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Gay & Bisex

Tiro al bersaglio


di Mitchell
12.05.2011    |    31.491    |    0 8.0
"Lorenzo fece una faccia strana nel sentire quella frase..."
Domenica mattina mi chiama Franz: "Ciao, tutto a posto per oggi?". "Sì sì, i miei sono andati al mare, via libera. Tu hai mantenuto ll'accordo? Niente seghe per una settimana?". "Certo! E' stata dura... ma so stare ai patti. In quanti saremo allora?"
"Approssimativamente 10, eravamo in 8 ma poi Luca porta un certo Giacomo, mai visto, e Antonio porta un certo Lorenzo, mai visto pure quello".
"Siamo tutti della stessa sponda?" mi chiede Franz. "Tutti eccetto uno, il Lorenzo che viene con Antonio". "E cosa gli ha inventato??". "Che ci sara' una partita, è stato molto vago per non rovinargli la sorpresa...ahahahahah". "E se questo poi se la prende?". "Faremo in modo che non se la prenda! Ti aspetto alle 15. Ciao".
Nel frattempo mangiai, mi feci la doccia e preparai la stanza. Spostai il divano, le poltrone, e ci misi 2 bei materassi, morbidi, nuovi, puliti. I miei li avevano appena comprati per sostituirli a quelli vecchi. Speriamo non si sporchino tropo pensai. Poi tappezzai la parete di fronte con della carta bianca attaccandola con dello scotch, e in mezzo ci disegnai un bel bersaglio. Mancavano ancora 2 ore.
Avevo una dannata voglia di farmi una sega ma dovevo resistere. La gara di schizzo magari avrei potuto vincerla io e sarebbe stata una bella soddisfazione. Andai a schiacciare un pisolino in attesa arrivassero le 15. Mi svegliai che mancava un quarto d'ora. Andai a controllare che fosse tutto a posto e poi un goccino di wisky con ghiaccio, solo un goccino, così tanto per avere un po' di alcool nelle vene. Suonarono.
I primi ad arrivare furono Alessandro, Marco e Tommaso. Conosciuti in chat circa 9 mesi fa. Siamo diventati molto amici, a volte l'amicizia poi sfocia in una bella scopata. Bellissima quella volta che abbiamo fatto una cosa a 4, non la scordero' mai.
Si accomodarono in cucina bevendo birra, ce n'erano un bel po' di bottiglie. Poi arrivo' Franz. E' mio amico dai tempi di scuola, non lo prende in bocca ma a fare tutto il resto è un vero maestro. Suonarono ancora: era Luca con questo Giacomo che non conoscevo, un fighino della madonna comunque, di quelli da passare e ripassare per un'intera notte. Luca l'avevo conosciuto in palestra, dal modo in cui guardava era esplicito; abbiamo fatto sesso sfrenato insieme, e' uno di cui non ci si stanca mai. Raggiunsero gli altri in cucina. Poi arrivo' Filippo. Era un mio compagno di università,
l'unico avessi trovato con attrazione per lo stesso sesso. Un po' nerd ma bono, ho avuto il privilegio di fare porcate con lui solo 3 volte.
Suonarono un po' in ritardo Antonio e Lorenzo. Anche Antonio amico gay da una vita. Aveva portato Lorenzo, quello etero che non sapeva nulla.
Gli strinsi forte la mano sottolineando. "Ah sei un capellone, interessante come cosa!". Aveva i capelli lunghissimi ed era strabono, Antonio non
avrebbe potuto scegliere di meglio. A quella mia battuta Lorenzo replicò ingenuamente "Mi piacciono da morire i capelli lunghi, li ho sempre tenuti così" e sorrise. Io dovetti invece trattenere la frase di ritorno "A me piacciono da morire quelli coi capelli lunghi"...
Poi si scuso' del ritardo: "Scusa, se siamo in ritardo la colpa è mia, voleva venire anche la mia ragazza e c'ho messo un sacco a convincerla
che era un gioco per soli uomini". (Ahh che palle pensai tra me e me... quelli che hanno la ragazza). "Non preccuparti del ritardo, non c'è
nessuna fretta" gli risposi.
