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Il Fotografo Cap.26 - “Anime” e corpi

20.05.2025 |
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Poi gli scompiglia i capelli e gli strizza l’occhio..."
È venerdì mattina. Maddie riceve finalmente il pacco che aspettava da giorni: un microfono direzionale ad alta sensibilità. Lo ha ordinato online sotto falso nome, e il corriere l’ha lasciato come sempre all’edicola all’angolo. Lo scarta davanti a Marco con l’entusiasmo di una bambina la mattina di Natale. Marco la guarda dubbioso. «Un microfono? Maddie, siamo seri… registrare le conversazioni ora? Non stiamo esagerando?»
«Non è più illegale delle foto che fai tu da un mese a questa parte» ribatte lei con tono sarcastico. «Siamo in ballo, no? E allora balliamo alla grande.»
Marco deglutisce, ma non replica. In fondo, ha ragione lei. Non possono più tirarsi indietro.
Montano il microfono in fretta e iniziano a fare prove sul terrazzo. In meno di mezz'ora riescono a intercettare una conversazione telefonica proveniente dal terzo piano.
È la voce di Moretti, l’agente. Sta parlando con qualcuno, probabilmente un superiore.
«Il medico è stato qui mercoledì. Le condizioni del soggetto sono stabili, nessun miglioramento. Parametri invariati.»
Pausa.
«Sì, il referto è stato consegnato alla Baselli, la tenente Stefania. Ne ha una copia cartacea. La versione digitale è stata archiviata nella periferica criptata.»
Maddie e Marco si guardano. La periferica. È la famosa chiavetta USB che già in passato avevano visto passare di mano. Ora tutto torna. È lì dentro.
Maddie annota tutto con precisione. Marco registra l’intera conversazione.
Nel pomeriggio, la tensione cala. Maddie prende il portatile e si sposta in camera di Marco. Lui è al computer, intento a controllare le ultime pubblicazioni sul profilo MadSex. Lei si siede al suo fianco.
«Hai pubblicato tutto?»
«Sì. Ada ha già risposto con cuori e fiamme.»
Maddie sorride. Poi nota alcune foto aperte sul desktop. È la ragazza del quarto piano.
«E la figlia del dottore al quarto piano?» chiede, incuriosita.
«Si.. Suona il piano.»
«La conosci?»
«No. Mai parlato.»
«Ti piace?»
Marco arrossisce e abbassa lo sguardo.
«Risposta ovvia» commenta lei ridendo. «Dobbiamo trovare un modo per farvi incontrare. Ti aiuterò io.»
Poi cambia discorso. «Comunque… mi è arrivata una proposta. Una collaborazione per un set cosplay erotico. Stile anime giapponesi. Soft, non hard. Vogliono roba sensuale ma senza penetrazioni. Mi hanno invitata domani in un capannone. Party privato. Trenta performer e sette fotografi. Ci andiamo?»
Marco si illumina. «Sì! Sì, certo!»
Maddie accenna un sorriso. «Allora dobbiamo decidere il personaggio. Pensavo a qualcosa tipo Lamù, ma magari è troppo banale.»
Marco ci pensa. Poi scatta. «Boa Hancock.»
Lei lo guarda sorpresa. «La principessa serpente di One Piece?»
«Sì. Fisico perfetto, bellezza letale, fiera, sensuale. Ti ci vedo da Dio.»
Maddie ride. «Ok. Deciso. Sarò Boa Hancock.»
Il sabato pomeriggio salgono su un taxi diretti verso la location: un vecchio capannone industriale, riconvertito in studio fotografico underground. Appena varcano la soglia, vengono avvolti da una nuvola di musica elettronica, risate, odore di trucco, lattice, borotalco.
Ci sono uomini, donne, coppie, corpi scolpiti e corpi veri, diversi. C’è chi sta incollando parrucche, chi si infila mutandine rosse, chi sistema un’armatura di cartapesta. Alcuni sono già nudi. Altri in cosplay completi. Altri ancora solo parzialmente vestiti.
Maddie si gira verso Marco. «Benvenuto nel mondo dei content creator.»
Lei viene subito assorbita da un gruppo di performer. Marco rimane vicino all’ingresso con la reflex al collo e l’aria un po’ spaesata. Una ragazza in tuta aderente gli si avvicina.
«Tu sei quello che scatta per MadSex, giusto? Vi ho visti arrivare insieme.»
«Sì… Marco.»
«Piacere, Alice. Anche io fotografa. Figo il tuo lavoro. Le ultime foto sono top. Dovresti iniziare a firmarle.»
«Firmarle?»
«Sì, con un nome d’arte. Come fanno tutti. Sai… tipo @DarkFrame, @ObscureLover, roba così.»
Poco dopo anche un ragazzo lo prende da parte. «Bella la tua luce. Sei bravo. Un consiglio: trova una tua firma. Un nome. Così la gente ti riconosce.»
Marco prende nota. Poi raggiunge Maddie, entusiasta.
«Mi hanno detto che devo trovare un nome d’arte. Per firmare le foto.»
Lei lo guarda con approvazione. «Hai ragione. Dobbiamo inventartelo subito.»
«Che ne dici di Markus Roggia? Dalla fusione di Marco Roggini. Sembra professionale.»
«Mi piace. Sì. È perfetto. D’ora in poi, sarai Markus Roggia.»
Un tecnico li chiama. La sessione sta per iniziare.
Marco stringe la reflex. Maddie si volta. È diventata Boa Hancock: lunga parrucca nera, abito viola con spacco laterale, scollatura esagerata, tacchi alti. Ha labbra rosse, sguardo letale.
«Tieni la reflex in mano, Markus. Oggi si fa sul serio.»
Il suo tono è tagliente, sicuro, e quando lo chiama col nuovo pseudonimo, lui si sente battezzato.
Inizia la sessione. I gruppi si distribuiscono per tema. Marco segue Maddie, mentre lei si accosta ad altri due personaggi: Nico Robin e Roronoa Zoro. L’inizio è soft. Le tre pose statiche, sguardi intensi, abiti sensuali, Marco gioca con le inquadrature ravvicinate. Quando Robin si abbassa le spalline e lascia scivolare il vestito, i seni nudi spiccano tra la stoffa. Zoro le palpa con entrambe le mani. Maddie lo prende per il mento e lo costringe a inginocchiarsi. Poi si gira verso Marco.
«Scatta.»
L’obiettivo fissa ogni dettaglio: capezzoli duri, sguardi complici, dita che affondano nelle cosce. Una delle performer esclama: «Ora voglio un bacio… vero!» E le due donne si baciano, si leccano lentamente le labbra, poi si mordono.
La temperatura sale.
Altro set: Spy x Family. Una Yor Forger in body trasparente e tacchi altissimi domina un finto Loid che si spoglia lentamente sotto le sue carezze. Lei lo lega con manette rosa, lo cavalca con un dildo indossabile sopra una calza a rete. Marco fotografa da terra, inclinando la macchina per dare dinamicità.
«Ti piace, Markus?» gli sussurra Maddie passandogli accanto. Lui è in trance.
Altro scenario: Dragon Ball. Bulma e C-18 si spogliano fino a restare con calze autoreggenti e guanti lunghi, sdraiate su un materasso nero mentre Yamcha le lecca alternativamente. Poi si scambiano un dildo in bocca, lo leccano e se lo passano tra le cosce.
Maddie partecipa a una nuova scena: lei (Boa) ordina a tre “marinai” in mutande bianche di inginocchiarsi, li prende a schiaffi, poi si siede su uno di loro. Gli altri due si spogliano completamente, i membri già semi-eretti. Uno li succhia entrambi mentre Maddie lo osserva divertita.
Marco scatta da tutte le angolazioni. L’eccitazione è tangibile. Alcuni performer iniziano rapporti completi, le spinte diventano vere, i gemiti reali. Ma Maddie resta fedele alla linea soft, pur flirtando continuamente col limite. In una scena si fa palpare da due ragazze vestite da Lamù e Cutie Honey, in una doccia di luci colorate e bolle di sapone. Marco è lì, vicinissimo.
Le mani scorrono, si stringono, le labbra si sfiorano. Una delle due infila le dita nelle mutandine di Maddie, solo per pochi secondi. Il tempo di immortalare un fremito.
Due ore e mezza di scatti continui, riprese video, cambi di set, sudore, luci forti, urla trattenute e piacere esibito. Marco è sudato, la reflex gli pesa addosso, ma gli occhi brillano come non mai.
Alla fine, 432 foto, 66 minuti di video da rivedere, tagliare, montare. Maddie si avvicina a lui, ancora in costume.
«Sei stato grande. Ora sei ufficialmente Markus Roggia.»
Lui sorride, esausto, felice.
«Ora manca solo una cosa…» dice lei.
«Cosa?»
«Una firma. Una cazzo di firma d’artista da appiccicare a ogni foto. Ma tranquillo, ci penso io.»
Poi gli scompiglia i capelli e gli strizza l’occhio.
Continua nella sezione "Scambio di coppie"...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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