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Sessantenni


di cicciosv
01.09.2016    |    46.503    |    10 9.5
"Continuava a guardarmi l’uccello mentre lo menava e le chiesi: “Quello di tuo marito era così?” “No” disse, “Gianni l’aveva più sottile, il tuo è più grosso..."
Andando in pensione pensavo che mi sarei potuto dedicare con maggiore libertà al mio vizietto preferito: scambio di coppia o ménage a trois. Invece, con mia moglie Lory era subentrata una comprensibile apatia al sesso, accentuata dalla subentrata menopausa.
Da giovani sposi, come per quasi tutte le coppie, avevamo passato dei periodi di alta e bassa passione, e momenti di trasgressione.
Per un lasso di tempo, abbiamo fatto scambio con una coppia conosciuta durante un viaggio e un trio con un amico che frequentava la nostra casa. A Lory era molto simpatico, così quasi senza accorgercene, eravamo finiti a letto in tre, per un po’ di tempo. Poi, per motivi di lavoro ci perdemmo di vista. Da allora Lory si comportò come donna irreprensibile, tutta casa e lavoro e non accennò mai più a quanto successo, anzi, se entravo in argomento, lo lasciava cadere con uno sguardo gelido e di disprezzo.
Quelle sperimentazioni però ci avevano fatto molto bene, L’amore e la passione ritornarono tra noi rinvigorendo il nostro rapporto di coppia, tanto da avere due figli in pochi anni.
In seguito, con la nascita di tre nipotini e la subentrata menopausa, Lory ha perso di nuovo il suo interesse per il sesso e si dedica solo alle cose di famiglia e al suo lavoro.
Con gli anni che passavano, Lory non aveva più le forme di una volta, era ingrassata di fianchi e di pancia ma era sempre una bella “nonna” con una splendida pelle, due grosse tette e un bel sedere, ancora desiderabile e da ammirare.
Anch’io ero cambiato: In quiescenza, mi ero appesantito di qualche chilo e perso i capelli: Nonostante ciò avevo ancora tanta voglia di darci dentro e magari rinvangare qualche esperienza del passato; ma mia moglie, a momenti neanche per il sesso normale si voleva più concedere!. Ero indotto ai rassegnarmi, ma non ero capace e non volevo mollare.
Per fortuna il dialogo tra noi c’era sempre, e una sera ne discutemmo per molte ore e alla fine giungemmo a un accordo.
Lory ammise il suo distacco per il sesso e dimostrò di capire la mia insofferenza per quella condizione di stallo. Decidemmo quindi una soluzione che poteva soddisfare entrambi. Accettava, non di frequente, di farsi scopare, ma mi vietava di farsi leccare la figa, perché aveva sempre delle piccole perdite di urina che le causavano grosso imbarazzo; farmi infilare le dita dentro perché aveva la vagina molto asciutta e mi vietava il rapporto anale, perché non lo aveva mai gradito.
Accettando queste condizioni, la montavo di rado, con calma, lavorandole solo le tette e con l’uso di un lubrificante vaginale, la penetravo una o due volte al mese.
Mia moglie, in cambio era disponibile, anche frequentemente, a farmi dei pompini, cosa che lei eseguiva con grande maestria.
Si capiva che a tenerlo in bocca e lavorarselo con destrezza, si sentiva padrona della situazione e ci godeva leccando e succhiando, fino a farmi venire.
Solo d’estate, quando andavamo nel nostro appartamento al mare, si concedeva con maggiore frequenza, favoriti dal continuo contatto, dalla maggiore libertà quotidiana e senza lo stress del lavoro; i nostri rapporti aumentavano di cadenza.
In questi periodi la montavo con calma, dolcemente, ma a lungo, senza mai venire. Se veniva lei, mi fermavo, allora lei cominciava un pompino, che poteva durare anche parecchio, dopo, la rimontavo, sempre allo stesso modo, cercando sempre, per quanto possibile di non venire.
