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Famolo strano: incontri non cercati


di angietrav
28.06.2023    |    3.164    |    2 9.7
"Io vorrei scappare in bagno per rinfrescarmi, però mi eccita anche servire il maschio e farlo contento, quindi, ancora tremante, mi pulisco, infilo il..."
Angie è per natura servizievole, remissiva, le piace accontentare i maschi, le piace essere usata, e che i maschi se ne vadano contenti di aver goduto e magari tornino. Angie non si aspetta complimenti e ringraziamenti, se arrivano meglio. Mi son sempre piaciuti i maschi decisi, che vengono da me per scoparmi, mi prendono, a volte anche un po’ violenti (mi piace lo stesso): un bel pompino, mi penetrano, vengono, godono e godo anch’io, per averli fatti godere. Però, ogni lasciata è persa e, la paura di non essere abbastanza femminile, di non piacere, mi ha portato qualche volta ad accettare richieste di incontri con maschi di cui non sapevo molto, di cui non sapevo i desideri. A volte sono risultate piacevoli sorprese, altre volte piccoli incubi dai quali liberarmi al più presto. Vivevo da sola, avevo un bell’appartamentino dove potevo ricevere con tutta la riservatezza necessaria, e cedevo alle tentazioni soprattutto il fine settimana, dal venerdì sera alla domenica, quando avevo più tempo di essere completamente Angie. Non sono mancati quindi incontri con personaggi che, ripensandoci, ho poi evitato accuratamente perché erano perdi tempo per le loro stranezze o, peggio ancora, perché un po’ troppo violenti.

"Fisting con mantra"
Questo signore, di bell’aspetto, educato e gentile, l’ho invitato quando ero in un periodo che mi concedevo spesso al fisting: mi facevo fistare anche tutti i giorni se potevo, e tendenzialmente con dilatazioni sempre più estreme. Venne una domenica pomeriggio e mi aveva preannunciato che amava il fisting fatto con dolcezza e molta calma. Ottimo pensai io. Mi ero preparata come sempre con attenzione: pulita con particolare cura dentro e fuori, cremosa e ben truccata. Vestita poco considerando quel che mi aspettava: una vestaglia nera sopra, sotto un corsetto nero, perizoma nero anch’esso, senza calze sulle mie belle gambe depilate e vellutate, le zeppe rosse di sughero da 10 cm. Ho preparato sul comodino il gel, i guanti di latex, il popper. Il signore è arrivato puntuale, parlava a voce bassa, suadente; non si è spogliato, è solo rimasto a torso nudo. Sui 50, ma giovanile, esile di corporatura, determinato. Ha indossato i guanti di latex, preso il gel. Ho fatto cadere la vestaglia, mi ha fatto sdraiare sulla schiena col culo sul bordo del letto, mi ha tolto il perizoma e le zeppe dai piedi. Lui si è seduto fuori dal letto davanti a me e mi ha fatto mettere le gambe aperte sopra le sue spalle: come una partoriente. Facilmente mi è entrato dentro con dolcezza con tutta la mano (le aveva lunghe ma esili): come ho detto era un periodo in cui mi prestavo sovente al fisting, quindi avevo una figa-anale piuttosto “sfatta”. Mentre mi penetrava, a ritmo lento, con una mano e l’altra a turno, mi sussurrava: “oh sì, che brava sei, bella aperta, rilassati cara che non ti farò male” e ripeteva il suo mantra “rilassati, rilassati, rilassati”. Io inalavo popper ed a occhi chiusi godevo delle sue attenzioni. Poi è rimasto dentro con la mano destra e, continuando col suo mantra “rilassati, rilassati, adesso entrerò dentro di te, rilassati”, ha cominciato a girarla per dilatare ancor più, è uscito, ha lubrificato di nuovo – io ansimavo di godimento- è rientrato ed ha cominciato ad insinuarsi dentro di me. Mi aiutavo col popper per sopportare la sensazione nuova di uno strano "malessere", mi sentivo presa senza scampo dal suo braccio che mi entrava sempre più dentro. “Rilassati, rilassati….ti son dentro fino al gomito, rilassati…”. Io gemevo per uno mai provato misto di goduria, ebbrezza del popper, piacere della sottomissione e per sentirmi come “impalata”. L’amico ha quindi cominciato ad andare lentamente avanti ed indietro e forzare un poco. Ho cominciato a piagnucolare, non mi piaceva più, lui ha capito. Sempre ad occhi chiusi ho sentito un suo bacetto sulle labbra: “brava cara, è stato bello, brava ed obbediente la mia bambina”. Sono andata in bagno, ricomposta; ma dentro mi sentivo come se fossi stata vuotata, una sensazione strana, mai più riprovata. Anche perché è stata quella la prima ed ultima volta che ho visto quel signore. E quell’esperienza mi è bastata, lui non mi ha nemmeno lasciato vedere il suo cazzo.

"Il cercatore di …merda"
Gentile ma con un sorriso birichino questo tipo, sui 60, ben vestito. Patito del fisting, e solo di quello: nemmeno si è spogliato. Mi ero preparata per l’operazione come sempre: curata, femminile ma vestita poco. Fin troppo scherzoso questo maschio, non capivo se mi prendeva in giro: “vieni, che adesso ci divertiamo”, “certo caro, solo fallo con dolcezza...”. Anche lui, come l’altro, mi ha fatto sdraiare sulla schiena e col culo sul bordo del letto, è una posizione nella quale si è in balìa di chi ti “fista”, non si può scappare come quando una si mette a pecorina. Mi è entrato dentro con decisione, senza tanti preamboli: “vediamo se si trova qualcosa” ha detto; “cosa cerchi scusa?”, e lui con naturalezza “un po’ di cacchetta, che mi piace tanto”. Il coprofilo ho pensato io, e già mi era andata via la voglia, “sarà difficile caro, sono ben pulita io”, “sì tutti dicono così…vieni lasciami fare e stai buona”. Adesso il tipo era diventato anche autoritario, con la sua mano dentro mi sentivo ispezionare, cercare con le dita sempre più dentro. L’ho lasciato fare un poco, ma non mi divertivo per niente, ho assecondato la sua manìa perché ce l’avevo dentro e non potevo muovermi. Poi gli ho fatto capire che era inutile “vedi caro come sono pulita”; “no aspetta, fammi cercare ancora un po’ dai, vedrai qualcosa trovo!”, “no grazie, adesso basta per favore”. Invece ha continuato, al ché io ho cominciato a frignare mostrando il mio nervosismo, meno male che ha capito ed ha smesso. Ci siamo salutati in silenzio e felicemente non mi ha più cercato.

"Il contadino ubriaco e inconcludente"
Mi aveva scritto e riscritto, insistente, dicendo che faceva 50 km apposta per me quella domenica pomeriggio. Alla fine ho ceduto. Mi sono preparata con cura, profumata e truccata, parrucca a caschetto castano chiaro, vestito leopardato con spalline fini, calze beige trasparenti, décolleté anch’esse leopardate. Ho pensato che, se questo è così insistente e fa tutti questi chilometri, devo essere super-femminile ed accogliente. Invece, verso le 16 è entrato nel mio appartamento un omaccio, virile e robusto, ma trasandato, poco pulito e già alticcio, in mano aveva anche un cartone di lattine di birra. Mi sono subito resa conto dell'errore. Si è piantato in casa per almeno due ore, seduto al tavolo fumando, bevendo e facendomi fare la sua cameriera: mi prendeva per la vita, tirandomi a se, palpandomi con forza, mettendo le dita grosse nella figa-anale con poca attenzione e non ha saputo dire altro “che bella troia sei!”. A me piace anche essere presa con forza da un maschio virile e robusto, se poi però mi scopa, invece questo tipo niente. Ha passato tutto il tempo seduto raccontando della sua vita di contadino che non gli piace, incazzato con tutti: e proprio da me doveva venire a sfogarsi? Mi son chiesta. “Ti piace essere trattata male eh…”, “non molto caro, cerca di essere un po’ più gentile per favore”, “ma stai zitta e servimi un’altra birra, bevi anche te, vieni” –avvicinandomi con la manona dietro la mia nuca alla lattina- “no grazie”, “bevi ho detto!”, “va bene, va bene caro, non ti arrabbiare”. Ha continuato così per un bel po’, palpeggiando, sculacciandomi, sempre più sbronzo che non ce la faceva ad alzarsi e nemmeno gli si induriva, insensibile ai miei tentativi di eccitarlo: sedendomi sulle sue gambe, carezzandogli il cazzo dai pantaloni. Niente, un fuori di testa. Alla fine se ne è andato quando si è reso conto che era tardi ed a casa lo aspettavano. Mi ha fatto perdere un pomeriggio e prendere una bella paura.

"L’ anziano che si innamorò del fisting"
La prima volta che è venuto nell’appartamento mi è sembrato il solito signore anziano in cerca di avventure particolari, e della dolcezza che una trav come me può offrirgli. Considerando il tipo di uomo, mi ero preparata per essere femminile ed accogliente, vestita con sobrietà, ma non sexy. Quando è arrivato a casa, anziano era, forse sui 70 ma ben portati, anche pulito ed elegante. Mi ha fatto visita 4 volte, sempre la domenica pomeriggio alle 15 in punto, poi è sparito, come fanno tanti. La prima volta, non sapeva nemmeno lui che voleva, non si è mai spogliato, solo mi guardava affascinato: presi l’iniziativa io. Obbediente mi succhiò i capezzoli ed imparò a seviziarli torcendoli e tirandoli con le dita; imparò anche a leccarmi la figa-anale. La prima volta più in là di questo non andò, solo riuscii a convincerlo e gli succhiai il cazzetto: gli piacque. La domenica dopo tornò e già aveva le idee più chiare. Col tempo ha mostrato un carattere dominante, mise subito in chiaro che mi voleva eccitante, sexy. Quindi per lui mi sono preparata marcando di più il trucco degli occhi, labbra carnose e rosso corallo; parrucca a caschetto biondissima; vestitino di pizzo nero trasparente con spalline fini, un poco attillato e cortissimo, fino appena sotto il culo; autoreggenti nere fumé, piattaforme con tacco da 14 cm. Fin dalla seconda volta, entrando usava prendermi per una mano e controllarmi facendomi girare…. “mmm ottimo! “, diceva eccitandosi. E il rituale si è ripetuto le volte seguenti in un crescendo di eccessi: mi sfila le spalline ed il vestitino cade, mi prende i capezzoli con le dita e comincia a seviziarli, stringendoli e torcendoli, eccitandosi a guardare l'espressione del mio viso estasiata, poi li succhia e morde forte, io godo da matti, emetto gemiti e lui si eccita ancor più. Mi porta in camera, si siede sul bordo del letto, come d’abitudine non si spoglia, mi fa mettere in piedi davanti a lui, mi fa girare e chinare un poco in avanti, mi ispeziona il culo e la figa-anale. Apre le chiappe, slinguata sulla figa, urletto di godimento da parte mia. Massaggia con le due mani il mio culo e poi sculaccia forte. Grido per il godimento e dolore, e lui eccitato “che troia sei, ora ti sfondo la figa!”; “vai caro sono tua, fai quel che ti piace”. Ormai ha imparato: indossa i guanti di latex nero, prende il gel lubrificante, mi passa il flaconcino del popper e via col fisting, lo sa fare bene, ogni volta sempre meglio; ma ogni volta sempre più esagerato e sempre più violento.
Io mi metto a pecorina sul letto e lui inserisce, piano ma deciso, direttamente tutta la mano chiusa ad astuccio nella mia figa, godo da matti ed inalo popper. Resta dentro, gira la mano, spinge un poco, poi esce e mi guarda la figa aperta: ”che figa c’hai, che figa!” esclama eccitato. Poi rientra con violenza e comincia ad entrare ed uscire sempre più veloce, io cerco di non inarcare la schiena e restare aperta per lui spingendo la pancia verso il basso: inalo popper e voglio resistere agli eccessi di questo vecchietto eccitato. Poi, inizia con le due mani, una esce e l’altra entra, veloce e senza posa: io godo come una pazza e sono confusa per i popper e per le sensazioni estreme. Quando meno me l’aspetto sento il pugno chiuso che mi sconquassa, entra ed esce violento, ogni volta saranno 12 cm di dilatazione. Quando esce mi sento svuotata e quando entra di nuovo mi sento aprire, riempire, pregnare; quando ho dentro il pugno sento il bisogno di espellerlo per quanto è invadente, ma…. mi piace da matti, raramente sono arrivata a tanto, a farmi violentare così: il vecchio sente la mia eccitazione ed anche lui eccitato ed affannato mi penetra con foga e sempre col pugno chiuso. Poi gli faccio capire che basta, non ce la faccio più, e lui si calma. Ma è troppo eccitato, mi passa della carta igienica, “pulisciti, vestiti e fammi un pompino veloce, dai!” ordina. Io vorrei scappare in bagno per rinfrescarmi, però mi eccita anche servire il maschio e farlo contento, quindi, ancora tremante, mi pulisco, infilo il mini abito di pizzo, mi accovaccio sulle gambe, sento la figa anale aperta e gocciolante che ancora pulsa, apro i pantaloni e succhio con foga… ovviamente non viene subito e mi aiuto con le mani, ancora tremo per l’eccitazione ed i popper. Ecco che finalmente sento poche gocce di sperma in bocca. E’ venuto, si rilassa, si ricompone, mi saluta con gentilezza e se ne va. Non l’ho più rivisto.

"Gentile ma inconcludente"
Dopo la prima volta che è venuto ho fatto in modo di evitarlo, ma è spesso riuscito ad aggirare le mie precauzioni e me lo son trovato sorridente davanti alla porta. Sorride sempre questo signore, sui quaranta, elegante, pulito, anche bello e gentile ma inutile. Quel che gli piace fare è spogliarsi nudo, è alto, longilineo, leggermente abbronzato e totalmente depilato. Gli piace sdraiarsi sul letto, e vuole che mi sdrai al suo fianco e parla, e parla di tutto e di niente. MI piace carezzare la sua pelle liscia, gli prendo il cazzo in mano, ma niente, sembra impotente e lui nemmeno mi tocca, solo parla: certo che se ne trova di gente strana. Con pazienza, ma il prima possibile mi alzo e gli faccio capire che ho da fare.

"Il camionista"
Venne una sola volta e voleva restarci, a casa mia. Venne una notte di ritorno da un viaggio in Europa, il camionista di TIR. Non ho mai capito dove avesse parcheggiato il TIR, visto che abito in un quartiere residenziale e la sera le strade sono occupate dalle auto dei residenti. Mi hanno sempre eccitato i camionisti, spesso sono begli uomini, virili, robusti ed arrapati, ma non ho mai accettato i loro inviti nelle cabine dei camion, troppo scomodo. Purtroppo Il tipo che entrò nel mio appartamento era …insignificante: ne bello ne brutto, piuttosto piccolo ed esile, per niente attraente.
Mi incuriosì il fatto che si era portato la borsetta per lavarsi, ed infatti approfittò per farsi una doccia. Interdetta aspettai curiosa. Poi, malvolentieri, ma ormai ce l’avevo in casa, docciato e nudo, gli feci il servizio. Di buono c’era che profumava di pulito, ma il cazzo era piccolo. Comunque l’ho succhiato con gusto, mi ha penetrata ed è venuto nel preservativo. Voleva indossare il mio perizoma ed ovviamente gli ho risposto che assolutamente no. Poi è rimasto sdraiato sul letto a fumarsi una sigaretta, e gira gira ho capito che pretendeva restare a dormire con me. Gentilmente gli ho fatto capire che non era il caso. L’ho convinto ad andarsene accettando il compromesso che “la prossima volta sì, ti farò restare”, ha voluto il perizoma che indossavo per annusarlo come ricordo. Ho scoperto che ha lasciato nel bagno il pettine e la lametta da barba. Ovviamente ho poi evitato accuratamente che rimettesse piede nel mio appartamentino.
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