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Gay & Bisex

Davide e Dario - Capitolo 1


di ennese80
10.02.2018    |    8.897    |    3 9.0
"Gli offrii di salire a casa da me pe un “caffè” e lui accettò di buon grado..."
Capitolo 1

Avevo conosciuto Davide tramite un annuncio, poche parole ed una foto che, però, attirarono subito la mia attenzione.
Nell’annuncio si presentava come un uomo sposato di 43 anni, solo attivo, fisico nella norma che cercava un amico che si prendesse cura dei suoi 19 centimetri nella massima riservatezza. La foto che corredava l’annuncio, relativa proprio ai suoi 19 cm, attirava decisamente la mia attenzione. Gli scrissi subito anche se il fatto che fosse solo attivo non mi entusiasmava, nessuno avrebbe pensato al mio cazzo ma, pensai, trovare un attimo ormai è più difficile che vincere al superenalotto e non era certo un’occasione da lasciarsi sfuggire.
Mi rispose un paio d’ore dopo ed iniziammo a chattare un po’. Non mandava foto del viso visto che era sposato ma mi mandò diverse altre foto del suo cazzo e mi convinsi ad incontrarlo sebbene non amassi vedermi con persone senza averle viste in foto.
Fissammo per il giorno dopo, nel tardo pomeriggio. Ero libero da lavoro e lui, a quell’ora, riusciva ad assentarsi da casa senza che la moglie s’insospettisse. C’incontrammo in una piazzetta vicino a casa mia, io mi sedetti ad aspettare e fumavo una sigaretta dopo l’altra, ero un po’ in ansia, in fondo non sapevo chi mi si sarebbe presentato. Davide arrivò puntuale, mi si avvicinò con fare abbastanza spavaldo per un uomo sposato che stava andando a maschi ma, in fondo, non era nella sua città visto che è di un paese limitrofo.
L’uomo che mi trovai davanti era ben al di sopra delle mie aspettative, un gran bel dilf, termine molto in voga oggi, alto circa 1.75, sorridente, capelli neri brizzolati ed occhi scurissimi.
Mi porse la sua mano, grande, grossa e ruvida, come scoprii col tempo fa il venditore ambulante e coltiva un suo appezzamento di terra.
Gli offrii di salire a casa da me pe un “caffè” e lui accettò di buon grado. Appena la porta si chiuse alle nostre spalle mi sentii palpare il sedere da quelle grosse mani.
“Hai un bel culo, sarà un piacere sfondarlo”
Sorrisi e lo baciai, credevo che si sarebbe tirato indietro, in genere se si sentono “etero” non cedono ai baci ma la sua lingua si fece strada nella mia bocca e si accarezzò con la mia. Mentre le nostre salive si mischiavano le sue mani stritolavano piacevolmente le mie chiappe. Sentivo già il suo cazzo duro che premeva contro il mio bacino.
Lo portai in camera e gli sfilai la felpa, sotto era a petto nudo. Iniziai a leccargli il petto e a succhiargli i capezzoli. Pochissimi peli sui suoi pettorali e una linea che dall’ombelico si andava a perdere nei pantaloni.
“Spogliati, voglio vedere il tuo culo”.
Eseguii ed in pochi secondi ero completamente nudo davanti ai suoi occhi. Il suo pacco era sempre più evidente, lo accarezzai e poi armeggiai con i suoi pantaloni togliendoglieli. Indossava degli slip blu scuro, tesi al massimo dalla sua erezione. Poggiai il mio viso percependo subito il suo calore e il piacevole odore di maschio che emanava.
Glieli feci scivolare fino alle caviglie ed il suo magnifico cazzo mi si parò davanti in tutto il suo splendore. Iniziai a leccare a partire dai testicoli, davvero grandi, che presi anche in bocca uno alla volta, poi risalii e mi dedicai al suo membro. Lo scappellai e leccai a lungo la sua cappella quasi fosse un goloso gelato.
Succhiai a lungo, durò tantissimo. Alternava momenti in cui lasciava fare a me ad altri in cui con le sue grosse mani teneva la mia testa e in pratica mi scopava la bocca gestendo il ritmo con cui il suo cazzo affondava nella mia gola. Uscii fuori e con la mano sinistra mi afferrò il viso mentre con la destra iniziò a masturbarsi. Chiusi gli occhi ed aprii la bocca e, pochi secondi dopo, diversi schizzi raggiunsero il mio viso e la lingua che tenevo fuori pronta a riceverli.
Mi alzai e con le sue mani Davide raccolse lo sperma dal mio viso dandomi poi le sue grosse dita da leccare.
“Non credere che sia finita qui, non me ne vado se non ti scopo per bene quel bel culo che ti ritrovi. Distenditi sulla schiena e allarga le gambe”.
Eseguii e lui s’inginocchiò ai piedi del letto all’altezza del mio culo. Mi allargò le natiche e col suo grosso indice accarezzò il mio buchino. Leccò, leccò a lungo e mi penetrò con la sua lingua. Il mio culo grondava della sua saliva e gemevo per il piacere che il suo trattamento mi procurava. Sentii poi entrarmi dentro un dito, poi due che, per quanto grosse erano, sembravano tre. Mi scopò con forza con le sue dita. “Ora sei pronto per il mio cazzo”.
Posizionò un cuscino sotto la mia schiena così da alzare di più il mio sedere. Sputò sulla sua mano e si lubrificò il suo bel cazzone. Mi fece poggiare le gambe sulle sue spalle, piazzò la cappella sul mio buchino e, con un colpo secco, mi entrò dentro. I primi istanti fece malissimo ma il piacere, anche grazie al rimming ricevuto poco prima, sopravvenne subito.
Mi scopò almeno per mezz’ora, sempre con un ritmo intenso, quasi animalesco. Era una furia ed era piacevole essere in suo “possesso”.
Venne dentro di me e poi si stese accanto.
“Hai un culo da favola”.
Lo ringraziai baciandolo.
“Scusa se non penso a te” disse indicando il mio pene che chiedeva solo di esplodere “Ma è più forte di me”.
“Non preoccuparti, fa niente” mentii, in realtà mi pesava dover pensare da solo al mio godimento “Posso leccarti e toccarti mentre mi masturbo?” gli chiesi.
“Fai pure” rispose “E’ tutto a tua disposizione”.
La mia mano scivolò al mio cazzo e nel mentre mi spostavo per avvicinare la mia bocca al suo corpo. Gli leccai l’ascella destra, mordicchiai i capezzoli, scesi giù con la lingua sull’ombelico, leccai le sue grosse palle che si erano svuotate di tanto seme quel pomeriggio, le cosce possenti e arrivai fino ai piedi a cui dedicai la mia attenzione mentre la mia mano mi procurava piacere.
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