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Gay & Bisex

estate in campagna 3 - l'iniziazione


di executive_2005
08.11.2016    |    13.732    |    5 9.6
"Il cazzo ostinatamente addrizzato mi si impiglia nell'elastico, e balza fuori con un buffo "effetto molla"..."
le gocce di pioggia si erano trasformate in un diluvio scrosciante, e mi infilo di corsa i pantaloncini,
dimenticandomi di slip e scarpe. Marco fa lo stesso ed inizia a correre.
"vieni, andiamo nella rimessa dei miei!" mi urla correndo. Poco più in là, saltiamo la recinzione, e la
bocca spalancata del capannone ci attende. Marco corre fino all'ingresso e poi si ferma di botto, forse
per il buio. Non riesco a fermarmi e lo "tampono", spiaccicandomi contro di lui. Sento subito una piccola
scarica elettrica: aderisco al suo culo muscoloso, ed il mio povero pisello, ancora sudato ed umido,
mostra subito di gradirlo.
" Ehi!", mi abbaia Marco divertito " ma ce l'hai sempre in tiro eh?". Taccio imbarazzato, e Marco si
gira verso di me, dandomi una salivosa leccata sulle labbra. La sua mano bagnata mi avvolge l'uccello e
le palle. poi con le dita si fa strada dal bordo dei calzoncini e mi solletica le palle. Ho il cazzo duro
un'altra volta.. ma come devo fare?.
Marco con la mano mi afferra l'uccello, stringendolo un pò. "l'hai mai fatto?" chiede.
"c-cosa?" balbetto io.. sapendo bene a cosa alludesse. "c-con una ragazza?...no...? Devo essere diventato
rosso, ma forse la penombra gioca a mio favore.
"vieni!". Marco mi tira per l'uccello e mi porta dentro. In un angolo c'è un vecchio
materasso....tutt'intorno odore di piscio e olio di trattore. Con una mossa decisa Marco mi tira giù i
calzoncini. Il cazzo ostinatamente addrizzato mi si impiglia nell'elastico, e balza fuori con un buffo
"effetto molla". Si inginocchia, e si protende verso i miei fianchi. La sua bocca calda ricomincia la
tortura: avanti e indietro intorno alla cappella, all'asta, il naso che mi stuzzica il ciuffetto di peli
neri del pube. Questa volta la pompa ha un andamento diverso rispetto a prima...
Sento di avere l'uccello durissimo, gonfio, percepisco le sue labbra sulle vene in rilievo.
Marco smette improvvisamente, e mi guarda malizioso. Si gira, togliendosi anche lui i calzoncini
fradici, mettendosi in ginocchio. La visione celestiale riappare: il suo culo peloso, turgido, maschio, mi
ipnotizza, la voglia è a mille. Marco in ginocchio sul materasso appoggia la testa in basso, e con le
mani si allarga le chiappe, come per offrirmele. mi si spalanca una fantastica visione: le chiappe pelose
di Marco incorniciano un meraviglioso buchetto carnoso, tondeggiante, roseo, e soprattutto...aperto! Mi
si affacciano alla mente i film di youporn, ed ancor prima le riviste rimediate a scuola e consumate in
bagno a segarmi...anche se qui l'oggetto della mia libidine è un maschietto.
Faccio appello alla mia fantasia, e con una naturalezza di cui non credevo essere capace, mi tuffo come
un bambino sulla torta. Sfioro con le labbra i peli delle chiappe, esploro con la lingua avida le
rotondità calde, mordicchio quel ben di dio, provocando contrazioni e sussulti. Un pò timoroso di dover
fare i conti con sapori e odori... non propriamente piacevoli, non riesco a resistere, e dirigo la lingua
proprio verso il buchetto. Sorpresa! E' piacevolissimo, morbido, carnoso, invitante!. Ci gioco con la
lingua, infilo dentro la punta, mi diverto a tirare delicatamente con le labbra i peli ricci e ispidi che
lo incorniciano. E lo sento pulsare, aprirsi, chiudersi, come a volermi baciare. Intanto prendo a
menarmelo con vigore, sento la punta umida e tesa. Come in un lampo mi viene in mente che sono quasi 24
ore che tra seghe e pompini ho il cazzo sempre duro. " aho'...è tutto qui quello che sai fare?" - mi
sussurra Marco, facendomi bloccare, imbarazzato.
Sento la sua mano che mi cerca, e si impadronisce subito del mio uccello bollente. Con abilità se lo tira
dritto dritto verso il buco dilatato ed insalivato, appoggiando la punta. "forza, dai fammi godere
maschio! ". La natura fa il suo corso, e pur credendo di non avere alcuna esperienza al riguardo, con una
naturalezza sconvolgente afferro i suoi fianchi e lo attiro a me. Il mio cazzo entra in quel guscio caldo
con una facilità sconvolgente, facendomi mugolare per la strana nuova sensazione che provavo. L'istinto
sessuale innato in ognuno di noi mi guida, e mi ritrovo a pompare di bestia dentro quel meraviglioso buco
dilatato. Ci do dentro per diversi minuti, sento le palle che sbattono contro quelle di Marco, gli passo
una mano sulla schiena, ancora bagnata dalla pioggia, ma intiepidita dal sudore. marco mi agevola,
spingendo anche lui in sincronia. Istintivamente sposto la mano cercandogli il cazzo. Mi inebria la
consapevolezza di non averlo mai fatto, ma mi appare spontaneo e naturale anche questo. Esploro con la
mano un meraviglioso cazzo duro e nodoso, su cui sento perfettamente le vene in rilievo. La punta è
umida, e ci gioco strofinandoci le dita.
Marco mugola di piacere. " ragazzino, ci sai fare, cazzo.." rantola. Sento arrivare quel tremore che
conosco fin troppo bene, e che preannuncia gli schizzi liberatori. Ancora una volta la mia abitudine di
segaiolo mi spinge a ritrarmi, per soddisfarmi da solo, ma Marco, intuendolo, mi abbaia rauco: -" se ti
azzardi a uscire ti stacco le palle a morsi! "- " continua, spingi, non ti fermare! Finisci quello che hai
iniziato, sporcaccione! ". Questa esclamazione annienta definitivamente i miei freni inibitori: accelero
le spinte e stringo i fianchi di Marco con forza. Con gli occhi chiusi e serrati vedo le stelle, e mi
abbandono all'ennesima sborrata, copiosa, liberatoria, ma questa volta nelle viscere di Marco. Il mio
mugolio rauco è quasi una cantilena, che si modula su ogni contrazione. Una sensazione meravigliosa mi
pervade. Pian piano rallento, fino a fermarmi. Per un tempo che non so definire gli unici suoni sono i
nostri respiri affannati, la pioggia scrosciante, e i tuoni, che lasciano intuire la fine del temporale.
Appagato, ma esausto, esco da Marco, e mi lascio cadere di schiena sul materasso ( fanculo se è
puzzolente e pisciato ). Rimango con gli occhi nel vuoto, sudato a fissare i bandoni del soffitto. Poi
vedo apparire il viso di Marco, che sorridendo mi dice :- "bello eh?".
Non gli rispondo, ma devo avere un sorrisetto ebete che lo diverte. Piano piano mi riaggiusto...e faccio
per alzarmi. " Beh, che fai? " - "devo andare" faccio con un pò di imbarazzo, " i nonni mi staranno
cercando". - "Eh no" fa Marco... "Tu dai una cosa a me, ma ora io devo dare una cosa a te!" mi fa con gli
occhi accesi di furbizia. Mi chiedo cosa voglia fare, e lo vedo alzarsi, sovrastandomi; si lecca una
mano, ed inizia a segarsi con trasporto. Pensando al suo culo, avevo tralasciato quanto anche il suo
uccellone cicciotto fosse maestoso ed eccitante, con la cornice di peli neri, e le palle grosse e tese.
Marco è in piedi sopra di me, e si masturba velocemente. Di tanto in tanto sputa saliva sulla mano, dando
fluidità ai movimenti. la sua mano fa su e giù per tutta l'asta; qualche goccia di saliva mi cade
addosso. Con l'altra mano si strizza le palle, tirandole, torturandole con un intuibile doloroso piacere.
Poi piano piano si gira dandomi le spalle, allargando le gambe intorno al mio corpo, e poi.......si china
verso di me, portando il culo proprio all'altezza del mio viso.
"Ehi che fai?" esclamo allarmato. - "Tranquillo", - mi fa - " sei porcello abbastanza e non rimarrai
deluso!". Mi tranquillizzo, ma non faccio in tempo a domandarmi cosa stia per accadere: con un gorgoglìo
forse un pò equivoco, vedo arrivarmi in faccia un filo vischioso e bianchiccio, che mi ricama le guance,
le labbra, il naso. Marco mi sta restituendo tutto il nettare che gli avevo regalato! Riconosco l'odore
ed il sapore del mio sperma, ma questa volta impreziosito dai succhi delle viscere di Marco. Socchiudo
istintivamente le labbra, lasciandomi colare il liquido caldo sulla lingua. Il buco di Marco si contrae e
si dilata, quasi volesse parlarmi, regalandomi le ultime gocce. Ancora con inaspettata naturalezza, alzo
la testa quel poco che mi consente di avere il suo carnoso orifizio a portata di lingua: lo lecco e lo
lavo con dedizione, quasi a cercare ancora sborra da gustare. Sento Marco ondeggiare piano: con una mano
gli accarezzo delicatamente le palle, tese e pelose, e salendo percepisco l'asta dura, intrisa di saliva,
con la sua mano che fa su e giù. Con un sussulto Marco si solleva: "e ora che succede? - penso...
Si...mi sa che ho capito: "certo che il Marco è anche lui un gran porcello!", constato tra me, ed infatti
la mia supposizione si rivela esatta: Marco si gira mettendosi in ginocchio accanto a me, e si protende
curvandosi; la sua mano si accanisce velocemente sul suo uccellone duro e nodoso, proprio sul mio viso;
ancora un paio di strattoni e poi si ferma: pennellate bollenti mi colpiscono sulle guance, sugli occhi,
sulla bocca socchiusa; sento i suoi sospiri di piacere, e l'odore del suo alito caldo. Anche questa è
una sensazione bellissima, mai provata: percepisco l'odore del suo sperma, diverso dal mio, lo assaggio
timidamente scoprendolo acidulo e salato, mi lascio andare, compiacendomi di avere la faccia ricoperta
di sborra. Marco ha finito, ansima, è sudato, mi guarda. Dolcemente si avvicina, ed appoggia le sue
labbra sulle mie. Iniziamo una silenziosa danza strofinandoci e leccandoci, mescolando saliva, sperma,
sudore. Non ho più inibizioni, siamo in un sincronismo perfetto: tengo la bocca aperta lasciando che
Marco faccia colare dalla sua tutta la broda leccata sulla mia faccia, la pasteggio aggiungendovi saliva,
e invertendo le posizioni mi metto io sopra di lui rigurgitandola, sempre più abbondante, nella sua
bocca. Continuiamo così per un pò, accorgendoci di aver condiviso ed ingoiato tutto il frutto cremoso del
nostro reciproco piacere.
Un baffo di sole si intrufola tra le assi del capannone; il temporale è finito; non sarò mai più quello
di prima.


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