Lorenzo poi continuo': "Antonio pero' non ha voluto dirmi di che gioco si tratta...E' così un segreto? Disse ridendo guardando noi tutti.
"Nessun segreto, te lo dico io. E' una gara di seghe!". Lorenzo si mise a ridere a crepapelle mettendo in evidenza un sorriso da mangiare con la lingua in bocca. "Ma dai! -fece- pazzesco, non ci avrei mai pensato. Non ho mai fatto gare di questo tipo, mi sono solo masturbato con un amico una volta, ma farlo in 10 deve essere bestiale!".
"E' da molto che non ti masturbi -gli chiesi-.
"Ma, piu' che masturbarmi mi piace trombare e la mia ragazza è una settimana che ha le mestruo per cui è tempo che non me le svuoto". E rise ancora. Poi divenne un attimo perplesso: "Ma è solo una gara di seghe, si? Niente sesso tra noi, niente pompe o inculate o cose varie?".
Tranquillo Lorenzo, solo seghe". E torno' a sorridere anche se onestamente avrei voluto dirgli che con lui avrei voluto fare un 69 che durasse almeno 2 ore. Dopo chiarimenti e presentazioni chiesi se qualcuno volesse un caffè ma l'avevano già preso tutti per cui potevamo passare direttamente alla fase porno che avrebbe caratterizzato quel pomeriggio. Dissi a tutti di spogliarsi completamente, calze
e scarpe comprese. Nessuno ribattè ed eseguirono come cagnolini ammaestrati. Mentre mi spogliavo continuavo a osservare Lorenzo che mentre si toglieva i vestiti continuava a ridacchiare buttando però un occhio in mezzo alle gambe degli altri che erano già praticamente nudi.
Non solo era capellone, ma c'eveva un uccello da fare invidia a tutti quanti, almeno 22 cm, una vera bestia, quanto mi sarebbe piaciuto assaggiarmelo.
Parlò Luca: "Mattia, hai qualche bel porno da vedere o dobbiamo eccitarci da soli?".
"Purtroppo ho il dvd ko - risposi- dovremo eccitarci con la fantasia oppure semplicemente seguendo le mosse degli altri". Lorenzo non percepì la battuta a doppio taglio, rispose soltanto "Io non mi eccito a vedere dei maschi che si segano, comunque no problem, ce l'ho già durissimo!" E rise. E si vedeva quanto ce l'aveva duro e con che tocco la sua mano lo menava lentamente avanti e indietro.
"Allora ragazzi, il regolamento del gioco è questo: ognuno si deve segare per un tempo non inferiore alla mezzora. Quando sentite che siete vicini alla sborrata vi mettete uno alla volta in piedi sul materasso e schizzate cercando di centrare il bersaglio sulla parete. Tutto chiaro?".
"E se a uno viene da sborrare prima della mezzora?" chiese Luca.
In questo caso resisti, temporeggi".
"Capirai... - disse Filippo - a vedere tutti questi cazzi in movimento c'è poco da temporeggiare". Lorenzo fece una faccia strana nel sentire quella frase.
Suonarono alla porta e Lorenzo che stava per commentare la battuta di Filippo stette zitto perchè interveni' Franz chiedendo "Stiamo
aspettando qualcun altro?". "In teoria no" risposi. Dalla porta si sentì una voce "Mattia sono Marina, mi apri?". Qualcuno a bassa voce chiese chi fosse sta' Marina. "La vicina sopra" risposi a bassa voce mentre mi stavo rimettendo calzoncini e maglietta. "State in silenzio" dissi agli altri mentre stavo andando alla porta. La aprii appena appena, non doveva buttare lo sguardo in salotto.
"Ciao Marina, come va? Ti serve qualcosa?"
"Ma Mattia non mi avevi detto che c'era una festa se no mi sarei invitata. E poi non ho visto neanche una ragazza. Sai ero alla finestra e li ho visiti arrivare tutti i tuoi amici" fece un sorriso diabolico.
"Guarda che non c'è nessuna festa, sono tutti miei compagni universitari e ci stiamo preparando per un esame". "Oh allora scusami -disse lei- non avrei mai immaginato. Anche perchè se avessi fatto una festa mi avresti invitato, non è vero?". "Certo che ti avrei invitata Marina, come no. Purtroppo invece dobbiamo solo studiare, nessun divertimento".
"Ok, allora scusami Mattia, e buono studio. Ciao". Mi saluto' con un sorriso triste e si allontano'. Raggiunsi gli altri.
"Che spaccaballe!" disse Alessandro. Mi si è fiappato l'uccello!". "Anche a me!" Replicò Marco. "Scusatemi ragazzi, scusatela. Magari ora ve lo faccio tornare su io!".
Mi ritolsi canzoncini e maglietta e mi posizionai davanti a loro due. Presi il loro cazzo in mano e cominciai a menarglielo. In men che non si dica erano piu' duri di prima. A Lorenzo non era sfuggita quella scena e senza sorridere e con sguardo libidonoso fece: "Mi si sta fiappando pure a me, vediamo che sai fare!". A me non sembrava affatto in quanto lo vedevo in tiro come non mai. Non so se fu una provocazione o una richiesta ma mi inginocchiai davanti a lui. Ce l'aveva ancora duro ma cominciai a
segarlo comunque e man mano che lo masturbavo mi avvicinavo il suo cazzo al mio viso. Riuscii a sentirne il profumo, erotico, maschile, penetrante. Stavo per prenderglielo in bocca ma mi trattenni, anche se fu dura. Dissi solo:
"Ecco, mi sembra bello duro adesso, puoi continuare da solo. Sapevo che gli era piaciuta la manata che gli avevo passato sul cazzo e quando mi alzai gli scappo' uno sguardo in cui
dentro poteva celarsi solo una parola "STRONZO". Avevamo ripreso a segarci tutti quanti. Era interessante osservare la varietà di stile che
caratterizzava ognuno nello smanazzarsi. Alcuni erano dotati di classe ed eleganza. Altri invece dotati di minor finezza si toccavano rudemente ma
in modo talmente erotico da far drizzare anche un impotente. Molto da film come scena. Potevo mettere una telecamera nascosta ma non ci avevo pensato, che pirla. Tommaso nel bel mentre disse che gli scappava da pisciare. "Vai pure" risposi, "il bagno è libero".
"Scappa anche a me" disse Franz. "Andate ma fate una cosa veloce, vi ricordo che siamo nel bel mezzo di una gara". Mi scappo' di guardare l'orologio.
Nel frattempo noi otto continuavamo l'operazione masturbation. Seguivo i movimenti degli altri, gli sguardi degli altri. Tutti erano concentrati a guardare come si segasse il prossimo, anche Lorenzo stranamente era particolarmente incuriosito e non faceva altro che far cadere l'occhio su tutti gli
altri concorrenti. Avevan tutti delle belle mazze, forse Alessandro era quello di calibro inferiore ma era talmente carino che glielo si perdonava. Giacomo sapevo si bagnava un casino quando si eccitava e il mio occhio vigile non si era fatto sfuggire le gocce che erano cadute a terra. Lo guardai sorridendo: "Guarda Giacomo che chi sporca poi pulisce". Fece anche lui un sorrisetto a cui aggiunse "Lo sai che mi bagno come una troia". Lorenzo fingeva indifferenza ma ogni battuta che veniva fatta veniva da lui sicuramente registrata e non so se in positivo o in negativo.
Tornarono Tommaso e Franz. Guardai di nuovo l'orologio: "Però -dissi- sei minuti per fare una pisciata?!". Franz colpevolizzò Tommaso dicendo che non usciva piu' dal bagno. Tommaso lo riprese con un sorrisetto: "Ma se siamo entrati insieme in bagno..." e guardò Lorenzo come per esaminare la sua reazione. Ma non ci fu reazione alcuna da parte sua anche se secondo me stava cominciando a intuire qualcosa.
"E' passata mezzora?" Chiese Luca. "Direi di si" risposi. "Allora vado guarda io non riesco piu' a trattenermi. Dove mi devo mettere?". "Vai in piedi sul materasso a una distanza di circa un metro dal muro!". Si precipito'. La mano accellero' i colpi selvaggiamente e spruzzò. Spruzzò talmente tanto che il getto fini' fuori tiro e lo schizzo ando' una ventina di cm sopra il centro del bersaglio.
