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Dare ring 15: Il turno delle punizioni (parte seconda)


di TheSecretStoryteller
29.07.2023    |    5.954    |    2 9.3
"Quindi ognuna di loro riceverà in tutto cinquanta colpi, mentre tu ne riceverai cento..."
Quando gran parte della gente aveva ancora qualcosa addosso, io e Paola siamo abbandonati a un bacio che era durato decisamente più del dovuto, con anche un tentativo da parte mia di masturbarmi, preso dall’eccitazione generale. Più tardi, quando eravamo già tutti nudi, avevo baciato Francesca, la mia favorita nonché la mia attuale nuova ragazza (mi fa ancora strano pensarlo), baciandola quando l’ordine del bigliettino diceva che potevo solo palparla. Per questo si è deciso che dobbiamo affrontare una punizione a tre. Sono molto curioso di sapere cosa ha pensato Ilaria come contrappasso per noi. Curioso ma anche un poco impaurito, visto che le due punizioni precedenti sono state piuttosto severe.

Ilaria ci fa sedere per terra al centro del cerchio e si mette a pensare. Io ancora non riesco a pensare di avere la minuta Francesca e la giunonica Paola così diverse ma così dannatamente eccitanti alla mia portata, nude accanto a me. Ilaria dice: “Uhm… dobbiamo trovare un contrappasso. Diciamo che voi avete peccato per troppo amore, facendo durare di più e contro le regole i baci che vi siete scambiati. Quindi un bel contrappasso sarebbe se tutto questo eccesso d’amore diventasse dolore. Dovete farvi male a vicenda.” Io sono stranito e percepisco la tensione delle due ragazze. Chiedo timoroso: “Che intendi?” “Ma no, non preoccuparti! Mica dico di farvi male sul serio. Quello che potreste fare è, ad esempio, sculacciarvi a vicenda.” Guardo con una certa complicità le due ragazze. Quello che dovete sapere è che, forse per la mia predilezione per atti amorosi che tendano verso la dominazione e la sottomissione, mi è sempre piaciuto l’atto di sculacciare le mie persone con cui sono stato a letto ed era uno dei giochi preferiti con la mia ex. Tendo a non fare mai troppo forte e non ho mai usato strumenti. Alla fine, è solo un bel gioco e un modo per divertirsi in sicurezza. E adesso sarebbe una occasione in più per toccare il culo delle due ragazze. Con gli occhi, chiedo l’autorizzazione a Francesca di fare questa eccezione al nostro patto di prima e poter sculacciare anche Paola. Francesca accetta e così tutti e tre accettiamo questa proposta di Ilaria.
“Allora faremo così…” ci propone la festeggiata, allegramente: “Tu Tommy darai cinquanta sculacciate a Francesca e altre cinquanta a Paola. Ognuna delle ragazze invece darà cinquanta sculacciate a te. Quindi ognuna di loro riceverà in tutto cinquanta colpi, mentre tu ne riceverai cento. Del resto, sei un maschietto, credo che potrai resistere di più, da buon cavaliere.”
La mia indole da sottomesso accetta felicemente quel destino. E poi… farsi sculacciare dalle ragazze dev’essere il top.

“Bene, Tommy, da quale ragazza vuoi cominciare?” mi chiede Ilaria.
C’è un momento di indecisione, mi consulto con gli occhi con le due ragazze, ma Ilaria subito mi interrompe: “Devi essere tu a decidere.”
“Va bene, cagna” replico io, sfruttando nuovamente la mia possibilità di insultarla a mio piacimento. Meglio togliersi il problema di Paola per primo, penso. E infatti, scelgo proprio Paola. L’impegnata ventottenne sembra avere qualche remora nel disporsi nuda sulle mie gambe, che io subito distendo per facilitarle il compito. Mi prende una forte, incontrollabile voglia di strapazzare quel suo corpo nudo e indifeso, e non sopporto il suo essere così schizzinosa. Le afferro il polso destro e senza troppi complimenti la tiro verso di me. Lei capisce che, data la situazione, è meglio obbedire alle mie richieste e senza ulteriori resistenze si distende di pancia sulle mie gambe, con il culo proprio all’altezza del mio cazzo, pronto per essere sculacciato. Quella visione mi fa impazzire. È un culo sodo, altezzoso, meraviglioso, una gioia per gli occhi e per le mani. Un po’ mi vergogno della mia stessa voglia famelica, che è tanto più inappropriata dato che Francesca ci sta osservando. Ma del resto, questa è una festa, un’orgia, non ha senso fare tanto i romantici o essere gelosi. Ora è il mio turno con Paola, poi si vedrà. Anzi, il fatto che la timida Francesca mi stia osservando, che sto suscitando senz’altro un certo risentimento da parte sua, attizza ancora di più la mia voglia.

“Mettiamo qualche regola” dice Ilaria: “Per prima cosa, le sculacciate vanno date solo sul culo, non puoi colpire altre parti del corpo. Per secondo, sarò io a contare ogni colpo. Poi, non puoi masturbare Paola o fare altro, puoi solo sculacciarla, però puoi palpare il culo quanto vuoi. E infine, la cosa più importante, visto che è una punizione vedi di andarci un po’ pesante. I colpi troppo leggeri non li conto neppure…”
Non me lo faccio ripetere due volte. Il mio sadismo è stimolato al punto giusto. Se ho la possibilità di tormentare un poco qual corpo nudo, perché non farlo? Che il suo dolore sia il mio piacere. Vedo che Paola vorrebbe protestare, spaventata com’è da quell’autorizzazione a farle male che Ilaria mi ha dato. Ma non ho la minima intenzione di darle la possibilità di lamentarsi e subito le tiro una forte sculacciata, caricando per bene il colpo. Il culo di Paola emette uno schiocco molto soddisfacente e la ragazza tira fuori un gridolino di sorpresa e di dolore. È umiliata da questo trattamento che un ragazzino come me le sta infliggendo, ma c’è anche del godimento in lei per l’erotismo di tutta la situazione. Decide di fare la buona e divertirsi come me: abbassa il capo e spinge le mani davanti a sé, il più lontano possibile dal suo culo, come a dire: ‘fa di me ciò che vuoi’. Non solo, ma spinge anche il culo un po’ più in alto, mettendolo in risalto, come per metterlo a mia disposizione. Non me lo faccio ripetere due volte e la mia mano cala nuovamente su quel sedere indifeso con un altro colpo bene assestato, stavolta sull’altra chiappa. Ne mancano quarantotto di queste schioccate goduriose. Non c’è tempo da perdere: ecco un altro colpo, poi un altro ancora. Ilaria nel frattempo conta, gli altri mi guardano: i maschi con una certa gelosia per la mia fortuna, le ragazze con una certa compassione per il destino della povera Paola. Continuo ad andarci parecchio forte e senza darle un attimo di tregua, tanto da costringerla ad emettere altri gridolini di sofferenza, senza per questo che mi chieda pietà o di fermarmi. La mia mano insiste su quel solido culo, saggiandone a suon di sferzate la compatta superficie ed è un godimento che me lo rende duro come il marmo. Vorrei iniziare a rendere la cosa più esplicitamente sessuale, masturbando un poco Paola, ma mi è stato proibito da Ilaria; quindi, continuo imperterrito a concentrarmi sul suo culo, stando bene attento che i colpi che le infliggo non calino d’intensità. È una furia che la mette a disagio, ma resiste stoicamente, stringendo i denti. Ho il cazzo durissimo e sento quella sensazione di eccitazione anche nelle viscere. Continuo a colpire rapidamente. Voglio conservarmi le forze e sfogarmi poi sul culo di Francesca. Il prima possibile. Il culo di Paola si arrossa. È il segno della mia vittoria. Il suo corpo è a mia disposizione. Dopo la trentesima sculacciata, Paola percepisce che qualcosa è cambiato. Che quel gioco erotico mi sta soddisfacendo proprio perché sono un dominatore. Vorrebbe sottrarsi a quell’umiliazione pubblica. Farsi sculacciare da uno come Tommaso davanti a tutti! Davanti alle sue amiche! No, è troppo. La vedo che abbassa il culo. Se prima si era offerta a me per amor del gioco e per l’erotismo della situazione, ora quel culo nudo e bersagliato dai miei colpi la mette a disagio. Io non cedo di un millimetro e anzi rincaro la dose con colpi ancora più forti. Paola continua lanciare dei piccoli gemiti di sofferenza che mi aizzano ancora di più. L’intera situazione mi colma di eccitazione. La sua fica riposa sul mio cazzo durissimo… il culo a disposizione della mia mano… davanti a tutti, per giunta. Capisco però che, se facessi davvero troppo forte, Ilaria interromperebbe il gioco. Non che io stesso voglia fare davvero male a Paola. Il gioco è bello proprio perché è un gioco, perché permette di sfogare la propria violenza senza fare davvero del male a nessuno. C’è la bellezza del sesso in un gioco del genere. Nell’umiliare una persona, nel farla soffrire un poco e al tempo stesso divertire, ma in maniera controllata e sicura. Ilaria conta con metodo e con la voce piana. Paola tira un sospiro di sollievo quando sente “Cinquanta!” uscire dalla bocca d’Ilaria.

Paola si solleva e si mette a sedere. Adesso tutti possono vedere il mio cazzo. È durissimo in mezzo alle mie gambe. Una vista volgare. Ma non mi copro. Non avrebbe senso. Anzi, sembro andare fiero dello spettacolo che offro agli altri. La malizia è in chi guarda, no? Paola è scossa. Non dice una parola. Forse si vergogna un poco. Ma non mi odia, anzi. Anche lei è chiaramente eccitata. Come mi ero accorto durante la sculacciata, si è bagnata notevolmente. Va a sedersi in mezzo agli altri. Le ragazze la guardano con una certa ammirazione e compassione. Ha resistito a una buona dose di dolore e ha il culo rosso. È come se l’avessi marchiata.

Ora è il turno di Francesca. Si avvicina a me con uno sguardo inconfondibile. È gelosa. Non tanto per il gioco in sé (quello era inevitabile e lo avevamo concordato) ma per la passione che ci ho messo. Il suo è uno sguardo che dice: ‘È a me che devi dedicare le tue attenzioni! Non al culo delle altre!’ Protesta legittima, ma per la voglia che ho in corpo in questo momento non mi interessa un bel niente delle sue lamentele. Francesca mi viene vicino ma è come se si rifiutasse di fare lo stesso gesto di Paola prima e mettersi sulle mie gambe. Credo voglia dirmi un: ‘Come hai osato, stronzo!’, che non gli esce dalle labbra solo perché è davanti a tutti. Ma, come ho detto, non ho la minima voglia di litigare, bensì di divertirmi. Se è un gioco e vuole sfidarmi, deve farlo alle regole del gioco. Vuole più attenzioni di Paola? Sarà il suo culo a riceverle, sotto forma di una sculacciata ancora più forte. Mi avvicino al suo orecchio è le dico, minacciosamente: «Fai la brava, ti conviene.» Le continua a guardarmi con uno sguardo che non ammette il minimo cedimento da parte sua. Con un gesto veloce porto la mano vicino alle sue tette e afferro il capezzolo destro, strizzandolo tra le dita. È ovvio che non si aspettasse un’azione del genere da parte mia e tira fuori un gridolino di dolore e sorpresa. Di nuovo, mi avvicino al suo orecchio, ma stavolta la mia voce è cerca di essere più suadente, come se la stessi invitando a un gioco erotico (che del resto, è ciò che sto facendo): «Fai la brava cagnolina, sennò ti becchi le mie cattiverie…» Il suo sguardo è cambiato: ora mi guarda con sensualità. Si avvicina e mi sussurra: «Stronzo… dopo scopami a sangue, mi raccomando!» Dopo avermi eccitato con queste parole, da brava, si mette stesa di pancia sulle mie gambe, con la fica appoggiata proprio sul mio cazzo durissimo e il culo a portata delle mie zampe.

Non so neppure bene da dove cominciare. Mi trovo col culo della piccola Francesca davanti, bianco e liscio e davanti l’interezza del mio gruppo di amici, anch’essi completamente nudi come lo eravamo noi. E molti avevano visto come le avevo stretto i capezzoli. Ormai non ci scandalizzavamo più e sul loro volto neppure leggevo stupore. Purché tutto fosse fatto col consenso degli interessati, non ci ponevamo limiti. Iniziai a massaggiare quel culo. Sono grato ad Ilaria per non aver insistito che cominciassi subito con le sculacciate, dandomi il tempo di godermi una palpata coi fiocchi. Nel frattempo, Francesca si mette con la faccia a terra, completamente stesa, nella posa della totale sottomissione. Sento che si sta rilassando, forse crede che la palpata andrà avanti a lungo e non tiene i muscoli duri. Carico un colpo improvviso tirandole uno sganassone sulla chiappa destra. Questo non se lo aspettava, ho raggiunto il risultato che volevo, tanto da costringerla, come Paola prima di lei, a un umiliante gridolino di dolore e sorpresa. Ilaria inizia a contare. Io sono al colmo della gioia e tiro un altro colpo. Poi mi fermo e riprendo a massaggiarla con dolcezza, come a voler lenire il dolore causato. Francesca continua a guardare verso il basso ma si capisce che non sa più se fidarsi di me o meno. Continuo a palparla e a darle dei pizzicotti sul culo, a strizzarglielo tra le mani, come per invitarla a desistere da qualsiasi resistenza. Quando sembra di nuovo tranquilla, le tiro un nuovo colpo, al punto da farla quasi tremare. Non le do il tempo di riprendersi e subito è una furia di sculacciate tanto veloce che Ilaria fatica a starmi dietro col conto. Arrivato ben al quindicesimo colpo mi fermo e osservo il risultato ottenuto: Francesca ha la pelle bianca e sensibile ma adesso il suo culo si è arrossato fino a un rosa più deciso. Non ho intenzione di lasciare che si riprenda, per cui le assesto altri dieci colpi. Stavolta sono meno veloce e più metodico: un colpo sulla chiappa destra, poi uno su quella sinistra, caricando la mano sempre dalla stessa altezza. Francesca non fa parola: evidentemente, questa nuova regolarità le permette di abituarsi. E così sono arrivato a metà della mia opera. Mi fermo e riprendo a massaggiarla. Stavolta non ho in mente di prenderla poi di sorpresa. Lei continua a fidarsi poco e le ci vuole un po’ di tempo prima che arrivi a rilassarsi del tutto. Sono stato cattivo a prenderla di sorpresa, poi violento con la mia furia di colpi e infine metodico con i colpi costanti. Ora ci vuole un po’ di tenerezza, anche se è una punizione. Stacco la mano, ma stavolta la tengo su un secondo così da darle l’avvertimento che sto per ricominciare con le sculacciate. Le ragazze e i ragazzi assistono allo spettacolo con molta suspence. Magari si stanno chiedendo che diavolo abbia ancora in mente di fare al culo della povera Francesca. Ma ora mi sono ammorbidito e continuo ad assestarle sculacciate che, sebbene abbastanza forti da essere accettate da Ilaria, non sono più allo stesso livello di violenza di prima. Cresco progressivamente d’intensità, ma ormai Francesca si sta abituando. Gli unici colpi davvero molto forti sono gli ultimi. Non poter masturbare Francesca mentre glieli assesto è un vero peccato.

