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Gay & Bisex

Orizzonte degli eventi (Seconda Parte)


di Mitchell
12.10.2012    |    5.107    |    0 9.5
""Dai mamma -replicai- ho detto fessi in senso buono, mica per offesa e poi reprimi quella innata ostilità che hai nei miei confronti"..."
Ho sempre sognato di togliere i jeans a un maschio, di togliergli le mutande, di spogliare del prepuzio il suo glande e constatare la splendente veridicità.Per farci cosa? Beh questi son fatti miei ma potrei anche dirvelo. Ma bisogna tornare un pò più indietro nel tempo.
Quel giorno stavo cercando delle mie fototessera, fatte qualche settimana prima, per consegnarle all'ufficio che mi avrebbe rilasciato la patente dopo un lungo calvario. Non sapevo dove i miei le avessero riposte e ovviamente non erano in casa in quel momento.Quando hai bisogno dei genitori vai tranquillo che non ci sono.
Ipotizzai potessero essere nel cassetto dove vengono messe le foto ma cerca che ti ricerca non le trovai. La logica non era sicuramente amica di mamma e papa'. Ma rovistando in quel casseto tornarono alla luce le foto del matrimonio del figlio dei Manzoli.Mi ero completamente dimenticato di lui. Dopo averci perso la testa in quella cena organizzata dai miei, la rimisi a posto il giorno del matrimonio. Mi dovettero trascinare con la forza dopo avermi fatto indossare giacca e cravatta, ossia il vestito di carnevale più bello. Mi basto' vedere la scena di lei che gli metteva la fede al dito per odiarlo.Giurai a me stesso di non dedicargli più alcun pensiero. E così feci. Era la prima volta che guardavo le foto di quella pagliacciata che si chiama cerimonia di nozze. Cercai solo le foto di Alessandro per autenticare se l'odio provato per lui fosse ancora in atto.
No non lo odiavo più ma continuavo a chiedermi come mai avesse scelto una così cessa e anche con più anni di lui. Osservando un suo primo piano ebbi una reazione strana, un fuoco si riaccese e il pennello, che di solito si usa per pisciare, mi diventò duro nelle mutande. Stai buono lì, gli dissi, che non si merita una sega questo. Il brutto è che non mi si fiappava più e andare al pc a vedere un bel porno per svuotarmi i coglioni pensai fosse la soluzione migliore.Il brutto è che le scene di pompe e cazzi in culo quel giorno mi lasciarono indifferenti. Quando il mio uccello sparò in aria lo schizzo io stavo pensando a spompare il figlio dei Manzoli. Mi rimproverai per l'accaduto ma a 18 anni ci si può rimproverare di tutto. Svelato l'enigma delle fototessera scomparse, infilate da mia madre a mia insaputa e sempre a rigor di quella logica che non c'era in un cassetto in camera mia,le chiesi se sentivano ancora i loro amici, i famosi Manzoli. "No, abbiamo litigato" rispose tranquila."Perchè?" le chiesi."Perchè? Perchè ci hanno fatto pagare le foto del matrimonio! Che squallidi, dopo il regalo che abbiamo fatto al figlio poi...ci è costato una fortuna!".
"Allora siete stati dei fessi"replicai sghignazzando e allontanandomi verso camera mia. "Lorenzoo, vieni un
pò qui che ti do' un bel manrovescio!". "Dai mamma -replicai- ho detto fessi in senso buono, mica per offesa
e poi reprimi quella innata ostilità che hai nei miei confronti". Mia madre restò di sasso per quella mia risposta. Forse stava realizzando che non ero più il bamboccetto che credeva lei. Nel pomeriggio feci un bel giro in bicicletta, pedalare fa bene. Ma nel mezzo del cammin di via Carducci chi ti becco per strada manco a farlo apposta? Alessandro Manzoli! che camminava da solo sul marciapiede con una valigetta nera in mano. Mi riconobbe e fu lui stesso a fermarmi,"Lorenzo! Come stai? Ti ricordi di me?" "Eccerto che mi ricordo, si può rompere una ram ma è difficile cancellare uno come te!..." "Sai che ti ho pensato un sacco? Ero anche tentato di chiamarti ma con la storia che i genitori avevano chiuso se rispondeva tua madre che le dicevo?" "Ho il cellulare adesso, lo vuoi? Sappi comunque che ti ho odiato moltissimo dopo il matrimonio!
Non sai quanto sangue che ho perso... Vedi in faccia come sono ancora tutto pallido?" "Ma piantala! Mi odi ancora?" "Non so, dovrei valutare!" "Adesso devo andare a un appuntamento di lavoro, e sono già in ritardo ma se mi dai il tuo numero ti chiamo, vuoi?" "Il mio numero è questo ............Mi chiamerai?" "Contaci! Ciao bellissimo!".
Affrettò i suoi passi e scomparve tra le ombre di quel lungo viale alberato. Mi aveva chiamato "Bellissimo",
allora dovevo piacergli ancora, forse qualche probabilità di tirargli giù le mutande forse ce l'avevo...
Non perse tempo perchè dopo neanche 19 ore mi messaggiò e da lì ci fu un folle viavai di botte e risposte.
"Ciao sono Alessandro, come va?" "Ciao Alessandro, io bene e tu? Sai, stamattina mi chiedevo quante possibilita' ho di infilarti la lingua in bocca!" "Caspita Lorenzo, vai subito al sodo eh?" "Sarebbe più sodo abbassarti i calzoni e scappellarti il cazzo ma mi accontenterei di un bacio. Non dimentichero' mai quello di quella sera..." "Ma Lorenzo! Vuoi farmi drizzare mentre sono al lavoro??" "E quando finisci al lavoro?" "Verso le 18 poi vado vado a casa, perchè non vieni a trovarmi?" "E lei dov'è?" "Silvia? Lavora a Trento, torna solo per il weekend" "Quindi il tuo era un invito? Davvero posso venire a trovarti?"
"Certo! Altrimenti non te l'avrei detto!" "Indirizzo please!""Piazza Belvedere 148" "Dopo le 18 sarò lì. Kiss". Forse ero stato troppo ardito con quel kiss, ma neanche tanto, lo ero stato di più la frase scritta un pò prima, ma confesso che mi era scappata! Ma confesso anche che...l'avrei fatto e anche molto volentieri. Ero vergine. Non avevo mai toccato un cazzo o una figa, e poi chi piu' appetibile di me e dei miei 18 anni?? Solo ripensare al bacio che mi diede la sera della cena mi diventa ancora duro. Non me ne fregava una minchia fosse molto più grande di me, poi aveva ancora stò viso infantile, senza rughe, un viso da ragazzino stronzino. Un pò come me.Alle 18.10 circa, dopo una lunga pedalata ero al 148 di Piazza Belvedere. Suonai a uno dei due campanelli fuori da un cancello dentro il quale erano assemblate una accanto all' altra 2 villette a schiera molto carine. Il cancello si apri' elettronicamente, come le porte delle astronavi nei film di fantascienza. Casa sua doveva essere quella a sinistra perchè fu la porta di sinistra ad aprirsi tra i due abitati (come ero logico!). Dopo esser passato da un piccolo pezzo di giardino molto ben curato salii tre piccoli gradini e bussai.
Mi spalancò la porta e anche gli occhi. Sembrò molto felice di vedermi. Io pure anche se molto emozionato. Stava per darmi la mano ma io fui molto più esplicito, gli diedi un bacio sulle labbra. Me le ero bagnate appositamente per spalmare la mia saliva sulle sue. Volevo una sua reazione. "Non mi odi più?" mi chiese. "Se ti fai togliere gli slip magari mi puo' anche passare del tutto..." "Ma come ti succede oggi? Ti credevo più romantico... Sembra tu abbia il diavolo addosso!" "Colpa di quelle foto!" "Quelle del matrimonio?" "Si, le ho trovate in un cassetto l'altro giorno, non le avevo mai viste prima" "Perchè?" "Perchè ti odiavo, avevo giurato di non pensarti più!" "Dai Lorenzo, era solo una piccola cotta, ci siamo visti solo per una sera e solo un'ora siamo stati insieme" "Cotta, sballo, amore, chiamali come vuoi. Però mi sei piaciuto subito e speravo che..." "Eri troppo giovane!" "Già ero minorenne... Adesso è tutto diverso no? Ho superato l'orizzonte degli eventi"
"Che orizzonte?" "Lascia stare, non credo tu sia un esperto di fisica quantistica. Ma non parliamo di cose astruse. Parliamo d'altro! Ora che ho diciottanni posso venire a letto con te?" "Sei diventato bellissimo!"
"Grazie,ma non era la risposta questa! sei diventato più bello anche tu! Non invecchi mai, hai trovato qualche elisir?" "Quella sera ti ricordi cosa mi chiedesti?" "ti chiedevo tante cose!" "Una frase precisa, ce l'ho ancora qui, tu te la ricordi?" "No!" "Bugiardo! Mi avevi chiesto cosa avrei fatto con te me se fossimo stati soli con la porta chiusa a chiave e senza il pericolo che qualcuno potesse salire da un momento all'altro" "Ah ti chiesi così? E mi rispondesti picche, no?" "NO! Risposi che non ero un pedofilo, avevi 15 anni!" "C'è gente che muore dalla voglia di farsi il ragazzino!" "Io no. Io seguo delle regole e le rispetto. Non volevo darti neanche quel bacio" "Me lo desti!" "Ma non sarei mai andato oltre..." Io, il ragazzino stronzino, aveva già i lucciconi agli occhi..."Che fai? Piangi?" "Ma hai sentito quel che ho chiesto prima? Lo ripeto? OK! Adesso che sono maggiorenne posso vederti nudo? Posso assaggiare la tua pelle?La tua bocca? Il tuo cazzo?" "Ma se poi mi innamoro di te non venirmelo a rinfacciare, ok?" "Magari!" "Magari cosa??" "Ti innamorassi di me!" "Ti piacerebbe?" "Tantissimo...". Sembrò voler far cadere il discorso chiedendomi "Senti, hai sete? Vuoi qualcosa da bere?" "SI, la tua saliva!" "Dopo che si era tolto la giacca lo spinsi su un divano. Era quasi sbigottito da così tanto impeto ma il mio era un impeto naturale. Chiusi gli occhi e cercai la bocca subito.Era morbida, umida, sensuale. Quale poteva essere la cosa migliore se non infilargi la lingua dentro?? La mia si intrecciò con la sua in peripezie acrobatiche. Volevo prosciugarlo e lasciarlo a bocca asciutta come se si fosse fatto una canna, quando ti fai una di quelle la bocca si secca.
E in quello stato è meglio non baciare nessuno, non ci sarebbe gusto.Alessandro stava annaspando a causa della mia violenza e arrivò al punto di staccarsi prendendomi dolcemente la testa tra le mani spingendomela indietro. "Sei magico! - mi disse- sei fantastico, sei sublime ma fammi respirare un pò". Sorrise accarezzandomi i capelli. "Dai, mettiti in piedi!" risposi "Che vuoi fare?" "Aspetta e vedrai!" Obbedì al mio invito e mi chinai davanti alla zona erogena. Jeans e mutande mi dividevano dal traguardo. Prima lo baciai da fuori appiccicando il naso contro la patta illuso di inalare già il profumo del maschio, ma niente! Allora gli slacciai la cintura e bottone dopo bottone riuscii ad arrivare all'ultima porta della prigione. Gli calai i calzoni in fretta e spinsi ancora le narici contro quel pezzo di stoffa che si chiamava slip, slip arancioni, già il colore faceva trasudare l'erotismo di quel che c'era sotto e anche l'odore non intenso ma abbastanza eloquente. Non ne potevo più, gli tirai giù anche quelli in un botto e mi ritrovai davanti agli occhi il suo arnese semiturgido di almeno 18 centimetri, rosa come deve essere rosa, e profumato di maschio come deve essere ogni cazzo che si rispetti. Aveva una goccia sulla punta. Ingenuamente gli chiesi: "Ti scappa da pisciare?" "Guarda che non è piscio quel bagnato...è l'eccitazione!". I suoi occhi mi guardavano dall'alto e la sua mano seguiva delicatamente le curve del mio collo. Piscio o non piscio quella goccia a me eccitava e scomparve insieme a tutto il suo uccello nella mia bocca che prese a succhiare salvaggiamente e con avidità.Era salato il cazzo di Alessandro, sembrava fosse uscito dal mare,non avevo mai preso un cazzo in bocca e non sapevo se fosse questo il gusto "regolare". Mi incuriosiva di più un altro gusto, quello della sua sborra e feci il possibile per accellerare l'eruzione. Era strabiliante sentirlo gemere sotto i miei risucchi. Quando contemporaneamente allo sbocchinamento aggiunsi la mano per masturbarlo velocemente i suoi versi divennero una sottospecie di latrati. Dopo nemmeno due minuti la sua voce alzò i livelli al massimo volume. Cercò di staccarsi ma non glielo permisi. Lui mi spingeva la testa e io lo tenevo fermo brancandolo per il culo. Per una legge di fisica dinamica se tiri e spingi un corpo con la stessa forza, il corpo resta fermo. Il suo cazzo rimase nella mia bocca. E poi ci fu lo sparo, la fucilata! Chiamatela come volete ma a casa mia si dice sborrata. Era venuto il porco coprendomi lingua, palato e denti.
Ingoiai tutto, era roba buona. Dolce, salata, amara, piccante. Buona e la buttai giu' tutta. Ed ero fiero di aver privato la moglie Silvia di quel succo così speciale,così intenso.Sarei rimasto ancora attaccato al suo cazzo ma mi prese su. E faccia a faccia mi disse: "Sei un maialino!" "Lo so -risposi senza arrossire- ma dovevo recuperare tutto il tempo..."Dai mettiti giù, voglio fartelo anch'io..." "No, devo andare adesso, si è fatto tardi" "Di già??" "Si..." risposi. Poi un bacio per far risaltare la mia vena romantica. Poi una domada di ruolo, obbligatoria: "Tra me e lei chi sceglieresti" "Cosa?" "Se mettessi su una bilancia me e lei chi vincerebbe?" "Non vincerebbe nessuno! Non è una gara questa..." "Devo andare a casa, è tardi, i miei mi aspettano ma poi pensa..." "Cosa?" "Pensa se i miei sapessero che sono venuto qui..." "Che vuoi dire?" "Che bisogna essere bravi a nascondere i segreti. Bisogna farlo per bene...non si sa mai che qualcosa possa scappare..." Aprii la porta di legno di noce laccata di bianco e mi diressi al cancello. "Lorenzo?! Lorenzo?! vieni qui!" "Devo andare a casa...Ti mando un messaggio domani".
Presi la bicicletta e scappai.
La notte non ebbi pace, ce l'avevo sempre duro e mi sparai due seghe. Una pensando ad Alessandro che
prendeva il mio bigolo nel culo. L'altra sognando fosse lui a mettermelo a me. E con questa fantasia lo
schizzo fu molto, MOLTO potente. Ma seghe a parte il mio intento era farlo innamorare di me e ci sarei riuscito. Ad ogni costo!


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