Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > Lui & Lei > La badante
Lui & Lei

La badante


di Membro VIP di Annunci69.it CoppiaFelix2024
05.03.2025    |    3.554    |    2 8.3
"E mentre il dolore si faceva meno opprimente, sostituito da quella strana dolcezza di un legame ritrovato, compresi che a volte il destino si esprime in modi misteriosi: attraverso incidenti, ..."
Il giorno in cui il destino decise di giocare con me non l’avevo mai immaginato. Mi tuffai con una capriola sul fiume Elsa credendo, ingenuamente, che quell’ansa potesse offrirmi una discesa profonda e rinfrescante.
Invece, un masso maledetto sollevato di quasi mezzo metro proprio nel punto in cui mi trovavo, colpì la mia nuca con violenza.
Il dolore che ne seguì fu sordo e lancinante, un tormento che mi costrinse a emergere dall’acqua quasi tramortito, affidandomi alla mia “ottima acquaticità” per rimettermi in sesto.
Con fatica raggiunsi la sponda, il corpo ancora per metà immerso nell’acqua e il collo un campo di battaglia. Mi distesi un attimo, cercando di dare spazio al dolore e di far tornare i sensi.
In quella sofferenza, il pensiero di Felicia, mia moglie, si fece strada: lei, ignara del mio malore, stava distesa a prendere il sole nel giardino, con la testa voltata lontano dalla mia posizione.
Riuscivo a sollevare appena il collo, e così la chiamai. Quando si girò e vide la mia espressione, il terrore le illuminò gli occhi.
«Che succede?», mi chiese, spaventata, mentre mi sforzavo di articolare parole affaticate.
«Ho dato una testata a un masso», risposi con voce sottile, un filo di ironia mischiato al dolore.
Lei si precipitò per aiutarmi, ma con un gesto di fermezza la feci rallentare. Volevo provare, per quanto doloroso, a muovere lentamente il collo da una parte all’altra, testando la mia resistenza. Con grande sollievo, accorsi al pensiero che nulla di grave, almeno in termini di fratture, sembrava essersi verificato.
Poco dopo, decisi di recarmi in ospedale per un controllo. Una TAC rivelò soltanto un versamento dovuto al colpo ricevuto, nulla di particolarmente grave.
Il medico, con tono rassicurante, mi prescrisse sette giorni di riposo in posizione orizzontale, insieme a un antalgico e una pomata per lenire il dolore. Pensai amaramente che quella settimana avrebbe significato il salto di un'intera giornata lavorativa, ma almeno non c’era stato il peggio. Felicia, tuttavia, mi informò che non sarebbe stata a casa fino a sera. Con un sospiro, le dissi che avrei cercato di farcela da solo.
Tornati a casa, la cura e l’attenzione di Felicia furono evidenti: aveva predisposto ogni cosa in modo da non farmi muovere troppo, organizzando indumenti e vivande a portata di mano. Ma la notte portò con sé un peggioramento del dolore. Al mattino, mi trovai incapace persino di sollevare il capo dal cuscino, mentre Felicia, credendomi immerso in un sonno profondo, era già uscita in punta di piedi, senza disturbarmi.
In preda al disagio e all’angoscia, presi il telefono per chiamarla e informarla della mia condizione peggiorata. La sua voce, subito preoccupata, mi disse: «Non puoi star da solo. Vedrò se trovo qualcuno che venga a farti compagnia, almeno finché non starai meglio». Con una punta di ironia e disperazione le chiesi: «E chi chiami?» La risposta fu evasiva, un semplice «Non so… ci penso e ti faccio sapere», prima che la linea si spegnesse.
Rimasto solo, cercai di distrarmi accendendo la TV, ma il torpore e la posizione forzata mi fecero cedere nuovamente al sonno. Quando il trillo del telefono mi risvegliò, non compresi subito quanto tempo avessi dormito. Una voce quasi esaltante annunciava: «Ho trovato chi viene a farti compagnia!». Un lampo di ricordo mi attraversò la mente: Ida, la moglie di Vale, una donna che conoscevo fin troppo bene. Un tempo avevamo vissuto una frequentazione intensa, una di quelle esperienze che non si possono dimenticare facilmente. Con un sorriso amaro, risposi: «Eccome no! È badante di mestiere!» Un dettaglio che, nel corso degli anni, era stato volutamente messo da parte, insieme a quella frequentazione a quattro che ormai apparteneva al passato.
