allora. E la cosa sorprendente fu che riuscimmo a godere insieme e in quei momenti il suo ano mi strinse cosi forte da farmi male ma l'urlo di soddisfazione nel sentire riempirsi l'intestino della mia sborra, quello lo ricorderò per sempre. Ci addormentammo così uno dentro l'altra e solo dopo oltre un ora riuscii a sfilarle il cazzo dal culo e ci recammo in bagno per darci una rinfrescara non senza prima esserci baciati profondamente e con gusto.
Era passata l'una di notte quando, abbracciati, ci lasciammo trasportare nel più dolce dei sonni.
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