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Gay & Bisex

MenAtPlay: la meritata ricompensa!


di honeybear
31.12.2014    |    8.269    |    5 9.7
"Quando finalmente si decide a sfilarsi, mi tasto la bocca con una mano: la temuta slogatura è solo la conseguenza del superlavoro mascellare..."
È lunedì mattina. La sveglia suona presto per ricordarmi che quello non sarà il solito lunedì!!!!
Stamane infatti sono convocato per la firma del famoso contratto (quello, per intenderci che mi ha regalato tutte quelle mirabolanti trombate): le trattative tra la mia società e quella di Federico sono andate a buon fine; lo stesso non si può dire per i rapporti con i vari attori del copione: più visti né sentiti… Dentro il mio culetto caldo ovviamente!!
Per farla breve: in giornata, in un luogo che mi è stato taciuto, verrà apposta la firma su un pezzo di carta che assicurerà lauti guadagni a qualcuno ed il pane quotidiano a qualcun altro.
La borsa è già pronta: l’autista di Paolo, passerà a prendermi tra una mezz’ora; quindi, dopo aver controllato per l’ennesima volta che non manchi nulla, chiudo e attendo ansioso l’auto aziendale. Per l’eccitazione ho persino dimenticato di segarmi sotto la doccia e d’infilarmi su per il culo l’ultimo plug acquistato on-line (per testarlo ed ingannare la noia del viaggio s’intende)!!
Il citofono!! Ci siamo!!!!
Scendo la scale a tuono e ad attendermi chi trovo!?… Un fotomodello!
Alto, slanciato… Due spalle larghe che scendono in una vita sottile… Un mento volitivo sorregge labbra carnose che mi sorridono affabili come i suoi occhi di cristallo… Il viso incorniciato da una cascata di riccioli scuri, come il pelo che gli spunta dai polsini della camicia e si disperde sul dorso delle mani… Mani robuste dalle dita lunghissime (già me le sento addosso e ho i brividi), glutei e cosce tonici (i pantaloni gli tirano un po’ da quelle parti; ed il mio occhio allenato non può fare a meno di notare che anche più in centro, e più in alto, c’è qualcosa di sufficientemente lungo e grosso… Uff, chissà se avrò mai l’opportunità di scoprirlo e di dedicarmici).
Dio, credo di non aver mai visto niente di più bello in vita mia… Forse non è esattamente così, ma l’astinenza mi fa questo effetto!!!!
“Buongiorno – si presenta – Sono Antonio. Il Dottor Montalto mi ha incaricato di accompagnarla a destinazione. Prego, si accomodi…” mi dice aprendomi la portiera dell’auto.
Il viaggio, a vetri oscurati, trascorre piuttosto rapidamente: mi diletto a guardarmi qualcuno dei simpatici film che mi sono premunito di caricare sul tablet (non è roba per bambini, ovviamente) e provo a tenere d’occhio qualcuno degli immacolati siti che frequento per vedere se c’è chi è disposto a farmi del bene con il proprio pene nella nuova trasferta e nella vita di tutti i giorni.
Come sempre, calma piatta!!
Giusto una piccola sosta in un anonimo autogrill per sgranchirci un po’ e dove, nel cesso, tento invano di concupire qualche camionista, agente di commercio o semplicemente il mio autista personale; fino a che la proverbiale frase “Eccoci arrivati!” mi riporta, con mia grande sorpresa, esattamente davanti all’hotel dove tutto ebbe inizio…
Alla hall trovo ad attendermi il sorriso (e l’occhiolino), per certi versi familiare, di Luigi, il concierge: “Piacere di riaverla tra noi, signore. La stanno aspettando nella stanza numero - 69, penserete… Troppo scontato! - 555”.
Ringrazio e, scortato da (Marc)Antonio, mi dirigo verso l’ascensore dove ad accogliermi c’è il sexy lift Simone: “Signori benvenuti… - altro occhiolino!?!?! - …E ben tornati!!”
“Quinto piano per favore”
“Certamente!” e mentre la cabina sale mi riaffiorano i piacevoli momenti trascorsi lì dentro con lo stallone che si lascia ammirare da dietro.
