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Gay & Bisex

Sosta in autogrill


di executive_2005
24.11.2016    |    18.917    |    3 8.5
"Ecco: manca poco, ci sono, sto per schizzargli in bocca…………ed ecco il tanto temuto cigolìo !!!! Il porcellone si stacca fulmineo da me, allontanandosi e..."


Dopo ore di guida, di ritorno dall’ennesimo viaggio di lavoro, decido di fermarmi in autogrill, per riposarmi un po’ e prendere un caffè.
Scendo dalla macchina e la mia vescica reclama la sua parte di attenzione: un’occhiata in giro, e identifico subito i bagni esterni.
La porta cigolante e rumorosa mi saluta, e sono accolto dal tipico odore di umido e urina.
Mi dirigo verso gli orinatoi a muro già con l’uccello in mano, per regalarmi una liberatoria pisciata.
Non mi accorgo che un altro signore era dietro di me, anche lui spinto da analoga necessità, e così ci ritroviamo tutti e due “in posizione”. Penso ai fatti miei, ma mi sento osservato: il mio compagno di pisciata mi guarda di sottecchi; vedo il suo braccio muoversi lentamente avanti e indietro….e capisco subito.
“ah…il porcellino se lo sta menando…” intuisco. Il tizio continua a guardarmi, e non so cosa mi prende: spinto da una inaspettata voglia di esibizionismo virile, mi scosto leggermente dal pisciatoio, quel tanto che basta per fargli intravedere il cazzo ed il filo giallo che gorgoglia nel buco.
Lo osservo più esplicitamente: mi guarda il cazzo con interesse, accentuando il movimento.
Si scosta anche lui, sorprendendomi con un cazzetto flaccido e scappellato, sul quale tenta invano una improbabile rianimazione.
Io invece mi sento strano: il gioco mi sta piacendo, e mi accorgo che anche il mio carnoso amichetto sta mostrando di gradire la situazione.
Come si diceva a scuola: attenti a sgrullarlo, perché alla terza sgrullata è pippa….ed infatti mi ritrovo col cazzo in tiro, intento a menarmelo pure io. La cappella è tutta umida, ho le palle tese e mi scosto totalmente dall’orinatoio, girandomi leggermente verso l'altro signore . Rimango così, pavoneggiandomi e prodigandomi in una masturbazione maschia e goduriosa, tuttavia con l’orecchio teso verso la porta di ingresso ed il suo cigolìo di avvertimento.
Il tizio accanto a me si sta ingrifando di brutto: anche il suo cazzetto riesce ad acquistare un po’ di vigore, e lo sento ansimare mentre se lo mena. Anche lui si scosta, e si avvicina a me.
Ho un cazzo da paura: questa inaspettata situazione mi eccita da matti: mi insalivo la mano facendo colare un filo di saliva, e me lo meno con vigore; con l’uccello gonfio con tutte le vene in rilievo; ostento un bastone di tutto rispetto, e la cappella rossa e tesa lascia intravedere alcune goccioline.
Il mio “compagno di avventura” ha un guizzo: si piega verso di me protendendo il viso verso il basso: in un attimo il mio pisellone sparisce nella sua bocca; lo vedo fare su e giù emettendo piccoli lamenti di piacere.
Il silenzio è rotto solo dal gorgoglìo della sua bocca che sta pompando veloce con la salivazione a mille.
Poggio la mia mano sulla sua testa, ed imprimo il ritmo giusto al mio godimento; mostra di gradire, perché aumenta i miagolii, e stringe in bocca il mio arnese con rinnovato vigore.
Sento che il momento si avvicina: sto per sborrare, ed anche io manifesto il mio gradimento accentuando la pressione della mano sulla sua testa. Ecco: manca poco, ci sono, sto per schizzargli in bocca…………ed ecco il tanto temuto cigolìo !!!!
Il porcellone si stacca fulmineo da me, allontanandosi e riparandosi addosso ad un orinatoio; anche io non posso fare altro che rimettermi in posizione, ma..CAZZO… proprio ora!!!
La sborrata viene fuori a metà, il cazzo sputa fuori un paio di schizzi, ma il danno è fatto. Una fitta alle palle mi conferma che l’orgasmo è riuscito a metà, e il pisello rimane lì mezzo dritto e mezzo moscio Conoscendomi, e ricordandomi delle prime esperienze adolescenziali con compagne di scuola imbranate, so che non servirà a nulla provare a menarmelo ancora; mi dovrò tenere il mal di palle per un po’, e solo poi potrò provare a liberarmi segandomi ancora.
Cerco di pulirmi alla meglio con un dito, mentre un anziano signore panciuto si affretta verso il cesso.
Del mio amico porcellone, nessuna traccia: scomparso!
Incazzato e sconsolato rimetto il mio povero arnese al coperto, e vado a lavarmi le mani.
Peccato….non mi rimane che consolarmi con un caffè….
Rimonto in auto e riparto, col sapore di caffè in bocca, ma con un gran giramento di palle: mi massaggio pigramente il pacco, ripensando a quello che mi è successo.
“Però”, penso sorridendo, “l’esperienza è comunque da ripetere”.

Questa è una storia vera, e dopo quella volta, diciamo che “ho scoperto un mondo”……
Chissà quante volte sarà capitato anche a voi….
Raccontatemi, se vi va!
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