Dopo alcune ore trascorse tra un film e una chat su Whatsapp, il suono familiare del chiavistello che si muoveva attirò la mia attenzione. All’inizio, il pensiero che fosse Felicia tornata mi fece battere il cuore in un misto di speranza e apprensione; invece, aprì la porta Ida, la “badante”. Prima che riuscissi a chiedere come avesse ottenuto la chiave, mi spiegò con un sorriso largo e sincero: «Tua moglie me l’ha data. Mi ha detto che eri immobilizzato e non potevi muoverti dal letto».
Mi guardò sedendosi sull’altro lato del letto, e il suo sguardo, caldo e complice, fece scorrere un brivido lungo la mia schiena. «Come stai?», chiese, mentre io cercavo di sollevare il capo, combattendo con un collo che sembrava aver perso ogni forza. Le spiegai la situazione con un tono che mescolava dolore e un velo di umorismo: «Non lo vedi? Sono con il collo bloccato e non riesco a tirarlo su».
Lei annuì, ricordandomi che Felicia le aveva riferito dell’incidente al fiume: «Mi ha detto che ieri hai sbattuto la testa», aggiunse con delicatezza, ma con una punta di malizia.
«Infatti», replicai, «a momenti avrei lasciato la pelle in mezzo metro d’acqua». La sua risposta fu un sorriso ammiccante: «Hai la pelle dura».
Ed è stato in quel momento, tra il dolore e la complicità, che la tensione di quell’attimo si trasformò in qualcosa di inaspettato. Con un invito quasi casuale ma carico di sottintesi, Ida mi propose di prendere un caffè, un semplice gesto che parve aprire una porta su un territorio proibito.
«Ci prendiamo un caffè?», chiese con una naturalezza che mi fece dimenticare, almeno per un istante, la sofferenza fisica.
«Se ne fai due…è meglio», risposi, accennando a un sorriso che tradiva il desiderio di non lasciare che il tempo e il dolore spegnessero quella scintilla.
Quella mattina, mentre il sole timidamente filtrava dalle tende, il dolore al collo si mescolava a una sensazione nuova, quasi irreale. La presenza di Ida, che si era introdotta nella mia quotidianità in maniera così inaspettata, risvegliava in me ricordi sopiti e desideri che avevo a lungo sepolto. Ogni gesto, ogni parola scambiata, era carico di una tensione erotica che si faceva strada tra le pieghe del dolore e della solitudine. Il caffè, simbolo di una normalità interrotta, divenne l’occasione per riavvicinarci, per condividere un’intimità che andava oltre il semplice gesto dell’assistenza.
Seduti vicini, parlando a bassa voce e scambiandoci sguardi complici, compresi che quel giorno, segnato da una brutta botta e da un dolore lancinante, poteva nascondere il seme di una rinascita emotiva. La badante, Ida, era diventata non solo un aiuto pratico in un momento di vulnerabilità, ma anche la scintilla che avrebbe potuto accendere una nuova passione. E mentre il dolore si faceva meno opprimente, sostituito da quella strana dolcezza di un legame ritrovato, compresi che a volte il destino si esprime in modi misteriosi: attraverso incidenti, infortuni e, soprattutto, attraverso incontri inattesi che fanno vibrare l’anima.
Così, tra il dolore fisico e l’emozione di un rinnovato desiderio, quel giorno si trasformò in un racconto fatto di contrasti, dove la fragilità del corpo cedeva il passo alla forza di un desiderio che era destinato a riscrivere il diario di una giornata che era cominciata male ma che volgeva in una ritrovata voglia di rivivere una vecchia esperienza di sesso.
Ma ero impedito dal dolore al collo. E allora la ritrovata "amica", sapiente nella pratica, infilò la testa sotto le lenzuola, abbassò pigiama e slip e mi disse:"Non muoverti che ti fai del male al collo!".
E si dedicò con maestria al mio membro...facendomi dimenticare il dolore al collo. Ida...che Dio la benedica! 😀
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
8.3
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per La badante:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni