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Gay & Bisex

PER SEMPRE


di Mitchell
03.08.2012    |    9.716    |    3 9.7
"Nel frattempo io non mi ero fermato e accellerai il ritmo sul suo glande facendomelo entrare e uscire vorticosamente senza sosta..."
Quella sera mia sorella cascava dal sonno e andò a letto lasciandomi solo con Manuele che sembrava
non aver nessuna voglia di tornare a casa sua. Porca com'era Alessandra incredibile che non avesse
approfittato dell'assenza dei nostri genitori, domiciliati per qualche giorno nella casa montana, per
trombare con lui. Aveva bevuto troppo e il vino non lo regge, due calici di prosecco e la cinghia le salta.
"Facciamoci una canna dai!" mi sussurò Manuele. "Ok, ma è la quinta che mi scrocchi in un mese, mai
che tu tiri fuori un po' di fumo". "Federico, sai che a soldi son messo male. Ti giuro che quando avrò
uno stipendio te le ripagherò tutte". "Questa frase l'ho già sentita...ma ti si legge negli occhi che di
lavorare non hai mezza voglia, ma non ti preoccupare, la ganja non mi manca. Poi in teoria sei il mio
futuro cognato, per cui voglio essere generoso con i parenti..." Sorrisi e sorrise. Andai su in camera e
dopo qualche minuto tornai giù con il joint gia' acceso e lo passai a lui. Diede una boccata, mi fissò negli
occhi ed esclamo' "Hai davvero degli ottimi fornitori, questa maria è eccezionale". "Certo, che credi?
Non mi piace fumare la merda!" risposi.
Mi girava un po' la testa, forse era meglio se non bevevo quella mezza bottiglia di vino. Anche Manuele
aveva trincato ma sembrava molto piu' lucido di me. La canna era quasi finita e me la ripasso' per farmi
dare l'ultimo tiro. "Spegni la tv" -disse- danno solo cazzate. Eseguii ed accesi un po' di musica
tenendola bassa perchè Alessandra non sentisse. Mi girai verso Manuele e mi accorsi che mi stava
fissando.
"Che c'è?" gli chiesi. "Hai due labbra e due occhi bellissimi, te l'hanno mai detto?" mi fece. Sorrisi
alquanto imbrazzato ispondendo grazie aggiungendo poi un immancabile "Ma ti piacciono i ragazzi?".
"Non potrò mai saperlo se non ti fai dare un bacio!". Il mio imbarazzo e il mio stupore crebbero talmente
tanto che non mi venne neanche mezza frase per replicare. Il mio sguardo era fisso nel suo. Mi puntava
immobile come un cacciatore fissa la sua preda. Ma non era rimasto fermo, mi accorsi che lentamente
aveva guadagnato posto sul divano avvicinandosi considerevolmente a me. Ebbe uno scatto. Mi
abbracciò con prepotenza e senza che avessi il tempo di realizzare mi ritrovai con la sua lingua in bocca
e tutti i pensieri del mondo il quel momento mi toccarono.
A 18 avevo slimonato si e no con 4 ragazze e mai mi aveva sfiorato l'idea di unire le mie labbra con
quelle di un maschio. Non provai disgusto al contatto della sua saliva e cercai di partecipare per non
fare la figura del coglione. Non mollava più, roteava la sua lingua sulla mia accarezzandomi il viso con
entrambe le mani. Si staccò per un istante e ne approfittai per chiedergli "Allora? Adesso me lo puoi
dire se ti piacciono i ragazzi...". Mi misi la mano sulla faccia per nascondere un sorrisino ironico.
"E' durato troppo poco, non sono ancora in grado di dirtelo" rispose mentre con le dita mi accarezzava
le labbra. Lo guardai negli occhi serio e mi infilò l'indice in bocca. Glielo succhiai per qualche istante
per vedere la sua reazione. E la reazione ci fu, mi saltò di nuovo addosso a tutta forza baciandomi i
capelli, le guancie, gli occhi e poi le sue labbra si reincollarono sulle mie. Interruppi la sua azione
"Alessandra potrebbe svegliarsi, non sarebbe bello se ci trovasse così!". "Vai tranquillo, quando dorme
non la sveglia neanche una cannonata, la conosco bene!".
Già la conosceva bene, erano fidanzati da 3 anni e mai avrei immaginato che lo sfiorasse l'idea di darmi
un bacio. Manuele era maschile con quelle sopracciglia folte, con quello sguardo blu oltremare, con
quella barbetta incolta, e con quei muscoli forgiati a forza di palestra e piscina. Mai avrei sospettato
fossero insidiati in lui desideri proibiti. Ma non mi lasciò il tempo per altre divagazioni e riprese a
lavorarmi con la lingua. La sentivo tra i denti, sulle gengive e nel palato. Lo faceva con passione.
Nessuna delle ragazze che avevo limonato mi aveva mai baciato così. Allora forse è vero il detto che i
maschi lo fanno meglio delle femmine?! Interruppe di nuovo il linguainbocca per prendere fiato e
accarezzandomi i capelli mi sorrise aggiungendo: "Non farti strane idee su di me, a me piacciono le
donne!". "Ah si? Guarda che non sono una ragazza!". "lo so! E non ho mai provato impulsi di questo tipo
per i ragazzi. Quello che sto facendo lo avrei fatto solo con te, forse perchè assomigli a tua sorella,
forse perchè volevo assaporare le labbra dei tuoi 18 anni, forse perchè...". Ma non finì la frase.
Finì invece per rituffarsi nella mia bocca. Ormai non avevo più saliva, vuoi per gli effetti del joint, vuoi
per gli effetti della sua bocca che me l'avevano bevuta tutta. Le sue mani continuavano a toccarmii, poi
improvvisamente una delle due prese un'altra direzione e me la ritrovai sul pacco e cominciò a palpare
con delicatissime mosse. Forse pensava di farmelo diventare duro ma l'imbarazzo era ancora padrone
di me e il mio pisello non reagì. Mi aprì la cerniera e intrufolò le dita accarezzandomi sempre
l'uccello da sopra gli slip, ma la tattica non diede risultati. La sua bocca continuava a giocare con la mia,
mi sembrava di slimonare con una figa, ci sapeva fare, era intrigante e aveva un alito buono anche se
sapeva un pò di alcool. La sua mano non dava tregua e superò il confine che divideva le mutande dal
mio cazzo. Cominciò a masturbarmi e in quel momento le sue labbra si staccarono dalle mie e prese a
slinguarmi il collo. "Che buon profumo che ha la tua pelle" sussurrò. Quel complimento mi fece cedere
ancora di più, poi mai nessuno o nessuno mi aveva baciato sul collo, era per me un'emozione nuova e
fantastica. Sentii il mio uccello crescere tra le sue mani e quando si accorse che non era più moscio
prese a segarmi quasi con violenza. Sentivo le sue dita giocare con la mia cappella mentre
continuavano ad andare in su e in giù. Con l'altra mano mi alzò la maglietta e le sue labbra scivolarono
sul mio pancino sleccazzandomelo tutto e a quel punto un urletto mi uscii spontaneamente.
Ero mezzo bevuto, mezzo fumato poi aggiiungi quello che mi stava facendo, nessuno, e dico nessuno,
avrebbe mai potuto resistere alle sensazioni che mi stava facendo provare. Ma era solo l'inizio. Fu in
modo rapido che dalla mia pancia passò più giù, alla mia patta, mi abbassò calzoni e mutande e dopo
avermi scappellato fino in fondo l'uccello se lo infilò in bocca facendomi sobbalzare.
Feci un gemito che non riuscii a controllare, respiravo affannosamente, cominciavo a sudare. Manuele
mi stava spompinando, quello che leccava la passera a mia sorella aveva il mio cazzo in bocca. E che
bocca!
Ormai ero senza controllo. Mi accasciai completamente sul divano con gli occhi sbarrati verso l'alto
godendo di quella pompa che nessuna ragazza mi aveva mai fatto prima. "Non smettere, non smettere!"
sussurrai senza tregua. Ma lui non penso avesse avuto la benchè minima voglia di smettere dal modo
prorompente con cui mi stava succhiando. E invece smise, si interruppe la magia. Si alzò in piedi e io lo
guardai negli occhi fissandolo con aria triste e delusa. Ma Manuele non finì di stupirmi. Si abbassò in
fretta pantalomi e boxer e sorridendomi maliziosamente si prese in mano il cazzo durissimo e umido
cominciando a menarselo e avvicinandosi terribilmente alla mia faccia. "Fagli assaggiare la tua bocca!".
Lo guardai incredulo, non avrei mai pensato mi chiedesse questo. Credevo gli sarebbe bastato
ciucciare il mio di cazzo. Ma sono sempre stato un ragazzo senza remore, aperto ad ogni tipo di vedute.
Hai un cazzo nudo davanti agli occhi? E allora ciuccialo! Questa la mia filosofia.
Glielo annusai di sfuggita avvertendo un quasi impercettibile odore di piscio. Poi la mia bocca si aprii
quasi automaticamente e il suo uccello durissimo e bagnatissimo entrò dentro come un coltello nel
burro. Chiusi gli occhi senza quasi rendermi esattamente conto di quanto stesse succedendo. Stavo
succhiando il cazzo al ragazzo di mia sorella, ma fin qua di niente di strano, lo strano era soprattutto
succhiare un cazzo, sentire la sua cappella muoversi dentro di me, tra le mie labbra vergini. Avevo un
cazzo in bocca, quel pezzo di carne viva con cui si piscia, con cui si gode, con cui si mettono incinta le
donne. Ero talmente eccitato da non riuscire a fare troppe congetture sull'etica e la morale. Non
importava più se mi piacessero le ragazze o se piacessero a lui. Vivi la follia di quell'istante sembrava
mi sussurrasse la coscienza. Lo sentivo ansimare e il suo ansimare mi rendeva fiero, mi aveva fatto
sbullonare sbocchinandomi e cercai di ricambiare l'emozione che aveva donato a me.
Mentre continuava imperterrito a scoparmi in gola si tolse la maglia, e si levò del tutto calzoni e boxer.
Mi sfilò violentemente il cazzo di bocca e mi fece sdraiare sul divano. Mi diede un altro bacio in bocca,
poi si accomodò sdraiandosi in posizione complementare accanto a me. Mi ritrovai con il suo uccello di
nuovo in bocca e il mio nella sua. Ricominciammo a succhiarci selvaggiamente, senza remore, senza
limiti. I nostri sospiri soffocati rimbalzavano per tutta la stanza, rincorrendosi, accavallandosi uno con
l'altro. Stavo grondando di sudore e di piacere e non capivo se mi donava più piacere sentire i suoi
gemiti per la mia spompinata o se la sua bocca che si stava divorando il mio uccello. Il fumo, l'alcool, la
sua bocca, un tris di eventi che ti porta a sragionare. Sono di quei momenti a cui non vorresti mai
mettere la parola fine. Ci ciucciavamo senza sosta, sentivo l'odore del suo inguine, dei suoi peli, della
sua pelle di maschio ventiquattrenne. Sentivo anche un suo dito sfiorami il buco del culo, titillarlo,
massaggiarlo. Sentii poi che mi entrò dentro almeno per 4 centimetri, ma non mi fece male.
Entrò dolcemente facendomi arrappare ulteriormente. Comiciai a sbuffare al sentore di quella
masturbazione anale che si aggiungeva alla sbocchinata allucinante che mi stava prestando. Non avrei
retto molto e glielo feci capire dal tono dei miei sospiri. Gli presi i capelli nella mano e glieli tiravo per
comunicargli che ero al limite e che si staccasse. Ma non lo fece. Strozzai un urlo disumano quando
sborrai riempendogli la bocca che non fece cenno di fermarsi facendomi impazzire fino in fondo,
soprattutto quando mi stava succhiando la cappella del mio uccello completamente svuotato.
Nel frattempo io non mi ero fermato e accellerai il ritmo sul suo glande facendomelo entrare e uscire
vorticosamente senza sosta. Arrivò la sua mano e me lo tolse a forza di bocca e poi il vulcano sparò la
lava bianca e incandescente spargendosi sulla mia faccia. Avevo gli occhi chiusi e non contai gli schizzi,
ma furono tanti a giudicare dall'impetuosità con cui mi sentivo arrivare i fiotti sulla fronte, sulle guance
e sulle labbra. Mentre il suo sperma mi colava sul viso una curiosità si impadronii di me. E allora aprii gli
occhi e gli strinsi il cazzo in mano facendogli uscire le ultime gocce che volli assaggiare ingoiandomi la
sua cappella bagnata e odorante di sperma. Provai un gusto insolito, decisamente nuovo per il mio
palato, era dolce e un pò salato e lasciava un sapore particolarmente piacevovole. Prima di alzarsi in
piedi mi abbracciò forte e mi diede un ultimo bacio sulle labbra. Mentre stavamo rivestendoci ero
cosciente che i suoi spermatozoi stavano girando nella mia bocca. Gli stessi spermatozoi che
avrebbero messo incinta mia sorella. Inconsapevole che il suo futuro marito sarebbe stato anche il mio
amante.
Per sempre.


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