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Ricatto cap. 7


di spp
13.10.2011    |    22.431    |    1 9.5
"Mi ritrovai quasi a supplicarlo: “padrone, riempimi, ti prego”..."
Ora il massaggio era diventato una carezza, profonda, sensuale, mi ritrovai ad inarcarmi per cercare il suo contatto, avevo una voglia incredibile quindi gli chiesi: “padrone ti prego, mi prendi?”.

Volle che lo spogliassi, era nudo quando entrò la cameriera, vedendolo così si scusò e fece per uscire, ancora una volta lui la fermò ordinandole di continuare a svolgere le sue mansioni, oramai avevo superato lo stadio della vergogna e da donna curiosa quale ero sempre stata cercai di vedere e capire cosa provasse lei, mi accorsi che era imbarazzata ma nello stesso tempo, probabilmente eccitata, non staccava gli occhi dal suo maestoso palo.

Bedirhan mi fece posizionare alla pecorina e poi lentamente si introdusse in me, come resistere?, era semplicemente immenso mi sentivo riempire completamente in ogni millimetro del mio essere, quando sentii le sue grosse palle sbattere sul mio culetto ebbi un orgasmo tanto devastante quanto rumoroso, quando riaprii gli occhi istintivamente cercai lei, era ancora lì che guardava in silenzio quasi interdetta, non riuscii a capire altro perché nel frattempo lui cominciò a scoparmi con colpi regolari e possenti, mi persi un’altra volta nella prateria del mio piacere, sentivo montare l’orgasmo, quel ritmo regolare in qualche modo me lo ampliava, poi due, tre colpi più forti e veloci, impossibile resistere urlai ancora una volta tutto il mio piacere.

Riemersi dal mio stato perché sentii lui che diceva:”sarebbe utile che lei lavorasse invece di stare lì a fare da spettatrice, non crede?”- Certo signore.

Sicuramente non era ancora uscita dalla camera quando Bedirhan mi informò che quella sera aveva intenzione di prendersi anche il mio culetto. Certo che l’eccitazione sessuale deve essere davvero una bella bestia, la sua affermazione invece di spaventarmi, il mio lato b non è certo vergine ma quello di Mario è uno stuzzicadenti a confronto, mi eccitò terribilmente ed anzi non vedevo l’ora di dargli anche quella parte del mio corpo, oramai avevo ben cognizione che non sarei mai stata in grado, né lo volevo, di negargli alcunché.

Lui si sdraiò sul letto ed io mi misi a cavallo sopra di lui, così lo sentivo ancora meglio era talmente grosso e lungo che sembrava mi arrivasse in gola, ancora una volta fui distratta dal mio piacere dalla sua voce: “per favore signora, per ora si occupi lei della camera, ha libero accesso ma veda di relegare al momento su marito di là”. - Certo signore.

Mi rituffai nella cavalcata della mia prateria provando una serie di orgasmi, uno dopo l’altro, alcuni senza soluzione di continuità, non so dire quanto tempo fosse passato, per me un’eternità, mi sentivo soddisfatta, appagata, rilassata ed avevo una voglia incredibile di sentire il suo piacere, aveva una capacità di autocontrollo incredibile.

Mi ritrovai quasi a supplicarlo: “padrone, riempimi, ti prego”. Era diventa una piacevole abitudine chiamarlo padrone e a dire il vero la cosa non mi infastidiva più, anzi acuiva il mio piacere

– sei sempre impaziente, ogni cosa a suo tempo.

- Padrone sono distrutta, mi brucia persino.

Mi sollevò e mi girò come se fossi una piuma, sentirlo uscire mi diede un’immediata sensazione di vuoto, come se si fosse aperta una voragine, poi si sdraiò su di me rimettendomelo dentro, mi attaccai con voluttà alla sua bocca e mentre mi possedeva lo baciavo con passione.

Sentii distintamente che si irrigidiva e poi cominciò a pulsare scaricandosi dentro di me.

Che meraviglia sentire tutti quei getti caldi, che potenza ma quanti erano?, era comunque troppo, raggiunsi ancora una volta l’orgasmo.

Quando lui si tolse da me sdraiandosi al mio fianco mia avvidi che lei aveva assistito a tutto, probabilmente Bedirhan lo aveva fatto scientemente, lessi sul volto di lei incredulità ed invidia, poi disse che aveva finito,lì, e se non c’erano altre istruzioni sarebbe andata in cucina ad aiutare il marito, fu congedata.

Mi ritrovai a sorridere, tra me e me, pensando al probabile dialogo che si sarebbe svolto tra i due coniugi da lì a poco, chissà se lei avrebbe avuto anche il coraggio di confessare al marito quanto fosse dotato Bedirhan e quanto avrebbe desiderato essere al mio posto, perché ero certa fosse così non potevo sbagliarmi, o se si sarebbe limitata a dire quanto ero puttana io, l’invidia si sa è un brutto animale. Mi ero sdraiata appoggiando la testa sul suo petto, la cosa mi venne assolutamente naturale, avevo trovato un vero uomo, sentivo che era il mio uomo, cominciai a pensare che avrei fatto qualsiasi cosa pur di avere sempre le sue attenzioni, cazzo mi piaceva persino quando mi puniva, com’era possibile?, allora era quella la mia natura?, eppure nei miei panni, prima di conoscerlo, ci stavo davvero bene e mai e poi mai avrei pensato che ci si poteva assoggettare ad un altro.

Non so per quale curioso meccanismo di unione d’idee ma subito dopo mi venne in mente che da lì a qualche giorno sarebbe iniziato il mio periodo di maggior fertilità, continuando in quel modo ero cortissima di rimanere incinta, un brivido, ancora una volta mi percorse la schiena facendomi venire la pelle d’oca, lui se ne accorse e con la sua calda mano cominciò ad accarezzarmi la schiena

- a cosa pensi?

Mi girai verso di lui sorridendo: “sono felice, tra poco sono sicura di darti un figlio,….”, stavo per aggiungere padrone ma lui mi fermò prima ponendo il suo indice sulle mie labbra per zittirmi, quindi avvicinò le sue labbra alle mie e mi diede un bellissimo bacio.
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