Racconti Erotici > Gay & Bisex > Il Venditore Ambulante 3 -Di vino- XI
Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 3 -Di vino- XI


di Soundserio
17.04.2016    |    3.936    |    4 9.6
"Lasciai il balcone aperto con in vista il numero sulla scrivania e spogliandomi sotto i suoi occhi, oramai abituati alla scena, presi dall’armadio gli..."
Il giorno dopo tornai a concentrarmi sulla situazione di Giovanni scrivendo un messaggio –“Ciao, hai qualche novità?”-. Troppi interrogativi annebbiavano la mia testa cosi decisi di uscire a fare una passeggiata che però non fu di grande aiuto, continuai a pensare e ripensare ancora a chi potesse aver assistito alla scena nel ripostiglio, ero più che certo che si trattasse del biondino, possedeva le chiavi dell’appartamento, mi guardava con insistenza e si palpò vistosamente con sfida. Era sicuramente lui. Un dubbio però presenziava, “e se fosse il fratello?”. Non potevo fare niente, dovevo solo aspettare la notizia da Giovanni. Quelle però non furono le uniche riflessioni nella testa, pensai molto anche all’incontro in negozio con Marco e al dispiacere nella sua mancata risposta al messaggio. Intorno alle quindici finalmente Giovanni si fece sentire –“Nessuna novità, pare che mio fratello non fosse in città quella mattina. Se dice la verità potrebbe essere solo uno dei tre. Ora vado a dormire, gradirei evitare messaggi, ti rammento la mia situazione: sono sposato.”- Chiaramente non risposi come richiesto e mi rasserenai consapevole di non aver intaccato la vita familiare dell’uomo. Presumibilmente era come pensavo, si trattava senza ombra di dubbio del biondino curioso che, proprio in quel momento, gironzolava per la veranda a petto nudo. Non era affatto male, fisico magro e scolpito, carnagione scura e sguardo da duro. I nostri occhi si incrociarono spesso durante il pomeriggio e la cosa mi intrigava parecchio, dovevo escogitare un metodo per entrare in contatto con lui, quello visivo non bastava più. Presi un foglio bianco e, utilizzando il vecchio metodo del venditore ambulante, con alla mano un uniposca scrissi il numero di cellulare. Lasciai il balcone aperto con in vista il numero sulla scrivania e spogliandomi sotto i suoi occhi, oramai abituati alla scena, presi dall’armadio gli indumenti che dovevo indossare e scappai in bagno a prepararmi, da li a qualche minuto avrei ricevuto una visita.
-“Chi è?”- risposi al citofono
-“Sono io”-
-“Sali”-
Lasciai il portone d’ingresso aperto attendendo in cucina l’arrivo di Edoardo –“Ei ciao piccolo, come stai?”- disse venendomi incontro e baciando le guance –“Benissimo, tu?”- , -“Tutto bene. Finalmente finito a lavoro”- . -“Poggio qua questa?”- domandò posando la ventiquattrore nell’angolo della cucina –“Si si, lascia pure li, dopo la sistemiamo”. Quella sera sarebbe rimasto a dormire da me, c’eravamo organizzati per bene, sua moglie e sua figlia sapevano che avrebbe trascorso la notte in un’altra città per lavoro, ma ovviamente non era vero. –“Che posso offrirti?”- domandai facendolo accomodare sul divano –“Qualcosa di fresco dai”- , -“Alcolico? Analcolico?”- , -“Che hai di alcolico?”- , -“Quello che ti piace tanto”- tirai fuori una bottiglia di vino bianco e gliela mostrai –“Dai davvero?”- , -“Si, l’ho presa apposta per te”-. Acchiappai due calici e gli riempii andando a sedermi accanto –“Salute”- dissi brindando –“Però come al solito non ti smentisci mai, sempre elegante”- , -“Ahahah ma dai, lo sai che sono cosi”-. Indossava un pantalone grigio chiaro con bretella e scarpa abbinata, –“Allora che hai in mente per la serata?”- domandò poggiando il bicchiere -“Beh qualcosina l’avrei in mente in realtà come aperitivo”- , -“Ah si? Sentiamo..”