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Ricatto cap. 8


di spp
14.04.2023    |    929    |    1 6.0
"Mentre eravamo in auto Bedir, sorridendo, mi disse che mi ero comportata molto bene e gli spiaceva solo il fatto che non potesse così punirmi, quasi..."
Dal primo momento che ti ho visto ti ho desiderato, appena ho saputo che non avevi figli ho pensato: “ecco finalmente l’ho trovata, lei deve essere la madre dei miei figli, devi sapere che avrò di sicuro altre donne ma tu sarai sempre la mia preferita e l’unica davvero importante”.
Quanto ero cambiata ? ed in così poco tempo, quello che mi aveva appena detto da una parte mi inorgoglì e dall’altra mi provocò una punta di gelosia, avrei voluto che lui fosse mio e soltanto mio.
Restammo abbracciati a coccolarci sino a quando non entrò la cameriera, ci riferiva che da lì a poco il pranzo sarebbe stato in tavola, mi alzai e dopo una rapida rinfrescata telefonai a mio marito per sapere se venisse a casa a pranzo, Mario mi rispose che era occupato e non sarebbe venuto e, dopo una pausa d’esitazione, mi chiese se lui mi avesse ancora presa.
Gli risposi con franchezza anche quando volle sapere se mi era piaciuto e quanto, tagliai corto dicendogli che se proprio ci teneva ad essere consapevolmente cornuto e contento gli avrei raccontato tutto nei minimi dettagli poi, con un po’ di cattiveria, aggiunsi: “così potrai farti una gran sega”.
Il pranzo fu piacevole e con Bedir ci fu una squisita quanto interessante discussione che abbracciò dall’economia alla filosofia, lui inoltre, durante la conversazione, più volte elogiò la mia intelligenza oltre che la bellezza ed a chiosa finale, davanti alla coppia filippina, disse che aveva proprio scelto una compagna degna di lui, confesso che quest’ultima lusinga mi fece quasi girare la testa.
Nel pomeriggio lui volle che mi vestissi in maniera sobria ma elegante, l’accompagnai in alcune banche e presso notissimi ed importanti uomini d’affari della nostra città, fui sempre molto ossequiosa , sia nei suoi confronti che in quello dei suoi interlocutori, a differenza di quando accompagnavo mio marito cercavo di restare sempre in disparte nella conversazione, intervenendo solo su esplicita richiesta. Mentre eravamo in auto Bedir, sorridendo, mi disse che mi ero comportata molto bene e gli spiaceva solo il fatto che non potesse così punirmi, quasi all’istante gli risposi che se lo desiderava poteva farlo comunque.
Contrariamente a quanto pensassi la nostra meta non era casa, lui mi fece chiamare i nostri filippini per ordinargli di preparare la cena solo per Mario, noi cenammo in uno dei più esclusivi ristoranti della città. Fu lui stesso ad avvisare mio marito della cosa e poi aggiunse che al nostro rientro,se lo desiderava,sarebbe potuto venire a guradarci mentre facevamo l’amore, era in viva voce, sentii Mario ringraziarlo per la proposta.
Rincasammo che era notte inoltrata, mio marito era in salotto ad aspettarci, dopo un rapido saluto andammo tutti e tre in camera da letto, con una punta di stronzaggine mentre guardavo Mario chiesi a Bedir se desiderava lo stesso punirmi. Lui rispose che non ne aveva motivo però potevo fargli un succulento pompino, si spogliò sdraiandosi io mi precipitai a leccarlo e baciarlo, sembrava pazzesco ma riuscivo ad arrivare all’orgasmo senza toccarmi solo per il fatto di giocare con quel palo tanto grande.
Quando entrò in me ancora una volta mi sembrò d’impazzire per il piacere che provavo, sentivo chiaramente in ogni più recondito spazio del mio essere la sua presenza maestosa, invadente e totalizzante, che cazzo fantastico!, non avrei mai neppure lontanamente immaginato di poter godere tanto. Raggiungevo un orgasmo dietro l’altro a volte non appena terminava il primo già faceva capolino il secondo, Bedir era un instancabile ed insaziabile amante, mio marito oramai non aveva più la forza neppure di masturbarsi aveva chiaramente esaurito la sua virilità, eppure continuava a guardarci estasiato.
Quando Bedirhan volle prendermi alla pecorina e cominciò a martellarmi con colpi possenti e continui persi quasi cognizione di cosa fossi e dove mi trovassi, galoppavo per le praterie della mia fantasia in preda ad un piacere indescrivibile per la prima volta provai un orgasmo che mi fece piangere dalla felicità. Mi ripresi, lui si muoveva ancora dentro di me, gli dissi: “padrone sei fantastico, ti prego sculacciami mentre mi prendi”. Da una parte il piacere del suo enorme pene dentro di me, dall’altra il bruciore dei colpi che a mano aperta mi arrivavano sulle chiappe mi fecero sentire completamente succube, priva di volontà e totalmente sua, l’orgasmo deflagrò.
Onestamente persi la cognizione del tempo, non so dire per quanto tempo facemmo l’amore so soltanto che mi sentivo sfinita, gli occhi quasi mi si chiudevano da soli, volevo però godermi l’orgasmo del mio padrone, lo anelavo, eravamo nella classica posizione del missionario quando lo sentii ingrossarsi, era arrivato il momento, mi avvinghiai con le gambe al suo fondo schiena ed istintivamente cercai la sua bocca con la mia, mi esplose dentro mentre anche con la lingua possedeva la mia bocca, percepii chiaramente i getti che mi riempivano, uno, due , tre, quattro e poi via via ad affievolirsi è inutile che vi dica che anch’io arrivai all’orgasmo.
Quando Bedirhan si distese a fianco a me ero talmente distrutta che volevo sol chiudere gli occhi ed abbandonarmi, lo sentii chiamare Mario intimandogli di ripulirci, solo la curiosità mi impediva di crollare, mio marito venne sul lettone e senza ulteriori istruzioni prese in bocca il superbo cazzo di Bedir dandosi da fare per ripulirlo perfettamente, una volta terminato si mise tra le mie gambe, sentivo le sue dita aprirmi e poi la lingua intrufolarsi e suggere tutti i succhi del nostro piacere, non potei fare a meno di godere ancora, l’ultima cosa che sentii prima di cadere tra le braccia di Morfeo fu la voce di mio marito che diceva: “grazie padrone”.
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