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Prime Esperienze

Io, gli uomini e le donne... capitolo 2


di Bicurioso23
28.12.2016    |    6.095    |    1 8.3
"Passo la carta igienica, e vedo sangue..."
Da lì a qualche giorno, andai in vacanza dagli zii, una trentina di chilometri da casa mia, la chiesa ha la piscina, dalle quattordici alle sedici le femmine e poi i maschi fino alle diciotto.
Li inoltre ho tre cugini, il più grande è Massimo, cinque anni più di me, mentre i gemelli, Marco e Alice uno.
Una mattina, siamo a casa io e mia cugina, gli altri sono tutti a pomodori nei campi.
Lei mi fa - "Facciamo che giochiamo alla mamma e al bambino.", ed io – “Ok, ma come si gioca?”.
In pratica mi allattava, al seno che stava iniziando a gonfiarsi, e mi cambiava il pannolino, uno straccio fermato da una spilla.
Dopo tre volte che mi cambia il pannolino, e con un fazzoletto mi puliva pisellino e sederino, mi diventa duro, ma lei non fa una piega, e mi dice - "Adesso giochiamo al dottore.".
Quando eravamo pazienti, il dolore era focalizzato sempre lì e quindi si curava con finte punture, in concreto ci si doveva toccare e basta.
Il giorno dopo, suo fratello gemello, era tornato prima e ci aveva scoperto nel nostro gioco, e allora si era unito, due pazienti e una dottoressa.
Un caldo pomeriggio, mentre mia cugina e mia zia erano in piscina, mio cugino Marco era nei campi con mio zio, ero a casa con Massimo.
Eravamo sul divano, e guardavamo "Non è la Rai", un'orda di un centinaio di ragazzine tra i sedici e i venti anni, e noi avevamo gli ormoni imbizzarriti!
Mi becca che gli guardo il pacco gonfio, e mi chiede se voglio toccare.
Mai tirarsi indietro.
Ci spostiamo in camera sua, e ci masturbiamo a vicenda per un paio di minuti.
Mi chiede di mettermi a pecora sul letto, e mi appoggia il pene tra le natiche e va su e giù.
Poi lo faccio io a lui.
Così un paio di volte, poi mi dice di provare a metterglielo nell'ano.
Non entra, o meglio, non sono stato capace.
Adesso è il suo turno.
Mi metto a pecora, me lo punta sull'ano, da una spinta, sento che sta entrando, ed ecco la seconda, mi fa male, glielo dico, ma lui spinge una terza volta e più forte.
Crack!
Sento un dolore atroce, mi brucia da matti.
Mi alzo di colpo e vado in bagno. Passo la carta igienica, e vedo sangue.
Passo i dieci minuti successivi sul bidè a rinfrescarmi.
Il dolore si placa, ma solo mentre mi bagno.
Mi chiede come sto e si scusa. Fortunatamente poi vado in piscina, e in quelle due ore, il dolore si attenua. Ci penso tutta notte.
Non sono arrabbiato, anzi, magari quando passerà l'indolenzimento, ci potrà riprovare, ma purtroppo non succederà più.
Arriviamo a settembre, ricominciano le scuole, ora sono in terza, Mattia è stato bocciato, ma è in un'altra sezione.
Durante l'anno ci siamo visti tre o quattro volte, solo masturbati.
Ad aprile gita scolastica di tutte le terze della scuola.
Si va a Trieste, a vedere il campo di concentramento, il giorno dopo si andrà a Miramare e di ritorno a Re di Puglia.
La sera del primo giorno arriviamo in hotel, stiamo vicini, vogliamo la camera insieme, ma il professore ci affibbia un terzo compagno, Dario.
Ci dirigiamo alle nostre camere, sono le diciassette, alle diciannove e trenta la cena, puntuali, ordina la professoressa.
Io sono il primo a lavarsi, fossimo stati solo noi due mi sarei spogliato li, ma c'è Dario, quindi vado in bagno. Finisco ed esco, ma resto in accappatoio.
Poi è il turno di Mattia, che mi copia, ed esce in accappatoio, e appena Dario va in bagno, mi viene davanti e se lo apre, così mi ritrovo il suo cazzo davanti agli occhi, glielo prendo in bocca, me lo fa succhiare, intanto lui mi ha tirato su l'accappatoio per scoprirmi il sedere, e mentre io sono impegnato col "ciuccio", lui mi massaggia le natiche e mi stimola l'ano, per qualche minuto, poi si va a coricare sul letto matrimoniale che divide con Dario, lo stronzo appena entrati in camera, si è fiondato sul lettone e mi ha fregato il posto.
Io che speravo di passare la notte a letto con il cazzo del mio “padrone” (io mi sentivo la sua schiava, come vi avevo già detto prima) tra le mani o le natiche, invece niente, uffa!
Quando Dario esce, inizia a vantarsi di essersi appena masturbato. Cominciamo a parlare di dimensioni, Dario non si ferma alle parole, lo tira fuori.
Niente di anormale, gli dico che è come il mio, e lui vuole vederlo, lo accontento.
Allora gli dico - "Vince Mattia!", e Dario - "Come fai a saperlo?", ed io - "Si è fatto qualche sega a casa mia e gliel'ho visto.".
Vuole vederlo, e Mattia esaudisce il suo desiderio, lasciandolo a bocca aperta.
Era ancora duro dalla mia succhiatina. Dario gli fa una domanda che ci spiazza - "Posso toccarlo?" e Mattia stranito, ma non infastidito - "Prego!". Dario mi dice di provare a toccarlo, e lo assecondo, fingendo stupore, ci crede.
Ci vestiamo e scendiamo.
Ceniamo, e poi passiamo un paio d'ore a giocare a carte e a parlare nella zona bar dell'hotel, fin quando i professori non ci mandano in camera.
Arrivati in camera, Dario inizia a cercare i canali con le donnine mezze nude, vuole farsi una sega.
In men che non si dica ci troviamo con i pantaloni e le mutande calate, e ci masturbiamo, io più che guardare nel tubo catodico, sono interessato ai loro "tubi".
Non vengo, ma nemmeno Dario, che finge il contrario sotto le coperte.
Mi sposto in mezzo a loro, io e Dario guardiamo Mattia che si masturba, gli chiedo se posso provare, una decina di colpi, vuole provare anche l'impiccione, e ne fa il doppio.
Mattia riprende il controllo, e dopo poco viene.
Si espande nell'aria il profumo acre del suo sperma.
Anche stavolta, come la prima volta, sono rimasto a guardare quei fiotti bianchi schizzare fuori dal suo uccello, come avrei voluto metterci la bocca.
Gli passo i fazzoletti di carta e si pulisce.
Ci ricomponiamo, e Dario confessa di aver finto di eiaculare, ma lo sapevamo già.
Dopo 5 minuti bussano alla porta, è Sandro, che invita Mattia nella sua stanza per giocare a carte.
Solo lui, uffa!
Mattia è più figo, fuma, ha un'anno di più, io sono meno interessante, uno normale, e Dario è un rompi coglioni casinista.
Vado in bagno per fare pipì, seduto, perché la mamma mi ha insegnato così, ha obbligato pure papà, per evitare le goccie sulla ciambella.
Entra Mattia per lavarsi i denti, apre l'acqua, ma si dirige fronte a me e lo tira fuori.
Lo prendo in bocca, il sapore è acidulo, un misto tra pipì e il profumo che ha sempre avuto il suo cazzo.
Assaporo il suo succo.
Lo rimette via e si congeda promettendomi che dopo me l'avrebbe ridato.
Si lava i denti e raggiunge gli altri.
Restiamo io e Dario.
Guardiamo la mezz'ora finale di un film su Italia 1, credo con Arnold Schwarzenegger e ci mettiamo a parlare.
Di ragazze, perché attenzione, nella mia storia di sesso non sono mai comparse, ma mi piacciono già, solo che all'epoca ero troppo timido per farmi avanti, che ci crediate o no, poi si parla di calcio, di scuola e di nuovo si finisce a parlare di sesso.
Dario era un'impiccione, ma se gli raccontavi qualcosa, potevi stare certo che moriva con lui, allora ci confidiamo, su tutto.
Gli racconto di quello che faccio con Mattia e da solo, e scopro con piacere, che anche lui si diverte col suo ano, ma non quanto me.
Finiamo per masturbarci e succhiarcelo, e poi gli chiedo se vuole provare a penetrarmi.
Accetta.
Ma come con Mattia, appena il glande è tutto dentro, provo troppo dolore, e si ferma.
Spegnamo la luce, ci mettiamo a letto, e guardiamo la tv.
Dario si è già addormentato da un'oretta quando torna Mattia.
Si siede sulla poltrona a fumare una sigaretta, al chiaro di luna, e mi fissa. Sposto il lenzuole e scendo dal letto, sono ancora nudo, mi avvicino, a e un metro da lui m'inginocchio, si sbottona i jeans, gli chiudo le gambe per poterli sfilare insieme alle mutande. Le allargo nuovamente, mi avvicino di più e lo prendo in bocca. Il profumo dello sperma è quasi svanito.
Dieci minuti dopo mi dice che sta per venire, mi dilungo un'attimo e mentro lo tiro fuori, una goccia mi viene sparata sul palato, di nuovo quel sapore acre. Non è buono, o meglio, ha un sapore strano, ma quello che mi piace è che è il suo "succo d'uomo", e sono contento di averlo fatto uscire io, vuol dire che sono stato bravo, e gli è piaciuto quello che ho fatto.
Il resto finisce sul suo addome, e la luce della luna, fa sembrare lo sperma argentato.
Sono tentato a leccarlo, ma mentre lo penso, lui l'ha già coperto con un fazzoletto.
Do un bacio al suo pene, sul dietro della cappella, e mentre mi alzo glielo accarezzo fino alle palle, e quando sono in piedi di fronte a lui, me lo prende in bocca per cinque minuti ed infine andiamo a letto, lui si siede sul suo e mentre sto passando, mi prende un braccio, e mi fa stendere in mezzo a loro, lui mi si avvinghia alle spalle appoggiandomi il pene tra le natiche.
Quello che speravo!
Dopo qualche minuto che siamo a letto, sento Dario che si gira, prima era girato verso di noi, e si appoggia col suo culo al mio pisello.
Forse ci avrà visto, ma comunque non m'interessa.
Al risveglio, mi trovo ancora Dario con il suo culo appoggiato al mio cazzo, e quello di Mattia ancora tra le chiappe e tutti e tre abbiamo un'erezione, nel sonno avevo appoggiato un braccio sul fianco del rompiscatole, e la mano cadeva proprio la, ma comunque niente sesso quella mattina.
Torniamo a casa, studiamo parecchio, ci saranno gli esami, quindi ci si vede poco.
Quell'estate sarà l'ultima in cui ci frequenteremo.
A fine luglio, mi sto masturbando, e mentre sento il solito piacere che raggiungevo, nonostante non uscisse niente, a gran sorpresa esplodo!
Spettacolo, una sensazione indescrivibile, adesso so cosa prova Mattia.
Come ho già anticipato, saranno le ultime volte con lui, ma appena gli confessai il lieto evento, il pomeriggio seguente venne a casa mia.
Mi masturbò e me lo succhiò e fu un'esplosione di piacere.
Ci frequentammo per un'altra decina di volte, ma con l'inizio delle superiori, lui cambiò paese e forse non gli interessò più fare sesso con me, dopo aver trovato la ragazza.
Siamo tutt'ora amici, anche se non ne abbiamo mai più parlato.
Ricordo tutto quello che ho fatto con Mattia con piacere, e sarebbe bello magari fare una rimpatriata.
Per quanto riguarda Dario, fu l'unica occasione e dopo le medie non ci siamo mai più visti.
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