"Complimenti per la portata ma sei andato fuori tiro!". Mentre sbuffava ansimando continuando a segarsi per far uscire le ultime gocce guardavo la parete e il liquido che colava verso il basso, fermandosi un po' prima del pavimento.
"Tocca a me!" disse Antonio. Prese il posto di Luca menandosi l'uccello con movimenti logaritmici, prima piano, poi forte, poi di nuovo piano. Si tiro' indietro del tutto la pelle che ricopre il glande e con un verso sguaiato e indecente inondo' la parete. Ne usci' un bel fiume, ma anche questo non centrò, finì tutto sulla destra. Guardavo i visi degli altri, gli occhi attenti a ogni piccolo movimento, le facce eccitatissime da uno spettacolo come quello. Una bella scena comunque, non le vedi neanche nei film porno delle sborrate così.
"Non me le dovete fà vede' ste' cose!" urlò con il suo accento romano Filippo correndo verso il materasso. Scanso' con il braccio Antonio e si posizionò: tre movimenti rapidi e poi splash! Un gemito spettacolare e un getto sottile e violentissimo fini' a 5 cm dal centro. Anche i due schizzi successivi di eguale entità mancarono l'obiettivo. Forse si era concentrato piu' sul godere che sul far arrivare la sborrata nel punto esatto.
"Ma cavolo che robe! -usci' dalla voce di Franz -peccato sia solo una gara di seghe...". Lorenzo guardo' me nel sentire quello che aveva detto Franz, c'era malizia in quello sguardo, non disapprovazione. Filippo scese dal materasso e lo rimpiazzo' Marco.
Aveva la faccia concentrata sull'atto. Stringeva gli occhi e muoveva le labbra mentre la mano apriva e richiedeva l'uccello diabolicamente e lentissimamente. Ci mise un pò a venire ma mi ero fissato come incantato a vedere quel movimento. Ogni volta che se lo scappellava il glande appariva più grosso e più lucido per le gocce di precum che dense e vischiose si stendevano sulla cappella nuda finchè non ne fu satura. Altre gocce non vennero trattenute e caddero sul materasso. "Il materasso!" Urlai io! "E chi se ne frega" rispose. E sborro' soffocando, strozzando i suoi gemiti. Ma sbagliò completamente il tiro. Era finita tutta per terra. Non aveva sfiorato neanche di un millimetro la carta attaccata alla parete. Ma dall'espressione si capiva che gli era piaciuto talmente tanto liberarsi che non gliene poteva fregare di meno di non aver fatto centro. Si
tolse lentamente dal materasso mentre respirando a fatica stava continuando a muovere la mano sul cazzo ormai completamente fradicio.
"Chi è il prossimo?" chiesi. Si fece avanti Alessandro che lasciandosi uscire ridendo la patetica frase "Ci vorrebbe una bella bocca, altrochè una mano..." si mise in posizione.
Il tempo di dieci secondi e fece boom! Sara' anche stato quello tra di noi con la nerchia meno evidente ma lo schizzo che fece... Incredibile. Quattro spruzzi in successione, uno piu' potente dell'altro. Ma troppo in alto. Arrivo' quasi al soffitto. Bersaglio mancato. Ansimava stringendosi l'uccello che faceva fuoriuscire le ultime gocce di piacere. Si tolse dalla posizione e ando' a sedersi anche lui sul divano come gli altri che avevano già dato spettacolo. Li vedevo completamente esausti. Solo Filippo se lo stava menando ancora e mi sembrava gli fosse tornato di marmo nuovamente. C'era odore di sperma nell'aria ed era stramaledettamente eccitante. Ci fu un momento di pausa anche se noi tutti cinque che non avevamo ancora dato prova della nostra abilità di tiro continuavamo imperterriti a massaggiare con le dita gli attrezzi che in mezzo alle gambe avevamo. Sorrisi complici si alternavano a espressioni di godimento non ancora appagato.
