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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 5 -Festa di Laurea- I


di Soundserio
30.05.2016    |    5.015    |    3 9.3
"Guardai il viso arrossire allo specchio, cavoli quell’uomo era davvero intrigante, non mi sarei aspettato un affermazione di questo genere, se Vincenzo..."
–“Papà dove sta’?”- domandò poi alla mamma –“Guarda e là in fondo”- indicando un uomo di spalle con addosso un elegante abito –“Ei papà, ti presento il mio amico Gabriele”- quando l’uomo si voltò rimasi impietrito, di spalle non l’avevo proprio riconosciuto. –“Salve piacere Gabriele”- cercai di non far trasparire nessuna emozione dalla voce nonostante le pupille saltarmi fuori -“Molto piacere, Giacomo”-, -“Tanti auguri anche a lei”- , -“Grazie mille”-, -“Dai vieni, raggiungiamo gli altri”- disse poi il figlio. Ero incredulo, il papà di Vincenzo era il principale di Claudio, nonché quel bellissimo uomo virile con i baffi che tutte le mattine sbirciavo dal balcone e che si intrufolò a casa di Giovanni spiandoci nel ripostiglio. Non potevo davvero crederci, in abito era davvero irriconoscibile, un bellissimo uomo grosso e prestante, sguardo serio e magnifico baffo nero. Qualcuno ha presente Michael Newman, l’attore che interpretò se stesso nella famosa serie “Baywhatch”? Ragazzi il papà di Vincenzo era uguale identico, stessa pezza, stesso baffo l’unica differenza era la peluria che l’attore non presentava sul torace, Giacomo invece era visibilmente villoso. Scosso da quell’incontro cercai di non pensarci e focalizzai l’attenzione sul festeggiato ed i comuni amici –“Allora dimmi un po’ come ti senti ora?”- domandammo al neo dottore –“Benissimo, finalmente leggero e libero”- disse sorseggiando del vino bianco –“Eiei vacci piano che poi dobbiamo riaccompagnarti a casa”- disse Paolo scatenando risate continue –“Ho saputo da Andrea che ti è stato proposto un secondo viaggio sui monti”- si rivolse a me –“Si esatto”- , -“Be allora che hai deciso?”- domandò Andrea con intrepida curiosità –“Ho deciso che…”- stetti in silenzio qualche minuto –“Allora?”- , -“Vengo, sarò dei vostri!”- , -“Evvaiii”- portammo su i bicchieri e brindammo –“Ma come farete senza di me?”- domandò Vincenzo –“Si sentirà la tua mancanza”- , –“Ma chissene.. una noia su quei monti, meno male c’eravate voi”- disse poi esplodendo in risata. Continuammo a ridere e sbevucchiare ancora insieme, ogni tanto, stando attento a non farmi beccare, buttavo l’occhio sul papà che ricambiava con delle occhiatacce, probabilmente rimase sorpreso quanto me nel vederci li a festeggiare il figlio. –“Dai ragazzi andiamo fuori”- disse Paolo invitandoci a fumare una sigaretta –“Quindi quando si parte?”- , -“Di preciso non saprei, Luca mi ha detto tra una decina di giorni”- , -“Ma dai, sta volta portate su delle bottiglie di vodka”- ridemmo presi dalla felicità. Nonostante gli sforzi di restare concentrato sui discorsi, la mia attenzione andava sempre verso quell’uomo che, appena vidi dalla vetrata dirigersi in bagno, con una scusa lo raggiunsi –“Scusate ragazzi, vado al bagno”- mi spostai dal gruppo e dentro ai servizi mi fermai sul lavandino nell’atrio per sciacquarmi le mani, la porta del bagno si aprii e Giacomo venne fuori, ci guardammo e salutò con un accenno di sorriso, si sistemò nel lavandino accanto e guardandoci attraverso lo specchio posto –“Felice?”- domandai –“Si tantissimo”- , -“Sono grandi soddisfazioni”- dissi poi –“Esatto”- era un po’ sfuggente, sgrondò le mani e prima di andar via si girò –“Spero che porti le mutandine stasera”- disse uscendo dal bagno. Guardai il viso arrossire allo specchio, cavoli quell’uomo era davvero intrigante, non mi sarei aspettato un affermazione di questo genere, se Vincenzo venisse a scoprire cosa tutto combinavo davanti a suo padre mi avrebbe radiato dalla cerchia degli amici. Quando tornai dagli amici erano ancora in terrazzo a fumare e sbevucchiare, i discorsi furono molteplici, dall’università, al lavoro e alle donne. Il sole iniziò a tramontare e l’ora si fece tarda, intorno alle venti e trenta rimanemmo in pochi, già un po’ su di giri e con le chiavi dell’auto di Marta fu il caso di fermarmi un secondo con l’alcol e di iniziare a salutare tutti –“Come vai già via?”- domandarono –“Si, ho l’auto di un’amica che devo restituire entro stasera”- Vincenzo rimase un po’ deluso, ma capì la situazione –“Va bene, però prometti che ci becchiamo nei prossimi giorni a fare baldoria”- , -“Promesso”- incamminandomi dentro –“Vado a salutare i tuoi”-. All’interno della sala vi erano rimasti solo i familiari del ragazzo, la nonna con gli zii e i suoi genitori, cominciai dall’anziana signora andando a finire poi con il papà e la mamma –“Vai già via Gabriele?”- domandò –“Si devo scappare, ho l’auto di un’amica da restituire”- , -“Oh ci dispiace, mi raccomando alla guida”- si assicurò fossi sobrio mentre Giacomo ci passò accanto carico di buste e bustoni contenenti regali –“Giacomo vieni a salutare”- lo chiamò sua moglie –“Vuole una mano?”- domandai vedendolo in difficoltà –“No, non preoccuparti grazie”- , -“Sicuro? Dove ha la macchina?”- , -“Ai sotterranei qui vicino”- che fatalità –“Ma dai anch’io, sto andando proprio là. Dai mi dia qualcosa”- allungai la mano per liberarlo un po’ di bagagli –“E’ stato davvero un piacere signora, grazie ancora”- , -“Grazie a te, buon viaggio”- demmo le spalle a tutti e ci incamminammo silenziosi verso i parcheggi poco distanti. Ormai lontani dalla festa –“A che piano ha parcheggiato?”- cercai di rompere il ghiaccio –“All’ultimo in fondo”- , -“Anch’io, erano gli unici liberi a quell’ora”- dissi contenendo la felicità di dover trascorrere del tempo in completa solitudine in sua compagnia –“Senti un po’.. ma da quando conosci Vincenzo?”- chiese tutto curioso –“Ci siamo conosciuti qualche settimana fa al viaggio di studio”- , -“Ah quindi vi conoscete da poco?”- , -“Si, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto su in montagna”- , -“Bene”- , -“Sa, suo figlio è davvero un bravissimo ragazzo”- , -“Lo so, è troppo buono”- , -“Si, ma anche molto simpatico”- , -“Di un po’, ma non è che tra te e lui c’è qualcosa? Devo sapere qualcosa?”- mi lasciò spiazzato –“In che senso?”- replicai –“Nel senso che.. insomma capisci no? C’è qualcosa di segreto che devo sapere di Vincenzo?”- , -“Aaah no no, non si preoccupi”- tirò un respiro di sollievo. –“Eccoci”- disse poi accanto ad una nuova punto nera, i parcheggi erano praticamente deserti, vi erano solo cinque auto nel piano, a quell’ora gli uffici e i negozi erano già tutti chiusi –“Apro il cofano”- poggiò le buste –“Ok”-. Senza fretta cercai di aiutarlo a sistemare nel migliori dei modi tutti quei pacchi regalo e finalmente potei sentire il suo buonissimo profumo –“Eccoci qua, fatto”- disse poi chiudendo il bagagliaio –“Va bene, la mia auto è quella là”- indicai la nuova cinquecento grigia che si trovava a due parcheggi di distanza –“Ok, è stato un piacere”- disse l’uomo –“Lo è stato anche per me”- stringendo la sua mano. Diedi le spalle all’uomo e tra un passo e l’altro mi voltai ancora a guardarlo –“Ah scordavo”- , -“Dimmi”- , -“Comunque se vuole può venire a controllare se indosso le mutandine stasera”- sorrisi maliziosamente indietreggiando verso l’auto, poggiai i gomiti sul cofano anteriore e inclinandomi a novanta grandi –“Allora vuole venire a dare un’occhiata?”-
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