Con questo metodo, durante il periodo delle vacanze, mi sentivo sempre un po’ in tiro e avevo la gradevole sensazione di averlo sempre pronto. Lory d'altronde, si sentiva gratificata di avere un marito che la desiderava ancora e aveva l’alibi di non poter dire che non me la dava. Nonostante ciò, ogni volta che stavamo insieme, le parlavo facendole capire che volevo di più. Così, alla fine di agosto dell’anno scorso, mia moglie mi disse che capiva il mio desiderio represso e che se proprio volevo leccare qualche figa o fare qualche altra porcata, con altre donne, lei non si opponeva a condizione che glielo dicessi.
Lory non è stupida, infatti, sapeva bene quanto è difficile alla mia età trovare una donna che ha voglia di fare sesso. Quelle che lo fanno preferiscono i giovani, le anziane bigotte sdegnano e le giovani non sono disponibili per i vecchi se non a pagamento.
In effetti, con eleganza e finta disponibilità, mi aveva fatto come usualmente si dice “contento e fesso!”
Anche questa estate siamo andati nella casa al mare, con la novità che Lory, mammona come sempre, si era preoccupata anche di una consuocera, Luisa, che era rimasta vedova da un paio di anni e decise di portarla con noi in vacanza, sistemandola nella camera che era dei nostri figli, adesso vuota.
Io e Lory avevano sempre avuto una buona relazione con Luisa, e negli anni si era instaurato tra noi un sincero rapporto di amicizia quasi cameratesco. La conoscevo come una tipa sincera, allegra e festaiola, anche se ora, da vedova, mi sembrava piuttosto chiusa.
Pensai subito che per casa, Luisa sarebbe stata d’impaccio per i miei desideri e immaginai, un modo subdolo di mia moglie, per scantonare ai nostri giochetti estivi.
Comunque anch’io cercai di metterla a suo agio, e, in effetti, non ebbe problemi a inserirsi nel nostro menage, collaborava in cucina con Lory, era disponibile a fare la spesa, usciva con lei e partecipava alle faccende domestiche.
Fisicamente Luisa era diversa da Lory: più magra, più curata nel vestire, meno nonna, certamente scopabile, ma non per questo meno ’terza età’ poiché i suoi 55 anni, li dimostrava.
I giorni trascorrevano sereni, si andava in spiaggia, si pranzava insieme, si faceva il riposino nelle nostre camere, la sera uscivamo e spesso andavamo in pizzeria o in un qualche ristorantino di pesce.
Durante le vacanze avevamo l’abitudine di ritornare in città per controllare la casa e svolgere piccoli impegni, per un giorno o due, rompendo la monotonia e principalmente per rivedere i nipotini Quest’anno, invece, per non lasciare Luisa da sola nella casa al mare, mia moglie, preferì andare da sola, sapendo che c’era Luisa, con cui era intercambiabile.
Non sapeva fino a che punto lo sarebbe diventata!
L’altro giorno, dovendo pagare l’assicurazione della macchina, mia moglie mi disse di dover tornare in città e mi chiese di farsi accompagnare alla stazione. L’accompagnai con Luisa, poi andammo in spiaggia.
Verso le dodici, dopo una doccia rinfrescante, tornammo a casa e pranzammo, accompagnando il pasto con una buona dose di chianti.
Chiacchierando, le chiesi se potevo dirle alcune cose piuttosto riservate, che si confessano solo a un’amica. Davanti alla sua disponibilità le raccontai dei nostri problemi di coppia tra me e Lory e dell’accordo cui eravamo arrivati. Poi, scusandomi per quanto le avevo detto e per darle la possibilità di rispondermi indirettamente, le chiesi come viveva la sua vita sessuale da donna sola.
Lei disse candidamente che non era sua intenzione rinunciare al sesso, non pensava a un nuovo matrimonio, ma giacché ormai i tempi erano cambiati, anche da vedova certe cose si potevano ancora fare.
Incoraggiato, le feci intendere che mi sarebbe piaciuto coinvolgerla in un rapporto a tre.
Recepito il messaggio, mi domandò se avevo parlato con Lory di questo desiderio.
Risposi falsamente che ne avevo accennato e che probabilmente la cosa la intrigava, ma proprio per non fare le cose avventate volevo sapere se lei ci stava e che avrei voluto provare prima da solo con lei.
Luisa mi rispose che non avrebbe mai fatto un torto a Lory ritenendola cara più di una sorella. Poi addusse il rapporto di parentela, poi l’età cercando di smontare la mia proposta.
La rassicurai che tutto sarebbe rimasto un segreto tra di noi prima di coinvolgere Lory.
Poi inaspettatamente, con notevole senso pratico e con sicurezza, lasciandomi di sasso,disse. “ Ok proviamo”.
Non le volli saltare addosso, non era delicato tanto più che adesso sapevo che ci stava. Finimmo il vino e scherzando gli chiesi se aveva mai visto dei film porno. Disse che aveva visto qualche videocassetta con Gianni, suo marito, poi niente più. Gli proposi di vedere qualche clip su internet e lei accettò curiosa. Aprii quindi un sito porno sul pc e le mostrai due coppie mature che ci davano dentro divertite. Gli chiesi se la vista di quelle scene la intrigavano e lei mi rispose che preferiva vedere dei giovani stalloni, così le mostrai un trio con un uomo e due donne. Luisa capì il fine e scherzando mi chiese se me la sentivo di tenere testa anch’io a due donne. Ormai la complicità era completa; e il fare scherzoso e leggero ci inebriava. Seduto davanti al pc e lei in piedi accanto a me, gli risposi di sì mentre le infilavo una mano sotto il costume. Dopo avergli accarezzato il pube liscissimo, gli ficcai lentamente un dito in figa. Luisa continuò a parlare come se niente fosse, ma con mia soddisfazione la sentivo scaldarsi. Rispetto a Lory, che non si faceva toccare, per me era il massimo. Mi alzai e la baciai sul collo: sapeva di sole e di abbronzatura. Poi le proposi di andare in camera.
Indicai la camera matrimoniale per stare più comodi ma Luisa mi condusse nella sua camera, anche se c’erano solo letti singoli, adducendo che era per rispetto da Lory e per non lasciare tracce di umori giacché tutte le mogli fiutano come segugi le marachelle dei mariti.
In camera, la abbracciai delicatamente di spalle, le slacciai il pareo e gli tolsi solo gli slip del costume.
Luisa di lasciava fare mentre io mi calavo i pantaloncini: e quando si voltò, avevo già l’uccello libero e in discreta erezione. Adesso spettava a lei.
Le donne mi sembrano che abbiano un doppio rapporto con l’uccello: ho conosciuto donne giovani che se lo facevano mettere dentro senza guardarlo; per altre sembra un totem e ci fanno di tutto: Le donne mature, se continuano a scopare, sono della seconda categoria. E, infatti, me lo impugnò, soppesò i testicoli, si sedette sul bordo del letto e mi fece sentire la lingua. Continuava a guardarmi l’uccello mentre lo menava e le chiesi: “Quello di tuo marito era così?”
“No” disse, “Gianni l’aveva più sottile, il tuo è più grosso e assomiglia a quello di Roberto”.
“E chi è Roberto?”
“Ah!” disse come fosse una cosa naturale: “Un mio collega”.
La distesi e la ispezionai. Il suo figone era tutto rasato e il clitoride molto pronunciato, lo lavorai, di punta, con la lingua. Un vero godimento, quasi non ricordavo più il sapore della figa e i suoi meandri. Lei si muoveva a ritmo e ogni tanto saltava ai miei colpi di lingua fino a trattenermi con le mani la testa e a schiacciarla sulla figa, poi mugolando quasi avesse una scossa elettrica ebbe un orgasmo e mi fece sentire i suoi umori in bocca.
Era proprio tanto che non scopavo con una donna diversa da mia moglie, avevo voglia di penetrarla e Luisa non aspettava altro. Mi allargò le cosce mostrandomi la figa semi aperta. Allora le appoggiai la testa dell’uccello sul clitoride e glielo strofinai sopra, lo feci scorrete tra le grandi labbra e mi fermai all’apertura della figa. Lei fece un sussulto quasi volesse sfuggirmi, ma la tenni ferma e la penetrai con la sola cappella. Nonostante avesse una figa molto grossa, la sentivo stretta, per questo lo pigiavo dentro piano, volevo che lo sentisse entrare. Arrivato in fondo, lo spinsi con decisione e lei dopo una smorfia di dolore fece un sorriso di soddisfazione e mordendosi le labbra disse: “Godoooo!” e la sentii venire di nuovo.
Cambiando posizione mi misi a forbice tenendola con una coscia allargata e la penetrai con decisione, roteandogli il cazzo nella figa, mentre lei con viso beato si gustava quei momenti.
“Mi sembra di essere ringiovanita. Era tanto che non scopavo!” disse beata.
Le andai sopra e la baciai, piantandole bene la lingua in bocca. Aspettai la risposta che fu pronta e dura; ci dava dentro anche lei, infilandomi la lingua in bocca come poteva.
Luisa si stava abbandonando al piacere ed io la invogliavo a rilassarsi e a chiedere cosa voleva. ”Dai aprimi tutta! Spingi più forte” mi rispondeva.
La montavo da una diecina di minuti. Ogni tanto le parlavo, lei mi rispondeva con gemiti facendomi capire che stava godendo molto. Con questo sistema cercavo di distrarmi e di mantenere il ritmo senza venire ne perdere l’erezione. Poi le chiesi se lo voleva anche dietro; mi rispose di sì e la sentii contrarre le natiche. Le diedi dentro senza fermarmi, non cercava pause. Poi di colpo ebbe un nuovo orgasmo.
Quasi implorando mi disse: ”Tienimelo tutto dentro! Non muoverti! Fammelo sentire! Sii tutto dentro!”
Glielo tenni ben piantato in figa e aspettai alcuni minuti prima di uscire, mi distesi e dopo esserci baciati, ridemmo come due ragazzini che hanno fatto una monelleria. Ci rilassammo un po’: Mi aspettavo che le venisse qualche dubbio per il tradimento che stavamo consumando, ma lei era tranquilla anche quando all’improvviso, in salotto, suonò il cellulare Era mia moglie, che m’informava della necessità di trattenersi in città per almeno un altro giorno perché una nostra nipotina aveva la febbre. Dopo mi salutò in fretta dicendomi che mi avrebbe richiamato la mattina dopo per confermarmi a che ora dovessi andare a prenderla in stazione..
Tornai da Luisa che era distesa sul lettino con ancora il reggiseno del costume che nella foga non avevo slacciato. Le dissi della telefonata e che adesso avevamo molto più tempo a disposizione.
Le tolsi il reggiseno, e vennero fuori due tette piuttosto molli con due grossi capezzoli e un’aureola scura. Gliele succhiai stringendole in mano e con sorpresa sentii che a Luisa gli piaceva molto. Con la mano cercava l’uccello, così mi misi a 69. Leccavo la sua grossa intimità ciucciandogli il clitoride con delicatezza e lei mi spompinava, alternando la bocca con la mano. Aveva una buona mano, meglio di Lory che con le seghe non aveva grande confidenza. Glielo dissi, e apprezzò. Mi stava facendo godere, ma non volevo ancora venire perché adesso, con l'età, ho qualche difficoltà nel ripartire dopo un’eiaculazione.
Cambiando posizione, la misi a quattro zampe e la impalai ma non la sentii godere come prima. Adesso dopo la pausa era un poco secca quindi le proposi di lubrificarla e andai a prendere l’olio lubrificante che usavo con Lory, Con l’occasione le infilai le dita in figa, prima due poi tre, facendo scorre l’olio dentro. Con il pollice trovai il clitoride e glielo lavorai. Dopo pochissimo, Luisa era di nuovo eccitata, così la girai, le unsi l’ano e con il dito spinsi dentro un po’ di olio; cercai di allargarlo infilandoci due dita, e notai che lei assecondava il movimento senza opporre resistenza.
Eccitato, mi avvicinai all’orecchio e le dissi: “Ti piacciono le frasi spinte?”
Sorrise: “Anche Roberto mi parlava sporco”.
Le sussurrai. “Ti ha consolato bene immagino e ti ha chiavato in tutti i modi vero zoccola!”.
Mi guardò e per un attimo pensai di avere esagerato. Invece: “Allora sfondami come una troia!. Non ti stai facendo una signorina alle prime armi!”
“Mi sono fatto le meglio troie come te che prendevano uccelli a volontà! Una come te la voglio inculare fino a romperti il culo!”.
“Allora inculami bene e fammelo sentire il tuo cazzone!”
“Approfitta e goditi sto cazzo! “ Risposi dandogli dentro con violenza.
Lei m’incitava. “Sei un gran porco! Ti stai facendo il culo alla consuocera! Maiale! Approfittatore delle vedove rimaste senza cazzo! Se ti becca Lory ti rovina culo!”
Poi fece una gran venuta, con tanto di rantolo.
“Sei una gran fica che si chiava facile e che da soddisfazione” gli dissi.
Mii stesi per prendere fiato e rilassarmi un minuto mentre Luisa mi prese l’uccello e ci giocò piano, tenendolo in mano.
“Lo sai che sei bravo a tenerlo tanto tempo duro senza venire? Io mi sono bagnata tante volte con te e tu non sei ancora venuto neanche una volta”.
“Dipende dal fatto che cerco di stare sempre concentrato per poterti dare il massimo del godimento! Se mi distraggo anche un attimo, ti avrei innaffiata a dovere! Ti va un caffè adesso?”
“ Perché no” fu la risposta.
Così andai a farlo portandomi dietro i pantaloncini.
Quando tornai, con il caffè e i pantaloncini indosso, si mise a ridere appena mi vide.
“Abbiamo scopato fino a dieci minuti fa e ti metti i pantaloncini? Voi uomini siete strani!”.
“ Allora perché non me li togli?” le dissi.
Si sorbì il caffè, e infilandomi la mano nei pantaloncini cominciò a menarmelo.
“Mmmm, che sento! Un bel pisellone! Adesso me lo lecco come un gelato! Ho già il gusto del caffè!” disse sorridendo!
Dopo avermi sfilato i pantaloncini, si strofinò il cazzo sui seni: “Mi piace sentirlo sui capezzoli! Peccato che le mie tette non sono belle, sei abituato a meglio”.
“ Il meglio che hai è la figa così grossa e con quel clitoride!”
“Io sono contenta anche del mio culo”.
Ci scherzammo sopra, mentre Luisa si mise il cazzo in bocca e cominciò a pomparmi.
Ora ero pronto a incularla di nuovo.
Gli lubrificai il buchetto con l’olio e le infilai per sicurezza di nuovo due dita dentro. Luisa reagiva molto bene, mi unsi l’uccello e lo spinsi dentro l'orifizio ormai allargato. Entrò senza la minima difficoltà.
Mentre le lavoravo il culo, con lunghe passate dentro e fuori, cominciai a masturbarle anche la figa. Stavo rilassato e continuavo con ritmo. Dopo alcuni minuti venne e si lasciò andare.
“Vuoi godere? Vuoi che ti faccia venire? Io ho goduto abbastanza” Mi chiese.
“No” Le risposi ma mi piaceva che si preoccupasse di me.
Rimanemmo distesi per rilassarci un poco e le proposi di uscire per cena, come due amanti.
Ci alzammo e andammo nel suo bagno a farci una doccia. Andai prima io poi entrò anche Luisa e finimmo con l’insaponarci a vicenda. Era molto bello e contribuì a distenderci prima che andassimo a rivestirci ognuno nella propria camera.
Una volta preparato la aspettai in salotto e accesi la televisione. Luisa mi raggiunse poco dopo, vestita di tutto punto e si sedette vicino a me. Quando decidemmo di uscire mi chiese un minuto per andare in bagno.
La aspettavo seduto, poi improvvisamente, mi venne voglia di lei.
Aprii la porta del bagno e vidi Luisa con la gonna alzata, senza mutandine, a cavallo del bidè che stava incominciando a lavarsi. Non capì nulla, mi avvicinai, la feci sedere sul bidè con le cosce aperte, mi bagnai le dita con il sapone intimo e incominciai a massaggiargli il pube, sentivo il suo clitoride duro, poi gli introdussi quattro dita in figa che insaponate, scorrevano senza fare attrito.
Quella situazione la stava infoiando, Mi chiese di togliermi, poi la vidi sciacquarsi e asciugarsi alla meglio, togliersi la gonna e prendendo l’olio lubrificante della Lory andare in camera sua stendendosi sul bordo del lettino con le gambe penzoloni. A quel punto mi chiese di avvicinarmi, si unse la figa e lubrificò abbondantemente la mia mano fino al polso, mi fece stringere la mano e si fece penetrare con cinque dita.
Ero sorpreso da quello che stavamo facendo! Vedevo la sua figa aprirsi in modo osceno mentre Luisa guidava la mia mano e si contorceva dal piacere sentendosi così dilatata. Spalancò le cosce tenendole con le mani e con movimenti di bacino assecondava i miei movimenti. Godeva in maniera incredibile e dopo che la mia mano con una spinta gli entrò, tutta dentro ebbe un orgasmo che dovetti sorreggerla per non farla cadere dal lettino.
Crollò stremata! Mi fermò la mano e mi fece cenno di toglierla. Poi, mi aprì senza dire una parola mi calò i pantaloni e affondò la faccia. Mi leccò le palle e l’asta, arrivata alla cappella, la imboccò e si spinse il cazzo tutto fino in gola. Mi tirò una pompa dura, andando avanti e indietro con la testa e non mi mollò. Capii che era giunto il momento di sborrare e non mi trattenni. Le venni in bocca e lei mi strinse per sentire le contrazioni e prendendosi tutto lo sperma. Si gustò l’uccello, scoprì la cappella per avere anche lo sperma sotto la pelle e leccarla. Poi si appoggiò sfinita,contro di me.
Quando ci rivestimmo, lei era fatta. Si scusò e mi chiese se proprio ci tenevo a uscire.
“ Non è un problema, tra l’altro è tardi”.
“Ti preparo qualcosa” mi disse ma in realtà nessuno di noi due aveva fame.
Indugiammo un po’ sul divano poi pensai che era opportuno chiamare Lory per avere notizie della nipotina. Luisa mi chiese il cellulare e nei suoi occhi vidi un lampo di impareggiabile, di malizia in cui le donne sono maestre. Luisa s’interessò delle condizioni della bimba e con il suo solito tono, come se nulla fosse successo nella giornata, propose a Lory di farla rientrare l’indomani mattina per sostituirla lei a casa della figlia: “Così puoi stare qui con tuo marito” disse ammiccandomi: “In questo modo sarò utile anch’io dopo una giornata che sono rimasta a casa senza far niente. Pensa che tuo marito mi ha chiesto di andare a cena fuori ma ho rifiutato tanto sono annoiata”.
Chiusa la comunicazione, con il tono più neutrale che trovai, dissi:
“Se Lory ritorna domattina, possiamo fare qualcosa anche questa notte!”
“In questo momento posso pensare a tutto meno che al sesso. Sono disfatta! Ti dispiace se vado a dormire?” Si avvicinò, mi diede un bacio con la lingua, e la vidi sparire in camera sua.
Rimasi un po’ sul divano.
Pensai alla situazione e a come gestirmela al meglio con Lory.
Dirglielo? Finire a tre a letto o farmi Luisa con comodo, senza nasconderlo a mia moglie?
Mentre pensavo queste cose e all’accaduto del giorno, sentii venirmi un sonno profondo. Mi sentivo piacevolmente scarico. Ero completamente spompato, come se fossi venuto più volte, invece che una. Spensi la televisione e andai a dormire.
Ciccio sv
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