Tlin! La campana ci annuncia che siamo arrivati.
Sul pianerottolo dove sbarchiamo, solo silenzio ed una luce soffusa.
“Le hanno riservato una suite signore…” mi dice Simone, rispondendo al mio sguardo interlocutorio e guardando l’orologio da polso sorridente.
In un’atmosfera che pare quasi irreale, arriviamo dinnanzi alla massiccia porta di legno: ad aprirla è Paolo.
“Benarrivato!” mi accoglie sorridendo.
Entro e mi trovo un esercito schierato davanti. Oltre a Paolo c’è tutto il resto della combriccola con cui mi sono divertito nei giorni del meeting ed in quelli successivi. Ricordo i nomi per i più distratti tra Voi cari lettori; nell’ordine si sono avvicendati: Federico, Ettore, Roberto, Ruggero e Giovanni . Mancano solo i due dipendenti dell’albergo…
Bussano ancora alla porta… Ecco, adesso con Simone e Luigi siamo davvero al completo!
Sorrido e istintivamente tutti gli altri si sistemano i pacchi leccandosi le labbrra…
L’eccitazione nell’aria è palpabile. Il livello di testosterone ai massimi livelli…
Silenzio.
“Bene – esordisce Paolo – direi che le presentazioni sono inutili, visto che, pur non conoscendoci tra noi, questa baldracca ce la siamo passata e ripassata tutti quanti…” e, afferrandomi per le spalle, mi espone al come un pezzo di valore messo all’asta.
Tutti sorridono ma ancora nessuno parla…
Mi sento inequivocabilmente al centro dell’attenzione (WOW! Ancora una volta il posto che mi compete!). Ed anche leggermente umido, laggiù in basso… In un battibaleno realizzo infatti che se realmente dovesse accadere ciò che mi è balenato in testa, sarà un pomeriggio indimenticabile!
“Perfetto – riprende il boss dopo qualche istante – Allora, se nessuno ha niente in contrario, direi che possiamo cominciare a divertirci!” e, con fermezza e decisione, prima mi attira a sé per baciarmi e poi mi spinge in mezzo al gruppetto che, rapido, mi circonda.
Li osservo uno per uno. Impassibile e sornione.
“Avrai capito che non ci sarà nessuna firma di nessun contratto… – sogghigna mentre mi sfila la giacca del costoso completo che indosso; dopo aver sciolto il nodo della cravatta e sbottonato la camicia, aggiunge – Abbiamo già provveduto in mattinata. Il pomeriggio abbiamo deciso di tenercelo libero per impalare tutti insieme la più troia delle troie in circolazione…” e completa il suo personalissimo rito di benvenuto, girandomi per attaccare la sua bocca ad un mio capezzolo e ciucciarlo.
“Ottima decisione! Detesto perdere tempo inutilmente…” rispondo reclinando la testa e sbuffando.
Nella stanza si diffonde un brusio di approvazione, sia per il mio commento ma, soprattutto, per il gesto dell’uomo, che ha intrufolato una mano nei miei pantaloni per palparmi il culo.
“Beh, non sarete mica diventati tutti dei guardoni eterosessuali!!” ma è proprio mia la voce che parla, rivolgendosi ancora ai presenti che, invece di agire, osservano Paolo che seguita a mettermi le mani dappertutto!?!?
È a quel punto che finalmente anche gli altri nove ospiti decidono di farsi avanti: sbottonate le patte, mi pongono al cospetto di una parata di esemplari di cazzo non indifferente.
Paolo mi costringe ad inginocchiarmi di fronte al santuario, imitando i ‘colleghi’. È Luigi a prendere l’iniziativa, sventolandomi la sua verga barzotta davanti alla faccia. Lo guardo dal basso con occhi sognanti. E mentre inizia a spogliarsi, annuso il suo sapore di maschio che aspiro, e già mi batte in testa.
Simone invece, dopo aver allentato la cintura, mi slaccia e abbassa i pantaloni mostrando a tutti le rotondità delle mie chiappe.
“Wow!” sospira meravigliato Antonio alle mie spalle, prima di gironzolarmi intorno ad ammirare il resto del panorama.
I ragazzi frattanto hanno definitivamente stretto il cerchio attorno a me aspettando a turno, che la mia bocca si sfami, ingoiando i vari scettri. Per ingannare l’attesa, dopo essersi vicendevolmente ammirati nell’atto di levarsi gli inutili indumenti, si smanettano le canne sorridendo e soppesandosi reciprocamente i gonfi coglioni pelosi.
Io, che di fronte a tanta abbondanza, non posso certo tirarmi indietro, ma che di bocca ne ho comunque una sola, decido di servirmi per primo da Paolo: “Del resto se mi trovo qui… Much… Glom… Munch… In questo momento… Slap… Slap… Il merito è suo signore...” sospiro mentre mi lascio accarezzare le natiche da Federico che si è chinato dietro di me.
“Munch… Munch… - mi sfilo il gustoso salsicciotto di bocca e, voltandomi, chiedo – Che hai? Ti vedo perplesso? Non ti ricordi più com’è fatto? Se non vado errato, dei presenti, sei stato proprio tu il primo a sverg… Ehm… A sfondarmi…” ed inarco la schiena per offrirgli la miglior visuale possibile; intanto prendo a succhiare la mazza di Antonio che, tra una lappata e l’altra, cotinua ad ingrossarsi e allungarsi mentre lui arricchisce la pagina dei complimenti: “Gran bella vacca, non c’è che dire... Ma, come detto, andiamo subito al sodo!” e da uomo pratico qual è, mi mette una mano sulla nuca per scoparmi al meglio la bocca.
Mmmm… Quanta foga in quei movimenti pelvici!! E in quanto pelo affonda il mio nasino!!
Accanto a lui Ettore, orfano di chi lo masturba, si sta sollazzando da solo e allora, dopo un’ultima sonora ciucciata al membro di Antonio, agguanto il suo per trangugiarlo, provocandogli un sussulto pari a quello del parcheggio dove ci divertimmo la prima volta. Lo lavoro freneticamente. I suoi mugolii mi danno la misura di quanto lo stia facendolo godere!
Ricordate che oltre ad essere troia, sono stronza dentro, vero!?
E allora non vi stupirete se vi dico che lo abbandono, percorso da un inarrestabile brivido, lasciandolo in preda ad un principio di orgasmo, proditoriamente arrestato da una strizzata di palle da parte di Roberto.
“Non è il momento” lo redarguisce il suo titolare e li guardo. La mia bocca sbrodolante saliva, si allarga in un mezzo sorriso di soddisfazione.
Posso così passare con nonchalance al cazzo di quest’ultimo, già duro perché eccitato dalla vista dei pompini precedenti. Il contatto tra la pelle vellutata del suo membro e le mie labbra, comunque, fa trasalire anche lui, che sospira profondamente reclinando la testa. Poi si riprende, piega un po’ le ginocchia, mi afferra per le orecchie e, imitando il mio autista, mi scopa fino in gola. Quindi, alza lo sguardo ed ansimando comunica al resto del mondo, l’ovvia verità: “Ragazzi, che gran pompinara!”
“Eh sì” - conferma Ruggero che, strattonandomi e tirandomi i capelli, mi reclama per sé.
“E questo è solo l’inizio! Sappiamo (quasi) tutti perfettamente di cosa è capace!” chiosa Giovanni, che pensa bene di affiancare a quello del socio anche il suo bastone. La mia bocca non può che essere soddisfatta e inghiotte tutto con avidità.
Mi prende un moto di orgoglio: evidentemente devo aver lasciato un buon ricordo ad ognuno di loro (Antonio eslcuso) e non ho la minima intenzione di deluderli. Quindi, aumento l’intensità della suzione e i due cominciano a rantolare. Non voglio che sborrino subito così, dopo averli insalivati e masturbati per bene, mi volto lentamente in cerca di chi manca.
La sorte mi pone di fronte Federico, ancora impegnato a tastarmi le chiappe.
Quando si alza, sembra che la perplessità sul suo volto non sia ancora svanita.
Anzi. Si direbbe che i miei connotati abbiano assunto sembianze quali quelle dei personaggi dei manga giapponesi: occhioni grandi e sgranati (per lo stupore e la felicità di aver assaggiato pressoché simultaneamente ben sette uccelli dalle non indifferenti dimensioni) ed una bocca carnosa e spalancata (forse prossima a slogarsi la mascella). Approfittando dell’apertura delle mie labbra, il manzo mi affonda (anche) la sua mostruosità.
Lancio un’occhiata voluttuosa a Paolo che rimane fiero e impassibile al suo posto… In effetti si abbassa leggermente per tastare anche lui il mio culetto, unendosi alle altre mani che mi stanno già esaminando e sulla bocca si accende quel suo sorrisetto cinico con il quale si gode anche questa scena. Federico si muove ritmicamente: ogni colpo di bacino fa avanzare il suo uccello prima sul palato e poi nella mia gola. Il senso di nausea e i lucciconi agli occhi, mi permettono comunque di vederlo strizzarsi i grossi capezzoli che campeggiano al centro del folto pelo che riveste i pettorali (o forse sono le mani di Giovanni a pasticciarglieli!?)… Poco importa perché lo sento godere sonoramente.
“Succhia, troia! Ti ricordi quanto è grosso il mio cazzo? Non te l’aspettavi, questa sorpresa, eh?”, mi insulta ansimando e riferendosi all’allegra rimpatriata.
Quando finalmente si decide a sfilarsi, mi tasto la bocca con una mano: la temuta slogatura è solo la conseguenza del superlavoro mascellare.
Senza darmi il tempo di riprendermi, Luigi mi afferra la testa infilazandomi ancora una volta la bocca. Da brava crocerossina mi ci dedico con amorevole cura e passione, lanciandogli sguardi lussuriosi.
“Ma guardate questa gran puttana! Gli piace proprio il cazzo!” mi schernisce, richiamando l’attenzione degli altri.
“Eh beh… La classe del resto non è acqua…” sottolinea Antonio.
“Decisamente no. Non è acqua… Infatti, se tutto va come deve, sarà sborra… E a litri!!” sogghigna soddisfatto Simone suscitando l’ilarità di tutti gli altri che si scambiano grandi pacche e manate d’approvazione.
Sempre Simone, dopo aver contraccambiato il mio sguardo, mi strappa dal membro del collega e mi affonda il suo completamente, rantolando e vibrando: “Aaaaaaahhhhhhh!!!!!!”.
Con la coda dell’occhio realizzo che il cazzo di Luigi, intento a farsi masturbare da Federico alla mia sinistra, sta assumendo proporzioni interessanti. Allora, do due lappate al frenulo del lift, replicando la scena di Ettore. La tensione è così forte da indurlo ad aggrapparsi a Luigi.
Sorrido maliziosa e soddisfatta…
Gli stringe una spalla, mentre si strizza l’asta per frenare l’orgasmo. Normalizzata la situazione, mi posso avventare sulla mazza del concierge per succhiargliela bramoasamente, mentre lui mi apostrofa con l’ennesimo: “Ragazzi, è proprio una gran succhiacazzi!” e per controllare il godimento che gli sto regalando, ansimando, si china verso di me accarezzandomi la testa.
Non riesco a godermi la magia del momento!! Ecco che mi sento afferrare per un braccio: è Paolo che, prima mi fa alzare e poi mi spinge sul divano lasciandomi cadere sulla schiena. Nove infoiati mi sollevano le gambe. Diciotto mani mi strappano letteralmente i pantaloni di dosso, lasciandomi solamente con le calze. Scorgo un paio di volti che affondano tra le mie chiappe iniziando a sbavare nella zona del perineo. Si aggiunge una terza lingua che si alterna alle altre nell’insalivare il mio solco peloso. L’idea delle loro lingue che si intrecciano ora sulla mia rosellina accresce la mia eccitazione, finché Antonio monta sulla mia faccia e mi soffoca col suo cazzo.
“Ragazzi, non possiamo lasciare vuota questa bella boccuccia!”, dice mentre mi pistona fino in gola. Poi anche Luigi e Roberto salgono sul divano e, inginocchiandosi ai miei fianchi, mi guidano le mani ai loro cazzi che inizio a masturbare. Quei due membri mi riempiono i palmi completamente e, mentre chiudo gli occhi, mi godo l’eccitante sensazione della pelle felpata che vibra al mio tocco.
Intanto, al piano di sotto, le tre bocche stanno letteralmente sfogliando i petali della succitata rosellina e mi sento fradicio tra le chiappe. È a questo punto che la voce di Paolo chiede: “Allora, chi vuole scoparselo per primo?”
Ancora una volta, nessuno risponde, ma dopo un secondo avverto la bocca libera, le gambe sollevarsi ed una cappella solleticarmi il buco cercando di farsi strada dentro di me: “Visto che sono l’unico a non aver ancora avuto l’onore…” è dunque Antonio, colui che si sta dando da fare col mio culo. Il suo glande mi penetra senza ritegno alcuno, ed io, per contro, spalanco ancor di più la bocca per la sorpresa. Il cazzo di Federico, sostituitosi all’autista, mi arriva alle tonsille. Soffoco e tossisco, ma lui non desiste.
Antonio scivola completamente nel mio sfintere: il suo membro, è duro come il marmo.
Di sicuro non è la prima volta che incula qualcuno: lo capisco dai suoi movimenti lenti, precisi.
Implacabili.
Lo lascio tranquillamente fare, limitandomi, di tanto in tanto a ricordargli chi è il padrone del gioco (e del buco): contraggo e rilascio i muscoli del mio sfintere, per divertirmi un po’; nel mentre mi diverto con le altre tre mazze, decisamente appetitose.
Il mio sguardo cerca gli altri attori: li intravedo intenti ad assicurarsi che le erezioni non smontino…
Posso così tornare a concentrarmi sul quartetto con cui sto giocando.
Ad ogni affondo l’autista sbatte il suo ventre peloso contro le mie chiappe. Con gli ultimi colpi, decisi e veloci, raggiunge l’orgasmo: ”Vengo… Vengooohhh… - un urlo animalesco accompagna la sborra che mi sta innaffiando le viscere – VENGOOOOOOO!!!!”
Mi sfila quindi il suo cazzo dal culo e subito Simone si avvicenda in questa girandola di orgasmi. Vedo il lift inginocchiarsi sotto di me per impalarmi in un attimo. La mia schiena si inarca e le mie mani strizzano i cazzi di Roberto e Luigi che, in una smorfia di dolore, dolore urlano: “Ehi, puttana! Ma che cazzo fai!?” e per punizione è proprio Roberto che strattonandomi i capelli fradici di sudore, lascia la presa per sostituirsi a Simone, affogando senza alcuna pietà e con maggior violenza, la sua mazza da baseball nel culo...
“AAAAAAHHHHHH…” faccio appena in tempo a gridare (il dolore è davvero forte) prima che Simone si sieda sopra la mia faccia imponendomi di leccargli il culo: “Taci puttana!!”
Nonostante tutto il mio lato destro è libero e riesco a vedere Antonio riverso su una poltrona, paonazzo e ansimante, e, in piedi quelli che non hanno trovato posto al ricevimento. In particolare, l’altro autista cinge le spalle larghe di quel toro da monta, mentre tutti sono impegnati ad affondargli le dita nel folto pelo sul petto. Il curioso quadretto mi eccita all’inverosimile facendo galoppare la mia fantasia verso i vari scenari che si potrebbero aprire... Ma guai se qualcuno pensa di potermi rubare la scena impedendomi di soddisfare il resto dei cazzi che ancora mancano all’appello anale!
I colpi di Roberto richiamano l’attenzione sul mio culo: si stanno facendo più violenti e profondi. Rantola: “Oh cazzo! Sborrooooo!!!!! – ed il suo caldo sperma mi si riversa negli intestini - Che culo favoloso, ragazzi! Mai provato un culo così! E riprovarlo una seconda volta è ancora meglio!!”, commenta ansimante, dirigendosi verso la poltrona di Antonio. Lo fa alzare ed impone a lui e ad Ettore di ripulirlo di quanto eventualmente ho lasciato.
- Continua -
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