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La seconda settimana di lavoro


di bisexpassivissimo
27.07.2021    |    12.109    |    25 9.6
"Il ragazzo si morse il labbro, sentiva il proprio pene diventare duro, gli stava piacendo avere delle dita su per il culetto..."
Questo racconto è il continuo di "Un nuovo lavoro", scusate l'attesa, spero vi piaccia.

La prima settimana proseguì in modo simile, ogni mattina Michele arrivava al lavoro, trovava una busta, guardava dentro e ci trovava sempre lingerie femminile sempre diversa e provocante. La indossava e sopra si vestiva normalmente, non pensava neanche più di rifiutarsi o discutere, accettava di buon grado di sottoporsi a questa umiliazione segreta per far contento il suo capo e non farsi licenziare. Quello che cambiò rispetto al primo giorno fu che non fu costretto più nè a denudarsi nè a prendersi cura del cazzo dell'avvocato, ogni mattina entrava nell'ufficio, gli veniva chiesto se aveva indossato ciò che gli era stato preparato e, mentre Michele era pronto a togliersi tutto per darne prova, l'avvocato si accontentava della sua parola e gli dava compiti lavorativi.
La settimana finì tranquilla, ormai si stava abituando al lavoro e cominciava bene a capire come funzionava e cosa doveva fare ma si sentiva strano, quel primo lunedì stava diventando un sogno nei propri ricordi, cominciava a dubitare che fosse accaduto. Aveva davvero succhiato il cazzo dell'avvocato? Aveva davvero ricevuto lo sperma in faccia? Era stato davvero sculacciato e penetrato da un dito?
Michele non era più tanto sicuro, ma la cosa strana era che tutto ciò sembrava mancargli, nonostante fosse etero si eccitava a ripensare a ciò che era successo. Tra sabato e domenica si masturbò furiosamente 4 volte ripensandoci ed iniziò ad andare con le dita dalle parti del proprio ano per curiosità, stuzzicandosi ed eccitandosi ancora di più. Non guardò neanche un porno etero, ma questo era certamente un caso, semplicemente gli bastava il pensiero per eccitarsi, che poi questo pensiero riguardava l'essere molestato da un uomo era un dettaglio irrilevante nella sua mente.
Giunse quindi il secondo lunedì di lavoro, Michele si presentò in orario come sempre, entrò, si diresse alla scrivania e trovo il solito sacchetto, lo aprì curioso di vedere quale lingerie gli sarebbe toccata oggi, guardò dentro ed il cuore gli balzò in gola. Il contenuto comprendeva, un perizoma bianco, un reggiseno bianco, delle autoreggenti bianche e soprattutto un plug anale nero. Conosceva la funzione grazie ai porno, non era abituato neanche alle calze ma era quell'oggettino ad attirare maggiormente la sua attenzione, lo prese in mano rigirandolo ed osservandolo bene, misurava 8-10 cm base compresa, non era molto largo ed era molto lucido. Guardò in direzione dell'ufficio del capo e poi l'orologio, erano le 8e45, decise di cambiarsi ma senza mettere il plug, non se la sentiva e la cosa gli metteva pensiero. Si mise il resto del contenuto della busta rimase un attimo ad osservarsi, stava proprio diventando molto femminile, non poteva negarlo, poi prese il plug e inspirò profondamente per farsi coraggio, a quel punto si diresse verso l'ufficio dell'avvocato. Arrivato lì bussò timidamente, aveva già perso tutta la sicurezza ed il coraggio nel tragitto del corridoio, attese il permesso ed aprì la porta entrando e richiudendo dietro di sè.
"Immaginavo che avresti avuto problemi..." disse l'avvocato alzando lo sguardo dalla scrivania e posandolo sul ragazzo. Era entrato solo con l'intimo e le calze addosso e teneva in mano il plug, gli venne subito voglia di scoparselo lì sulla scrivania senza pietà ma rimase impassibile e chiese "è il plug che ti preoccupa?"
"beh si, non crede sia troppo?"
"Decido io cosa è troppo e cosa no."
Michele abbassò sguardo e mani assumendo una posa penitente: "è che io non ho mai avuto una cosa del genere dentro di me..." mormorò.
"E quale sarebbe il problema, ti piacerà, vedrai" si alzò in piedi "chinati e poggia i gomiti sulla scrivania" ordinò. Poi aprì un cassetto e prese un tubetto bianco.
