Racconti Erotici > Gay & Bisex > deposito ferroviario
Gay & Bisex

deposito ferroviario


di pirlino
03.11.2024    |    12.164    |    25 9.6
"Lo strinse e una goccia di pre-sperma si formò sulla punta..."
Anni '70. Un altro giorno caldo di maggio. Studente dell'ultimo anno di liceo, avevo appena compiuto 18 anni, e decisi di marinare la scuola perché faceva un caldo cane e non ero preparato per la lezione. Invece andai a casa, mi cambiai con una maglietta e un costume e mi diressi verso la spiaggia. Ora nella cittadina dove vivevo c'era un grande deposito e officina ferroviario, ancora oggi esiste, anche se la maggior parte di esso e' divenuto un famoso museo. La strada che usavo sempre attraversava gli scali ferroviari. Quel giorno erano deserti come tutti gli altri giorni, solo qualche vagone qua e là. Era silenzioso come al solito e ho iniziato ad attraversare senza pensarci. Finché non ho sentito un grido: "Ehi tu, fermati!"
Correre con le infradito non avrebbe mai funzionato; cosi' mi sono fermato di colpo. Due uomini si sono avvicinati a me; entrambi erano molto più grandi di me, credo sui 35/40 anni. "Dove pensi di andare?" chiese uno di loro, mentre il suo amico si mise dietro di me.
"Vado in spiaggia", con tutto l'atteggiamento da "vaffanculo" tipico di un diciottenne. Entrambi hanno semplicemente riso.
"Non oggi, ometto", sogghignò quello davanti. "Stai violando una proprietà privata. Dovrei portarti alla polizia ferroviaria".
Odiavo che qualcuno facesse riferimento alla mia statura. Ero piccola di statura, non essendo cresciuto molto durante l'adolescenza. Gli altri ragazzi prendevano sempre in giro il mio fisico minuto e snello e il fatto che non avevo quasi peli sul corpo. Dicevano che sembravo una ragazza, ed infatti per tanti di loro lo ero nel vero senso della parola..
Ho guardato i due uomini. Quello davanti era il capo, almeno 1,85, muscoloso, biondo ma bello grasso. Quello dietro di me era più scuro, persino più grosso. Non ha detto niente e quando mi sono girato l'ho sorpreso a guardarmi il culo; ha incontrato i miei occhi e ha sorriso. "Dai, amico, per favore", ho iniziato. "Sto solo andando al mare. Non passerò più da qui".
Il primo mi guardò attentamente. "Forse, ma dobbiamo prendere i tuoi connotati, anche perche' ci sono stati dei furti di rame ultimamente e quindi devi darci le tue generalita'. Laggiù."
Indicò la piccola baracca vicino ai binari. Ho sempre pensato che servisse per far dormire il personale del treno o qualcosa del genere. Mi guardai intorno; non c'era modo di scappare. Rassegnato, arrancai verso la baracca.
"Sono Marco", disse il primo, poi indicò il suo amico. "Quello è Dario. "Ho solo annuito. Non volevo essere loro amico.
Arrivati alla baracca, Marco aprì la porta e disse a Dario di stare di guardia fuori nel caso avessi amici che mi seguivano. Uscendo mi lanciò un'occhiata lasciva e si tocco' il cazzo, accese una sigaretta. "Divertiti", disse con voce roca a Marco.
Marco mi fece cenno di entrare e poi mi seguì, mi indicò una sedia. "Siediti, prendo i moduli." Mi presi un momento per guardarmi intorno. L'interno era diverso da come me l'aspettavo. C'era un piccolo fornellino, un tavolo con due sedie e un letto singolo rifatto con cura. Tutto era in ordine e, date le circostanze, piuttosto pulito.
Marco frugò in un mobiletto, poi gettò una piccola pila di riviste sul tavolo. Erano Playboy, Penthouse, altre riviste femminili. Sgranai gli occhi, era molto prima che Internet e le foto di ragazze nude fossero difficili da trovare. Lui vide il mio interesse e sorrise. "Ne abbiamo di buoni", disse con disinvoltura. "Dagli un'occhiata che ci vorrà un po'." Tirò fuori un modulo, si sedette sull'altra sedia e cominciò a scrivere lentamente.
Dopo qualche minuto non ho potuto farne a meno. Ho aperto la prima e ho guardato le foto. Le ragazze erano bellissime, seducenti, ma a me interessavano di piu' i cazzoni belli tosti che le ragazze succhiavano o lo prendevano dentro. Ne ho sfogliata una, poi due mentre Marco scriveva lentamente, lanciandomi occhiate di tanto in tanto. "Come ti chiami?" chiese.
