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Lui & Lei

Ricatto cap. 6


di spp
28.09.2011    |    28.375    |    1 8.3
"Bedirhan come se leggesse nel mio pensiero mi assicurò che non avrebbe mai permesso ad un altro uomo di vedermi nuda..."
La mattina, dopo aver fatto colazione, lui fece una serie di telefonate al loro termine mi informò che aveva fatto in modo di prendersi una settimana di quasi riposo, che avrebbe dedicato quasi interamente a me.

Volle che chiamassi la coppia di coniugi filippini al nostro servizio convocandoli immediatamente. Non appena giunti si comportò come fosse lui il padrone di casa, li convocò in sala, con presenti me e Mario, gli disse senza troppi giri di parole che lui periodicamente si sarebbe stabilito in quella casa, di preparare la camera degli ospiti per mio marito e di collocare tutti i suoi vestiti, che sarebbero arrivati dall’albergo da lì a poco, nella camera da letto unitamente ai miei.

Spiegò loro che nulla di quello che avveniva in quella casa sarebbe dovuto uscire da lì, che ufficialmente lui era solo un ospite del padrone di casa anche se in realtà era lui a decidere tutto; - inoltre a fine mese troverete per i vostri servizi un ulteriore gratifica, concessavi da me personalmente, pari alla vostra attuale retribuzione, ovviamente se non sarò soddisfatto del servizio fornito o se dovessi in qualsiasi modo arrivarmi all’orecchio che non rispettate le consegne impartite vi licenzierò su due piedi e farò in modo che nessun altro si avvalga dei vostri servizi, chiaro? -

I miei due domestici risposero all’unisono:
“certo signore, stia tranquillo”, il tono era tale che non cercarono neppure l’assenso di Mario o il mio era naturale che fosse così, guardavo Bedirhan e non riuscivo, malgrado la mia fierezza, a non essere affascinata dalla dimostrazione di carattere e potenza che emanava.

Poi rivolgendosi a me. “cara puoi occuparti del menù per pranzo” - sì certo… mi fulminò con lo sguardo, seppure in presenza dei coniugi, mi ritrovai a ripetere: ”mi scusi, certo padrone”; vidi sul volto di entrambe i miei domestici un mezzo sorriso misto tra incredulità e soddisfazione. fui interrotta dai miei pensieri dalla sua sollecitazione di fare presto e quindi raggiungerlo in camera, sapevo cosa mi aspettava ma stupidamente in cuor mio gli ero grata per non averlo fatto lì davanti a tutti.

Mio marito, come un cane bastonato, disse che andava in fabbrica.

Io mi recai in cucina dove compilai una breve lista di cose d’acquistare, mentre il filippino usciva per le compere sua moglie iniziò a riordinare la casa, partendo dalla cucina.

Ero pronta a prendere la mia punizione, andai in camera, lui mi stava aspettando sdraiato sul letto intento nella lettura di un libro, non diceva nulla io cominciai a spogliarmi togliendo la gonna e le mutandine, chiesi: “padrone va bene così o devo essere completamente nuda?” - mi piace guardarti, nuda sei ancora più bella -; senza attendere oltre mi tolsi anche la camicetta ed il reggiseno ed attesi che lui si sedesse sul letto, quindi mi posizionai come oramai sapevo, cercai di dirgli che avevo sbagliato perché non volevo prostrarmi davanti ai miei domestici e lo pregai di essere indulgente. Lui mi spiegò che la punizione doveva essere, proprio per quello, severa perché la sua autorità doveva essere esercitata e riconosciuta da tutti e non solo da me; - così come non transigerò se qualcuno dovesse mancarti di rispetto in quanto da ieri tu sei mia e solo mia.

Ritornando alla punizione ritengo che 15 sculacciate possano bastare per farti ricordare la lezione, certo se sarai brava, sarà sufficiente contarle ed a ognuna ringraziarmi e null’altro se sbagli si ricomincia daccapo. Arrivò la prima, mi ero quasi dimenticata quanto bruciasse, “uno, grazie padrone”, poi la seconda, avevo imparato la lezione non mi sarei fatta distrarre da nulla, all’unisono con il bruciore urlavo: ”due, grazie padrone”.

Mi era appena arriva la decima che sentimmo bussare alla porta, lui si fermò, era la domestica, la fece entrare, mi sentii avvampare dalla vergogna la visione che gli si presentava era del mio culo completamente arrossato dalle sberle ed inoltre aveva certamente udito quel che dicevo in mezzo ai singhiozzi. Era arrivata dall’albergo tutta la sua roba e la donna voleva precise istruzioni sul da farsi, Bedirhan gli disse di cominciare a svuotare l’armadio dalle cose di mio marito e metterci le sue, lei stava per uscire ma lui la fermò e le intimò di farlo subito, tanto la sua presenza non ci infastidiva; parlasse per lui, a me infastidiva eccome ma mi guardai bene dal fare alcun commento, non volevo di certo vedere aumentata la mia punizione. Mentre intravedevo che apriva l’armadio, posto davanti a noi, sentii il bruciore del colpo, non mi feci sorprendere:
“undici, grazie padrone”.

Avuta la mia punizione mi fece sdraiare sul letto, prona, anche perché avevo il culetto in fiamme, prese l’unguento rinfrescante della sera prima e cominciò a spalmarmelo… che sollievo.

Mentre faceva questa operazione mi spiegava che era certo che avrei ricevuto ancora poche punizioni perché ero davvero molto intelligente e per lui era una grande piacere oltre ad un onore, possedermi; devo confessare che la cosa da una parte mi inorgogliva, oramai non pensavo neppure alla cameriera che entrava ed usciva dalla camera, ero solo terrorizzata dall’arrivo del marito, non avevo alcuna voglia di essere vista da lui. Bedirhan come se leggesse nel mio pensiero mi assicurò che non avrebbe mai permesso ad un altro uomo di vedermi nuda.
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