Il ragazzo dopo qualche secondo obbedì, il cuore iniziò ad accelerare e a farsi sentire anche nelle orecchie di Michele. Quello era lubrificante? Stava per succede quello che pensava? Sarebbe stato scopato lì? La cosa gli dispiaceva o piuttosto lo eccitava? Tutte queste domande gli riempirono la testa proprio mentre l'avvocato si piazzava alle sue spalle, si inginocchiava, e gli calava il bianco perizoma che stava indossando. Rimase immobile, impietrito dalla situazione e da quella sorta di eccitazione crescente, sentì un liquido viscoso fresco che atterrava tra le sue chiappe allargate dalla mano dell'avvocato, poi una mano che scorreva lungo la fessura indugiando intorno al suo ano. Giunge quindi il momento del dito indice che lo penetrò senza alcuna resistenza, Michele gemette e l'avvocato aggiunse un altro dito, il ragazzo alzò di scatto la testa.
"Shhhh si grato che sono così delicato e paziente con te". Il ragazzo si morse il labbro, sentiva il proprio pene diventare duro, gli stava piacendo avere delle dita su per il culetto. "Mi sa che non hai capito, ho detto sii grato!" gridò l'uomo prendendo il ragazzo per i lunghi capelli e tirandogli indietro la testa facendogli inarcare la schiena.
"ah!" si lasciò sfuggire dal dolore "si signore, grazie signore" si affrettò ad aggiungere. Aveva bocca e occhi socchiusi in preda al piacere mentre le due dita continuavano ad entrare ed uscire sempre più velocemente.
L'avvocato lo rispinse sulla scrivania, si tastò il pacco da sopra i pantaloni, era duro ma doveva aspettare. "Dì la verità, vorresti essere scopato qui e adesso vero?" chiese mentre toglieva le dita dal culo del ragazzo e si slacciava i pantaloni. "No, non è così..." rispose Michele.
Di tutta risposta gli arrivò una sculacciata "le brave ragazze non dicono bugie" abbassò le mutande e fece scorrere il proprio membro eretto e durissimo tra le chiappe del ragazzo "basterebbe una piccola spinta, dillo se lo vuoi!"
Il diciottenne stava ansimando, sentiva il proprio corpo che desiderava con tutto se stesso quell'uccello dentro il proprio ano, lo agognava ardentemente ma si vergognava troppo a dirlo, sentiva quell'enorme uccello strisciare tra le chiappe e provò ad indirizzare la propria fessura verso la cappella così da farsi penetrare.
"AH, così non vale, volevi fartelo mettere dentro muovendoti eh? Brutta troietta, ti ho detto che devi dirlo se lo vuoi!" detto ciò gli tirò due violente sculacciate poi lo prese per il collo schiacciandogli il viso contro la scrivania mentre col suo peso premeva su di lui, il cazzo posizionato perfettamente tra le chiappe del giovane.
"Va bene...sì, sto desiderando il suo cazzo dentro di me..." disse ansimando Michele.
"Ah vedi questa zoccola, pensa di venire qui e divertirsi, invece non hai capito che sono io a decidere tutto" rispose l'avvocato, poi prese il plug dalla mano del ragazzo e glie lo infilò senza riguardi nel culo.
"oh.." si lasciò sfuggire il giovane mordendosi poi il labbro. L'avvocato a quel punto lo lasciò andare e si staccò da lui: "sono le 9, a breve arriverà il primo appuntamento e tu sei qui a chiedere di essere scopata in lingerie, vatti a vestire e ricordati di togliere ed infilare il plug ogni tanto per far abituare il tuo sederino voglioso capito?"
Michele riassunse la posizione eretta scosso dalla masturbazione anale e dalla situazione, sentiva il plug dentro di sè ma non avvertiva fastidio, si voltò e abbassò lo sguardo sul cazzone dell'avvocato, provò una vampata di calore dal proprio ano fino al viso, sentiva il desiderio crescere, cominciava a sperare di essere preso con la forza ma non successe nulla, l'uomo si rivestì e riprese il lubrificante, sistemando la scrivania.
"Cosa aspetti? Esci ho detto!" comandò.
Il ragazzo si risvegliò dal suo stato di trans, si tirò su il perizoma ed uscì di corsa tornando in postazione per vestirsi il più veloce possibile.