"Patrizio," balbettai. Fu il primo nome che mi venne in mente. Lui sorrise e continuò a scrivere.
Sfogliai le riviste. La stanza sembrava più calda. Il mio cazzo stava reagendo a ciò che stavo vedendo e non potei resistere a dimenarmi un po' sulla sedia mentre iniziava a diventarmi duro. Sentii uno scricchiolio dalla sua sedia e vidi che mi guardava, con un leggero sorriso sul viso. Io stavo a guardare una ragazza che succhiava un bel cazzo, aveva delle tette grosse.
"Ti piace questa?", disse con voce strascicata. Si prese la rivista e guardò. "Sì, è una bella ragazza, ma anche il cazzo lo e'."
Rimise giù la rivista, aperta sulla sua foto. "Immagina cosa sarebbe, succhiare un cazzo cosi'. Scommetto che sborrerebbe tanto sperma. Ti piacciono i cazzi grandi? a me piacciono le tette della zoccola, ha dei bei capezzoli"
Ero senza parole. Feci solo un cenno di assenso. Lui si appoggiò semplicemente allo schienale della sedia, guardandomi.
"Sono un po' grandi per i miei gusti", disse, guardando attentamente. "Mi piacciono piccole. Piccole e dure". I suoi occhi si posarono sul mio petto e il mio cuore saltò un battito quando mi resi conto che mi stava guardando, valutando il mio corpo; inconsciamente mi sedetti più dritto sulla sedia. Con un sorriso, tornò a guardare la foto.
Osservammo entrambi la foto per un momento, poi lui si chinò e si raddrizzò il cazzo attraverso i jeans.
"Glielo darei sicuramente", disse. Tenne il suo cazzo per un momento, poi i suoi occhi si posarono sui miei. "Le faresti succhiare il tuo cazzo?"
Una donna che mi succhia il cazzo? Che vuole succhiare il mio cazzo? Il mio cervello riusciva a malapena a concepire l'idea.
Marco si sporse in avanti. "Ti è mai capitato che una ragazza ti succhiasse il cazzo?" "Sì," mentii. "Un paio di volte."
Lui si è limitato a ridere. "Sei un bugiardo", disse. "Entri qui abusivamente e mi menti? Meglio cambiare tono se vuoi andare a casa stasera." Il mio stomaco sprofondò come una roccia alla minaccia. Mi guardò; il mio cazzo duro era ben visibile e si tendeva contro i miei pantaloncini.
"Capisco", la sua voce era comprensiva. "Un ragazzo giovane come te, probabilmente deve masturbarsi 3, forse 4 volte al giorno. Giusto?"
Quest'ultima non era tanto una domanda quanto un'affermazione. Abbassai lo sguardo e vidi la sua mano, che di nuovo gli strizzava il cazzo attraverso i jeans. Si stava toccando il cazzo; era più grande. Quanto bisogno aveva un giovane di liberarsi.
"Forse", sussurrai. "Beh, forse possiamo trovare un accordo", disse piano. Cominciai a capire cosa intendeva e cominciai a tremare leggermente.
"Ti dico una cosa. Perché non vai avanti? Siamo solo due ragazzi. Diavolo, inizio io. Ok?" si appoggiò allo schienale della sedia e la sua mano si infilò nei pantaloni, avvolgendosi attorno al suo cazzo.
Non ho detto di sì. Non ho detto di no. Non ho detto niente e dopo avermi guardato con quel sorriso per un momento, ha abbassato la cerniera dei jeans e ha tirato fuori il cazzo.
Era grande. Molto più grande del mio. Era duro e potevo vedere le vene che scorrevano sotto la pelle fino alla testa rosa. Lo strinse e una goccia di pre-sperma si formò sulla punta."Huh," sussurrò. "L'hai mai assaggiato?"
Il mio respiro era pesante e tremavo sempre più forte. Non potevo voltarmi. Guardai Marco prendere il dito e portare la goccia dalla punta del suo cazzo alle labbra, la lingua protesa per assaggiare. "Mmmm.." disse dolcemente.
