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Gay & Bisex

estate in campagna


di executive_2005
28.10.2016    |    23.544    |    6 9.5
"La nostra danza inizia: ognuno trae eccitazione guardando l'altro..."
Sedici anni appena compiuti, una sessualità tutta da definire, trascorrevo le mie estati in campagna da mia zia, in un paesino vicino Roma. Quella estate successe qualcosa che mi aiutò a trovare ordine dentro e fuori di me.
Circondata da una enorme vigna, la casa in campagna era il mio terreno di esplorazione solitario. Con gli ormoni in subbuglio, mi estraniavo in mezzo ai filari in preda a fantasie di ogni genere.
Succedeva dopo pranzo, quando gli zii dormivano: mi addentravo nella vigna, torso nudo e pantaloncini corti ( senza mutande ) e raggiungevo il mio "filare preferito" per abbandonarmi ad una liberatoria pisciata. Come sempre il cazzo mi diventava duro, e con le dita umide del mio stesso piscio, cominciavo ad accarezzarmi l'asta, la cappella, le palle dure e tese, leccandomi le dita intrise di sapori strani ed eccitanti.
Chiudevo gli occhi ed immaginavo culi femminili, fiche pelose e tette turgide, ma mi veniva spesso in mente anche il mio compagno di classe, che una volta avevo visto di nascosto segarsi in bagno a scuola, schizzando un mare di sborra sul muro. Mi ricordo che quella volta, andato via lui, ho sostato tremante davanti al muro su cui ancora colavano pigramente gli schizzi di sperma, ed ho voluto toccare quel liquido ancora caldo, annusandolo e strofinandomelo tra le dita.
Trascinato da questi pensieri smanettavo il cazzo ormai viola e gonfio, con un ritmo tale da rallentare la sborrata il più possibile. Il risultato era sempre una esplosione di schizzi che, facendomi tremare le gambe, volavano in alto a più di un metro da me.
Qualche altra volta mi sdraiavo supino all'ombra, e con le dita insalivate mi toccavo e strofinavo e accarezzavo piano, con gli occhi chiusi, finendo con lo sborrarmi addosso, sul petto ed in faccia.
Ero un'anima in pena, mi toccavo, mi infilavo un dito nel buchetto, mi "facevo male" per quanto avevo voglia di sborrare, alla continua ricerca del modo più appagante per farlo.
Un pomeriggio avevo appena finito questi giochi, e mi accarezzavo il viso, surriscaldato dall'ennesimo schizzo di sborra.
la sensazione di essere osservato fu in un attimo tangibile: più in là, verso destra, due occhi mi fissavano.....era il figlio dei proprietari della tenuta a fianco, Marco, che mi guardava.
A torso nudo anche lui, il viso rosso, si passava una mano in mezzo alle gambe, a metà tra l'imbarazzato e l'eccitato. Senza dire nulla, imbarazzato anche io, mi alzo e mi tolgo di mezzo, tirandomi su le braghe frettolosamente, con la faccia e il torace ancora sporchi di sperma.
Quella notte fu agitata: la cosa mi aveva spaventato ma eccitato nello stesso tempo. mi sono segato a letto pensando a lui e desiderando per la prima volta di segarlo a mia volta.
I'indomani fu difficile, perché non riuscivo a pensare ad altro. Dopo un pranzo più frettoloso del solito scappo nei campi, questa volta prestando attenzione ai rumori. Raggiungo il mio solito posto, ed aspetto, nel silenzio. D'un tratto, preceduto da fruscii e rametti spezzati, eccolo apparire di nuovo.
Mi guarda, lo guardo, ed abbozzo un sorriso, il cuore a mille. Marco ricambia timidamente, e questo mi rassicura un pò.
Siamo l'uno davanti all'altro, cinque o sei metri di distanza, come in una sfida all'ok corral.
Ma si.... penso tra me, senza parlare, vediamo che succede: con studiata lentezza abbasso i calzoni, mostrando il cazzo già barzotto. Mi inumidisco le dita e comincio ad accarezzarmi, socchiudendo gli occhi.
Marco mi imita, mettendo in mostra un bellissimo cazzo, più grande del mio, circondato da peli neri e folti.
La nostra danza inizia: ognuno trae eccitazione guardando l'altro. le nostre mani imitano i gesti dell'altro, strofinando lentamente la cappella gonfia. Sento che non resisto a lungo....la sborrata si avvicina. ed ecco il colpo di scena: Marco viene verso di me, e si inginocchia davanti a me, guardandomi dolce, senza smettere di segarsi. Non rispondo più di me: chiudo gli occhi e schizzo, tre, quattro, cinque volte, mugolando piano.
Riapro gli occhi col fiato grosso, e vedo davanti a me il viso di Marco tutto coperto dalla mia sborra. Ansima, e spostando lo sguardo verso il basso vedo la sua mano insaponata da un fiottare di sborra bianca. Marco mi guarda, sorride lievemente, chi occhi socchiusi, e portandosi la mano al viso unisce la sua sborra alla mia.
Intorno a noi odore di sperma e di sudore.
Credo di avere avuto un altro piccolo orgasmo. questa vista era troppo eccitante.
Marco si alza piano, mi sorride... "ciao.." mi dice piano, e si allontana.
Rimango lì immobile, guardandolo allontanarsi.....mi sembra di conoscerlo da sempre.
Ci saremmo rivisti ancora: vi andrebbe di sapere come andrà a finire?
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