"E' ora!" disse Franz. Seguivo lo scorrimento della sua mano. Si segava lasciando completamente scoperta la cappella, grande e lucida. Fu solo questione
di secondi ed uruttò. Purtroppo fallì nell'impresa. Non ci fu schizzo alcuno e la sborrata, anche se abbondante e voluminosa, ricadde completamente
per terra. Senza sfiorare il materasso per fortuna. Anche lui respirava a fatica e ansimava e mentre ando' a raggiungere gli altri seduti disse chiaramente un po' deluso: "Io ci ho provato..." e sorrise.
"Io non fallirò" disse a voce alta Tommaso che si precipitò sulla pedana di lancio.
Guardava concentrato il bersaglio mentre con la mano sollecitava il cazzo per l'imminente sborrata. La prima fu debolissima e cadde a terra.
La seconda andò a sfiorare la parete. Ma la terza fu micidiale. Uno spruzzo da idrante ando' a stamparsi a pochissimi centimetri dal centro.
Mentre ancora sbuffava mi guardo' come per dire
"C'è mancato poco...". Si incammino' verso il divano col cazzo ancora gocciolante. Eccerto, tanto quello che avrebbe pulito alla fine ero io.
Giacomo avanzò: "Signori e signori ecco a voi una grande performance!". Che bel culino che aveva Giacomo, di quelli da allargagli le chiappe e ficcarci dentro la lingua finche' non finisce. Poi urlo': "Ecco la sborrata del secolo!".
Minchia c'aveva ragione. Davvero esagerata. Ma fini' nell'angolo del soffitto e parete, spettacolare. Ma il bersaglio era stato mancato.
"Ve l'avevo detto: la sborrata del secolo... Non che avrei fatto centro!". Mentre rideva da solo ando' a sedersi pure lui , forse un po' amareggiato, ma non troppo, aveva dato proprio un grande spettacolo.
Lorenzo mi guardò: "Tu o io?".
"Nessuno dei due!" esclamo' Filippo che corse di
nuovo sulla pedana a sorpresa. Fece qualche indescrivibile gemito e dal suo cazzo usci' uno zampillo terribile. Terribile per la potenza.
Terribile per l'errore colossale di lancio. Sara' stato che essendo eccitatissimo e muovendo il corpo senza controllo la sborrata fini' sulla
finestra adiacente alla parete. Dopo aver ripreso fiato disse solo: "Mi spiace, dopo pulisco io!". E torno' sul divano silenziosamente con la mano che continuava a spargere la sborra rimasta sulla superficie dell'uccello. Lorenzo mi guardo' negli occhi.
Da quegli occhi verde smeraldo, da quei capelli castani esageratamente lunghi e splendenti, da quel viso maschile ma così dolce al tempo stesso. "A noi due!". Salì sul materasso. Lo osservavo da dietro, gran bel culo, da infilargli un dito per intero. Poi dannatamente erotico quel muovere la testa per fare aprire i capelli, era una mossa che aveva fatto diverse volte durante tutto il tempo. "Mattia perchè mi stai dietro? Ti vuoi perdere il primo piano??" disse a voce alta. Mi avvicinai affiancandomi a lui. Mi guardava mentre con movimenti lenti apriva e richiudeva il suo cilindro rosa.
Poi l'AHHH liberatorio. E nel momento esatto in cui stava per godere ignorò di dover colpire il bersaglio e si giro' di scatto verso di me.