Con il cazzo ancora fuori, si sporse verso di me. "Tocca a te, piccolo," mi schernì. "Sei duro. Lo vedo. Vediamo cosa sai fare." Non sono mai riuscito a spiegare perché l'ho fatto. Ho infilato la mano nei miei boxer e ho tirato fuori il mio cazzo. Era duro come una roccia e pulsava dolorosamente. Il pre-sperma stava fuoriuscendo. Lo tenni dritto mentre i suoi occhi lo osservavano. lo guardò per qualche altro istante, sospirò "Bello", poi si sedette e si accarezzò lentamente il cazzo. Guardò la rivista sul tavolo, poi me, poi il mio cazzo. Mi sedetti come un idiota e lo fissai, poi la foto. Di sua spontanea volontà la mia mano cominciò a imitarlo e ad accarezzarmi dolcemente la lunghezza, sorrise, la sua mano lentamente mungeva su, poi giù.
Ero terrorizzato da questi due uomini, ma allo stesso tempo mi sentivo eccitato e desideravo, no, avevo bisogno di liberazione. Il mio cazzo gocciolava. Marco mi guardò, calcolando. "Stai cercando di sdraiarti, non è vero? Vieni sdraiati."
"Perché non me lo fai vedere? Mi fermai, con il cazzo ancora fuori. Ero in piedi davanti a quest'uomo, con il cazzo tosto, disperato per venire, che puntava dritto verso di lui. Esitai e lui colse l'attimo per tirarmi a sé, i suoi occhi che mi divoravano.
Lentamente allungò le mani per scivolare lungo il mio stomaco, sui miei fianchi e sul mio culo, accarezzandomi e stringendomi. Non riuscivo a riprendere fiato.
Le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta, mi accarezzarono e strizzarono il petto, le sue dita trovarono i miei capezzoli, li circondarono. Mi sorrise mentre le sue dita mi strofinavano e tiravano i capezzoli. "Piccoli e duri" sussurrò. Poi la sua attenzione si abbassò.
"È un bel cazzo duro, piccolo", disse, con voce carica di lussuria. Le sue dita mi sfiorarono per tutta la lunghezza, così leggere che quasi mi solleticarono. Sussultai in risposta a questo primo tocco, poi rimasi immobile, implorando silenziosamente di più.
Si sporse più vicino, all'improvviso mi venne in mente che avrebbe potuto succhiarlo; la mia mente vacillò, mi sentii frastornato, dovetti sostenermi sulle sue spalle. Gli piaceva. Mi tenne stretto il cazzo. Gli saltò in mano.
Dopo un momento, prese il dito e toccò la testa, prendendo una goccia di pre-eiaculato, poi me lo portò alla bocca, me lo strofinò sulle labbra. Le leccai automaticamente, assaggiandolo.
"Ti piace?" guardò la mia lingua toccare le mie labbra. L'avevo già assaggiato prima. Era leggero, dolce. Annuii.
Lasciò andare e indicò il letto. "Fammi vedere come fai a farti le seghe."
Ho tirato su i miei boxer, ho preso la rivista e mi sono spostato sul letto. Ho messo la foto vicino al cuscino, mi sono sdraiato a pancia in giù e ho messo la mano sotto il mio cazzo, premendo i fianchi verso il basso, spingendo il mio cazzo nella mia mano attraverso il tessuto dei miei boxer. Era l'unico modo che conoscevo per venire.
Ho guardato il cazzo in foto mentre iniziavo a strofinare la mano contro il mio cazzo. Era una sensazione incredibile e nello stato in cui ero, non ci sarebbe voluto molto prima che venissi. I miei fianchi hanno iniziato a muoversi e un piccolo suono è uscito dalle mie labbra. "Oh, Ti piace così." La voce di Marco era ora bassa, gentile. "Tu vieni così."
Mi guardò mentre continuavo a strofinarmi contro la mia mano, il mio respiro diventava irregolare. Mi stavo avvicinando, mi masturbavo di fronte a quest'uomo che stava osservando ogni mia mossa, toccando il suo cazzo mentre i miei muscoli si irrigidivano e stavo perdendo il controllo.
"Aspetta", disse, avvicinandosi a me. "Non venire ancora. Voglio vedere come lo fai".
Ansimando per respirare mi fermai, incerta su cosa volesse. Mark giaceva sul letto accanto a me, il suo peso mi spostava, il suo braccio mi avvolgeva l'anca, mi spinse via la mano. "Lasciami fare."
Mise la mano sotto il cazzo e si premette contro la mia schiena, il nostro peso combinato mi spingeva più forte nella sua mano. Iniziò a muovere la mano. "Così?"
Non era proprio giusto. Gli ho spostato la mano nel punto perfetto, mostrandogli come farlo con la mia mano. Ci sono voluti solo pochi secondi prima che capisse e le sensazioni che aveva creato iniziassero a sopraffarmi. Un altro suono più basso proveniva dal profondo della mia gola.
"Ahh... eccolo. Così. Forse un po' più di pressione?" Lui spostò il suo corpo più sopra di me, il suo peso premeva il mio cazzo più saldamente nella sua mano che cominciò a macinare più forte.
Tutto era così bello. Ero vicino a qualcosa di molto più forte di quanto avessi mai sentito prima. Da qualche parte la mia mente era consapevole che il suo cazzo era premuto contro la mia coscia. Mentre i miei fianchi si muovevano, lo sentivo spingere, caldo e duro contro la mia pelle.
All'improvviso si fermò, mi girò sulla schiena. Mi tirò giù i pantaloncini e li tolse, esponendo il mio cazzo con il pre-eiaculato spalmato tutto intorno. C'era così tanto pre-sperma.
"Sembra che funzioni", sorrise, e senza alcun preavviso prese il mio cazzo gocciolante stretto in una mano, si chinò e iniziò a leccare il pre-sperma dal mio stomaco, dal mio osso pubico; la sua lingua era calda, morbida e scivolosa, si stava prendendo il suo tempo, leccandomi, prendendo tutto. Chiusi gli occhi, lasciando che le sensazioni mi prendessero.
Poi molto lentamente, deliberatamente, ha fatto scorrere la lingua sulla mia pelle e su per tutta la lunghezza del mio cazzo. Ho gemito e ho aperto gli occhi per guardare in basso e vedere Marco che mi leccava il cazzo. Lui mi ha guardato, ha sorriso e se l'è succhiato in bocca, poi ha iniziato a muovere la testa su e giù.
"Oh mio Dio, che bella sensazione", le parole uscirono a fiotti, seguite da suoni che non avevo mai sentito uscire dalla mia bocca. Era oltre l'incredibile, le mie cosce stavano iniziando ad avere spasmi, ma prima che potessi venire Marco staccò la bocca e si alzò. "Non ancora. È il mio turno, piccola troia", mentre si toglieva jeans e maglietta. "È ora di fare un giro". Fu rapidamente nudo, forte e in forma e il suo cazzo era così duro e grosso.
Fissai quel cazzo duro, dritto in fuori, desideroso, pronto. Non avevo mai visto un cazzo bello come il suo, l'istinto mi diceva che mi avrebbe scopato. Avrebbe spinto quel grosso cazzo duro dentro di me. Avrebbe scopato il mio culetto fino a pompare il suo sperma nel mio corpo. Non ho detto di no. Forse ho allargato di più le gambe.
Marco allungò la mano verso un barattolo e ne prese qualcosa di viscido sulle dita; se lo spalmò tutto sul cazzo. Mi afferrò le gambe e le spalancò, il suo cazzo rigido ora puntava direttamente verso il mio buco. Si inginocchiò e si avvicinò fino a toccarmi tra le gambe, poi mise le mie gambe sulle sue spalle e sentii la testa del suo cazzo scivolare dentro per premere contro il mio buco.
Tremavo, ero spaventato, aperto, vulnerabile, completamente sotto il suo controllo. Ero pronto a sentirlo. Lo volevo. Volevo che me lo spingesse dentro.
Spinse i fianchi in avanti. Sentii la pressione aumentare mentre il suo cazzo iniziava a spingere dentro mentre iniziava a prendermi. Le mie mani tremanti si allungarono per sostenermi sulle sue braccia.
Fece una pausa e mi scrutò con lo sguardo, si chinò e mi baciò dolcemente, dolcemente. Sapeva di alcool. La sua lingua scivolò sulle mie labbra. Mi soffiò nell'orecchio.
"Apri. Apriti per me... sai come. Lascialo entrare. Lascialo scoparti" tubò dolcemente mentre spingeva lentamente. Sembrava una pressione, cercai di rilassare il mio buco e mi fece male quando i primi centimetri scivolarono dentro. Si fermò, tirò fuori un pezzettino; mi baciò forte, poi mi morse il collo, mi afferrò i capelli e spinse.
Mi faceva male, mi dimenavo, mi muovevo, lo volevo così tanto, cazzo.
"Prendilo, piccolo. Ora sono dentro di te." Il suo cazzo scivolò più dentro, potevo sentirlo entrare, più in profondità, più in profondità. Non potevo credere a quanto in profondità stesse andando il suo cazzo, la sensazione che spingeva così in profondità dentro di me continuava ad aumentare e aumentare finché i suoi fianchi non spinsero contro i miei e capii che era completamente dentro.
"Ecco qua. Tutto qui. Sono dentro la mia piccola troia." mi soffiò sul collo mentre si fermava per un momento, lasciandomi adattare al suo cazzo, poi iniziò a muoversi lentamente avanti e indietro. Mi stava scopando e io lo lasciavo fare. Gli avvolsi le gambe intorno e mossi i fianchi, qualcosa dentro di me esplose in fuochi d'artificio a ogni colpo del suo cazzo dentro di me. Era una scossa elettrica a ogni spinta e non riuscivo a fermare i dolci gemiti che uscivano.
Mi tirò su la maglietta, esponendo il mio petto. Le sue mani andarono lì e strinsero, i suoi occhi erano vitrei per la lussuria animalesca. Mi leccò, tirò, pizzicò e succhiò i capezzoli, le sue mani mi tenevano stretto il petto mentre segava il suo cazzo dentro e fuori da me.
"Ti piace?. Il mio cazzo che ti scopa. Non smetterai di pensarci. Tornerai ogni giorno, ti spoglierai e mi implorerai di scoparti." Mi afferrò i capelli. "Non è vero?", chiese.
"Uh... sì, sì, per favore, per favore fottimi e basta..." uscì spontaneamente dalla mia bocca. L'idea di tornare, spogliarmi, offrirmi a lui ogni giorno mi incendiò.
Poi ha iniziato a scoparmi sul serio. Le sue mani sul mio petto mi tenevano giù facilmente mentre mi pompava, scopandomi così forte. Si è chinato e mi ha baciato di nuovo, i miei occhi si sono chiusi mentre la sua lingua si spingeva nella mia bocca. Ho aperto anche quella a lui, dandogli tutto.
Una sedia scricchiolò mentre mi stava scopando e aprii gli occhi per vedere Dario seduto lì, il suo grosso cazzo in mano, che lo accarezzava mentre ci guardava. Mi guardava mentre venivo scopato in culo dal suo collega.
"Non preoccuparti", ansimò Marco mentre continuava a pomparmi. "Non ti faremo del male. Sei la mia troietta."
Dario si mosse e si fermò accanto al letto, la mano che volava sul suo cazzo. Lo guardai a bocca aperta mentre iniziava a spruzzare sperma su di me, sul mio viso e sul mio collo, e un po' mi schizzò in bocca. Ce n'era così tanto. Potevo assaggiarlo, annusarlo. Deglutii, sentendolo scivolare giù per la gola.
Marco se ne accorse, si sporse e mi baciò di nuovo, la sua lingua si spinse dentro la mia bocca, assaporando lo sperma di Dario. La sua mano andò al mio cazzo, iniziò ad accarezzarlo velocemente e forte mentre pompava il mio culo in colpi brevi e rapidi. Un lungo grido uscì da me mentre mi prendeva, prendeva il mio corpo, tirando il mio cazzo come nessuno aveva mai fatto. Una sensazione iniziò a diffondersi nel profondo e sapevo che questa volta me l'avrebbe tirato fuori.
"Lascialo andare, baby", sussurrò. "Dallo a me. Dammi quello sperma. Non trattenerti, dammi quello sperma".
Mi sono arreso. Le mie gambe si sono aperte, i miei fianchi si sono sollevati, l'orgasmo è cresciuto e cresciuto, poi tutto si è oscurato quando mi ha colpito. Si è diffuso dalla radice del mio cazzo lungo la mia schiena e fuori in tutto il mio corpo. Era troppo, troppo grande mentre mi giravo involontariamente e lo sperma mi spruzzava, schizzo dopo schizzo di sperma adolescenziale caldo sul mio petto e sui miei capelli e copriva anche la mano di Marco.
Devo essere svenuto per un momento. Mi sono svegliato con la spinta urgente di Marco dentro di me, leccando lo sperma dal mio petto, poi mi ha tenuto in una presa di ferro e mi ha chiamato troia mentre veniva. Tutto il suo corpo si è contorto, prendendomi con sé mentre sentivo i primi sussulti e spasmi del suo cazzo. Potevo sentire ogni pulsazione, ogni spruzzo di sperma dentro di me, mentre mi teneva stretto e veniva a fiotti dentro il mio culetto.
Le sue spinte finalmente rallentarono mentre il suo cazzo batteva e si contraeva dentro di me. Mi baciò di nuovo e con un'ultima, profonda spinta persistente lasciò scivolare fuori il suo cazzo. Un sacco di sperma scivolò fuori con esso. Ero molto sporco lì sotto. Marco andò nel piccolo ripostiglio del bagno mentre giacevo lì esausto, usato, un po' dolorante, per niente sicuro di cosa sarebbe successo dopo.
