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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 3 -La Finestra- II


di Soundserio
08.04.2016    |    5.138    |    3 9.9
"–“Devo andare”- salutò e scappò via lasciandomi in ginocchio sotto la finestra sfinita da quella sveltina animalesca..."
Durante quei mesi mantenni il contatto con il venditore ambulante che, di tanto in tanto, ci vedevamo ma oltre a scopare riuscimmo anche a presentarci, si chiamava Franco. –“Dammi cinque minuti che mi sposto”- rispose a quel messaggio. Qualche minuto dopo arrivò la chiamata –“Ei maialina allora come va?”- domandò subito –“Tutto bene, sono sola soletta e calda”- , -“Sei sempre la solita vogliosa di cazzo, vero?”- , -“Si, ho voglia di cazzo!”- , -“Che porca che sei. Domani pomeriggio ti sfondo!”- , -“Sfondami ora dai, raggiungimi”- , -“Non posso, ci vediamo domani alle sedici”-. Chiudemmo la conversazione e finii per sborrarmi addosso, solo il sentire la voce mi fece impazzire. Il giorno dopo, prima del suo arrivo, cominciai a prepararmi, Franco a ogni appuntamento aveva un regalo per me, sempre e perennemente la biancheria intima: completini, autoreggenti, scarpe alte ect ect.. tutte acquistate nelle bancarelle dei colleghi o online. Portandomi allo specchio cominciai ad agghindarmi per bene. Scelsi di indossare un corpetto nero con autoreggenti, perizoma e tacco a spillo nero. Amavo guardare il corpo tonico e maschile sotto quelle vesti succinte, mi facevano sentire desiderata e maiala. Passando il rossetto rosso fuoco sulle labbra sentii il telefono suonare –“Preparati, ho una sorpresa”- , –“Vediamo un po’ se indovino.. il completino leopardato che ti piaceva tanto?”- , -“No, molto meglio. Qualcosa che ti piacerà parecchio”- , -“Sai che sono curiosa, sbrigati ad arrivare se no inizio a toccarmi da sola”- , -“Fai la brava. Arrivo!”-. Chissà cosa aveva in mente, ero davvero curiosa.
-“Zzzzzz”-
Suonò il citofono e andai ad aprir la porta stando attento a non farmi vedere dai vicini. Entrando Franco salutò –“Ciao maiala”- alla mano non portava la solita busta di carta con la sorpresa. Entrammo in camera, quel pomeriggio indossava un pantalone blu notte con una polo rosa -“Allora che mi hai portato?”- domandai curioso –“Sssh fai la brava, vieni”- rispose prendendomi per mano e portandomi al balcone. Si mise dietro poggiando il pacco semiduro al culetto e tenendo le mie spalle ferme con le mani –“Vedi là? Quell’ auto verde?”- indicando da una fessura della serranda una vecchia vettura parcheggiata. –“Si, la vedo”- sentii le sue mani scivolare dalle spalle lungo la schiena sino ai glutei –“Là dentro c’è la sorpresa, ora devi dirmi se la desideri oppure no”- sussurrò alle orecchie con voce calda e suadente. Il mio corpo iniziò a sentire caldo, la sua presenza alle mie spalle e le sue mani, che adesso si facevano spazio sotto il perizoma, mi eccitavano da morire. –“Dimmi che devo fare”- domandai sussultando di piacere mentre due dita umide iniziarono a penetrarmi il buchetto già caldo e largo –“Là dentro c’è mio figlio Luigi, gli ho detto che dovevo sbrigare una commissione e l’ho lasciato solo in auto ad aspettarmi. Voglio scoparti al balcone davanti a lui”- la sua lingua affondò dentro le orecchie continuando a sditalinarmi. Ero già calda e umida, il tono di voce e come mi afferrava mi aveva già trasformato in puledra in calore. –“Si voglio che mi scopi”- dissi ansimando, mi voltò a se baciandomi per la prima volta. Fu un bacio avido e porco, la sua lingua era umida e calda –“Mettiti in ginocchio”-. Risposi a quell’ordine mettendomi ai suoi piedi. Amo essere dominata. Sbragai il pantalone già gonfio e tirai fuori la grossa mazza del vecchio “Succhiamelo troia”- scappellai il membro e lo affondai con gusto in gola, emise un sussulto di piacere poggiando le sue mani sul balcone. –“Cosi, brava puttanella”- spompinavo con furia quella mazza consistente e vogliosa. L’odore della sua anziana pelle mi faceva impazzire. Salivo e scendevo avidamente, sollevai l’asta e percorsi con la punta della lingua tutti quei centimetri fino alle sue grandi palle pelose e penzoloni succhiandole e leccandole a dovere –“Sei proprio una puttana”- continuava a ripetermi. Ripresi in gola la verga e iniziò spintonarmela scopandomi –“Si cosi, bocca calda”- mugolavo come una maiala senza preoccuparmi dei vicini che avrebbero potuto sentire per via della finestra aperta. Le sue mani mi presero per i capelli portandomi su, mi infilò la lingua in bocca e voltandomi di spalle poggiò i miei gomiti alla finestra facendomi chinare in maniera tale che potessi vedere l’auto, si abbassò dietro di me e iniziò a leccarmi le chiappe mordendole e sculacciandole, era eccitatissimo. Scostò il perizoma facendomi sentire la lingua umida nel buchetto –“Aaah sii”- esclamai inarcando la schiena e gemendo di piacere –“Godi troia”- disse lubrificandomi bene con saliva. Infilò un preservativo, poggiò una mano al mio collo tenendomi bassa la testa e con un solo colpo mi sfondò il culo -“Aaaah cazzo”- esclamai dolorante –“Stai giù troia, ora ti sfondo”- iniziando a muoversi dentro. Il porco voleva fottermi a dovere, il fatto che il figlio potesse vederci lo eccitava da matti. –“Si scopami”- lo incitai vogliosa –“Sei la mia maiala vero?”- domandò afferrandomi per i capelli e tirandomi indietro la testa mentre le grandi palle mi sbattevano sulle natiche –“Si sono tua”- , -“Vuoi far vedere a tuo figlio quanto sei porco?”- domandai in preda a quei colpi di bacino forti e possenti –“Si puttana godi, vuoi scopare mio figlio?”- , -“Si voglio che mi scopate insieme”- la stretta divenne forte e possente sui fianchi, mi sbatteva come una puttana, respiravo a fatica dai forti e veloci colpi di cazzo che ricevevo.
–“Drriiinnnn”-
Il suo telefono squillò –“E’ mio figlio!”- disse -“Siii rispondi e non fermarti. Non fermarti scopami”- supplicai calda mentre rallentò portando il telefono all’ orecchio –“Pronto?”- , -“Papà quanto ti ci vuole ancora?”- domandò Luigi –“Ancora poco figlio mio e arrivo”- io ansimavo e mi scopavo il culo spingendolo contro il palo duro –“Fallo salire”- mugolai. Franco chiuse la telefonata e tornò a spingere con forza il cazzo dentro il culo –“Vuoi il cazzo di mio figlio eh? Troia ”- , –“Siii lo voglio”- , -“Puttana che non sei altro, ora ti sfonda il paparino”- il ritmo aumentò e diventò veloce, un treno che percorreva un culo –“Ooh si, sfondami”- , -“Puttana fatti vedere da tutti quanto ti piace il cazzo. Guarda mio figlio giù”- tappò la mia bocca con una mano e infilò dentro il dito medio che ciucciai affamata –“Ti sborro in culo puttana”- , -“Sii riempimi, fai vedere a tuo figlio quanto sei porco”- , -“Luigi guarda quanto è porco papà”- disse estasiato sbattendomi - “Troiaa aaah aah ah”- le sue gambe tremarono in tre colpi finali, portò le mani dai fianchi ai capezzoli stringendoli e tirandomi a se facendomi poggiare al petto, mi voltò il capo e mi baciò facendomi voltare tutto a se sfilando il suo manico dal culo. Si levò il preservativo –“Ora tocca a te, sborra troia”- afferrò il mio cazzo tirandolo fuori dal tanga e iniziò una sega –“Dai sborrami sul cazzo e dopo ripuliscilo puttana”- lo lasciai a segarmelo per qualche secondo finché non lo lasciò facendomi iniziare a segarlo veloce sul suo. Portai le sue mani sui miei glutei invitandolo a palparli e sculacciarli. –“Toccami tutta”- ansimavo –“Toccami che vengoo aaahmmmm aaah siii”- e schizzai sul membro quasi moscio. Tornai in ginocchio e lo succhiai tutto ripulendolo dalla sborra –“Apri la bocca, fammi vedere come ingoi troia”- feci uscire il suo glande e spalancai la bocca mostrando la sborra calda sulla lingua, poi chiusi la mascella e ingoiai tutto sotto lo sguardo per poi mostrarla vuota. –“Sei meglio di una puttana”- disse tirando su la zip e ricomponendosi. –“Devo andare”- salutò e scappò via lasciandomi in ginocchio sotto la finestra sfinita da quella sveltina animalesca. Leccai i baffi, quel poco di rossetto rimasto sulle labbra era sbavato, mi alzai per chiudere la finestra e mentre vidi Franco dirigersi nell’auto parcheggiata notai che la tenda della vetrata del dirimpettaio si muoveva, qualcuno era stato li a godersi la scena.
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