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Gay & Bisex

L'esperimento DUE (Terza Parte)


di Mitchell
04.12.2012    |    7.551    |    3 9.7
"Due gemiti saturarono l'atmosfera, ma contrarie le nature che li avevano generati..."
"Ma lo sai che hai un bel culo?" disse Frank a Silvano pizzicandogli anche le natiche con i pollici e gli indici di entrambi le mani. Si stava avvicinando inesorabilmente al centro e glielo toccò esclamando "Hai anche un buco perfetto, rotondissimo, bello rosa, senza un pelo".Silvano non sapeva se prenderlo come complimento o come presa in giro.Ad ogni modo era arrossito bene,ma di questo Frank non si accorse mentre lubrificava la zona al compagno "Lasciati andare, mi raccomando, non opporre minima resistenza!".
Infilò il dito medio completamente, profondamente, velocemente. Un gemito acuto uscì da Silvano che muovendo il bacino cerco' di retrocedere affinchè il dito uscisse. Ma si era come incollato alle pareti anali e si mosse, ruotò, arrivò a fine corsa. Silvano continuava a sbuffare ma così facendo alimentava soltanto la vena sadica dell'amico che gli tolse il dito d'un tratto, rapido com'era entrato. L'urlo fu esaustivo ma non abbastanza da poter impietosire colui che si era appena lubrificato il cazzo già in tiro per passare alla penetrazione vera e propria. Afferrò Silvano per i fianchi e facendosi leva si portò in avanti entrando dentro di lui per almeno 5 centimetri buoni. Due gemiti saturarono l'atmosfera, ma contrarie le nature che li avevano generati. Quello di Frank era di piacere assoluto, l'altro di spasimo devastante. Ed era solo l'inizio. Centimetro dopo centimetro si fece strada arrivando fino in fondo per poi tornare indietro e poi ancora avanti e così via. Piano veloce, veloce piano. Silvano stringeva forte il lenzuolo, stringeva il materasso e urlava "Male, che male, AHIIA, vai piano, cazzo che MALE!!" Frank urlava altre cose "Fantastico, strepitoso, sei meglio di una figa, che buco stretto, mi fai impazzire" Altri versi, altri singhiozzii che durarono svariati minuti. Silvano non ce la faceva più e Frank lo sapeva e per rincuorarlo esclamò: "Tranquillo piccolo sono arrivato!". Glielo tolse fradicio di olio e di umori. Se lo menò per qualche istante e scappellandoselo completamente sparò il primo colpo, corto, debole. Ma gli altri sarebbero stati da record. Il secondo schizzo impiastricciò il muro in fondo al letto. Il secondo centro' i capelli di Silvano, il terzo la guancia destra e da li colò sulle labbra bagnandole di striscio. Un altro spruzzo finì in mezzo alla schiena e a quel punto la fonte dell'orgasmo si esaurì. Frank si accasciò completamente esausto e privo di energie sul corpo dell'altro.In quel momento il display prese a lampeggiare emettendo un lungo beeep. Il tempo utile per l'esperimento era trascorso. Silvano si lasciò andare e pianse con sommessi e teneri lamenti. Era un pianto isterico perchè non scesero lacrime ma commosse Frank che cercò di consolare l'amico sussurrandogli all'orecchio: "Dai, è andata! Ce l'abbiamo fatta,è finita". Ma Silvano non era in vena di consolazioni e il pianto si trasformò presto in rabbia..."Alzati subito e puliscimi la schiena di tutto quello schifo, mi è arrivata ovunque, anche in bocca, sei un bastardo, dovevi stare più attento!".
"Scusami -replicò l'altro asciugando col lenzuolo ogni punto in cui era andato a cadere il suo sperma- Ecco, ho fatto!". Si alzarono dal letto e si guardarono fissi negli occhi. Silvano, carico di disprezzo e di odio urlò in faccia all'altro "FANCUULOOO" e alzò verso l'alto il braccio plasmando la mano in un pugno ma si bloccò prima di sferrarlo, abbassò lo sguardo e disse "Scusami, stavo per perdere il controllo, mi hai fatto un male cane comunque!". "Mi spiace, mi spiace davvero tanto" rispose Frank che stava per accarezzare il viso del compagno ma lui lo fermò dicendogli: "Stai lontano! Non ho bisogno delle tue carezze, nè dei tuoi mi spiace, è andata come andata. Dai usciamo da qui, una bella doccia è quello che ci vuole".

STANZA A

Ivan e Julio si erano distesi uno accanto a l'altro e stavano cercando la posizione migliore per masturbarsi vicendevolmente. Provarono a prendere in mano uno il cazzo dell'altro ma l'intreccio delle braccia rendeva quasi faticosa l'operazione. "E' un pò scomodo così" disse sorridendo Ivan. "Già -annuì Julio- facciamo così, ti sego prima io" e si piegò col busto verso l'inguine dell'amico stando a una certa distanza col viso. Impugnò il suo uccello già marmorizzato e partì con la masturbazione. Aveva un bell'uccello Ivan e Julio muovendo avanti e indietro il prepuzio sulla cappella se lo stava studiando in ogni più piccolo particolare. "Ci metti poco a drizzare!" esclamo' Julio. "E tu? -rispose prontamente Ivan- Ti sei visto??" "Beh si, ce l'ho duro e allora?" "Nulla....Ma cambiamo posizione perchè così mi vergogno" "Ti vergogni?"
"Si, perchè tu sei lì, vicino a lui e io invece sono lontano dal tuo...Dai mettiamoci a 69 così possiamo farlo contemporaneamente...". Julio accettò assumendo posizione complementare a quella di Ivan. E allora le braccia mossero le mani e le mani i cazzi che si bagnarono con l'eccitazione. Quel liquido lucido trasparente eccitò entrambi richiamando in circolo più adrenalina che fece accellerare la frequenza masturbatoria su entrambi.Cercavano di restare in silenzio per non dare soddisfazione all'altro.Fu Ivan a rompere quel mutismo insensato: "Già che sei lì potresti..." "Non ci pensare neanche! -rispose irretito Julio forse intuendo- Fattele fare dalla tua ragazza certe cose! Perchè non me lo fai tu invece??" "Zitto! Non rovinare tutto, continua come stai facendo...". E tutti e due chiusero gli occhi fantasticando che quelle mani calde e bagnate fossero due bocche che succhiavano avidamente. La reciproca illusione li portò a emettere versi senza ritegno e goderono anche di ciò, per i loro lamenti, la prova lampante che anche una mano maschile poteva dare gli stessi brividi di una femminile. Ci presero anche gusto e parecchio perchè gli fu concesso di esplorare un riflesso di loro stessi. Un cazzo era sempre un cazzo e mai avevano avuto occasione di vederne uno così vicino a parte il loro. Ma ognuno dentro di se pensò o meglio sperò a una sborrata modesta che colasse lentamente dalla punta dell'uccello del patner. Ma non fu così.
"Senti...io sto per venire" disse sommessamente Julio e Ivan ripose: "Anch'io, dai, veniamo insieme....". Una specie di uragano si prese cura dei lunghi schizzi che volando in alto si fusero tra loro in uno capitombolesco vortice che giustamente ricadde dove voleva cadere. Le loro bocche aperte concentrate a urlare nell'attimo del godimento furono un invito a entrare per le colata laviche che piombarono dall'alto senza risparmiare nessuno. Ivan e Julio si ritrovarono a sputare il loro sperma reciproco con simili versi di dissenso. Si portarono le mani alla bocca per permettere di pulirsi meglio ma non fecero altro che spalmarsi a vicenda ciò di cui le mani erano imbrattate. Un lungo segnale acustico segnò lo scadere del tempo. Si guardarono seriamente lasciandosi poi andare a una fragorosa risata. "Questa non me l'aspettavo proprio!" esclamò Ivan..."A chi lo dici...che schifo!" disse l'altro. "Sei sicuro? E' solo sperma, non è mica cacca...prendila con filosofia..." "Sa di sogliola..." "Cotta o cruda?" "Cotta...e il mio?" "Pizzica un pò...e non sa certo di frappà alla mandorla..." Cercarono di pulirsi alla meglio e si alzarono dal letto. Poi Julio disse: "Ma quale pensi che sia la soglia?" "Di che soglia parli?" "Qual 'è il confine che delimita un ragazzo gay da un ragazzo normale?" "Facendo certe cose mi sa che quel confine l'abbiamo superato" "Allora dobbiamo consideraci gay??" "Ti è piaciuto? Hai provato attrazione per me?" "No..." "Ecco allora penso sia quello il confine. Se non provi alcuna attrazione per un maschio non puoi considerti gay perchè hai fatto delle porcate con lui che ci hanno costretto a fare! Comunque tieni!" Ivan stampò a Julio un bacio schioccante sulla bocca. "Perchè questo?" chiese stupito Julio. "Te l'ho dato per ricordo, e di mia iniziativa, questo non mi ha chiesto nessuno di dartelo. Solo per farti capire che non è stato così ripugnante come credevo, siamo tutti esseri umani in fondo, uomini e donne". Julio sorrise e chiese maliziosamente all'altro: "Un po' ti piaccio dai ammettilo!" "Non fraintendere, se dovessimo rifare tutto da capo non lo rifarei. Ma mi hai baciato talmente dolcemente, e in modo così credibile che ho dovuto rivedere le mie idee sui gay che mi guardano per strada. Se tornando indietro fossi ancora sull'autobus con quel ragazzo che mi guardava fisso non mi permetterei più di dargli un cazzotto. Semmai gli sorriderei dicendo di no col capo. Non è colpa di nessuno se si nasce gay o etero. Dai usciamo...non vedo l'ora di farmi la doccia e di sciacquarmi la bocca. Ho ancora il sapore del tuo sperma..." Ma prima Julio disse un'ultima cosa: "Potremmo scambiarci i numeri di cellulare" "Per far cosa?"replicò Ivan "Per restare in contatto" "Guarda che questo contatto mi è bastato, questa sarà la prima e unica volta che ci vedremo..."

STANZA B

Strana posizione per Marco quella, strana nel senso che sopra di lui si era sempre messa la sua ragazza per farsi succhiare bene il clitoride e figa mentre lei lo spompinava alla grande. In questo caso, oltre a essere ciucciato, e fin lì tutti i conti quadravano, doveva ricambiare. Yuri aveva già preso a succhiarlo e lui lo seguì subito dopo ingoiando il corpo del reato, una mazza di circa 22 cm con una bella cappella, lunga, lucida e umida.
Nonostante l'irregolarità della situazione cominciarono entrambi a gemere rumorosamente imitando quasi per gioco le azioni dell'altro. In questo modo ognuno faceva capire al compagno quale fosse la pratica migliore per donargli piacere. Ogni tanto un occhio scappava sul display per essere sicuri che quella posizione durasse il tempo minimo adeguato. La loro pelle emanava un aroma inebriante, intenso, sapeva di pulito e di buono. Il bagno schiuma fu scelto strategicamente dallo staff dell'esperimento per rendere la loro carne più piacevole possibile sia all'olfatto che al gusto. In quella posizione Marco aveva il culo del patner a pochi centimetri dalla sua bocca e sapendo di dover leccare l'amico anche lì cominciò a esplorare la zona con le dita. Timidamente ma eroticamente stuzzicò il forellino di Yuri col dito indice della mano destra senza pero' ancora staccarsi dal cazzo che aveva ripreso a espellere i suoi umori. Ormai entrambi avevano fatto l'abitudine a ciò che all'inizio sembrava tanto traumatizzante. Marco giustificò dentro se stesso che quel gusto salatognolo non era poi diverso dal liquido che usciva dalla vagina della sua lei. Inoltre Yuri lo stava sbocchinando talmente bene che dovette ammettere veritiere le dicerie sul fatto che i maschi lo facessero meglio delle femmine. Il tempo avanzava, bisognava passare alla fase di "leccata di culo". Marco si fece forza e coraggio e indietreggiò in modo da far aderire la bocca sul foro anale del compagno.
La lingua colpì e Yuri sbuffo più volte gradendo molto il servizio e allargando le natiche che aveva sotto di lui per tuffarcisi dentro e ravanare con labbra e bocca. Marco voleva restare muto ma un godurioso lamento gli uscì per cause di forza maggiore. Le loro bocche sembravano ventose e le loro dita tentacoli di una piovra comune che voleva elevarli allo stato di massima eccitazione. Le lingue si diedero da fare per diversi minuti. Il profumo della pelle e il piacere provato resero l'operazione non troppo traumatizzante.Yuri a un tratto lo implorò: "Succhiami ancora il cazzo, ti prego!" E Marco ubbidì senza realizzare l'orgasmo silenzioso e imminente. La sua bocca fu irrorata di uno zampillo denso e caldissimo e generò in lui un disagio totale anche perchè sopraggiunse inaspettato e senza alcun gemito dell'altro.
Aprì quindi la bocca per far uscire quel liquido denso e bianco ma fu un errore. Dal cazzo di Yuri iniziò a scendere una vera e propria doccia che oltre a riempirgli di nuovo le labbra, gli si stampò su tutta la faccia. Chiuse gli occhi, soffiò, scostò la bocca ma ormai quello che doveva entrare era entrato. Non aveva parole per la disonestà di quell'azione e non vedeva l'ora di ricambiare per vendicarsi. Mancavano solo pochi minuti allo scadere del tempo e Marco divicolandosi dal corpo che stava sopra di lui si alzò in piedi ai bordi del letto e cominciò a menarsi il cazzo a pochi centimetri dalle labbra di Yuri. Quest'ultimo gli sorrise quasi per scanzonare l'aria vendicativa che era spennellata sul viso di Marco oltre a innumerevoli fili di sperma che continuavano a colare ovunque.
Ma non gli ci volle molto a venire e l'idrante che si ritrovava in quel momento in luogo dell'uccello spruzzò ad altissima pressione e invase la bocca aperta sotto di lui. Incontrollati e sonori versi uscirono da Marco che non smetteva di muovere il cazzo avanti e indietro. Dopo cinque-sei schizzi l'estasi dei sensi si placò. Rimaneva un cazzo ancora duro e completamente imbiancato. Tirando giù il prepuzio raccolse tutto lo sperma spalmato sulla cappella e quale cosa migliore se non introdurlo nella bocca di Yuri per farselo
lavare completamente? Yuri succhiò tutto, continuando a sorridere e risciacquò l'uccello dell'amico sputando poi fuori quel liquido denso e pastoso, facendolo colare giù dalle labbra, sul mento, e sul lenzuolo. A entrambi rimase un gusto straniero da decifrare tra le fauci. Un sapore dolce, amaro, piccante, il sapore del cazzo, il sapore del maschio, il sapore del tragressivo. Il display alla parete segnò 30 e un fastidiosissimo suono arrivò ai loro timpani ma fu la liberazione. "Che schifo!! Esclamò Marco" "Eddai non puoi essere così offensivo dopo aver giocato mezzora coi nostri corpi!" Entrambi sputarono sul lenzuolo tutta la saliva "contaminata" e si ripulirono alla meglio il succo dei loro testicoli e della loro prostata. Yuri sembrava ancora divertito e fece la battuta: "Che hai? Una fontana al posto dell'uccello? Sembrava più una pisciata che una sborrata!" "Mi prendi in giro? -rispose Marco- E tu?? sai che stavo per soffocare?" "Oh, poverino, ma tanto c'ero qua io, al limite ti rianimavo col bocca a bocca!" "No grazie! Ne ho avuto abbastanza del cazzo, anche il bacio in bocca no!" "Andiamo a fare la doccia va! Mi sento appiccicare dappertutto..."
Si ritrovarono tutti e 6 nella sala docce più o meno nello stesso momento. Le tre coppie si guardarono tra
loro con curiosità e complicità ma non si dissero una parola. Pensavano solo all'acqua, una purificazione naturale che divenne bramosia tale a quella di un fuoco che vuole essere estinto.
Ma una volta entrati nelle cabine...



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