Il resto della giornata fu occupato normalmente da mansioni lavorative, era però eccitante occuparsi dei clienti sapendo che loro ignoravano che il ragazzo che avevano davanti aveva sotto i vestiti un reggiseno, un perizoma, delle autoreggenti (che adorava) e un sex toy nel retto. Obbedì all'avvocato, tra un cliente e l'altro si slacciava i pantaloni, li abbassava, spostava il perizoma, prendeva il plug, lo toglieva lentamente dal culo e poi lo rinfilava dando anche due smanacciate al cazzo che si rizzava leggermente per l'eccitazione. Alla fine della giornata Michele come la settimana precedente lasciò la lingerie nella busta solita, era nudo con solo il plug dentro di sè, lo sfilò. si guardò intorno ed iniziò a infilarlo e toglierlo molte più volte di come aveva fatto durante la giornata, sentiva la muscolatura anale che lo lasciava entrare e lo racchiudeva dentro di sè, non lo avrebbe ammesso ma amava già quel plug e stava addirittura pensando di comprarsi qualcosa di simile per casa. Continuò così per un pò mentre dal suo piccolo pene colava del liquido prespermatico, smise respirando affannosamente allora, lasciò anche il sex toy nella busta e si rivestì uscendo dal lavoro.La settimana anche stavolta passò tranquilla, ogni mattina Michele trovava sempre un completino nuovo con calze abbinate ed il plug da infilarsi dentro, e così lui si trasformava ogni volta diventando la segretaria sottomessa del capo. Arrivò il venerdì, si svolse approssimativamente come gli altri giorni, Michele accompagnò l'ultima cliente dall'avvocato che gli si rivolse "quando la signora è uscita vieni un attimo qua che devo spiegarti un paio di cose". Michele annuì e riuscì dall'ufficio chiudendo la porta. Non pensò a nulla di particolare, tornò alla propria postazione e, come succedeva da una settimana ad ogni cambio di cliente, si masturbava il culo col plug che ormai aveva trovato stabilmente casa tra le sue chiappe. Dopo venticinque minuti la cliente uscì, Michele la accompagnò alla porta e si diresse poi tranquillamente dall'avvocato. Bussò, aspettò la risposta e poi entrò: "eccomi, cosa mi deve spie..." si interruppe, l'avvocato era in piedi in mezzo alla stanza completamente nudo e si stava toccando il cazzo non ancora duro. "Allora, come è andata la settimana di plug?""be-bene" rispose solamente Michele, non riusciva a non guardare il cazzo del capo."lo hai dentro anche ora?""si...""che brava, ora togliti tutto quello che hai addosso di maschile"Michele obbedì come un'automa, via la camicia, via le scarpe e via i pantaloni, restò immobile in attesa di altre istruzioni continuando a fissare il pene ormai eretto dell'avvocato, sentiva di nuovo crescere il desiderio. L'uomo si andò a sedere sulla poltrona, mise le braccia sui braccioli ed ordinò: "ora gattona lentamente verso di me".Il ragazzo continuò a farsi guidare dai comandi del capo, si mise a terra e con lo sguardo fisso sulle palle dell'avvocato si avvicinò lentamente e un pò impaurito.
"Metti la faccia tra le mie gambe" fu il nuovo comando, Michele esitando appoggiò il mento alla poltrona e l'avvocato scorse in avanti mettendogli i testicoli sulle labbra e spingendo l'asta del pene verso il suo viso, con la punta superava la fronte del ragazzino. "Guarda qua che troia stai diventando, ti posso sbattere il cazzo in faccia e non batti ciglio, ora, da brava, leccami le palle!" La bocca del segretario di spalancò e ne uscì la lingua pronta a lavorarsi i testicoli come gli era stato ordinato, si lasciava cullare dalla voce del capo come una formula magica di un illusionista, tutto ciò che gli veniva ordinato faceva, dopotutto era il suo lavoro no? O così gli piaceva ripetersi. Dopo che le palle furono ben umide l'avvocato ovviamente volle il passo immediatamente successivo "ora succhiamelo come se dal tuo pompino dipendesse il tuo lavoro" e gli infilò il glande in bocca, Il ragazzo iniziò a succhiare in maniera convinta e voluttuosa, c'era poco da fare, avere quel grosso membro in bocca gli piaceva, lo eccitava e lo faceva sentire bene come nient'altro prima di quello. Dopo poco tempo l'avvocato smise di far fare al ragazzo, lo prese per i lunghi capelli e lo spinse lungo il proprio pene con la velocità che preferiva senza che Michele si ribellasse minimamente mentre sbavava copiosamente.