- mi avvicinai alle sue labbra sfiorandole –“Hai voglia di giocare?”- , -“Si”-, -“Seguimi”- dissi alzandomi dal divano e riempendo ancora i calici. –“Dove mi porti?”- domandò curioso –“Vieni”-. Aprii la porta di camera facendolo entrare –“Vedi il biondino fuori?”- , -“Si, perché?”- , -“E’ un curiosone, sta sempre a guardarmi. Ti va di farlo impazzire?”- , -“Che intendi dire?”-. Tra noi negli anni si era instaurato un bellissimo rapporto di gioco e complicità, grazie alla nostra frequentazione molte sue timidezze vennero superate –“Che ne dici se te lo lavoro un po’ qui?”- domandai infilando la mano tra le gambe –“Non cambi mai eh, monello”- , -“No, sai che vado matto per le situazioni intriganti”- risposi affondando bene la mano. I tre nella veranda si accorsero di noi, ma non capirono bene la situazione finché non andai al balcone e abbassai di qualche centimetro la tapparella lasciando vedere soltanto il pavimento. Accostai Edoardo alla scrivania, di profilo alla finestra, lo baciai con passione e mi misi in ginocchio. Scesi con la bocca sugli indumenti, slacciai le bretelle e cominciai a mordere e leccare il pacco gonfio sopra il pantalone. Mentre strusciavo il viso guardai verso la veranda, i tre stavano impietriti davanti alla scena. Abbassai la braghetta e tirai fuori il palo che stava già eretto in maniera incredibile, lo impugnai alla base e lo scappellai, prima di ingoiarlo rivolsi un ultimo sguardo ai tre, soltanto il biondo era concentrato su noi –“Aaaaah”- ansimò Edo sentendo la lingua calda lavorare l’intera cappella e scendere giù lungo tutto il cazzo. Cominciai a fare uno dei pompini più eccitanti della mia vita. La testa proseguiva a salire e scivolare giù con lenta passione senza utilizzare le mani, salivo e scendevo godendomelo tutto. Amavo il sapore del suo cazzone. Mentre proseguiva a gustarsi il vino dal calice senza levarmi gli occhi di dosso sbottonai il pantalone riuscendo a calarlo giù sino alle ginocchia –“Ti piace?”- domandai rivolgendo lo sguardo verso il suo –“Si, non fermarti”-. Proseguii ad ingoiare la mazza gustandola vistosamente. Levandola dalla bocca mi portai sul fianco e leccai lateralmente l’intera asta guardando il biondino che era vistosamente incuriosito dalla maestria del pompino. –“Bagnalo col vino”- dissi, volevo assaporare bene il gusto. Piegò leggermente il calice facendo cadere qualche goccia sul glande che, senza perderne neppure una, cominciai a leccare e succhiare ardentemente. Svuotò completamente il bicchiere sul cazzo e lo bevetti tutto. Fantastico un pompino a sapor di vino e maschio. –“Prendimi per la testa dai. Facciamolo impazzire”- . Sentii le grandi mani avvolgermi e unirsi dietro la nuca e con gran spinta mi piantarono tutti i venti centimetri in gola –“Mmmh siii”- la cosa mi piaceva sempre più. I tre alla veranda ogni tanto buttavano l’occhio, ma il biondo restò paralizzato godendosi la scena, il rialzo nel jeans mostrava la sua eccitazione. Le spinte sulla nuca divennero frequenti e forti –“Si scopami la bocca”- supplicai al toro mentre prendevo aria –“Si ti sborro in faccia piccolo”- , -“Si sborrami dai”-. Levò il cazzo e cominciò a segarlo velocemente sulla bocca –“Sii sii siii”- schizzò per quattro volte sul viso e sulla lingua –“Mmmh”- cominciai a ripulire la mazza godendomi quel gusto e guardando negli occhi il biondino –“Riesci sempre a farmi fare ciò che desideri”- disse sorridendo e stupito di ciò che aveva appena fatto –“Sei mio”- risposi con occhiolino, e non avevo poi tutti i torti, Edoardo subiva in maniera incredibile il mio fascino, ma non era ancora finita li
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il Venditore Ambulante 3 -Di vino- XI:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni