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Notte folle con un 60enne.


di LaCavalla
16.07.2008    |    103.453    |    59 9.6
"Mary, non la conoscevo da tantissimo tempo, però tra noi si era instaurato un buon feeling sin dal primo momento..."
Quel giorno avevo litigato con mio marito Bruno, non era stato uno dei soliti litigi per futili motivi, ero arrabbiatissima, al punto che ero andata via di casa. Mi rifugiai a casa di una coppia amica con cui condividevamo le stesse passioni e gli stessi interessi sessuali. Mary, non la conoscevo da tantissimo tempo, però tra noi si era instaurato un buon feeling sin dal primo momento. Era più grande di me di sei anni, aveva esperienza di vita vissuta ed era sempre prodiga di consigli e pronta ad aiutarmi ogni qualvolta ne avevo bisogno.
Appena andai a casa sua lei ed il marito Antonio, furono molto carini con me, mi tranquillizzarono, mi dissero che sarei potuta stare da loro tutto il tempo che mi serviva. Mary dopo avermi ascoltata mi diede uno dei suoi saggi consigli e lo stesso Antonio, mi confermò che anche loro avevano avuto dei momenti di crisi e che si erano risolti senza gravi conseguenze, anzi avevano accresciuto la loro intesa e la loro capacità di dirsi con sincerità e senza peli sulla lingua ogni cosa.
Per sdrammatizzare, Antonio ci propose di passare la serata in un locale che gli avevano detto ben frequentato da uomini maturi in cerca di compagnia, disse: “magari incontriamo qualche bel maschione che ci fa divertire…”. Non ero sicura di voler andare, ma Mary con il suo solito entusiasmo riuscì a convincermi. Ci preparammo per la serata con Mary vestita di nero ed io di rosso. Indossavo un abitino elasticizzato corto e scollato, perizoma dello stesso colore e scarpe sempre rigorosamente rosse con tacco a spillo. Antonio appena ci vide rimase a bocca aperta ed esclamò: “…wow… che fighe…, così farete strage di maschi stasera…”. Con Mary ci guardammo e sorridemmo, al solo pensiero di quello che sarebbe potuto succedere.
Era di venerdì e il locale non era molto affollato, proprio come deve essere quando si va non solo per ballare. Antonio scelse un tavolo un po’ appartato in un angolo dove c’era anche un salottino dicendo: “… se dovete pomiciare con qualcuno qui è l’ideale…”. Mary lo baciò con passione e poi rivolta a me disse: “… che maritino d’oro che ho, pensa sempre a tutto”. Ordinammo da bare e poi Antonio ci fece fare qualche giro di ballo in pista a turno, come disse lui: “… per mostrare la merce…” durante il mio turno mi chiese se avevo notato qualcuno che mi intrigasse, ma sinceramente dei maschi presenti, che sicuramente mi stavano scopando con gli occhi, non ne vidi nessuno interessante. Dopo un’oretta che stavamo lì vedo entrare due bei maschioni, li feci notare anche ai miei amici e Mary, rivolta ad Antonio, esclamò: “… ma quello è Sergio”. Non ci mise molto a notarci e quando si accorse di Mary, allargò le braccia e sorridendo si diresse al nostro tavolo, era veramente un bell’uomo, abbracciò Antonio e baciò in bocca Mary con ardore prima di presentarsi a me e di farci conoscere il suo amico. Fu molto prodigo di complimenti nei miei riguardi, al punto da ingelosire Mary. Ma subito la rassicurò ricordandole i suoi gusti, adorava le tette e i culi grossi, Mary infatti è molto formosa, ha una 6^ di seno e un fondoschiena grosso. Sergio si accomodò tra Antonio e Mary e dopo poco vidi subito la sua mano sparire sotto il tavolo tra le cosce di Mary che non restò insensibile, poi rivoltosi a Renato, il suo amico, disse: “…vedi, questa femmina ha la capacità di farmi stare sempre a cazzo dritto”. Antonio che è bisex, aveva messo una mano sul cazzo di Sergio e aveva detto: “… mmm … confermo… ha il cazzo duro come il marmo”. Sergio prontamente rispose: “tocca che vi scopi al più presto e che mi svuotate i ciglioni prima che mi esplodano”. Poi alzatosi disse: “…su andiamo piccioncini, non perdiamo altro tempo prezioso, ho troppa voglia di fottervi a dovere…”. Mary però si preoccupò di chi mi avrebbe riaccompagnata a casa. Renato disse che ci avrebbe pensato lui. Una volta soli, tra un Martini, un ballo e una pomiciata sul divanetto, Renato si eccitò così tanto che mentre continuava a toccarmi tra le cosce mi disse chiaramente che aveva una gran voglia di fottermi.
Renato mi intrigava un casino era un 60enne molto arrapante, alto, moro, grosso, molto villoso e, da
quello che avevo potuto constatare, ben messo tra le gambe. Usciti dal locale, Renato mi fece accomodare nella sua auto e si diresse in un motel. Durante il tragitto non feci altro che strusciarmi a lui come una gatta in calore, immaginando il momento in cui mi sarei trovata sotto quel bel maschione e di come mi avrebbe presa, procurandomi dei continui orgasmi. Mi eccitava pure la sua apparente indifferenza, in auto non mi aveva degnata di uno sguardo, di una carezza tra le cosce, che avrei tanto gradito. Questo lo rendeva ancora più eccitante ai miei occhi, non vedevo l’ora di trovarmi sola con lui, volevo essere presa quanto prima.
Giunti al motel prese una camera e appena dentro, dopo aver dato la mancia al ragazzo che ci aveva accompagnati e aver chiuso la porta, mentre mi addentravo, sentii la sua mano che mi prendeva per i capelli e mi tirava indietro verso di lui, mi baciò con vigore con la lingua prima di spingermi ai suoi piedi e, dopo aver liberato dai pantaloni il suo cazzo in erezione, grosso, nodoso e pulsante di desiderio, me lo infilò in bocca e cominciò a scoparmi tenendomi ferma la testa e facendomelo arrivare fino in gola. Mi sentivo soffocare, avevo conati di vomito ogni volta che mi scivolava in gola, quando lui affondava i colpi sentivo gli occhi che mi uscivano fuori dalle orbite, era un vero animale da monta. Lo fu ancora di più quando soddisfatto di quel trattamento che mi aveva riservato, mi spinse sul letto a pancia sotto e senza troppi complimenti, mi strappò il perizoma, mi denudò completamente le chiappe e dopo averle leggermente sollevate, le palpò con vigore e mi mollò un paio di sculaccioni forti da farmi urlare dal dolore, commentò dicendo: “mmm… che culo da zoccola…, non aspetta altro che ricevere un bel cazzo che lo sfondi come si deve”. Detto ciò puntò il suo uccello contro il mio forellino e, senza nemmeno un minimo di preparazione, cominciò a spingere per farlo entrare, mi faceva male, non ero pronta, continuava a picchiarmi dicendomi di non stringere il culo, quel trattamento, stranamente, anziché dispiacermi, mi procurava un piacere indicibile che mi portò ad avere una serie di orgasmi incontrollati. Quel porcone era molto resistente, dopo avermi presa a lungo nell’ano, ancora non si decideva a sborrare, mi rigirò per farmi anche la figa e solo dopo avermi posseduta per parecchio tempo in quella posizione, esplose tutto il suo piacere dentro di me. Ebbi un ulteriore orgasmo contemporaneamente a lui che stava svuotando le sue palle dentro di me. Rimasi a lungo ansimante sul letto a cosce larghe, avevo il fuoco tra le gambe e dietro, non ero mai stata posseduta con tanta violenza da un uomo e, sinceramente, non avevo mai provato un piacere tanto intenso come quello che mi aveva fatto provare Renato. Per tutta la notte dovetti subire gli assalti, le umiliazioni e le botte che quell’energumeno mi dava mentre mi scopava in tutti i buchi. Dopo aver riposato qualche ora, in tarda mattinata mi svegliai e visto che erano quasi le 11,00, volevo tornare da mio marito, avevo smaltito la rabbia nei suoi confronti e anzi, avevo anche qualche senso di colpa per averlo cornificato senza il suo consenso, ma mentre mi ero sollevata per andare a lavarmi e vestirmi, sentii nuovamente la presa della sua mano sul collo che mi diceva: “ma dove credi di andare, succhiamelo, puttana!!!” e così dovetti assecondarlo. Stavolta però lasciò che io lo ciucciassi, tenendomi solo la mano dietro la nuca per essere certo che non interrompessi il pompino, mi dolevano le mascelle per il tempo che mi ci volle per farlo sborrare, mi riempì la bocca del suo sperma abbondante, caldo, cremoso e acre, costringendomi a berlo tutto. Avevo finito di fargli il pompino e mi ero distesa sul letto ma lui, ancora una volta mi venne addosso e cominciò a divorarmi le tette mordendomi e succhiandomi con forza i capezzoli mentre con una mano continuava a toccarmi tra le cosce e a penetrarmi con le dita.
Erano le cinque del pomeriggio quando riuscii ad andare sotto la doccia per ripulirmi di tutto lo sperma che mi impasticciava tutto il corpo, ma anche li venne ancora voglioso, era incredibile quanta energia avesse. Dopo essersi fatto spompinare per farlo ritornare dritto, mi rigirò e mi prese nel culo per l’ultima volta. Mi portò fin sotto casa e, prima di lasciarmi, mi lasciò il suo bigliettino da visita e mi confidò che da tempo non fotteva una vacca come me, mi disse anche che si aspettava che io lo richiamassi per qualche altro “servizietto”. Sotto casa trovai mio marito che mi aspettava, rimase immobile a guardare me che parlottavo con Renato prima di scendere dall’auto. Con mio marito non ci dicemmo nulla, lo baciai in bocca, lui mi abbracciò ed insieme salimmo su casa. Ci eravamo riappacificati, non mi chiese mai cosa fosse successo con quell’uomo, ne tanto meno io gli ho mai raccontato cosa ho fatto quei due giorni fuori casa. Nei giorni a seguire mi sono masturbata con violenza pensando a Renato e come mi aveva fatta godere, ma non l’ho chiamato, ho avuto paura di diventare sua schiava è un maschio dominante e autoritario.
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