"Dai fino in fondo, se ci riesci ti do lunedì libero" Sfidò l'avvocato spingendo il proprio cazzone dentro la gola del giovane che stava faticando ma si impegnava a raggiungere la fine, gli vennero 3 grossi conati ma finalmente raggiunse la base dell'asta, così la presa sui capelli cessò e fu libero di tornare indietro e respirare affannosamente per recuperare, "ce l'ho fatta" sorrise guardando il capo.
"Brava, ma non è finita mica qua, ora perderai la tua verginità anale!" disse dandogli degli schiaffetti sulla guancia, neanche il tempo per Michele di reagire ed ecco che veniva preso, voltato e messo a pecora, il perizoma veniva sfilato e l'avvocato si piazzava alle sue spalle. Spinse sul plug col pollice per un paio di volte "come ti sta bene" poi lo prese e lo tolse. Il giovane gemette e si voltò a guardare il capo che in quel momento si stava chinando e iniziava a leccare il suo ano leggermente aperto. Gli piaceva, eccome se gli piaceva, non aveva realizzato che di lì a poco avrebbe avuto un uomo dentro di sè. Ed infatti dopo poco secondi ecco che l'avvocava si piazzava per bene, prendeva il proprio uccello cosparso di giovane saliva e lo puntava in direzione dell'obiettivo, la cappella entrò in contatto con il buco e lì finalmente Michele realizzò che non avrebbe potuto più pensare a sè stesso come ad un ragazzo etero. Il glande entrò senza problemi, le mani del capo si posizionarono sui fianchi del ragazzo, e le anche spinsero dentro il cazzo completamente e lentamente. Qualche gemito e smorfia arrivava dal giovane ma l'avvocato non ci fece caso "ora rilassati o ti farà più male" sussurrò. Michele lo sentiva, lo aveva tutto dentro ora, il proprio pene colava di nuovo liquido prespermatico mentre era duro per l'eccitazione di farsi scopare da un uomo quasi 3 volte più vecchio di lui, ascoltò il consiglio del capo e cercò di rilassarsi, avvertì le pareti del retto più morbide mentre il cazzo le esplorava. L'uomo ora iniziò a tirarsi indietro e ad infilarlo lentamente, non avvertiva resistenza e perciò decise che si era trattenuto abbastanza, cominciò a fottere come era abituato a fare, con veemenza e ritmo sbattendosi il ragazzo con foga. Il diciottenne iniziò a gemere e fare urletti più forti ma non gli importava, nessuno li avrebbe sentiti, quando volle riprendere fiato si sfilò dal culo del passivo e se lo fece succhiare dicendo "assaggia il tuo culo" mentre lo riprendeva per i capelli, una volta recuperato mise il ragazzo di fianco a gambe strette e ricominciò a scoparlo ferocemente.
"Ti piace eh troia?"
"si...si...si..."
"Più forte, fammi capire che ti piace!"
"Si! Adoro farmi scopare da lei" gemendo e mordendosi il labbro
"Brava troia" concluse l'avvocato e svuotò i propri testicoli nel retto del ragazzo, venne in modo sostanziale, poi sfilò il pene dal ragazzo e si rimise in poltrona a riprendere fiato. "Vieni troia, puliscimi il cazzo e puoi andare!" ordinò ancora, Michele era frastornato, era stato sbattuto davvero come una puttana, aveva i capelli scompigliati, la saliva sul mento e sul petto, il culo in fiamme e lo sperma di un uomo nel retto, la voce dell'avvocato lo destò dall'estasi, di fece guidare ancora una volta e pulì il pisello come una brava cagnetta. Una volta finito si alzò, si tolse le calze e il reggiseno "a lunedi signore!" disse col sapore di sborra in bocca.
 "No te l'ho detto, lo hai preso tutto in bocca, puoi averlo libero"
"La ringrazio ma....preferisco venire a lavorare
"Che brava puttanella, sei un'instancabile lavoratrice, proprio come me...saprò ricompensarti allora" gli rispose sorridendo e sorpreso l'avvocato. Michele uscì dalla stanza, le gambe quasi gli tremavano, tanto era ancora eccitato, lo sperma gli colava dall'ano, si diresse al bagno per darsi una sistemata, non poteva presentarsi a cena con i suoi in quello stato ma già pensava a cosa gli avrebbe riservato la settimana successiva.

Se piacerà andrò avanti ;)
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