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Gay & Bisex

Quella volta..., a Poggioreale (4)


di masogay1
01.04.2011    |    32.001    |    3 8.6
"Sono libero, frastornato: il letto sotto di me è bagnato del mio sperma…, anche la pancia è bagnata…! Mi alzo barcollando…sento qualcosa che dal culo scorre..."
QUELLA VOLTA, A POGGIOREALE… (4)


Era solo il primo giorno in cella, ma sembravano passati anni! Non avevo notizie di mia moglie, non sapevo se era al corrente di quanto accaduto. Solo, in un ambiente ostile e puzzolente, privo di ogni privacy!
Qualche istante, erano ormai quasi le 12 del sabato, vengo chiamato a conferire col direttore.
Altra passeggiata lunghissima per i corridoi, accedo ad un’ala destinata ad uffici, un ambiente più dignitoso. Un po’ di anticamera, il Direttore mi riceve. Una persona di circa 45 anni, abbastanza cortese, che cerca di mettermi a mio agio: si rende conto che non sono un habituée del carcere, prova a rinfrancarmi… Mi dice che ha provveduto personalmente ad informare telefonicamente il legale che ho indicato, ma che per fatti procedurali, il primo incontro non potrà avvenire prima del lunedì successivo… L’avvocato ha avvertito mia moglie, ma per incontrarmi, la poverina dovrà attendere l’autorizzazione del GIP, che verrà concessa non prima dell’interrogatorio di garanzia, che potrebbe tenersi il prossimo martedì o mercoledì. Mi sento cadere il mondo addosso. Scoppio a piangere. Il Direttore mi sembra colpito, quasi intenerito, ma non può far altro… Deve comunque attenersi alle disposizioni del GIP che ha stabilito che dovessi essere tenuto nella massima promiscuità. Mi raccomanda pazienza e coraggio. Mi assicura la sua disponibilità, nei limiti del possibile, per quanto dovessi necessitare. Basterà farlo chiamare.
Mi riaccompagnano in cella. Mi accoglie un coro sguaiato… Qualcuno urla “E’ tornata ‘a signorina Architetta!”. Mi guardo stupito intorno. Ho gli occhi gonfi e rossi, ma non c’è pietà. Hanno apparecchiato la misera tavola per il pranzo. Una mano misericordiosa ha messo il piatto anche per me: non ho fame, singhiozzando mi sdraio sul mio giaciglio cercando un po’ di pace. Una voce sogghigna: ”’A signorina nun tene fame!” ma qualcuno mi invita a mangiare un boccone. Contro voglia accetto. Mentre si mangia parlano di calcio… Lavezzi, Hamsik. Sono seduto di fronte a Fabio “Mutande sporche e gialle” – (così l’avevo identificato). Mentre mangiamo, mi fissa spesso negli occhi, Certo è trasandato, sporco, ma è davvero un bel ragazzo! E’ perennemente nudo…,indossa soltanto le stesse mutande puzzolenti e gialle. Gli va così! Sento il suo sguardo addosso. D’un tratto, mi sento toccare sulle gambe. Sobbalzo… lui ride sotto i baffi. Mi struscia la sua gamba nuda, con un po’ di peli sulla mia. Cerco di ignorarlo… Continua a sorridermi, non posso non cercare il suo sguardo. Fingendo di magiare, con la sua lingua si lecca tutte le labbra… Un gesto osceno… Non so che fare! All’improvviso, mi accorgo che ha infilato il piede fra le mie gambe, lo poggia sul mio uccello, quasi a massaggiarlo. E’ imbarazzante, sobbalzo, faccio per alzarmi, ma Luca, “Totti”, il Capo, che è seduto accanto a me, mi blocca: “Quieto!” mi dice ”Vo’ solamente fa’ amicizia… Sii gentile! Statti!” ed una mano ferrea mi costringe a stare seduto ed a sopportare il massaggio per tutto il tempo del pranzo. Inevitabilmente, mi viene duro! Al momento di alzarmi, la mia erezione è evidente… Ma lo è anche quella di Fabio! Le sue mutande sporche sono allargate da un rigonfiamento osceno. Arrossisco, ma tutti, fragorosamente, mi ridono in faccia.
Recupero la branda. Cerco di riposare!
Tra gli sghignazzamenti, arriva la sera. E’ passata la prima giornata in carcere. Una Vita!
E’ notte fonda, la seconda! La camerata è semibuia, dopo un po’ di tempo sono riuscito ad appisolarmi. Saranno le tre di notte:
Mi ero rigirato da un po’ sul fianco sinistro, il volto rivolto verso la stanza. Sonnecchio. D’un tratto, sento toccarmi le labbra. Apro gli occhi, socchiudo le labbra. Qualcosa di morbido e caldo mi sfiora le labbra, muovo la lingua e tocco la “cosa”. E’ calda, umida, salata, con un retrogusto dolciastro. Le narici vengono assalite da un odore forte. Piscio, sperma stantio. Apro gli occhi. Nella penombra, mi rendo conto che la ”cosa”, altro non era che l’enorme cappella del cazzo di Fabio, che l’infame si divertiva a far scorrere sulle mie labbra… Cerco di ritrarmi inorridito, ma vengo trattenuto, quasi inchiodato al letto. Ciro, il “Culone”, mi teneva entrambe le spalle, impedendomi di muovere anche la testa; Gennaro il teppistello con i capelli lunghi e l’orecchino si era letteralmente seduto sulle mie gambe. Praticamente bloccato!
“Mutande gialle” con un ghigno satanico e la voce roca sussurra: ”Alliccamillo! (Leccamelo)”. Sono inorridito, sussurro: “No!!” ma in quel momento il teppistello inizia a strizzarmi le palle con le mani. Il dolore è insopportabile
”Allicca!!”. Le lacrime mi scendono sulle guance, aggiungendo salato al salato… non posso far altro. Timidamente tiro fuori la lingua ed inizio a leccare il “cono gelato”. Sono umiliato, impotente. Cerco di ritrarmi, ma Fabio mi molla un sonoro ceffone in faccia… Si aggiunge un pugno sul fianco che mi lascia senza respiro. Non posso far altro che leccare… Ridono. A questo punto, Fabio forza le mie labbra e penetra la mia bocca… Un conato di vomito mi assale. Me lo spinge fin nella gola. Inizia a pomparmi furiosamente. Sono disgustato, spaventato, perplesso! Una sensazione mai provata, sapori strani: prima il salato dell’urina… poi il sapore del liquido prespermatico. In ultimo, un fiotto caldo ed infinito mi invade la bocca. Ero sotto e per gravità tendeva a scendermi nella gola. Mi si stringe la laringe, d’istinto un conato di vomito. Una voce: ”Agliotti! (Inghiottisci)”. Non posso fare altro… Un flusso caldo, dolce ed infinito mi scende nella gola, Assaporo… è quasi buono! Avevo fatto il primo pompino della mia vita! Un coro unanime: “Finalmente ‘a signorina è sverginata!”.
Si allontanano, resto confuso ed avvilito nella mia branda. Piango! Sono umiliato, mortificato! Non mi era mai successa una cosa simile! Ripenso alle parole di Lino il secondino: sarebbe, comunque andata così; non potevo farci nulla! Tanto valeva collaborare! Ma no! Non sono omosessuale! Mi è stata fatta violenza, e qualcuno la dovrà pagare!
Una voce sommessa aleggia per la camerata, quasi sussurrata nel silenzio: “Th’è piaciuto ‘o bucchino ricchiò!? Comme zucavi (succhiavi) bello! Subbito ll’hai imparato! O già ‘o ssapivi fa?”
Cerco di capire chi ha parlato, ma, nel buio, è impossibile! Cerco di guardarmi intorno, di proteggermi. Sento che succederà qualche altra cosa. Sicuro!, ma è imponderabile…Non posso dormire. Mi sento sporco, vorrei sciacquarmi la bocca, ho ancora il sapore dolciastro dello sperma in bocca. Ma è buio, non riuscirei a trovare l’acquaio senza fare rumore. Non posso lavarmi i denti, ora! Desisto! Mi volto e mi rivolto nel letto. Supino, pancia all’aria, ora rivolto verso la stanza, ora rivolto verso il muro. E’ il momento tanto temuto: avverto un fruscio. .Qualcosa si muove, vicino a me! Qualcuno mi accarezza il culo! Non so che fare…! Mi irrigidisco: un’altra mano mi accarezza i capelli, un caldo respiro aleggia sul mio collo: una lingua si insinua calda, umida, ed insolente, nel mio orecchio sinistro! E’ un brivido forte quello che scuote il mio corpo.
E’ piacevole, ma mi fa paura… mi irrigidisco sempre di più! “No!”, riesco a sussurrare a malapena, ”No!”. E’ un attimo! due mani mi bloccano le braccia, altre due, come tenaglie, le gambe! Un’altra mano, prepotente, mi strappa le mutande di dosso, e subito, con cattiveria, mi schiaffeggia sonoramente il culo. Brucia, urlo con quanta forza ho in gola. Una mano mi tappa la bocca, quasi soffoco, non posso far nulla: un grosso dito si infila prepotente fra le chiappe! Le chiudo istintivamente, ma entrambe le mani me le allargano di nuovo! Un volto si avvicina al mio culo. Un rumore, ho il buchino bagnato: qualcuno mi ha sputato in culo! Il dito riprende prepotente a sguazzare, mi penetra! Un grande sussulto mi scuote: la stessa sensazione provata la sera prima, per l’intrusione di Lino, l’infermiere! Mi tornano alla mente le sue parole: ”rilassati!”.
Non ci riesco, mi agito, la morsa che mi tiene stretto è sempre più forte! Mi sento come un agnellino al momento di essere sgozzato…Reagisco, ma loro sono in tanti ed anche forti! Le dita passano a due, a tre! Mi rivoltano tutto, mi allargano lo sfintere…vanno su e giù! Un altro sputo, sento una cosa calda che si appoggia sul mio buchino: sembra un uovo! E di nuovo la voce, questa volta la riconosco: Gennaro il teppistello, con la sua voce ora roca ora suadente ”Troia! Che culo che tieni! to’ sfonno tutto!” in un istante, lo sento entrare dentro di me ”Nooooo!”, mi agito ma è tutto vano! Impietoso mi penetra con forza, con violenza: gli altri mi tengono, una mano quasi mi soffoca tappandomi la bocca! Non penso più… La mia mente è ottenebrata! Succube, impotente, mentre Gennaro mi penetra sempre di più. Lo sento entrare sempre più in fondo. Il suo cazzo sembra non finire mai! Ho un male cane! Brucia e mi sento squartare, sverginare! Ora il mio ano ha trovato una nuova configurazione: sembra che faccia meno male. Mi pompa furiosamente, ma sembra che vada su e giù quasi liscio. Il dolore assume una componente strana…mi sembra quasi che una mano, dall’interno mi palpi: è una esperienza che quasi diventa piacevole: avverto una sensazione strana! Non so spiegarmelo, ma, poco alla volta mi viene duro… vorrei godere! L’odore stantio di corpi non lavati, di sudore ascellare, di piedi, cambia. E’…afrodisiaco! Sono bagnato, dal mio sudore e da quello, caldissimo, di Gennaro che mi monta: ansima forte, mi sculaccia con violenza le natiche, mi bruciano e sono arrossate, ma mi piace!!
Non reagisco più, lascio fare! Mi penetra sempre più forte, col suo palo enorme. Oramai il mio povero culo è grande come una caverna! D’un tratto, lo sento vibrare con maggior frequenza: il numero dei colpi è maggiore, più veloce; i colpi sono più forti e ravvicinati! Sento che sto per venire, per via del massaggio prostatico che inconsciamente Gennaro mi pratica….Qualche momento, e vengo fragorosamente, mentre un grandissimo calore mi prende in fondo al culo… Un urlo finale…Gennaro è venuto in modo fragoroso! Mi sento pieno. Si ferma! Il suo grande palo è immobile nella mia cavità. Qualche istante di pace, con una presenza invadente, calda, ed anche piacevole, dentro di me! Lo sento rimpicciolirsi: qualche istante ancora ed esce….mi sento svuotato, libero, leggero! Accosta la sua bocca al mio orecchio, sfiora il lobo con un bacino e con la punta della lingua. Sussurra piano ” Troia, che culo ca tieni! M’aggio ricreato! Pare ‘na fessa fresca ‘e criatura! Brava! Ma, m’aggio addunato (mi sono accorto) ca t’è piaciuto! Ma, staje cuieto, c’o’ rifacimmo!” La morsa che mi aveva stretto, si scioglie di colpo. Sono libero, frastornato: il letto sotto di me è bagnato del mio sperma…, anche la pancia è bagnata…! Mi alzo barcollando…sento qualcosa che dal culo scorre fra le mie gambe… Lo sperma (‘a sfaccimma) di Gennaro! Mi tocco appena quell’umido appiccicaticcio. Una mano mi accarezza fra le gambe, da dietro…raccoglie quell’umore con le dita, mi accarezza il volto, mi infila le dita in bocca…Le succhio con gusto, sono dolci! Una voce, non ricordo di chi, mi sussurra in un orecchio: “Sdraiati, ‘mo tocca a me!”
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