Mi inondo' il petto con 2 schizzi micidiali mentre lo guardavo allibito. "CENTROO" urlo' e continuava a fissarmi col tipico sguardo che uno ha quando ha appena sborrato. L'odore della sua crema bianca che mi stava colando verso l'inguine mi arrivo' alle narici. L'eccitazione arrivò agli estremi e mi lasciai andare a un verso animalesco mentre chiudendo gli occhi me lo menai finchè non sentii tutta la potenza del mio sperma che stava uscendo. Un applauso mi riporto' alla realtà e aprendo gli occhi notai che senza volerlo avevo fatto centro. Con due schizzi, non con uno solo. "Grande!" disse Lorenzo che era ancora accanto a me. Si allontano' dopo avermi dato uno schiaffetto sul culo. Sorridendo, quasi stremato, mi giustificai "Non me ne sono neanche accorto, avevo gli occhi chiusi... è stato un caso". Ripresi fiato e andai a prendere della carta
igienica per pulirmi il petto ancora bagnato da Lorenzo. Poi la passai agli altri. "Sarà meglio vi diate una ripulita anche voi". Ribussarono
alla porta. "Che palle" mi scappò quasi a voce alta. "Chi è??". "Mattia sono ancora Marina." Alzando gli occhi al cielo mi rivestii frettolosamente e andai ad aprire. Mi disegnai un falso sorriso in volto e girai la maniglia.
"Che è successo?" le chiesi. "Ma Mattia, ho sentito come dei gemiti, c'è qualcuno che sta male?" mi fece con la faccia tutta preoccupata.
"No, no niente non preoccuparti, è uno dei ragazzi che si è scottato con la macchinetta del caffè!". "Oh poverino - riprese lei - se vuoi possiamo darci un'occhiata, lo sai che sono infermiera". "Ti ringrazio Marina ma l'ho già medicato io, alla fine era una cosa da ridere, non preoccuparti. Grazie comunque! CIAO!".
E senza darle il tempo di ribattere richiusi la porta. "Ahoo, ma è proprio una cagacazzo stà qua eh?!?" disse Tommaso. "In effetti..." replicai. Mentre si stava asciugando l'uccello con la carta
Lorenzo chiese: "Ma è una bella figa almeno?".
"No, non direi proprio, è una cozza da far paura". "Allora che se ne vada a fanculo" replicò Lorenzo.
"Dai facci un bel caffè Mattia, dobbiamo riprendere un pò le forze" uscì dalla voce di Marco. "Se ti accontenti di un caffè, a me mi ci vorrebbe qualcos'altro...". "Cosa?" chiese Luca. Non risposi dirigendomi in cucina a preparare la moka da 10. Nel frattempo gli altri, dopo essersi tolti di dosso la spremuta dei loro genitali, si stavano rivestendo. Stavo mettendo sul fuoco la macchinetta quando una voce alle mie spalle dice: "Guarda che l'ho capito di voi, sai? Ma non preoccuparti, sono un tipo anticonformista, non giudico le persone in base ai criteri sessuali. Comunque mi sono divertito un casino e questo è l'importante". "Mi fa piacere allora, se ti fossi incazzato avresti rovinato tutto" feci sorridendo a Lorenzo che a sua volta mi sorrideva. Poi aggiunse: "Comunque ti confesso che non ho fatto centro. Volevo prenderti in bocca se devo essere sincero...".
"Viva la sincerità allora. Mi spiace tu mi abbia mancato...". Sorrisino suadente e la sua risposta: "Se ti va possiamo riprovarci,
basta che mi lasci il cellulare...". Glielo scrissi in fretta e furia su un foglietto e porgendoglielo mi scappò "Non mi chiamerai mai!". Lorenzo tornò in salotto e mentre stavo preparando le tazze arrivò Franz per sapere se il caffè era pronto. Ne approfittai per chiedergli che cazzo erano stati a fare in bagno per sei minuti. "Non siamo riusciti a pisciare - rispose Franz - ce l'avevamo troppo duro... e non accennava a fiapparsi".
"Quindi?" "E quindi mi ha fatto una pompa da urlo, sbocchina davvero bene Tommaso. Per poco la gara avrebbe perso un concorrente..." disse
sgignazzando. "MAIALI!" fu quello che mi uscì. Portai di là il caffè agli altri che in piena euforia commentavano le varie performance.
Poi gli invitati com'erano venuti andarono via.
I miei sarebbero tornati per le 18 e dovevo pulire e sistemare il salotto. Mentre toglievo la carta dalla parete pensavo che era stata proprio una figata quel pomeriggio e mi chiedevo se poi Lorenzo mi avesse chiamato davvero.
Ne dubitavo molto.
Ma dovetti ricredermi.
Mi chiamò la sera stessa.
Ma questa è tutta un'altra storia...



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