Quando Ilaria dice: “Cinquanta!” do un’altra occhiata al risultato ottenuto: il rossore del culo di Francesca si contrappone molto nettamente al resto della sua pelle bianchissima. Mi si passi la metafora, è come se il suo culo provasse vergogna per qualcosa. Devo ancora concludere in qualche modo e per farlo decido di essere romantico e le do un bacio su ciascuna chiappa. “Hai fatto forte, stronzo…” fa lei rialzandosi e mi dandomi un bacio sulla bocca. “Bene, ora tocca alle ragazze… Paola e Francesca dovete sculacciarlo! Non abbiate pietà!” ci ordina Ilaria. Andiamo nello stesso ordine di prima, per cui devo farmi sculacciare prima da Paola. Lei si mette seduta per terra al cento del cerchio, con le gambe stese davanti a sé. Io mi stendo sulle sue gambe, in modo da avere il culo proprio all’altezza del suo bacino. Ho il cazzo, che continua a essere alla massima estensione, a pochi centimetri dalla sua fica e questo mi eccita enormemente. Iniziamo: Paola carica il primo colpo e mi tira una sculacciata sulla chiappa destra. Non è un colpo molto forte, ma è abbastanza tonico. Io chiudo gli occhi e metto la faccia a terra, come a dire: ‘Sono a tua disposizione, my lady, fai di me ciò che vuoi’. La sculacciata prosegue in modo abbastanza disordinato. Paola evidentemente non si è mai trovata nel ruolo di sculacciatrice e ha paura di farmi male. Tira dei colpi piuttosto rapidi e non molto energici. Arrivata circa al venticinquesimo colpo, io mi sono abituato a quella forza e mi sto godendo la situazione. Come Ilaria sospettava, sebbene la dominazione non mi dispiaccia la mia indole predominante è da sottomesso e mi fa eccitare abbastanza essere umiliato, purché in modi giocosi come questo. Ilaria interrompe il conto e dice a Paola di metterci più forza e, per dare l’esempio, si avvicina a noi due e mi tira uno sganassone che mi fa sobbalzare. Questo si che è forte! Paola non se lo fa ripetere due volte e rallenta un po’ il ritmo per concentrarsi sulla forza dei colpi. Ma si vede che ha sempre paura di fare qualcosa di sbagliato e, forse anche per non inimicarsi Francesca, alla fine neppure gli ultimi venticinque colpi sono così tremendi.

Riapro gli occhi e mi rialzo. Ho il cazzo che mi sta scoppiando tra le gambe per quanto è duro. Vedo che Ilaria ridere per la mia condizione e lei mi chiede: “Ma quanta voglia c’hai?” Non so bene che rispondere, ma vedo che Francesca si è già posizionata per accogliere il mio culo. Mi congratulo con Paola per la bella sculacciata e vado dalla mia ragazza stendendomi sulle sue gambe, nella medesima posizione che ho adottato con Paola.
“Hai visto quanto ho fatto forte. Fai forte anche tu, così ti vendichi. E io mi diverto” faccio io, mentre chiudo gli occhi.
“Ti farò urlare come una ragazzina” mi fa Francesca. Ha di che vendicarsi, visto il modo in cui l’ho trattata.
Mi diverto a sfidarla: “Secondo me non ne sei capace…”
Subito mi arriva un pesante sganassone sulla chiappa sinistra, come a punirmi delle mie provocazioni. Ma io non cedo: «Puoi fare di meglio…»
“Ehi, Ilaria, propongo una variazione a questo gioco!” fa Francesca.
“Dimmi.”
“Perché non facciamo che a contare i colpi invece di essere tu è Tommaso?”
“Mi pare un’ottima idea. Ero stanca di contare. Facciamo che Tommaso deve contare ad alta voce ogni colpo.”
“Così la smetti di blaterare” mi sussurra un’incattivita Francesca. Poi dice a Ilaria: “Io farei che se non riesco a sentire o lui si sbaglia coi conti anche solo una volta, si ricomincia da capo.”
Sono tutti sorpresi. Davvero Francesca se la sentirebbe di darmi altre cinquanta sculacciate dopo le prime cinquanta se alla penultima dicessi quarantotto invece che quarantanove?

In ogni caso, la mozione è approvata da una festosa Ilaria e la sculacciata riprende.
Francesca mi tira metodicamente colpi abbastanza forti. Io non mi faccio scoraggiare anche se devo ammettere che un po’ soffro, anche perché l’effetto delle sculacciate di Paola si fa sentire. In ogni caso, riesco a concentrarmi e conto con metodo e ad alta voce: “Due… tre… quattro… ahi! Cinque!” Mi sento umiliato ad essere trattato così davanti a tutto il mio gruppo di amici. Più che una sfida è una condanna e la mia sofferenza si acuisce. Ma è una umiliazione che mi piace e che accresce ancora la mia voglia. Venti colpi… trenta… quaranta! Sempre scagliati con metodo e regolarità, anche se la forza dopo un po’ si riduce perché Francesca è stanca. Il mio culo è dolorante e a questo punto presumo che sia bello rosso. Ma sembra che io stia vincendo. Non una volta mi sono sbagliato e, sebbene un paio di volte Francesca mi abbia dovuto dire di alzare la voce, ha chiaramente sentito tutti i numeri. Ormai siamo arrivati a quaranta, per cui presumo che lei non abbia la voglia di giocarmi scherzi e che, stanca com’è, concluderà con modesta dignità questa sculacciata. Alla quarantesima sculacciata segue un minuto intero di pausa. Francesca mi coccola dolcemente il culo come a voler lenire il rossore causato. La palpata è molto sensuale e io sono all’apice della gioia. Ho vinto, dopotutto. Poi, senza darmi il tempo di rendermene conto ecco una sculacciata fortissima! Che infame. Provo a riprendere la concentrazione e esclamo: “Quarantu…” quand’ecco in rapida sequenza una valanga rapida di colpi. “Quarantadu.. tre! Quarantaqua… cinque!” Ed ecco al sesto fatidico colpo sono così sconvolto e dolorante per quel rinnovato dinamismo e per quella velocità incalzante delle sculacciate che salto il conto.

“Ho vinto!” esulta Francesca. Poi subito aggiunge: “Ma non preoccuparti. Non ho la minima voglia di sculacciarti adesso.”
“Cosa?” chiedo io, stupito, visto che già mi stavo preparando al peggio.
“No, voglio riprendere un po’ le forze. Quindi domani, davanti a tutti, ti sculaccerò di nuovo.”
“Ah, ti pareva!” faccio io e tutti ridono.
Io mi alzo dalle sue gambe e mi metto a sedere davanti a lei. Ho il cazzo che mi sta scoppiando. Ilaria capisce che la mia è una esigenza assoluta. Per fortuna, Ilaria non vuole farmi aspettare come prima e chiede a Francesca se può soddisfarmi. Francesca accetta. Prima ha già bevuto il mio seme, per cui non ha voglia adesso di mettersi a succhiare di nuovo. Avvicinatasi a me, me lo prende in mano e inizia a masturbarmi. Bastano pochi colpi e vengo copiosamente per la seconda volta in quella serata. Francesca mi sorride mentre io mi vergogno un poco a essere venuto davanti a tutto il mio gruppo di amici. Mi pulisco con un fazzoletto e poi vado in bagno a sciacquarmi. Quando torno, Monica, Marco e Giovanni sono al centro del cerchio, pronti per la punizione di Monica.

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