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Gay & Bisex

Filippo - Certe Volte I Sogni Diventano Realtà - 6


di ennese80
25.01.2018    |    4.280    |    2 9.6
"La prima esperienza di lavoro in un villaggio in Calabria..."
Capitolo 6

Inutile dire che pensai a Filippo durante tutto il viaggio, mi faceva male la sua scelta ma, in fondo, me l’aspettavo, erano la sua vita, suo figlio e l’altro in arrivo. Sarebbe stato impensabile che avesse fatto saltare tutto in aria e si fosse messo con me. Il problema era solo mio, ero io che mi ero innamorato, ero io che non potevo fare a meno di lui. Per Filippo ero stato solo sesso, magari del buon sesso ma nulla di più.
Fino ad ottobre sarei stato tranquillo qui in Sardegna, non l’avrei visto anche se, indubbiamente, i miei pensieri sarebbero corsi a lui frequentemente. Sarei tornato in Sicilia quando il figlio di Filippo era già nato o in procinto di nascere e forse, quella circostanza, mi avrebbe aiutato a capire che non c’era un futuro per noi.
Avevo una lunga estate davanti, mi aspettava un lavoro impegnativo, fare l’animatore non è una passeggiata, però avrei rivisto Marco, era passato più di un anno ormai, il tempo ci aveva allontanato anche se cercavamo comunque di vederci.
Una piccola presentazione credo sia d’obbligo. Erano dieci anni che conoscevo Marco, dalla prima estate in cui ho fatto animazione. Avevo appena diciannove anni all’epoca e lui 20. La prima esperienza di lavoro in un villaggio in Calabria. Ci avevano messo in stanza insieme ed avevamo legato velocemente. Marco aveva sempre avuto un bel fisico, già allora, praticava nuoto fin da quando era bambino ed il suo fisico era decisamente ben definito in ogni caso sarebbero bastati il suo sorriso e quegli occhi cerulei a farlo definire bello, qualunque fisico avesse.
Napoletano, accento piuttosto marcato e simpatia innata. Mi ero preso una sbandata per lui ma, nonostante fossi già allora dichiarato, almeno al mio paese, non volevo compromettere l’esperienza lavorativa e nascosi la mia sessualità.
Ricordo quando scoprii di lui. Era sera, io ero appena uscito dalla doccia e rientrando in camera, involontariamente, sentii una sua conversazione al telefono.
“Giacomo, te l’ho detto prima di partire che era finita. Ti ho amato ma i sentimenti sono cambiati. Ti voglio bene, abbiamo condiviso un percorso insieme ma sarebbe mentire proseguire la nostra storia.” Chiuse il telefono.
Ero in imbarazzo per aver sentito la sua conversazione privata. “Scusa” dissi e feci per tornare indietro.
“Tranquillo, non preoccuparti” sorrise.
“Tutto bene?”
“Sì, era il mio ex ragazzo, abbiamo chiuso poco prima della mia partenza e non riesce ad accettarlo. Grazie a questa conversazione che hai sentito sai anche tu che sono gay, non solo io di te”.
“Sai di me?”
“Se ti dico che l’ho capito dal primo momento in cui ti ho visto te la prendi?”
Ero un po’ in imbarazzo sinceramente, non credevo che di me si capisse così facilmente. “No, non me la prendo. Di te non l’avevo capito però, mi sa che ho il radar fuori uso. Anche se un po’ ci avevo sperato” dissi mentre i miei occhi si soffermavano su di lui accorgendomi solo in quel momento che indossava solo un paio di slip blu molto aderenti.
“Perché ti piaccio?” sorrise maliziosamente
“Me lo chiedi pure?”
“Io non cerco una relazione, te l’ho detto che ho chiuso l’ultima da poco, e nei tuoi riguardi posso dire di provare già amicizia e se riusciamo a non rovinarla possiamo introdurre un po’ di sesso, oltretutto da quando siamo qui non ho concluso niente e, considerando che siamo sempre insieme, mi sa nemmeno tu”.
Mi avvicinai a lui. “Ci tengo che restiamo amici” sorrisi “Ma voglio conoscere anche lui” e gli poggiai la mano su pacco già in visibile erezione.
Ci baciammo e ci togliemmo velocemente gli slip, l’unico indumento che indossavamo.
Il suo corpo era meraviglioso, pelle morbida e i peli accorciati che pizzicavano piacevolmente. Leccai il suo corpo e scesi subito ai suoi 20 cm. La foga della gioventù lasciava poco spazio ai preliminari e spingeva subito ad andare al sodo.
Presi il suo cazzo in bocca, profumava del bagnoschiuma che aveva usato pochi minuti prima. Marco gemeva di piacere. Mi accarezzò il viso e mi fece allontanare dal suo cazzo, mi baciò e mi ritrovai disteso sulla schiena. Si distese su un fianco, nel verso opposto al mio, mi girai anch’io sul fianco ed iniziammo uno splendido 69. Il nostro ritmo era perfetto, continuammo fino a venire l’uno nella bocca dell’altro. Poi ci baciammo a lungo, fondendo saliva e sperma.
“Ne avevo davvero bisogno” disse guardandomi negli occhi.
“Anch’io” e ripresi a baciarlo. Fu una delle estati più belle e bollenti della mia vita. La sintonia con Marco era perfetta ed ogni momento libero lo dedicavamo al sesso.
La nostra amicizia crebbe nel tempo e restò anche questo legame sessuale ad unirci, ogni volta che c’incontravamo, se eravamo entrambi single, ricordavamo l’estate del villaggio in Calabria.
Scesi dal traghetto, mi guardai intorno e lo vidi subito.
Bello, sorridente e con indosso una t-shirt smanicata azzurra che esaltava i suoi muscoli.
Mi venne incontro e mi baciò in bocca.
“Benvenuto”
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