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Gay & Bisex

ETERO contro ETERO (Davide & Pepa ending)


di Mitchell
19.07.2013    |    15.090    |    4 9.6
"Furono tanti e non riuscii nemmeno a contarli ma nessuno di quelli andò fuori centro..."
"Allora che fai ? Ti spogli?" Ci pensai e ripensai su ancora per infiniti secondi e poi la molla scattò. "Ok, cazzo! Mi spoglio! Ok mi spoglio!" mi alzai in piedi, mi tolsi le scarpe senza neanche slacciarle, mi tolsi
pure i calzini, pantaloni della tuta, boxer e maglia e mi ributtai sul letto. "Contento adesso???" gli sputai addosso a voce alta. "Vuoi farmi più contento? Sei molto inquieto...Ti friziono il collo e le spalle. Il collo è uno dei centri nervosi principali, è lì che si accumulano le paure, le ansie, lo stress" "Ok" "Devi metterti a pancia in giù però..." "Ok..." "Pepa mi salì sopra tenendo le ginocchia strette ai miei fianchi e iniziò a muovere le mani. Aveva ragione, dopo pochi minuti di quel massaggio in cui si prodigava divinamente ero
già meno teso, meno nervoso. Con la faccia sul cuscino captai lo splendido profumo di pulito e di fresco
che la federa arancione emanava ma dietro la schiena captai qualcos' altro. "Pepa che fai??" Mi stava strusciando col cazzo duro in mezzo ai glutei e questo non era nei patti, non la trovai una cosa lecita e
me la presi non poco! "Ti infastidisce?" "Molto!" "Non è colpa mia, è che a contatto col tuo fondosciena
mi si è drizzato di nuovo..." "Che coincidenza..." "Posso massaggiarti i glutei? ormai il collo è a posto" Sbuffai ma ero come senza più energie, non sarei più riuscito a ribellarmi..."Senti Pepa, non ho più forze
per combattere! Fammi stò cazzo di massaggio alle natiche, fammi stò massaggio perianale, anale, fai
quel vuoi basta che non me lo infili nel culo!" "Ahahah! Vedo che cominci a ragionare!" O a sragionare?
No, ero ancora lucidissimo, avevo bevuto solo due bicchieri e neanche stracolmi, ero ancora in me, ma l'insistenza a volte può convincere. Si tirò su da come era messo e si inginocchiò in fondo al letto poi le
sue mani iniziarono a volare, a muoversi dolcemente sui fianchi per scendere alle natiche che accarezzò
e frizionò all'esterno. Andava per gradi, era tutto stramaledettamente premeditato. Era bravo in quel che faceva, su questo non ebbi dubbi. Man mano si avvicinò sempre di più verso l'interno. Mi venne istintivo chiudere le chiappe per riflesso ma ci pensò lui ad allargarmele di nuovo per strofinare le dita sopra, sotto
e attorno al buco.L'imbarazzo era stato vinto ma non del tutto. Il fatto è che mi piaceva e quando arrivò a solleticarmi il foro anale mi piacque ancora di più. Non avevo quasi più remore..."Ahahah, è umido" "Sono
sudato, il culo me lo sono lavato" "Lo so che sei un ragazzo pulito...non temere..." "Si allontanò dal punto clou e riprese a massaggiarmi le natiche con movimenti circolari. Ma fu solo una tattica. Ritornò ancora in mezzo e mi appoggiò un dito esternamente. "E' meglio che sia un pò umido" "Perchè?"
Dopo quel perchè sbuffai realizzando che il suo dito, anche se di poco, era entrato! "Se faccio male dimmelo..." Avanzava, non sentivo dolore e non lo interruppi. Lo ruotava all'interno in modo molto delicato. Era un modo per addentrarsi sempre più e arrivò fino in fondo fino a farmi gemere..."Mmmmm" "Che c'è?" "Male?" "No..."
"Ti piace?" Dovetti ammetterlo: "Si..." "Quanto ti piace?" Io pensavo solo a gemere e non riuscivo neanche
più a rispondere. "Quando infilavi le dita in figa non era così che facevi?" "Si..." "Prese ad andare avanti e indietro. Ero straeccitato e il cazzo durissimo premeva contro le lenzuola. Gli altri dieci minuti furono di silenzio, un silenzio interrotto soltanto dal mio ansimare e dal suono di quel dito che mi stava masturbando
il culo. Piano piano, come era entrato quel dito venne sfilato. E non sapevo se sentirmi deluso o liberato.
Mi rimase un debole senso di fastidio che scomparve dopo pochi minuti. "Ti ci caccerei anche la lingua...
ma è inutile fare tutto subito adesso! Voglio vedere più che altro come sei messo davanti" Mi girò e il mio pennello in tiro apparve in tutta la sua lucentezza. "E se ti facessi un pompo adesso?" Sottovoce risposi: "Si...dai..." "Maiale". Si mise sul letto piegandosi in modo da arrivare al mio pisello, lo afferrò, scoperchiò
la cappella e annusò, annusò più volte. Era proprio un fanatico degli odori..."Sa di piscio..." "Grazie del complimento...se non mi sfregavi il glande con le dita mentre orinavo magari adesso avrebbe un odore migliore..." "Ma guarda che questo aroma è di un sensuale unico! Ma forse non ancora abbastanza."
"La sua mano prese a segarmi forte, violentemente, selvaggiamente, tantochè inarcai il busto diverse
volte dal piacere che mi stava donando..."Perdi come da una guarnizione rotta...Sono uno spettacolo
quelle goccioline che escono!" Mi masturbò per qualche secondo ancora per poi tornare a odorare...
"Ecco, adesso andiamo molto meglio...Lo sai che l'attrito tra prepuzio e glande fa evaporare il precum e genera altri odori a sua volta? Ecco questo è fantastico!" Andava pazzo per gli odori dell'uccello, questo
era stralampante e forse anche per questo non amava troppo l'aroma di figa. All'improvviso la sua lingua
si strofinò sulla mia punta e un brivido, partendo da li' si diramò giù, fino ai piedi. Se mi avesse succhiato tutta la cappella che avrei provato? Ve lo dico io cosa provai! Arrivai ai limiti del parossismo quando Pepa
si prese la briga di infilarselo in bocca. Sentirmi avvolto da quelle mucose calde e bagnate di saliva mi mandò in estasi. Mi teneva ferma la base e con la bocca si muoveva con movimenti sussultori, gli stessi movimenti che il mio corpo in sua balia seguivano. Non riuscivo a stare fermo, la succhiata di Pepa l'avrei eletta tra le migliori nel mondo. Non osò più fermarsi, non mi diede più tregua conoscendo bene le conseguenze a cui andava incontro ma io lo avvisai..." Pepa...Pepa....Pepa!!!!!" Come se niente fosse se
lo tenne dentro anche quando si accorse che scaricai tutta la sborra che avevo...
Il mio essere era un concentrato di vibrazioni e scintille invisibili. Sentivo il cuore andare per suo conto e finchè non smisi di ansimare se lo tenne in bocca continuando a succhiare spargendomi in giro altre scariche di adrenalina. Mi lasciai andare ad un a"Ahhhh" liberatorio e in quel momento se lo tolse dalle labbra. Mi guardò, mi sorrise esclamando: "Per fortuna che il mio era piccantino" "Puoi sputarlo se vuoi..." "Difficile, sarà già nel mio stomaco ormai..." "Se vuoi la rivincita fai pure" "Grazie ma prima volevo infilarti
la lingua in bocca!" Lo seguivo avvicinarsi a me, sapevo che stavolta non sarei scampato al bacio tanto temuto ma forse anche desiderato. La sua testa era già sul cuscino accanto alla mia. Ci guardavamo negli occhi senza dire una parola. Mi sfiorò le labbra con le sue poi si scostò, ma continuava a guardarmi. Probabilmente ci aveva ripensato. Sbagliato! Si scagliò sulla mia bocca come una freccia e la lingua entrò più veloce che mai e si unì con la mia in una danza che nessuno avrebbe mai potuto vedere. Vinti i primi istanti di repulsione cercai di essere più partecipe e me ne fregai altamente se la saliva che mi stava invadendo non era quella di una ragazza. E' solo una questione psicologica e quando un bacio diventa
un vero bacio i confini di questo o di quello vengono annullati. Si tirò via e si mise a sedere sul letto.
Si fece un altro goccio di whisky. "Non pensare che io beva per lavarmi la bocca. Non credere che per me
sia stato qualcosa di repellente, anzi, lo rifarei subito, ma poi rischiamo di prenderci gusto...". Lo guardavo, notai per la prima volta di quanto fosse sensuale il profilo di Pepa con quel nasone un po' pronunciato e le sue labbra sottili ma non troppo. "Ti faccio altre due domande, posso?".
"Si" risposi guardando verso l'alto il soffitto blu arancione. "Che ne pensi di questo bacio? Che voto mi dai
da uno a dieci?" Era da dieci, ma volli deluderlo rispondendogli "Sette e mezzo..." "Solo?" Gli sorrisi: "Scherzavo...è stato un gran bacio, veramente, sono meravigliato...Ti dò il massimo dei voti!" I suoi occhi
si illuminarono e passò alla domanda successiva. "Il record del pompo più bello ce l'ha ancora quel tipo di cui parlavi prima?" "Non più.,nessuno mi ha mai succhiato nel modo in cui l'hai fatto tu!" "Grazie! Ci tenevo che mi rispondessi così, ci tenevo molto..." "Ok, ma cerchiamo di non essere troppo sdolcinati adesso! Dobbiamo completare l'operazione...".
Avevo capito cosa intendeva. Voleva godere anche lui come era giusto che fosse. Pepa si inginocchiò accanto alla mia faccia e aspettavo che mi infilasse i 20 cm più duri di una roccia di montagna. Si masturbava il cazzo con la mano sinistra. Con l'altra si dedicò ad altri intenti: mi strusciò le dita sotto il
naso affinchè potessi respirare profondamente gli umori di cui si era intriso. Quel profumo di cui era un appassionato intenditore prese anche me e inebrio' ogni neurone della mia mente. Le sue dita mi entrarono in bocca e un sapore salatognolo si disciolse sulle mie papille gustative. Prese a gemere con affanno, vedevo i tratti contorti del suo viso che indicavano quanto amasse farsi succhiare le dita dalla mia bocca. E quanto amasse segarsi davanti ai miei occhi. Il respiro sempre più affannoso fu un chiarissimo segnale di quello che stava per accadere. Pepa sbuffava come un treno a vapore, ma lì di treni in arrivo non ce n'erano. Solo fiumi di sperma densi e traslucidi. Mi tolse in fretta indice e pollice lasciandomi la bocca aperta per invadermi coii suoi potentissimi schizzi. Furono tanti e non riuscii nemmeno a contarli ma nessuno di quelli andò fuori centro. La mia bocca era piena e la tenni dentro il più possibile per esaminare meglio il sapore della sua sborra. Inghiottii solo quando mi infilò la cappella ancora ricoperta di ampie chiazze bianche. Succhiai, ci giocai, assaporai ancora, deglutendo ancora. Gli osservai il viso estasiato e quegli occhi grandi quasi sgranati che mi stavano dicendo grazie. Si inginocchiò per terra e appoggiò la testa al mio ventre riempondolo di piccoli ma intensi baci.
Gli passai la mano sui capellli scompigliandoglieli.
Fu l'ultima scena che mi ricordo di quella notte. Il sonno si impossessò di noi.

Quello fu il primo di tanti, innumerevoli incontri che durarono settimane, mesi e anche di più. Non sapevamo in che tipo di rapporto ci fossimo imbattuti, ma un rapporto che fu ogni volta appagato reciprocamente.
E sempre senza troppe carezze, smancerie, tenerezze. Non furono mai menzionati da noi termini come amore o omosessualità. Ci autoeleggemmo come amici a cui piaceva scambiare una strana sensuale forma di sesso etero. Di roulette russe non ne furono più fatte. Agli altri cinque amici in questione dissi che mi ero stancato di quei giochetti da froci e pretesi che il debito di 800 Euro che avevano nei miei confronti fosse saldato con denaro contante che, anche se malvolentieri, venne fuori dalle loro tasche.

Pepa comunque non mi avrebbe mai perdonato di aver conosciuto Vanessa, di essermici fidanzato, sposato, di avere avuto figli con lei. Arrivai a un punto che sentivo il bisogno di avere una famiglia, un sogno che con lui non avrei mai potuto avverare.
Ma ci sono dei momenti però in cui anch'io non riesco a perdonarmi di aver conosciuto Vanessa.
Mi manca troppo Pepa. E mi mancherà per tutta la vita.
Molto spesso una scelta può lasciare incolmabili rimpianti.





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