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ricatto cap.2


di spp
31.07.2011    |    38.042    |    1 8.7
"Infine avevo congedato i coniugi filippini dicendogli che erano esentati dal servizio sia per la serata che per la mattinata successiva, eventualmente mi..."
La nottata passò quasi del tutto insonne, io con la mia arrabbiatura oltre che con i miei timori e Mario con la sua prosopopea. Quasi da subito, il genio, aveva pensato che la cosa migliore da fare fosse accettare l’offerta di Bedirhan e cercava di convincermi con argomentazioni che probabilmente nella sua testa suonavano logiche e plausibili.
In me una ridda di sensazioni negative, la dabbenaggine di mio marito mi irritava ed ancor più la sua supina acquiescenza che dire poi del modo in cui mi ero fatta sottomettere, ancora mi bruciava e parecchio; non sono mai stata una bigotta ma da qui ad arrivare solamente a tollerare quello che mi stava accadendo ce ne correva eccome: ero stata trattata come un oggetto, una puttana ecco, gira e rigira, quello era il succo.
Mario ebbe anche l’ardire di sottolineare che dovevo essergli piaciuta parecchio vista l’enorme cifra che era disposta a mettere sul piatto; ma a me non ci pensava sto cretino, a come potessi sentirmi? poi in maniera serafica, il furbo, aveva aggiunto: - quante volte vuoi che venga in Italia? dopo un anno dalla firma del contratto lo mandiamo a quel paese. nella peggiore delle ipotesi dovremo lottare per far rispettare gli accordi, comunque sia allora avremo messo in tasca un bel po’ di quattrini -.
Questo confermava quanto mio marito capisse assai poco del genere umano: se pensava di mettere nel sacco un tipo come Bedirhan voleva proprio dire che ancora non aveva imparato e capito nulla, quello era uno squalo mica una sardina come lui; ovviamente evitai di metterlo a parte dei mie pensieri.
Il problema vero era che dovevo decidere cosa fare, abbandonare il tenore di vita a cui eravamo abituati mi seccava parecchio e inoltre, che mi piacesse o no, quando aveva parlato di ingravidarmi un lungo brivido era corso lungo la mia schiena, ancor ora che ci ripensavo non riuscivo a non provare un sottile piacere ad immaginare una vita dentro di me. Provare un’esperienza sessuale con qualcuno diverso da Mario, unico uomo della mia vita sino ad allora, in qualche maniera mi eccitava; per dirla tutta anche il fatto che qualcuno fosse disposto a spendere tanto per possedermi mi lusingava... diamine voleva ben dire che esercitavo ancora un discreto fascino.
Questa storia oltre a mettermi alla prova aveva inoltre acclarato che mio marito, oltre ad essere senza carattere, ma questo lo sapevo, o non era poi così innamorato di me oppure aveva la vocazione del cornuto.
Facendo una rapida somma dei miei pensieri mi resi conto che una decisione in fondo l’avevo già presa, volevo però calcare la mano e far pesare a mio marito la cosa, insomma lo facevo solo per lui; questa era la sintesi delle argomentazione che mi accingevo ad esporgli, ovviamente fingendo un’indignazione di gran lunga maggiore di quella che provassi.
Ero entrata oramai in nell’ordine di idee e questo contribuì a calmarmi l’unica cosa che mi dava veramente fastidio era il timore di non riuscire a tener testa a Bedirhan oltre alla preoccupazione di quanto lui avesse intenzione di espormi al pubblico ludibrio, insomma la chiacchierata schietta davanti alla servitù qualche giustificato timore me lo induceva.
Dopo avergli dato dell’egoista, del cornuto e contento, del pappone e del senza palle dissi a Mario che quello che stavo accettando di fare era solo per salvare il suo culo e per riconoscenza per gli anni passati insieme quindi con sin troppa ostentazione chiusi la luce, segno che ritenevo chiuse le discussioni, mi ero girata dalla mia parte senza neppure dargli la buonanotte ed ero scivolata tra le braccia di Morfeo.
La giornata trascorse vedendomi in uno stato di costante fibrillazione e agitazione, pensai che se la cosa era da fare tanto valeva farla bene, mi dedicai alla cura maniacale di ogni dettaglio, sia sulla mia persona, bagno, massaggio tonificante, parrucchiere,depilazione, trucco sia per la cena, avevo fatto preparare una pietanza leggera e molto digeribile, non volevo che un eventuale appesantimento avesse effetti negativi sul sesso che senz’altro avremmo fatto.
Infine avevo congedato i coniugi filippini dicendogli che erano esentati dal servizio sia per la serata che per la mattinata successiva, eventualmente mi sarei fatta sentire io per il pranzo.
Alle 19.30 arrivò Mario, era silenzioso e sfuggiva ai mie sguardi, tenendo sempre abbassati gli occhi quasi stesse studiando il pavimento della sala; per metterlo in ulteriore imbarazzo mi spogliai completamente prima del necessario e con enfasi dissi che ero pronta al sacrificio, l’unica cosa che uscì dalla sua bocca fu: “sei bellissima, era proprio necessario”; poi si interruppe, probabilmente intuendo che era meglio non continuare su quella china.

Alle 20 in punto, puntuale come un orologio svizzero suonò il campanello, mi alzai e mi recai alla porta: Bedirhan era arrivato e con lui l’inizio di una nuova vita per noi.

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