Dario bagnò un asciugamano nel lavandino e si sedette accanto a me, pulendo delicatamente lo sperma e il sudore dalla mia pelle. Le sue mani erano dure e callose, ma era tenero, assicurandosi di pulirmi ovunque. Si prese del tempo extra mentre mi puliva tra le gambe, aprendomi, guardò e accarezzò tutto con l'asciugamano caldo.
Ero tutto pulito quando Marco tornò dalla doccia. La grande mano di Dario circondò la base del mio cazzo, iniziò una leggera spremitura ritmica. Fece scorrere il sangue tutto intorno al mio cazzo. "Non ha ancora finito", disse con la sua voce profonda.
Anche Marco si sedette accanto a me, le sue mani ora mi accarezzavano il viso e il petto, tirando delicatamente un capezzolo mentre la mano di Dario continuava a massaggiare la base del mio cazzo. Mi sentii ricominciare a crescere nella grande mano callosa di Dario. "Sì, ci divertiremo ancora," concordò Marco. "Non è vero?" Li ho guardati perplesso.
Mi sono chinato e le mie dita si sono avvolte attorno al cazzo carnoso di Dario. Era caldo, pulsante. Mi ha riempito la mano. L'ho stretto e ho sentito che iniziava a crescere. Con l'altra mano ho raggiunto il cazzo di Marco, ancora bagnato e odorante di sapone. Li ho guardati. Li ho strizzati. Se dovevo provare a farlo, lo avrei davvero provato. "Voglio entrambi." ho detto
"L'ho capito subito quando l'ho visto che gli piaceva il cazzo", rispose Marco con aria sfacciata rivolgendosi a Dario.
Dario mi sollevò come una bambola di pezza, come se non pesassi niente, mi girò e mi mise a quattro zampe. Si fermò davanti a me, il suo cazzo a pochi centimetri dalle mie labbra. Le sue grandi mani guidarono la mia testa più vicino.
Leccai la lunghezza del cazzo, poi passai la lingua intorno alla punta. Assaporai ancora più sperma e questo mi fece desiderare di più. Senza pensarci abbassai la testa e lo presi in bocca, poi mi spostai in avanti per prenderne il più possibile.
Era caldo, era grande, mi riempiva la bocca e non riuscivo ancora a metterlo tutto dentro. Cercai di muovere la lingua lungo di esso mentre cresceva e si induriva. Lui mi tenne ferma la testa e mosse i fianchi, iniziando un lento movimento di oscillazione. Mi resi conto che mi stava fottendo la bocca.
Una scossa elettrica mi colpì mentre sentivo qualcosa dietro di me aprirmi e toccarmi il buco. Non potevo girarmi a guardare ma Marco era lì dietro, che faceva qualcosa che mi mandava scintille lungo la schiena. Gemevo attorno al cazzo di Dario e speravo che Marco continuasse a fare qualunque cosa fosse di suo gusto.
Era la sua lingua. Lo capii quando sentii il calore umido che mi circondava, che mi entrava, che mi turbinava intorno, che mi scopava, che mi faceva ansimare e gemere intorno al cazzo di Dario mentre la mano di Marco mi spingeva le ginocchia, trovava il mio cazzo e iniziava a mungerlo. Dario mi staccò dal suo cazzo, mi prese il mento e mi guardò dall'alto in basso.
"Sto per venire dentro di te. Dove lo vuoi?" chiese semplicemente. "Devi provare questo culo", rispose Marco, schiaffeggiandolo, poi tenendomi aperto, esposto. L'aria fredda su tutta quella umidità laggiù mi fece rabbrividire. Volevo assaggiare ancora un po' dello sperma di Dario, ma non protestai. Qualcosa mi diceva che ci sarebbe stato tempo per quello. Le grandi braccia di Dario mi fecero girare e mi ritrovai di fronte a Marco, il mio sedere verso Dario. Marco mi prese per i capelli, sollevò il suo cazzo e guidò la mia bocca verso di esso. Era grande, non grande quanto Dario ma più di quanto potessi contenere. Scivolò dentro la mia bocca fino a quando non mi colpì la gola.
"Ti insegniamo un nuovo trucco", disse Marco mentre spingeva ulteriormente. Cominciò a soffocarmi e cercai di indietreggiare ma non ci riuscii perché le forti cosce di Dario erano lì dietro di me, la mano pesante di Dario andò sulla mia spalla e fui tenuta saldamente al mio posto. Marco allentò la pressione.
"Ingoialo, come se stessi bevendo", mi disse. "Lascialo andare in gola. Respira con il naso".
Lo fece scivolare di nuovo in avanti e mi colpì la gola; non riuscivo a spostarmi, cercai di aprirlo e ingoiarlo. Il suo cazzo spinse ulteriormente e lo sentii passare attraverso la mia lingua e spingere, entrando nella mia gola.
"Cazzo sì, proprio così". Guardò Dario. "Ora dagli il tuo nel culo."
Mi sono perso quest'ultimo, totalmente concentrato sul non soffocare su questo caldo albero nella mia gola, cercando di rilassarmi e prenderlo quando ho sentito Dario aprirmi, ho sentito il suo cazzo cercare un ingresso. Era scivoloso, ero grato che avesse pensato di metterci un po' di lozione prima di scoparmi con quella cosa enorme.
La sua mano ferma sulla mia spalla e il cazzo di Marco che mi trafiggeva la gola, Dario spinse un pollice dentro di me. Cazzo, era grande. Cercai di aprire le gambe per aiutarlo mentre spingeva un altro pollice dentro. Quasi urlai, era troppo grande. Marco vide la mia angoscia, si tirò fuori dalla mia bocca. "Aspetta un attimo", disse a Dario. Dario si bloccò, la testa del suo cazzo ancora dentro mentre Marco si muoveva finché la sua testa non fu vicina alla mia, la sua mano trovò il mio cazzo, ora raggrinzito dal dolore e dall'ansia, mi ha baciato, mi ha strizzato il cazzo, me l'ha munto. "Va tutto bene, baby", ha detto. "Entraci piano. Dario ci andrà piano." Al momento giusto, Dario ha allentato la pressione, poi si è sporto di nuovo. Ho provato ad aprirmi per lui. Un altro pollice spinto dentro. "Ecco fatto", sussurrò Marco. "Lascia che ti prenda. Puoi prenderlo". Mi massaggiò il cazzo mentre mi incoraggiava a lasciare che Dario entrasse più a fondo. Marco si mosse e mi aprì le natiche, tenendomi aperto per il suo amico. "Calma," disse a Dario. "Vai piano. Lascia che si abitui".
Marco mi stava aprendo e Dario si stava di nuovo sporgendo in avanti, la sua verga scivolava dentro di un altro cm. Dario si è ritirato e ho sospirato di sollievo e delusione; quel cazzo enorme era sparito dentro di me. Il desiderio ha vinto e ho guardato e spinto indietro i fianchi, invitandolo a riprovare.
"Questo aiuterà", disse Marco mentre offriva altra lozione a Dario che se la spalmò tutta sul cazzo. Appoggiai la testa contro le lenzuola e mi concentrai sul rilassarmi, aprendomi a ciò che sapevo sarebbe arrivato mentre la grande testa del cazzo di Dario cercava di entrare. Marco mi sollevò il mento e mi guardò, mentre Dario spingeva il suo cazzo dentro di me. I primi centimetri scivolarono dentro, poi emise un grugnito di soddisfazione mentre mi afferrava i fianchi con le sue grandi mani e iniziava a spingere. Urlai quando passò un anello interno, poi lo sentii spingere dentro di me, poi in profondità come Marco, solo che ora spingeva ancora più in là. Oh Dio, ancora più in là. Mi dimenavo tra le sue mani, gemendo come un animale ferito. Quanto ancora potevo sopportare?
I fianchi di Dario alla fine spinsero contro il mio culo, era dentro fino in fondo. Non era gentile. Dario mi stava scopando duramente, come se fossi un pezzo di carne. Le sue mani enormi mi tenevano i fianchi come una morsa e il suo cazzo si stava tuffando dentro di me come se stesse andando a prendere una medaglia d'oro. Mi teneva così stretto mentre mi tirava indietro per incontrare il suo cazzo, le mie gambe spalancate per lui. Avrei avuto lividi sui fianchi per la sua forte presa.
Fu allora che il cazzo di Marco apparve sulle mie labbra. La mia bocca si aprì e lui spinse dentro. Mi riempì la bocca mentre Dario mi devastava da dietro. Una parte di me si rese conto che mi stavano prendendo due uomini che non avevo mai incontrato prima, che stavo facendo cose che non avevo mai nemmeno sognato. Ma volevo solo che continuassero.
Penso che sia stato allora che ho iniziato a venire. Era diverso, più lungo, non un picco grande ma una serie di piccoli picchi che mi facevano solo desiderare di più. Stavo spasimando sul cazzo di Dario mentre Marco mi violava la gola.
Ci muovemmo così per quello che sembrò un lungo periodo. Ogni volta che Dario mi sbatteva contro il culo, il cazzo di Marco cercava di spingersi più in profondità nella mia gola, poi di nuovo Dario. Ero sospeso tra questi due uomini che mi prendevano. Mi piaceva.
Non ho idea di quanto sia durato, so solo che Marco è venuto per primo, il suo cazzo si è gonfiato, tenendomi la testa e pompando il suo sperma nella mia bocca e nella mia gola. Era caldo, amaro, incredibilmente erotico. Sembrava tanto, mi riempiva la bocca e un po' mi schizzava dritto nello stomaco. Per riflesso ho cercato di deglutire. Mi sentivano deglutire intorno al suo membro nella mia gola. Dario ha rallentato, lasciando che Marco finisse nella mia bocca mentre succhiavo le ultime gocce. Poi il cazzo di Marco è sceso sulle mie labbra. Dario scivolò fuori, mi girò sulla schiena e mi tirò come un giocattolo sul bordo del letto. Mi tenne le gambe sollevate per le ginocchia, si mise di nuovo in mezzo e spinse. Questa volta scivolò dentro. Mi ha tenuto su per le gambe mentre ricominciava a colpirmi. I miei fianchi erano fuori dal letto e mi aggrappavo alla struttura con entrambe le mani mentre Dario sbatteva i nostri corpi insieme minacciando di tirarmi giù dal letto. Marco vide che il mio cazzo gocciolava sperma su tutto lo stomaco. Entrò e ricominciò a leccarlo, volendo prenderne il più possibile dal mio stomaco in movimento. Volevo che facesse di nuovo quella cosa, che se lo mettesse in bocca e lo succhiasse, questa volta mentre Dario mi scopava. Lo guardai. "Per favore, succhiami il cazzo."
Dario rallentò, mi aprì ulteriormente le gambe per far entrare Marco tra le mie cosce e iniziare a succhiare il mio cazzo. Marco lo succhiò e lo ingoiò fino alla radice. Allungai la mano e gli tenni il cazzo mentre mi succhiava.
Mi hanno fottuto e succhiato finché non ho iniziato a perdere il contatto con la realtà. Mi avrebbero fatto venire di nuovo. Più forte, se possibile. Le mie gambe si irrigidirono fino a diventare d'acciaio, sentivo me stesso stringere Dario mentre mi dimenavo e venivo e mi dimenavo e venivo e venivo e venivo e venivo dentro la bocca calda e umida di Marco. Questo fece scattare Dario. Mi sentivo come se mi stesse pompando dentro un litro di sperma mentre spingeva forte e gridava, pompando i fianchi a ogni ondata di orgasmo. Gridava come se facesse male, veniva così forte. Mi pompava ancora un po', poi finalmente sentii i suoi muscoli rilassarsi e mi lasciò le gambe giù, il mio sedere toccò le lenzuola per la prima volta da un po'. Marco continuò a succhiare finché non dovetti chiedergli di smettere, stava diventando troppo sensibile. Con un ultimo delicato tiro per assicurarsi di aver ricevuto e ingoiato tutto, lasciò con riluttanza il mio cazzo scivolare dalle sue labbra.
Dario andò a lavarsi mentre Marco giaceva accanto a me, sdraiato con solo la mia maglietta tirata su fino alle spalle, coperto di sudore e sperma, il mio respiro ancora affannoso. Mi baciò, mi accarezzò il petto, poi spostò la mano verso il basso per tenere il mio cazzo, lo strinse forte. "Tornerai. Sarai qui domani, entrerai da quella porta, ti toglierai i vestiti e chiederai di di essere inculato da noi di nuovo."
Aveva ragione. Tornai il giorno dopo. E quello dopo ancora. E per tutta l'estate. Marco mi faceva spogliare sulla porta, poi prendeva un po' di lozione dal barattolo e me la passava tra le gambe, su per il culo. Mi dicevano di muovermi nel piccolo spazio, imparando la sensazione di bagnato tra le gambe mentre mi tiravano, mi stuzzicavano, mi leccavano. Poi uno mi tirava in giro per librarmi appena sopra il suo grembo, mi allineava sul suo cazzo duro, mi tirava giù finché non si spingeva dentro. L'altro mi teneva il mento e me lo spingeva in bocca. Mi lavoravano fino a dopo mezzanotte, poi barcollavo a casa e crollavo a letto. Finché non se ne sono andati chissa' dove.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per deposito ferroviario:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni