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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 2 -Dolce un po' salato- XI


di Soundserio
24.03.2016    |    3.120    |    5 9.5
"Leggevo dentro quel colore verde un forte desiderio, chiusi le palpebre e poggiai le labbra sulle sue..."
Leggevo dentro quel colore verde un forte desiderio, chiusi le palpebre e poggiai le labbra sulle sue. Quando le staccai lo guardai, tra noi solo silenzio, i nostri sguardi erano uno dentro l’altro. Nella stanza solo i rumori dei nostri battiti accelerati da quella emozione che avvolgeva entrambi. Immediatamente scappò un altro bacio che da stampo diventò passionale. Le nostre lingue si unirono nella sua bocca. Quando la sentii intrecciarsi con la mia mi resi subito conto di quanto fosse grande e di come sapeva usarla. Edoardo baciava divinamente con molta passione. Completamente presi dal momento mi tirò a sé tenendomi dolcemente per le guance e portandomi a cavalcioni sopra lui. Rimasi stupito da quella reazione inaspettata, mai avrei pensato che tra noi potesse scattare cosi tanta passione. Le nostre lingue danzavano in lunghi e focosi intrecci. Quando le sue morbide labbra si allontanarono dalle mie per qualche secondo, prima di incollarci ancora, ci scrutammo con silenzio leggendo i nostri pensieri. Non c’era bisogno di alcuna parola, il feeling che ci legava era pazzesco. Le grandi mani percorrevano la mia schiena accarezzandola tenendomi stretto, sotto me sentivo il suo pacco diventare caldo e gonfio. La situazione diventava sempre più eccitante tanto da portarmi a muovere il bacino con naturalezza sopra quel gonfiore in piccoli movimenti rotatori. Eravamo entrambi eccitati. Prendendoci per mano staccammo le nostre bocche e, senza arrestare i movimenti di andirivieni sopra il suo pacco, ci guardammo dritti negli occhi senza nessuna parola, abbandonati alle nostre voglie. –“Tutto ok?”- sussurrai con intimità –“Si tutto ok”-, -“Vuoi che ci fermiamo?”- , -“No”- rispose lui. Queste parole mi fecero aumentare la cadenza sopra quell’uccello e i suoi movimenti divennero più intensi e vogliosi sotto me. Sbottonò la mia camicia e affondò il viso contro il collo, il petto e i capezzoli che lentamente baciò e mordicchiò. Istintivamente gli avvolsi le mani alla nuca per tenerlo stretto contro il mio corpo. Non avevo mai provato una situazione del genere con un uomo, era davvero eccitante. Dai capezzoli tornò su alle labbra per baciarle. Nel frattempo mi ero portato sui suoi bottoni che lentamente iniziai ad aprire, prima uno, poi un altro e un altro ancora. Ero curioso di scoprire finalmente quel corpo. Gli sfilai l’indumento di dosso e ammirai quel ben di Dio. Edoardo non finiva di stupirmi. Il fisico era scolpito, maturo e villoso. Dovevo immaginare che nel suo essere cosi perfetto e curato tra gli appuntamenti in agenda c’era quello fisso con la palestra. Accarezzai subito quella peluria che ricopriva i pettorali. Che sensazione fantastica. Baciai ancora le sue labbra prima di affondarle sul petto scultoreo. Mordicchiai un suo labbro e con piccoli bacetti scesi giù prima sul mento, sul collo e mi soffermai a lungo con la lingua sui capezzoli scuri e turgidi. Edoardo iniziò a provare piacere, cosi non mi fermai e proseguii a leccare e mordicchiare il seno prima di portarmi all’ombelico che slinguai deliziosamente con la punta della lingua. I peli erano soffici, la pelle profumata e di buon gusto. Ritornai sopra a cavalcioni continuando a strusciare le chiappe sul pacco mentre ora lui leccava e mordeva i miei capezzoli, istintivamente inarcai la schiena piegandomi all’indietro per sentirlo meglio sul petto. Nello slip percepivo un calore pazzesco sia anteriormente che posteriormente. Il petting aumentò intensità regalandoci forti e nuovi emozioni. Mi sollevò prendendomi in braccio, come lo sposo prende la sposa, e mi portò in camera da letto. Prima di poggiarmi sul materasso mi baciò con molta passione e una volta a gattoni sul letto lo palpai per la prima volta, la sua verga era durissima, iniziai a sfilare la cintola, sbottonai il pantalone e abbassai la zip. Tastavo la mutanda gonfissima, volevo scoprire senza fretta il suo giocattolo. Si levò le scarpe e abbandonò i pantaloni a terra lasciando addosso lo slip. Rimasto in piedi al bordo del letto mi mise inginocchio di spalle, fece poggiare la mia schiena al suo petto e le sue mani scivolarono sulla mia pancia arrivando al pantalone che sbottonò e poi levò. Si sdraiò a letto facendomi ritornare sopra a smorzacandela. Iniziammo a strusciarci, il suo cazzo esplodeva dentro l’intimo mentre le mie chiappe proseguivano avanti e indietro sopra. Tenendoci per mano l’intensità dell’andirivieni aumentò notevolmente. Mi portò a se baciandomi, le mani scivolarono sulla mia schiena fino ad arrivare sui glutei che afferrò con forza accompagnandoli avanti e indietro. I miei baci iniziarono a scendere su quel corpo arrivando al suo nerbo che tastai con la bocca prima di liberarlo. Afferrai con i denti il capo alto della mutanda e la portai verso il basso permettendo al giocattolo di liberarsi. Davanti al mio viso si presentò un membro perfettamente dritto e turgido. Il glande era scoperto e bagnato, il corpo cavernoso lungo e largo. Impugnai alla base quei venti centimetri e deliziosamente iniziai a fare su e giù guardandolo. Edoardo era rilassato e preda dell’eccitazione. Senza prenderlo tra le labbra mi avvicinai alla cappella e con la punta della lingua assaggiai il suo sapore. Dolce e salato allo stesso tempo. Un sussulto di piacere invase la camera. Senza arrestare il movimento masturbatorio accolsi tra le labbra quel glande duro e voglioso. La lingua gironzolava attorno a quel paradiso. Cominciai a succhiarlo lentamente e passionalmente, andai a fondo su quel palo fino alla base. I mugolii di piacere dall’alto aumentarono sempre più. Amavo sentire il sapore nella cavità orale. Proseguii a salire e scendere lungo tutto il membro duro come la pietra. Ogni tanto percorrevo tutti quei centimetri leccandoli sul fianco arrivando alle palle gonfie che leccai magistralmente mentre le sue mani premevano contro la nuca con sussulti di goduria. Dopo essermi preso cura dell’asta tornai su con piccoli baci percorrendo all’inverso quel corpo. Lo baciai col suo sapore e non disdegnò, anzi iniziammo una lunga pomiciata. Sfilò via le mie mutandine e iniziammo a fare petting. Tra noi solo occhiate piacevoli e intensi baci. I nostri strusciamenti divennero sempre più intensi e veloci accompagnati da ansimi. Palpò bene il mio culetto e assumemmo la posizioni del 69. Io stavo sopra e perdendo completamente tutte le inibizioni iniziai a spompinarlo avidamente scendendo lungo tutta la mazza e risalendo, senza fermarmi e ruotando la testa avvolgendo bene il palo. Le sue grandi mani accarezzavano i glutei e facevano spazio alla grande lingua che iniziai sentire lungo il tratto anale. Il buchetto ero caldissimo e piacevolmente attratto da quella nuova sensazione. Persi il controllo ansimando sempre più. Sentire quel contatto per la prima volta era bellissimo. Sentivo il suo organo muoversi liberamente e con frenesia tra le chiappe che inumidiva e leccava da Dio. –“Ohh siii”- pronuncia mentre succhiavo il cazzo. Ad ogni profonda leccata inarcavo la schiena godendo come mai avevo goduto prima. Aumentai il ritmo della sega senza smettere di succhiare. Cercò di fermarmi –“Cosi vengo”- ma niente poteva più frenarmi. Continuai avidamente a succhiarlo e leccarlo finché non iniziai a sentire e vedere i suoi sussulti più forti e i piedi irrigidirsi. La sua testa crollò sul cuscino e quattro schizzi caldi, accompagnati da sussulti, riempirono la mia bocca. Non mi fermai, proseguii a succhiare finché non divenne moscio. Ingoiai la sua sborra dal sapore buonissimo, dolce un po’ salato, mi sdraiai accanto e lo baciai. Il suo braccio avvolse la mia testa –“Tu non vieni?”- mi sussurrò dolcemente all’orecchio. Afferrai il mio cazzo e iniziai una lunga sega sotto i suoi baci. Presi una sua mano e la portai sui miei capezzoli invitandolo a toccarmi. Sentire le mani lungo il mio corpo mi provocò un piacere fortissimo, tanto da raggiungere subito un orgasmo. Cinque schizzi arrivarono in pancia. Ci baciammo e continuammo a stare stretti l’uno all’altro.
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