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Gay & Bisex

Filippo - Certe volte i sogni diventano realtà - 2


di ennese80
12.01.2018    |    4.776    |    1 9.4
"Strinsi quella meraviglia e ripresi a baciarlo..."
Era trascorsa una settimana da quell’incontro con Filippo. Mi ero ormai convinto che fosse stata un’occasione una tantum che mi aveva permesso di vivere un sogno. Filippo si comportava come se nulla fosse accaduto e nemmeno io avevo ripreso più discorso.
Ero appena uscito da lavoro e, prima di rientrare a casa, volevo prendere un caffè. C’era lui a lavoro ed il locale era deserto. Ero già alla cassa quando mi chiese “Stasera hai impegni?” con un’espressione notevolmente imbarazzata.
Guardai i suoi begli occhi scuri, gli sorrisi e risposi di essere libero.
Stabilimmo di vederci per le 19 e, su sua richiesta, ci scambiammo il numero. Mi diede l’indirizzo di casa sua, la sua compagna non ci sarebbe stata, era andata qualche giorno dalla sorella.
Mi faceva piacere che mi avesse riproposto di vederci, speravo che gli incontri con lui potessero diventare un’abitudine e forse le cose stavano prendendo quella piega.
Il pomeriggio trascorse velocemente, feci una doccia e mi preparai per andare a casa di Filippo.
Alle 19 puntuale suonai al citofono
“Terzo piano” rispose
La porta di casa era socchiusa, l’aprii ed entrai.
“Filippo” lo chiamai mentre chiudevo la porta alle mie spalle.
“Sono qui” ed arrivò. Indossava solo un paio di boxer blu aderenti. Deglutii vistosamente alla vista di quel ben di Dio.
“Vedo che non perdi tempo” dissi ridendo
“Scemo, sono appena uscito dalla doccia” in effetti ora che me lo diceva notavo che i suoi capelli erano bagnati, di certo non mi ero fermato a notare quel dettaglio.
Mi avvicinai a lui e ci baciammo. Il suo cazzo prese subito vigore.
“Ancora non ci credo che sei in grado di farmi quest’effetto” disse portando la mia mano destra sul suo cazzone.
Strinsi quella meraviglia e ripresi a baciarlo.
I miei vestiti volarono via ed i boxer di entrambi presero la stessa strada, le bocche si cercarono di nuovo e le mani ripresero il massaggio al membro dell’altro.
Diversi minuti di lingua contro lingua e poi Filippo mi prese per mano “andiamo sul letto”. Ci distendemmo sul letto matrimoniale che, nella quotidianità, condivideva con la compagna. Ci rotolammo un po’ “lottando” per chi doveva stare sopra, vinsi io.
Lo guardai negli occhi e lo ribaciai. La mia lingua e la mia bocca presero poi ad esplorare il suo corpo. Orecchie, collo e scesi giù sul suo bel petto, giocai con la lingua fra peli e capezzoli che mordicchiai dolcemente. Gli presi la mano destra, la baciai e succhiai le sue dita, scivolai piano lungo le braccia, i bicipiti e mi tuffai nella sua ascella che leccai avidamente. Ritornai al suo petto e iniziai a scendere, feci roteare la lingua nell’ombelico.
Scesi ai suoi piedi, volevo scoprire ogni centimetro del suo corpo e, oltretutto, Filippo sembrava gradire il lavoro che stavo eseguendo. Gli accarezzai i piedi e feci un po’ di solletico.
“Hey” esclamò.
Sorrisi. Avvicinai la bocca ed iniziai a baciarli, prima il destro poi il sinistro e poi di nuovo il destro e nuovamente il sinistro. La mia lingua seguii le linee del suo bel 44, prima il dorso poi la pianta e poi mi dedicai ad ognuna delle dita. Feci lo stesso lavoro anche sul sinistro.
“Non avrei mai immaginato che fosse così piacevole farsi leccare i piedi” mi disse.
Iniziai a salire, i polpacci, le cosce. Avevo voglia del suo cazzo, avevo voglia di condurlo all’orgasmo.
Leccai le sue palle e le presi, una per volta, in bocca. La mia lingua salì sul suo magnifico cazzo, seguii le sue vene che la condussero alla grande cappella. La baciai, la leccai e iniziai il ritmico su e giù.
“Ti voglio venire sul viso” disse
Dopo alcuni minuti usci il suo cazzo dalla mia bocca, mi fece distendere sulla schiena e si mise a cavalcioni su di me. Iniziò una lenta sega, la sua cappella a pochi centimetri dal mio viso. Lo guardai mentre si dava piacere, mentre aspettava di riversare il suo sperma sul mio viso.
“Vengo” disse. Chiusi gli occhi appena in tempo per ricevere i suoi schizzi sul mio viso. Passò il suo cazzo sul suo sperma e me lo diede da leccare. Raccolse quello che era rimasto con le sue dita e gliele ripulii. Poi mi bacio. Non mi sarei mai aspettato che mi baciasse mentre la mia bocca era ancora piena del suo seme, ma in fondo era il suo probabilmente non gli faceva senso.
Si distese accanto a me, era visibilmente soddisfatto. Ci baciammo a lungo e poi sentii la sua mano afferrare il mio cazzo, iniziò a masturbarmi. Poi accadde l’inaspettato, si avvicinò al mio cazzo e lo prese in bocca, velocemente, quasi avesse timore di perdere la convinzione di succhiarlo.
Non era decisamente bravo, era palese, ma gradii incredibilmente quel gesto imprevisto. Succhiò per alcuni, lo avvertii quando ero al limite e si scosto, ero sicuro che non si sarebbe fatto venire in bocca. Il mio seme si riversò sulla mia pancia. Lo raccolse con le sue dita, più volte, e ogni volta me le diede da ripulire. Poi mi baciò di nuovo, anche adesso che il sapore della mia bocca era quello del mio sperma.
Volevo donargli un piacere che ero certo non avesse ancora mai provato.
Gli feci allargare le gambe, era un po’ intimorito, forse aveva paura che volessi penetrarlo. “Rilassati, non farò nulla d’invasivo” e sorrisi. Vidi il suo buchino, un territorio ancora inesplorato, mi sentivo quasi un pioniere.
Avvicinai la bocca ed iniziai a leccare. Filippo gemeva, godeva di un piacere inaspettato. Mi dedicai al suo culo per buoni dieci minuti e, piano piano, riuscii anche a penetrarlo, per quel che era possibile, con la lingua. Godeva e aveva iniziato anche a masturbarsi e venne nuovamente. Finii col rimming e ripulii il suo sperma dal suo pancino. Poi mi affiancai a lui, ci sorridemmo e ci baciammo.
La serata era però ancora lunga.
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