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Gay & Bisex

Filippo - Certe volte i sogni diventano realtà - 1


di ennese80
11.01.2018    |    12.799    |    7 9.5
"Mi avvicinai a lui e accarezzai la patta..."
Capitolo 1
Ormai sono anni che conosco Filippo, da quanto ha aperto il bar ed ho iniziato a frequentare quel locale Sono anni che lo desidero, lui sa che sono gay, è capitato di fargli qualche battutina ma solo in maniera amichevole. Filippo è etero, troppo etero purtroppo. L’ho visto fidanzarsi, diventare padre e diventare sempre più bello.
Alto 1.72 circa, poco meno di me, castano rossiccio, con la barbetta lunga. Fisico nella media ma con bei pettorali, un culo da favola e una pancetta che me lo fa diventare di marmo all’istante.
Ho fantasticato tanto su di lui e tante volte la mia mano è stata l’artefice del mio piacere mentre la mente immaginava il suo corpo.
Ero rassegnato a non avverare mai questo sogno quando accadde l’impensabile.
Era primo pomeriggio e mi trovavo a passeggiare senza una meta precisa. La cittadina in cui vivo a quell’ora era quasi deserta ed era piacevole stare immerso nei miei pensieri.
Un clacson suonò e mi girai quasi scocciato credendo che fosse qualcuno che doveva passare e, vista la scarsa larghezza della carreggiata si annoiava ad aspettare.
“Angelo” è il mio nome “Che fai?” era Filippo.
“Hey ciao! Niente di che, due passi”.
“Sali e ci facciamo un giro in macchina”.
Sebbene non mi dispiacesse passeggiare accettai la novità e il poter trascorrere del tempo con lui.
Non mi aspettavo minimamente la piega che avrebbe preso quel pomeriggio.
“Ma sei sempre gay?” fu la domanda del cazzo che Filippo mi fece a bruciapelo dopo alcune chiacchiere di rito.
“Sì, certo” risposi ridendo
“Ma è vero quello che si dice su di voi?”
“Cosa?”
“Beh… ecco… che a succhiarlo siete i migliori”
La zoccola che, anche se ogni tanto si nasconde, risiede in me prese il sopravvento “Fatti fare un pompino da me e valuta tu stesso”
“Me lo faresti davvero?”
Non volevo sembrare un assatanato e tenni per me il fatto che era il primo pensiero che avevo fatto non appena l’avevo conosciuto. Risposi semplicemente “Con piacere, che ti considero un bel ragazzo mi sa che te l’ho detto qualche volta”.
Filippo mi sorrise e in breve ci ritrovammo in una strada fra dei boschi che circondano la mia città. Evidentemente il marpione si stava dirigendo già lì mentre parlavamo. Fermò la macchina, reclinò il suo sedile e, con un’espressione maliziosa sul viso, disse “Fammi vedere cosa sai fare”.
Mi avvicinai a lui e accarezzai la patta. Il suo cazzo era già in erezione, evidentemente la situazione non gli dispiaceva. Slacciai la cintura, calai la zip e feci scivolare i suoi pantaloni. Il suo cazzo adesso era coperto solo dal cotone nero dei boxer. Mi avvicinai per catturarne l’odore, non mi aspettavo certo che profumasse di doccia appena fatta, visto l’orario usciva evidentemente dal bar, ma l’odore non era né troppo forte né fastidioso. Baciai il suo cazzo da sopra i boxer e con la mano ne sentii la consistenza. Gli sfilai quel tessuto nero, avevo troppa voglia di scoprire il suo cazzo e troppa paura che “rinsavisse” e si pentisse di ciò che stavamo facendo.
Il suo cazzo svettò dritto davanti a me, era almeno 19 cm di lunghezza ed anche notevolmente grosso, le vene in rilievo lo rendevano possente e quella cappella violacea era come se chiamasse il mio nome. La baciai, era umida e potei sentire il sapore del suo presperma (conferma ulteriore che la situazione era di suo gradimento).
Leccai la sua cappella, con la lingua seguii la forma, leccai il frenulo e lui vibrò, scesi giù seguendo le vene e poi risalii per ritornare in cima e, finalmente, accogliere quel membro nella mia bocca. Riuscii ad ingoiarlo tutto diverse volte per poi farlo uscire ricoperto della mia saliva e ritornare poi a custodirlo nuovamente nella mia bocca. Sentii la sua mano poggiarsi sulla mia testa e guidare dolcemente il ritmo.
Non so quanti minuti durò il tutto, credo non tanti vista l’eccitazione di Filippo, ma dopo poco lo sentii avvertirmi che stava venendo, probabilmente non credeva che avrei ingoiato tutto. Ma la mia bocca era avida di lui, di gustare quel sapore che tante volte avevo immaginato. Bevvi ogni singola goccia e poi ripulii il suo cazzo.
“Sei stato grande” mi disse, il viso era un po’ paonazzo ma sorrideva soddisfatto.
“Scusa se non ricambio” aggiunse
“Non devi scusarti, per me già è stato tanto averti potuto dare piacere”
Mi sorrise “Se ti va posso provare a farti una sega, di più non riesco”
“Se te la senti si, altrimenti va bene anche così” Avrei voluto tutto da lui ma non volevo forzarlo, speravo che potessero capitare altre occasioni.
Filippo reclinò il mio sedile e tirò fuori il mio cazzo. Le sue mani tremavano un po’, era nervoso. “Sei sicuro?” gli chiesi.
“Sì, voglio farti una sega” mi rispose. Mi fece togliere la maglietta, così da non farla sporcare, e si tolse la sua per evitare che un po’ di sborra potesse finire sulle maniche. Gli guardai il corpo, i pettorali ricoperti di pelo e la sua bella pancetta.
Filippo si strinse accanto a me, era bello sentire il calore del suo corpo a contatto col mio, lo cinsi con un braccio per facilitare la posizione e finalmente sentii la sua mano sinistra stringere il mio membro e masturbarmi. I nostri visi erano vicini, i suoi occhi erano puntati su di me. Ci guardammo e senza dire niente iniziammo a baciarci. La sua lingua lottava con la mia, le nostre salive si mischiavano, la sua mano stringeva sempre il mio membro. Quel bacio fu meraviglioso e mi portò all’orgasmo, il mio seme schizzò sul mio petto e un parte imbrattò anche la sua mano. Le nostre labbra però continuarono a cercarsi ancora per qualche minuto.
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