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Amici di famiglia parte 4


di bisexpassivissimo
24.11.2020    |    10.806    |    10 9.6
"Carlo non sentiva niente, ormai lo avrebbe infilato tutto, arrivò lentamente alle palle, e si fermò guardando fiero il culo che aveva fatto sparire il..."
Appena sentì il rumore delle chiavi nella porta Gabriele sfilò il proprio cazzo dal sedere dell’amico, si tirò su pantaloni e mutande e si dileguò ad una velocità impressionante andando in camera e chiudendosi la porta alle spalle. Matteo non fu altrettanto reattivo, rimise solo a posto il perizoma nascondendo il pene eretto (che si ammosciò subito per la paura), ma restò impalato davanti al tavolo della cucina. Dalla porta entrò quindi il padre di Gabriele, il signor Carlo, un uomo di 48 anni, con ci capelli nerissimi e ricci, gli occhiali da vista, un fisico magro asciutto e slanciato e un pizzico di barba incolta. Guardò in direzione di Matteo con espressione stupita ed arrestando il suo passo, gli occhi erano concentrati sulle gambe nude e depilate del ragazzo che finivano in un paio di mutandine femminili.
“Bentornato, ha preso la cena?” provò a rompere l’impasse il ragazzo
“si…è qui..” rispose ancora stupito Carlo “ma come sei vestito?” chiese poi, non poteva proprio far finta di niente.
Matteo era molto imbarazzato, non aveva scuse pronte e valide, ed in quel momento era solo contento di non essere stato visto mentre era a pecora con un cazzo nel culo. Abbassò lo sguardo come a ricordare di avere indosso un perizoma, tanto se lo sentiva naturale addosso, e rispose sinceramente: “beh vede, ho scoperto un po’ di tempo fa di essere attratto dal mio stesso sesso, si insomma sono gay, ma non lo dica ai miei, la prego” Sentiva le lacrime riempirgli gli occhi, era la prima volta che faceva outing con un adulto, e l’adulto in questione poteva rivelare tutto ai suoi genitori mettendolo in imbarazzo e mettendolo in una situazione spiacevole. “Ok, credo lo sappiano già, comunque non mi hai risposto su perché indossi quelle mutande”. Matteo congiunse le mani davanti al pacco che le mutandine semi trasparenti lasciavano intravedere e si voltò di spalle imbarazzato “mi ci sento a mio agio” rispose mentre si sentiva paonazzo. Voltandosi diede modo al signor Carlo di vedere il retro dell’intimo, capendo così che era un vero e proprio perizoma femminile e notando le chiappe sode e lisce che lo sostenevano. La visione provocò una reazione al suo basso ventre, sentì il proprio pene che cominciava a reagire a quella vista desiderando di entrarvi proprio come fossero natiche femminili.
“beh comunque non è il caso che ci giri qui dentro…e preferisco tu non dorma con mio figlio, starai sul divano.” Questo fu quello che riuscì a dire pensando al fatto che il proprio figlio potesse essere indotto in tentazione da quel culo come ci si stava sentendo lui in quel momento. “Ora mettiti qualcos’altro che tra poco ceniamo”. Matteo andò triste ed avvilito in camera raggiungendo Gabriele, si mise un paio di pantaloni della tuta, e spiegò all’amico che erano salvi ma che non potevano più dormire nella stessa stanza. Gabriele era solo sollevato dalla prima parte della notizia, non gli importava più di scopare dopo lo spavento che si era preso e pensava solo al fatto che avrebbe potuto far finta di niente col padre e continuare ad avere lo stesso rapporto di sempre.
La cena passò tranquilla, Matteo non aprì praticamente la bocca, Gabriele chiacchierava col padre e guardava la tv ancora sollevato dal pericolo scampato e Carlo continuava a pensare alla propria reazione di fronte ad un sedere maschile depilato, non gli era mai successo e non capiva perché stavolta era diverso, non gli piaceva avere questa reazione ma sentiva ancora che il proprio cazzo non era tranquilla ed aveva voglia. Dopo cena Gabriele lavava i piatti, mentre Matteo preparava il divano per poterci dormire la notte, era ancora molto triste per essere stato beccato col perizoma (che non aveva ancora tolto) ed in più si sentiva anche deluso sul non aver potuto finire quella che molto probabilmente sarebbe stata l’ultima scopata con l’amico. Dopo un’oretta e mezza di tv andarono a letto ognuno nella propria stanza tranne Matteo che rimase lì sul divano, aspettò qualche minuto poi si alzò, aveva di nuovo voglia di cazzo e doveva trovare qualcosa da infilarsi nel culo per placarla, andò prima in bagno ma non trovò spazzole o altri oggetti cilindrici, poi in cucina ma neanche lì trovo oggetti che lo potessero soddisfare, poi la sua attenzione fu colta dalle racchetta da sci che ognuno di loro lasciava all’ingresso vicino alla porta dell’appartamento. Le guardò e la sua mente cominciò ad elaborare il concetto che l’impugnatura nera di ognuna di esse potesse proprio somigliare ad un bel cazzo nero anche se non lungo, sorrise contento e ne prese una di quelle del signor Carlo che essendo più alto le aveva più lunghe. Era inoltre arrabbiato col padre dell’amico per avergli tolto il cazzo dal quale si faceva scopare e perciò vedeva l’usare la sua racchetta come una sorta di ritorsione per la privazione di piacere anale. Si mise sul divano-letto, prese il lubrificante che aveva nel beauty case e cosparse la maniglia, abbassò il pigiama, spostò il perizoma e, finalmente se la spinse dentro mentre stava supino e gambe larghe. Gabriele si addormentò subito nel proprio letto ora divenuto molto più largo e comodo visto che non era più occupato dal suo amico; il signor Carlo d’altro canto era ancora sveglio e guardava il soffitto toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni del pigiama per la voglia repressa che aveva, era da un po’ che non scopava e non si sentiva così desideroso di svuotarsi le palle, era passato ancora più tempo da quando si era masturbato l’ultima volta. Sentì all’improvviso dei passi scalzi andare verso il bagno, il rumore di cassetti che si aprono e chiudono, e nuovamente passi che uscivano in direzione sala, smise di toccarsi e si mise seduto sul letto per ascoltare meglio, i passi ora erano forse in cucina e si sentivano nuovi cassetti sbattere. Si alzò allora in piedi e si avvicinò alla porta chiusa della stanza, sentì i passi fermarsi poi riprendere velocemente avvicinandosi alla sua posizione ed infine cessare sentendo il divano che tornava ad accogliere il corpo del ragazzo che vi avrebbe dovuto dormire. Matteo si stava infilando a ritmo veloce la racchetta nel culo godendosela molto e immaginava nel frattempo di farsi scopare da un uomo grande, grosso e dotato. Carlo aprì lentamente la porta della stanza per verificare cosa stesse succedendo in salotto e rimase subito esterrefatto da quello che vide; anche con la luce soffusa si riusciva a vedere Matteo intento ad infilarsi qualcosa di lungo nel sedere. La mascella gli cadde dalla sorpresa, sentì nuovamente il proprio pene gonfiarsi velocemente e con voglia assurda, tornò verso il comodino lentamente e si mise gli occhiali che vi aveva appoggiato sopra, tornò a sbirciare e stavolta mise a fuoco meglio notando che il ragazzo indossava ancora il perizoma su quel culo liscio da fottere e che la cosa che lo stava penetrando era la sua racchetta da sci. La cosa non lo fece arrabbiare ma non riuscì più a resistere, liberò il cazzo dalla morse di pigiama e mutande ed iniziò a masturbarsi guardando Matteo che sembrava proprio godere. Il ragazzo stava godendo nonostante le dimensioni non eccelse dell’impugnatura della racchetta, volle cambiare posizione mettendosi a pecora e spostandosi notò la porta del signor Carlo aperta, si tolse allora la racchetta dal culo e si mise seduto cercando di vedere nello spiraglio se il padre dell’amico avesse visto e sentito tutto. Il cuore pompava forte e lo spavento era tanto, non riuscì a vedere nulla quindi si alzò per avvicinarsi e chiudere la porta così da poter tornare a fare quello che faceva. Carlo era in preda al panico, il ragazzo sembrava non averlo visto quindi rimase immobile per cercare di non attirare la sua attenzione, ma poi quello si alzò e si avvicinò quindi fu costretto a rimettersi il cazzo a posto. Matteo si avvicinava piano alla porta, sentì un rumore soffuso che non riuscì ad identificare ma poi, con gli occhi abituati al buio, riuscì ad identificare il signor Carlo dietro la porta. Trasalì e disse “mi ha fatto prendere un colpo, che stava facendo?”
“ti ho visto”
“visto cosa?”
“ti infilavi nel culo la mia racchetta indossando ancora quel perizoma”
Matteo faceva il finto tonto, Carlo faceva l’arrabbiato, ma in realtà entrambi avevano voglia di scopare e cercavano di mascherarlo anche se tutti e due erano imbarazzati.
“ti avevo detto di non indossarlo più qui, vuoi che parli coi tuoi?” chiese Carlo.
Matteo si guardò intorno e poi entrò nella camera dell’uomo. implorando “la prego non lo dica ai miei, non sono ancora pronto, mi stavo solo masturbando, non c’era nessuno…”
“c’ero io e ti ho visto, oltretutto con la mia racchetta, non posso passarci sopra”
“no no, era la più grande, per questo io…” si portò le mani alla bocca, forse aveva detto troppo “la prego, per favore” continuò ad implorare mettendosi in ginocchio. Carlo aveva il cazzo di nuovo durissimo, quelle parole non facevano altro che aumentargli la voglia di scopare quel ragazzo che ora aveva in ginocchio proprio di fronte al proprio pene duro. Si controllò ed accese la luce della stanza “esci, glie lo devo dire” disse cercando si pensare a far ammosciare il cazzo e non guardando il ragazzo. “Se mi ha visto perché non mi ha interrotto? Sono io che ho notato la porta aperta, lei non mi ha detto niente..” disse il ragazzo lucidamente.
“beh… stavo aspettando il momento giusto”
Solo allora Matteo notò il grande rigonfiamento che aveva di fronte, sembrava davvero grosso e gli fece tornare la voglia di scopare, anzi di farsi scopare. “Non sarà che le piaceva quello che vedeva?” chiese allungando le mani verso il pacco dell’uomo che si scanzò all’indietro. “che cazzo fai? Non mi toccare checca”
“lo vedo che è duro anche se mi chiama checca, se non lo dice ai miei le faccio un pompino…” Matteo vide una scappatoia soddisfacente sia per i suo genitori sia per le sue voglie “…con ingoio” aggiunse guardando la protuberanza. Carlo non disse nulla, era stanco di resistere e fingere, si abbassò semplicemente il pigiama e le mutande, ne balzò fuori un cazzo grosso e duro, la cappella rossa scura aveva una goccia di precum in cima. Matteo balzò letteralmente a bocca aperta come una leonessa a caccia, se lo mise in bocca ed iniziò a succhiare, il pisello era sicuramente il più grosso mai visto e faticava ad infilarselo in bocca, riuscì ad arrivare a metà e poi ebbe un conato, sbavò copiosamente sul glande poi fu spinto nuovamente a succhiare. Carlo glie lo spingeva in gola con furia, stavano venendo fuori le sue settimane senza sesso e la sua frustrazione ed ora aveva finalmente la possibilità di lasciarsi andare con una giovane troia. Matteo si sentiva avvampare dalla voglia, si staccò dal cazzo facendo colare ancora saliva, si tolse il pigiama e rimase in perizoma tornando a pompare aiutandosi con la mano destra. Carlo si mise sdraiato sul letto finendo di togliersi pantaloni e mutande e reggendosi il cazzo grandissimo mentre guardava il ragazzo spogliarsi, desiderava quel culo e ormai tanto valeva approfittare. “Non mi basta il pompino, te lo voglio mettere nel culo se vuoi che non lo dica ai tuoi” Matteo non si fece cogliere impreparato “perfetto” disse, poi si mise a 90 sul letto ed appoggiò la faccia al materasso “è tutto suo”. Carlo si piazzò dietro a quel culo così femminile, lo accarezzò, scostò l’elastico tra le natiche e spinse il pollice nell’ano del ragazzo, entrò molto facilmente, cambiò dito mettendo indice e medio dentro mentre sentiva gemere Matteo. Aveva il cazzo che era duro da fargli male, quindi lo indirizzò verso il buco, appoggiò la cappella e spinse leggermente, stavolta la resistenza era maggiore vista la circonferenza maggiore, riuscì ad entrare e sentì il culo che gli avvolgeva il pisello, continuò ad infilarlo mentre Matteo diceva di fare piano e mordeva le lenzuola. Carlo non sentiva niente, ormai lo avrebbe infilato tutto, arrivò lentamente alle palle, e si fermò guardando fiero il culo che aveva fatto sparire il proprio membro. A quel punto iniziò a scoparlo sul serio prima lentamente e poi ferocemente con Matteo che sobbalzava continuando a tenere le lenzuola in bocca per non far sentire i propri gemiti e mugolii nell’altra stanza. Cambiarono poi posizione, Matteo prese a cavalcare il cazzo grosso di Carlo dandogli le spalle e sentendosi fiero ed eccitato, era il primo vero uomo che lo scopava e sentiva la differenza, cominciava a capire che preferiva gli uomini di una certa età che sapevano come trattare i suoi buchi. Poi fu rimesso di nuovo a pecora fino a quando Carlo non gli uscì dal culo, lo girò e gli infilò nuovamente il glande in bocca dicendo “vengo!”. Il ragazzo con gli occhi spalancati sentì la lingua essere colpita da diversi fiotti di sperma bollente e denso, si fece riempire la bocca e finalmente ingoiò. Carlo si lasciò andare stendendosi sul letto e si tolse gli occhiali di nuovo. “buono… allora affare fatto?” Chiese Matteo. “Si ma non finisce qui…”rispose ansimando il padre del suo amico. Uscì dalla stanza prendendosi i vestiti, andò al bagno e sorrise, quel giorno aveva perso la possibilità di farsi fottere dal suo amico, ma aveva guadagnato un cazzo maturo e più grande che lo avrebbe rimpiazzato. Farsi una famiglia avrebbe avuto un’accezione completamente diversa nella sua mente d’ora in poi.
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