trio
Quell'inaspettata sorpresa...


03.07.2025 |
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"Venni con un grido, spingendo forte dentro Maria, tremando mentre eiaculavo profondamente in lei..."
Io e mia moglie Felicia eravamo al terzo giorno di campeggio. Davanti a noi il lago era calmo, il caldo saliva anche all’ombra dei pini.Maria, la vicina, era passata più volte davanti al nostro camper. Felicia ed io la osservavamo ogni volta: le gambe sode, il costume intero che le stringeva i fianchi, le curve generose del seno che si muovevano quando si chinava a raccogliere qualcosa. Ogni volta che ci vedevamo, Maria, donna sola, sfoderava un bellissimo sorriso e non lesinava inviti per una bibita fresca. Noi facevamo altrettanto, come si conviene fra buoni vicini.
Io, Ernesto, quella mattina ero uscito presto, con la canna da pesca e una birra in mano, lasciando Felicia in camper, a leggere svogliata.
Quella stessa mattina Maria bussò alla porta del camper, con una lattina di caffè freddo in mano, le labbra lucide e gli occhi che ridevano.
– “Posso entrare?”
Felicia fece un cenno. Maria chiuse la porta dietro di sé, lasciando fuori il frinire delle cicale. Le loro ginocchia si toccarono sul divanetto e Maria le prese la mano, fissandola con occhi scuri.
– “Sai che ti guardo da quando siete arrivati…”
Felicia sentì un brivido tra le gambe. Non disse nulla, anche se rimase alquanto perplessa quando la mano di Maria si posò sulle sue ginocchia. Che Maria fosse una donna desiderabile, Felicia lo aveva percepito fin dal primo momento del loro arrivo al campeggio, dove lei già si era sistemata con una tenda canadese.
Maria non frappose ulteriori convenevoli: si avvicinò, le labbra che sfiorarono quelle di Felicia in un bacio leggero che si fece subito più profondo, più umido, più caldo. La lingua di Maria cercava quella di Felicia, accarezzandola.
Si baciarono con la lingua, succhiandosi piano, mentre le mani di Maria salivano a stringere il seno di Felicia sopra la maglietta leggera. I capezzoli di Felicia si indurirono subito, premendo contro il tessuto. Maria sorrise e le sollevò la maglietta, scoprendo il seno nudo, leccandole piano un capezzolo, poi l’altro, mordicchiandoli con delicatezza.
Felicia si lasciò cadere all’indietro, aprendo le gambe, sentendo la biancheria già umida che la faceva fremere. Maria le baciò la pancia, scendendo sempre più in basso, mentre le mani le tiravano giù shorts e slip in un unico gesto. L’aria calda le accarezzò la pelle umida, mentre Maria si mise in ginocchio sul pavimento del camper, tra le sue gambe.
Felicia ansimò quando sentì le labbra di Maria posarsi sulla sua figa, calde e morbide, la lingua che le apriva le labbra gonfie, cercandole il clitoride e leccandolo in piccoli cerchi, prima piano, poi più velocemente. Felicia si aggrappò ai cuscini, gemendo forte, muovendo i fianchi contro il viso di Maria.
– “Oh sì… non fermarti…”
Maria succhiava e leccava, mentre le dita scivolavano dentro di lei, trovandole il punto giusto e facendola inarcare con un gemito gutturale. Felicia la guardò, quella bocca bagnata che si muoveva contro di lei, e si sentì esplodere in un orgasmo intenso, tremando e stringendo le cosce intorno al viso di Maria.
Fu allora che la porta del camper si aprì di colpo.
Entrai, con la canna da pesca ancora in mano, fermandomi quando vidi la scena: mia moglie nuda, le gambe spalancate, e Maria con il viso tra le sue cosce, le labbra bagnate dei succhi di Felicia.
Per un attimo nessuno parlò, solo il respiro affannato di Felicia riempiva il camper.
Maria si alzò piano, girandosi verso di me con un sorriso sporco: – “Hai voglia di giocare anche tu?”
Lasciai cadere la canna, mi tolsi la maglietta e poi i pantaloncini, il mio cazzo già duro che si sollevava contro il ventre. Felicia mi guardava con occhi pieni di desiderio, il suo petto che si alzava e abbassava velocemente.
Maria si avvicinò, inginocchiandosi davanti a me. Mi prese il cazzo in mano, accarezzandolo dalla base alla punta, leccandolo piano, facendo scorrere la lingua lungo tutta la lunghezza. Ansimavo, guardando la testa di Maria che scendeva su di me, inghiottendolo poco a poco, succhiandolo con forza, facendomi gemere.
Felicia si alzò e si mise dietro Maria, accarezzandole i fianchi, baciandole le spalle, poi scendendo a toccarsi mentre guardava Maria succhiarmi il cazzo.
Era un’immagine che mi eccitava da impazzire.
– “Vieni qui…” dissi a Felicia con voce roca.
Felicia si sdraiò di nuovo sul divanetto, aprendo le gambe. Mi avvicinai e le infilai il cazzo duro dentro con un colpo lento ma deciso, facendola urlare. Iniziai a muovermi dentro di lei, spingendo a fondo, mentre Maria si abbassò tra le nostre gambe, leccando il clitoride di Felicia mentre la scopavo.
Il camper dondolava leggermente, riempiendosi dei gemiti di Felicia, dei miei mugolii e del respiro caldo di Maria che succhiava il clitoride e leccava le mie palle ogni volta che spingevo dentro mia moglie.
Felicia venne di nuovo, stringendosi intorno al mio cazzo, urlando il mio nome, mentre Maria continuava a leccarla, raccogliendo i succhi che colavano fuori.
Aumentai il ritmo, spingendo più forte, mentre Maria si alzò per baciarmi, facendomi assaporare il sapore di Felicia sulla sua lingua. Poi Maria si girò, offrendomi il suo culo. Uscii da Felicia e mi posizionai dietro Maria, spingendo dentro di lei, facendola gemere.
Felicia, esausta ma eccitata, si mise davanti a Maria, spingendole la figa sul viso, e Maria iniziò a leccarla di nuovo mentre continuavo a scoparla, le loro urla mescolate al rumore delle spinte e dei nostri corpi sudati che si strofinavano.
Venni con un grido, spingendo forte dentro Maria, tremando mentre eiaculavo profondamente in lei. Maria gemeva, con la faccia immersa nella figa di Felicia, venendo subito dopo, il corpo che tremava in scosse incontrollabili.
Rimanemmo lì, sudati, ansimanti, con le gambe intrecciate e le mani che si accarezzavano piano, il camper pieno dell’odore del sesso, dei nostri succhi e del respiro caldo.
Fu Felicia a rompere il silenzio, con un sorriso stanco: – “Penso che questa vacanza la ricorderemo a lungo…”
Maria rise, appoggiando la testa sulla pancia di Felicia, mentre io le accarezzavo entrambe con un sorriso soddisfatto.
Fuori, le cicale ripresero a cantare e, in quel
piccolo camper, nulla sarebbe più stato come prima.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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